Dieci anni fa, la prima Mini Countryman adeguava il “minimalismo” (così lo chiamano loro, in realtà è ben diversa da tale concetto in assoluto) alla tendenza dilagante di sport utility e crossover. Rispetto alle altre Mini sembrava eccessiva per le dimensioni non così compatte, ma tempi e gusti cambiano rapidamente: nel 2017 con la seconda generazione, Countryman compie un balzo ancor per evidente verso misure maggiori. A quattro anni, ecco il moderato restyling di metà carriera, che rilancia aggiornando tutti i motori a Euro 6d, rinfrescando alcune dettagli esterni e interni, aggiungendo nuovi colori e materiali per essere sempre personale, come tutte le Mini
Come riconoscere la nuova Mini Countryman
Il frontale si presenta con diverso disegno della calandra e i fari: questi sono a led come i fendinebbia, diventati di serie, al pari delle luci posteriori a led con design Union Jack estendendo lo stile della altre Mini, già ristilizzate. E cambiano anche i cerchi in lega, con nuove proposte.
All’interno Countryman esibisce una nuova gamma di finiture: volante sportivo in pelle di serie su tutti gli allestimenti, al centro della plancia lo strumento principale è di nuova concezione, finiture Piano black high gloss di serie, e in altre zone anche Piano black exterior, più le rinnovate personalizzazioni “Yours Interior Style”. Opzionale anche il display digitale a colori da 5 pollici, di serie MINI Connected con nuove funzioni con Teleservice ed Emergency call.
La filosofia del viaggio
La via più veloce da Milano per la Valle d’Aosta è tutta autostradale: comoda ma anche un po’ banale per chi voglia apprezzare il piacere della guida, e contemporaneamente cogliere l’occasione per esplorare strade meno note. Secondo noi infatti il concetto di turismo inizia con il momento della partenza (in realtà ben prima, con la preparazione) e si conclude solo con il rientro a casa: tutto ciò che è compreso tra queste due fasi fa parte della vacanza. Usciamo presto da Milano, con la nuova Countryman che mostra l’agilità dell’anima cittadina, scegliendo però le vie più scorrevoli e sfruttando il momento per ammirare la metropoli con occhi diversi, da turisti appunto.
Il percorso partendo da San Siro
San Siro, i raccordi attorno all’area dove si tenne l’Expo con il tempo di una riflessione se possa accadere solo da noi, di vederla ancor largamente inutilizzata, per infilarci in A4 in direzione Torino. Dove si palesano fruscii oltre i 130 km/h. Non ci connettiamo mediante la bretella A4-A5 da Santhià ma anticipiamo l’uscita a Carisio, dirigendoci verso Nord tra le valli del Biellese.
Quasi ci perdiamo – dobbiamo solo fidarci del navigatore – percorrendo stradine anguste tra saliscendi boschivi, con il fascino delle prove speciali dei rally che da sempre si corrono da queste parti. Da una valle all’altra, guidiamo tra percorsi talmente tortuosi che l’andatura dinamica diviene istintiva, quasi una danza. Fino a che non dobbiamo far raffreddare i freni: la massa si sente.
Come si guida sul bagnato
Una lunga discesa ci fa sbucare ad Andrate, quindi a Borgofranco: costeggiamo la Dora Baltea e prendiamo l’Autostrada a Quincinetto, per uscirne A Verrès. Da qui comincia un’altra bella guidata, favorita dal giorno feriale con traffico scarso. Rispettando i limiti nei centri urbani come è doveroso, allunghiamo appena fuori: la strada lungo la Valle di Ayas segue la morfologia resa complessa dall’orografia, e le curve sono spesso un piacere.
Minaccia pioggia, che poi arriva: la riteniamo utile per saggiare la tenuta e la motricità della trazione integrale All4 di Mini Countryman. In versione Cooper SD All4 è veloce e bilanciata, anche se la trazione parte da anteriore e la guida dinamica va impostata preventivamente per ridurre l’attesa dell’intervento posteriore: diversamente un minimo di sottosterzo è percepibile. Il motore ha coppia e potenza adeguate, il cambio automatico non è velocissimo ma accetta scalate anche decise senza rifiutare le marce troppo corte, come sui tornanti in discesa.
L’arrivo a Champoluc
Poco prima dell’abitato di Champluc, deviamo a destra, lungo una strada sterrata che porta ulteriormente in quota. Molto sconnessa, permette di completare il giudizio sull’assetto della nuova Countryman: ha il pregio strutturale del compromesso, che privilegia il comfort ma non disegna lo strapazzo nel misto, arrivando fino allo sterrato, dove mostra robustezza da sport utility.
Siamo così giunti all’Hotellerie de Mascognaz, uno tra i numerosi Villaggi Walser in Val d’Ayas con vista verso il Monte Rosa, realtà conservate e recuperate a testimonianza di storiche migrazioni tra i versanti delle Alpi alla ricerca di sostentamento per uomini e armenti.
Dove dormire: Hotellerie de Mascognaz
L’antico villaggio Walser di Mascognaz risale al 1323 o anche prima: il nome era Mascognia. Trasformato in Hotel a 4 stelle, non ha un corpo unico ma occupa diversi edifici, sia con stanze e appartamenti di grande fascino, sia con diversi chalet con vari livelli di allestimento, arrivando anche a punte di lusso elevato. Quattro passi oltre la valletta che divide i due abitati, e la Spa permette di rigenerarsi ammirando i ghiacciai. O quel che ne resta, purtroppo: meglio affrettarsi prima che si sciolgano del tutto. Ma il fascino della montagna è da assaporare. E la qualità delle stanze porta a sonni eccellenti.
Informazioni utili:
I-11020 Champoluc – Ayas (AO) – Italia
Tel. +39 338 7295708
www.hotelleriedemascognaz.com
La particolarità dell’Hotellerie de Mascognaz quasi ci sorprende al risveglio: passate le nuvole cariche di pioggia dell’arrivo, l’aria è limpida. Fredda, molto fredda: il giorno prima a Milano c’erano 29° e adesso qui sono solo 6. Ma è secca e frizzante, stimola: quattro passi in accappatoio fino alla Spa, per passare a una colazione da montagna.
La giornata trascorre nel relax, come si conviene in vacanza, tra wellness e camminate nei dintorni, fino all’ora di cena. Il ristorante dell’Hotellerie propone menu locali, probabilmente preparati con impegno ma non come ci aspetteremmo per il luogo e il livello del “villaggio”. Cinque piccole portate che sembrano non trovare la via di una ricercatezza, trascurando alcuni fondamentali, almeno secondo il nostro gusto. In Valle d’Aosta si possono trovare sapori intensi anche con piatti molto semplici: ci spiace rimarcare che la cena non sia stata appagante al pari delle stanze e dell’ambientazione circostante, entusiasmanti.
La via del ritorno e il motore di Mini Countryman
Dobbiamo pensare al rientro, ma come accennato all’inizio del viaggio, la vacanza è uno stato mentale che continua. Scendiamo con cautela lungo lo sterrato nel bosco: è abbastanza sconnesso e Countryman non è altissima da terra. Siccome in discesa si carica maggiormente l’avantreno, questa altezza diminuisce: non tocca sotto, ma qualche pietra o radice richiede buona attenzione.
Tornati sull’asfalto, scendendo lungo la valle riflettiamo sulle possibilità di scelte per la meccanica del nuovo modello. Le Countryman hanno motori di ultima generazione: due le cilindrate, 1.500 e 2.000 cc, con una a benzina da 100 kW-136 e una Diesel da 85-116 più l’ibrido plug-in a benzina da 162 (220) per il piccolo tre cilindri. Mentre le due litri sono a benzina per Cooper S con 131 kW-178 CV (prima erano 192) e a gasolio per Cooper D da 110-150 e la versione provata SD da 140-190. La trasmissione automatica Steptronic a otto rapporti è di serie su tutte le versioni con trazione integrale All4, che per i Diesel non è disponibile sul millecinque.
Passi e vallate poi pianura e risaie
Non amando ripercorrere le medesime strade, come si è capito, poco prima dell’abitato di Brusson deviamo a destra, salendo nuovamente, lungo la Strada Regionale 33 che valica il Col de Joux. Relativamente ampia e ben disegnata, consente di guidare con stile da misto-veloce, ben diverso dal tortuoso dell’andata nel Biellese. La splendida luce e l’aria cristallina sono la degna cornice a questo prolungamento del piacere al volante. Scendiamo quindi verso Saint Vincent dove entriamo in Autostrada: ma non è ancora finita. Ci portiamo verso il Piemonte, uscendo però a Ivrea per proseguire lungo la Provinciale 228 e fermarci in un ulteriore relax al Lago di Viverone, oasi climatica che favorì insediamenti preistorici e oggi la scarsa antropizzazione delle sponde ne preserva l’integrità.
A Cavaglià puntiamo a Nord lungo la SP143 fino a Salussola: superato l’abitato, a un grande rondò abbandoniamo la via principale verso destra in direzione della frazione di Arro. Siamo sul limitare di colline e pianura, dove le prime risaie (quelle con meno passaggi d’acqua e dei relativi trattamenti disinfestanti alle piantine, che producono il riso di miglior qualità) indicano la coltura elettiva della zona. Nella strettoia di Arro lungo Via Mazzini, entriamo in una corte dove l’Azienda Guerrini (www.risoguerrini.it) è una tappa fondamentale nei nostri spostamenti da e per il Piemonte. Acquistiamo riso (confezionato anche sottovuoto) di varie tipologie, per cucinare con gusto, partendo dai fondamentali.
Quanto costa Mini Countryman
Ripresa l’autostrada A4 a Carisio, ragioniamo sui costi. Countryman è l’ammiraglia del marchio, e il modello più venduto in Italia: per tale ragione i prezzi sono adeguati al ruolo da cittadina modaiola e avventurosa. La cui gamma inizia da 29.500 euro per Cooper 1.5 con motore a tre cilindri a benzina, ma per il Diesel 2.0, One D ne costa 29.600.
Dalle due d’accesso per arrivare ai vertici dell’offerta, il listino comprende in tutto ben 44 versioni: 20 a benzina più 2 ibride e 22 Diesel, con cinque allestimenti per la maggior parte dei motori e quattro per altri. Solo due le versioni per l’ibrida, e manca ancora la più potente di tutte John Cooper Works, in arrivo a breve.
Intanto si possono spendere 40.600 euro per S E ibrida plug-in a benzina e Cooper SD All4. Prezzi ai quali aggiungere gli allestimenti Business e Business Automatica, Boost e Hype, salendo fino a 44.600 euro. In più ancor le personalizzazioni, mentre convengono le serie speciali. Come la nuovissima Northwood che aggiunge dotazioni limando (appena) i prezzi, per evitare di cadere nelle consuete promozioni di lancio, non in stile Mini.
Compagna di viaggio: Mini Countryman Cooper SD All4 Automatica
L’allestimento provato è una versione robusta, con buone prestazioni e dotazioni piuttosto complete, a parte qualche lacuna nelle assistenze alla guida, come la tenuta di corsia, oramai di serie anche su utilitarie.
Il motore Diesel è anteriore trasversale a 4 cilindri in linea di 1.995 cc, eroga 140 kW-190 CV a 4.000 giri con coppia massima di 360 Nm da 1.750 a 2.500 giri. L’alimentazione avviene mediante iniezione diretta common rail, con turbocompressore TwinPower. La trasmissione adotta il cambio automatico Steptronic a 8 rapporti, abbinato in default alla trazione integrale.
Le dimensioni non irrilevanti per una Mini, rientrano comunque tra le compatte, con 430 cm per larghezza di 182 con passo lungo 267 che conferisce buona abitabilità, anche se è più bassa di altre crossover. Cinque i posti (ma comodi solo quattro) e bagagliaio da 450-566 (gli schienali posteriori sono scorrevoli) a 1.390 litri con tutti reclinati. Non contenuto il peso di 1.675 kg.
Per maggiori informazioni: www.mini.it
Dimensioni: 430/182/156 cm
Potenza: 140 kW-190 CV
Coppia: 360 Nm
Velocità massima: 224 km/h
0-100 km/h: 7,6 secondi
Consumo medio: 5,0 l/100 km
Emissioni di CO2: 121 g/km