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W.P. in Tour: a Ponza con la Citroën C4X

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Alla scoperta dell’isola fuori stagione. Due giorni sospesi tra cielo e mare

Un’isola lunga meno di dieci chilometri, due strade principali, case dai colori pastello, vigne a picco sul mare e tramonti che sembrano dipinti. La nostra meta è Ponza, raggiunta da Milano a bordo della Citroën C4X ibrida, con andata autostradale e ritorno “slow”, lungo la costa tirrenica. Un’esperienza tra natura, sapori e poesia, da vivere rigorosamente fuori stagione

Il viaggio d’andata: da Milano a Formia, scivolando sull’asfalto

Lasciamo Milano all’alba, con l’aria ancora frizzante e la città che si scrolla di dosso il torpore della notte. L’itinerario scelto per raggiungere il Lazio è il più diretto: l’Autostrada del Sole ci accompagna per oltre 600 chilometri, con una marcia fluida che attraversa la Pianura Padana, le colline emiliane e poi le alture dell’Appennino. A bordo della Citroën C4X ibrida, il viaggio si trasforma in una parentesi di relax. I sedili accoglienti, l’abitacolo ovattato e la silenziosità del propulsore ibrido rendono anche le tratte più lunghe sorprendentemente leggere.

Arrivati a Cassino, deviamo verso Formia attraverso una superstrada che si snoda tra oliveti e piccoli borghi. Il porto, ben segnalato, è a due passi dal centro, servito da ampi parcheggi e facilmente raggiungibile anche in treno da Roma o Napoli. Abbiamo prenotato il traghetto: circa due ore e mezza di navigazione per solcare il Tirreno fino all’isola di Ponza. La nave accoglie anche le auto, e la nostra C4X si imbarca senza problemi, pronta a darci una mano anche una volta sbarcati.

Benvenuti a Ponza: l’isola che cambia colore ad ogni curva

Già all’arrivo nel porto borbonico, restaurato e perfettamente conservato, si intuisce il carattere dell’isola: un mix di storia e autenticità, dove il tempo sembra essersi fermato. Il nome stesso, Ponza, non deriva – come si potrebbe pensare – da Ponzio Pilato, ma affonda le sue radici nel greco antico “Pontia”, ovvero “marittima”. Una definizione che racconta l’anima di quest’isola ancor prima di sbarcare.

Appena si tocca terra, Ponza svela il suo carattere: selvaggio, autentico, in alcuni tratti quasi aspro. Le strade si arrampicano e scendono lungo la dorsale dell’isola, spesso strette, a una sola corsia, delimitate da muretti in pietra o da nulla che separi dall’infinito blu del mare. La Citroën C4X, con i suoi 4,6 metri di lunghezza, è al limite per muoversi con agilità, ma fuori stagione il traffico è minimo e con la giusta prudenza si arriva ovunque.

L’isola si sviluppa in lunghezza, con due assi viari principali: uno che collega il porto a Le Forna, l’altro che scende verso Cala Feola. A Le Forna la natura è più ruvida e primordiale, mentre Cala Feola accoglie con le sue acque tranquille e le scogliere scaldate dal sole. Ogni angolo è un mondo a sé. E poi c’è Chiaia di Luna, con la sua falesia bianca a picco sul mare: una terrazza naturale da cui godere il tramonto più suggestivo dell’isola.

La bellezza di Ponza sta anche nella sua verticalità: si cammina, si scende, si risale. Ogni scorcio è una cartolina. I vicoli del centro raccontano storie di pescatori e villeggianti d’altri tempi. Le case, dipinte nei toni pastello, riflettono la luce del sole e virano al rosa al tramonto. E poi c’è il mare: che si intravede tra i tetti, che compare all’improvviso tra due curve, che esplode in tutta la sua maestosità dai belvedere.

Qui il tempo sembra essersi fermato anche nei suoni, nei gesti e nei sapori. L’isola ha un cuore ischitano, eredità del periodo borbonico, quando furono gli ischitani a popolarla. Il legame è ancora forte, e si avverte nell’accento degli abitanti, nei piatti tradizionali e perfino nei vigneti: come quelli delle Antiche Cantine Migliaccio, dove si coltiva la biancolella, vitigno tipico di Ischia trapiantato qui secoli fa e oggi lavorato su terrazze eroiche che guardano il mare.

Oggi Ponza accoglie i viaggiatori con 13 alberghi: ci sono due hotel a 4 stelle, otto a 3 stelle e tre a 2 stelle, per un totale di circa 600 posti letto. Ma è nel settore extra-alberghiero che Ponza offre il meglio: oltre 3.000 tra B&B, guesthouse, case vacanza e appartamenti per affitti transitori, per un totale di circa 10.000 posti letto. Un’accoglienza diffusa, che permette di vivere l’isola da dentro, tutte esperienze di soggiorno pensate per chi vuole vivere l’isola da dentro, come un locale.

A rendere ancora più unica l’esperienza culinaria c’è una certezza: a Ponza non arriva pesce surgelato. I ristoranti si riforniscono ogni giorno grazie a una delle flotte di pescherecci più attive del Mediterraneo. Il menu cambia ogni mattina, in base al mare.

A tavola con il mare: sapori autentici tra tradizione e creatività

Mangiare a Ponza è un’esperienza dei sensi. Il nostro primo assaggio lo facciamo al Rifugio dei Naviganti, ristorante storico con una terrazza che si affaccia sul mare aperto. Qui ordiniamo una zuppa di pesce profumata, accompagnata da un calice di biancolella locale. Il menu è un tributo alla cucina ponzese: crudi di mare, pesce al forno, zuppe e piatti a base di ricci e polpi.

La sera scopriamo Oresteria, un piccolo locale nel cuore del paese. Atmosfera intima, luci soffuse, e piatti sorprendenti: trito di alalonga, dadolata di orata, alici alla scapece, catalana di gamberi. Ogni pietanza racconta una storia, grazie all’inventiva di Oreste e Valentina, padroni di casa e cultori del gusto (www.oresteria.it).

Il giorno seguente, salendo verso il cuore agricolo dell’isola, visitiamo le Antiche Cantine Migliaccio. I vigneti sono coltivati su terrazzamenti che sfidano la gravità, sospesi tra cielo e mare. Qui si produce la biancolella, vino bianco secco e salino, perfetto compagno dei piatti di pesce. Si possono organizzare degustazioni al tramonto, su prenotazione.

Ultime ore sull’isola: tramonti, vicoli e un saluto al mare

La giornata volge al termine, ma Ponza ha ancora molto da offrire. Prima di cena, ci godiamo un momento sospeso nel tempo dalla terrazza di Villa Il Gabbiano, che si conferma forse il punto più spettacolare dell’isola. Il sole, come ogni sera, si immerge lentamente nel mare, calando dietro la sagoma frastagliata di Palmarola. Lo spettacolo è ipnotico: le nuvole si tingono di rosa e arancio, le onde si increspano come seta sotto la brezza della sera. Ogni giorno un tramonto diverso, ogni sera un colore nuovo.

Pochi minuti dopo, ci avviamo verso il porto per cenare al Ristorante Rifugio dei Naviganti. Il profumo del mare arriva direttamente dal piatto, mentre a pochi metri di distanza, sul molo, il traghetto del mattino – quello delle 6:30 – è già ormeggiato, silenzioso, come in attesa del nostro ritorno a casa. C’è ancora tempo per un’ultima passeggiata. Risaliamo i vicoli sopra il porto, un intrico di scalette e archi che si aprono all’improvviso su scorci suggestivi: una persiana azzurra spalancata sul nulla, un gatto appollaiato su un muretto, il profumo di basilico che arriva da una cucina nascosta. Camminare tra questi vicoli è come sfogliare un vecchio diario scritto con il vento e il sale. La notte scende lentamente e l’isola si spegne in un sussurro.

Altri volti di Ponza: natura, storia e silenzi

Oltre ai colori delle case e al fascino del porto, Ponza regala emozioni anche nei suoi angoli più appartati. Ci sono cale raggiungibili solo a piedi o in barca, come Cala Fonte, incastonata tra scogli scolpiti dal vento, o Chiaia di Luna, con la sua falesia bianca che si riflette nel mare. C’è la necropoli romana scavata nella roccia, testimonianza di un passato antichissimo, e ci sono gli antichi fortini borbonici disseminati sulle alture.

Il tempo rallenta, si ascoltano le cicale, si sentono le onde rimbalzare sulle scogliere. Si vive con poco: una finestra sul mare, un piatto di pesce fresco, un sentiero da esplorare. È un luogo che chiede rispetto, che non si concede facilmente. E forse proprio per questo riesce ancora a sorprendere.

Il ritorno: da Ponza alla Lombardia, con vista sul Tirreno

Lasciamo Ponza con il cuore leggero e gli occhi pieni di immagini. Riprendiamo la nave verso Formia, e decidiamo di rientrare con calma, seguendo la costa. Il nostro itinerario “slow” ci porta verso Gaeta, con il borgo antico e le spiagge dorate, poi a Sperlonga, con le sue grotte e la villa di Tiberio. Proseguiamo fino a Civitavecchia, quindi su verso Livorno, attraversando l’entroterra toscano tra colline di cipressi e strade panoramiche. All’altezza di Sarzana ci immettiamo sulla strada che sale al Passo della Cisa, un tratto di pura guida, amato dai motociclisti e perfetto per apprezzare le doti dinamiche della nostra C4X.

Dove dormire

Villa Il Gabbiano – Loc. Tre Venti, Ponza (LT)

Un rifugio panoramico sospeso tra cielo e mare. Situata nella tranquilla località di Tre Venti, Villa Il Gabbiano è una grande dimora con sei camere, tutte dotate di bagno privato e spazi esterni dove rilassarsi all’ombra delle pergole. La terrazza è il suo punto di forza: da qui lo sguardo spazia dal porto di Ponza all’isola di Palmarola, con scorci che, nelle giornate limpide, abbracciano anche Ventotene, Ischia, Capri e persino la sagoma del Vesuvio. Ogni sera, il tramonto si trasforma in uno spettacolo di colori sempre nuovi. L’accoglienza è calda e familiare, in un contesto silenzioso, ideale per chi cerca autenticità e poesia.

Indirizzo: Via Panoramica, loc. Tre Venti

Cell.: 347 3062028 – Web: www.ilgabbianoponza.it

Prezzi: doppia da 70 a 230 euro, trattamento B&B

In alternativa, La Limonaia a Mare, situata a pochi passi dal porto, è una soluzione affascinante per chi vuole muoversi a piedi. Le camere sono immerse in un giardino mediterraneo, affacciate direttamente sul mare. Qui si gode della vista sul porto e sull’isola di Zannone, tra limoni e buganvillee in fiore.

Questa e altre soluzioni per i più indipendenti, sono proposte dall’Immobiliare Turistcasa, che dispone di una vasta selezione di appartamenti sparsi su tutta l’isola. Dalle casette bianche affacciate su Cala dell’Acqua, alle villette immerse nel verde, ogni soluzione ha il suo fascino. I prezzi partono da 40 euro al giorno per un monolocale con vista.

Dove mangiare

Oresteria – Via Corso Pisacane 51, Ponza (LT)

Un piccolo ristorante dall’anima creativa, situato nel cuore pulsante dell’isola, dove si incontrano gusti autentici e sperimentazioni sorprendenti. Da Oresteria, Oreste e sua moglie Valentina propongono una cucina che omaggia la tradizione con un tocco innovativo: trito di alalonga, dadolata di orata, alici alla scapece, catalana di gamberi. L’ambiente è raccolto, informale, e invita alla convivialità. I sapori sono intensi, i profumi di mare e di erbe aromatiche accompagnano piatti ben curati, serviti con gentilezza.

Tel.: 371 6135765 – Web: www.oresteria.it

Prezzo medio: 40 euro

Rifugio dei Naviganti – Via Dante Alighieri, Ponza (LT)

Rifugio dei Naviganti – Via Dante Alighieri, Ponza (LT)

A pochi passi dal porto e dal molo d’imbarco, questo ristorante con terrazza sul mare è il luogo perfetto per una cena con vista. La specialità sono le zuppe di pesce, ma il menu propone anche piatti della tradizione ponzese preparati con pesce fresco e ingredienti locali. L’atmosfera è rilassata, ideale per chiudere la giornata lasciandosi cullare dal rumore delle onde e dalle luci dei pescherecci. Dopo cena, una passeggiata tra i vicoli silenziosi sopra il porto è quasi d’obbligo, con il traghetto del mattino già pronto ad attendere i passeggeri in partenza.

Tel.: 0771 278148 – Web: www.rifugiodeinaviganti.it

Prezzo medio: 60 euro

Vigneti a picco sul mare: eroismo e poesia

Le Antiche Cantine Migliaccio – Via Pizzicato, Ponza (LT)

Sulle pendici più impervie dell’isola, affacciati direttamente sul mare, sopravvivono i vigneti delle Antiche Cantine Migliaccio, custodi di una tradizione secolare. Qui si coltiva ancora l’uva biancolella, introdotta sull’isola dai coloni ischitani e oggi lavorata su terrazze strappate alla roccia. I filari sembrano sospesi tra cielo e acqua, disegnando un paesaggio che toglie il fiato. Le visite si svolgono su prenotazione e includono la degustazione dei vini locali, da sorseggiare all’aperto, con vista su Palmarola e sul tramonto. Un’esperienza sensoriale che unisce natura, lavoro e passione.

Tel.: 339 2822252 – Web: www.antichecantinemigliaccio.it

Prezzi degustazione: da 30 euro

Citroën C4X Hybrid: una viaggiatrice versatile

La Citroën C4X è un’ibrida che si distingue per eleganza e comfort. La silhouette da berlina con accenni crossover le dona un aspetto moderno e personale. Il motore ibrido da 136 CV garantisce una buona autonomia in modalità elettrica nei tratti urbani e consumi contenuti nei lunghi trasferimenti. Ottima la taratura delle sospensioni, che assorbono con grazia le asperità delle strade isolane. Il cambio automatico è fluido, il sistema infotainment semplice e completo. Il bagagliaio, con i suoi 510 litri, è tra i più ampi della categoria: perfetto per chi viaggia a lungo e vuole portarsi tutto, dalle valigie ai souvenir eno-gastronomici.

Viaggiare con la C4X significa godere del percorso, non solo della meta. E quando la meta è Ponza, ogni chilometro vale doppio. I prezzi partono da 29.150 euro