10 luoghi imperdibili per ammirare il foliage in Italia

Boschi, foreste, colline e montagne, in autunno, si accendono di caldi colori che spaziano dal viola al rosso, dall’arancione al marrone al giallo, con miriadi di sfumature intermedie. È il foliage, un fenomeno naturale che in questa stagione dell’anno dipinge paesaggi di rara bellezza. E la nostra bella Italia è ricchissima di luoghi dove ammirarlo. Ve ne suggeriamo 10, da nord a sud.

1. Paganella e Val di Non (Trentino)

 Il Trentino è splendido in autunno. Sull’Altopiano della Paganella, che tocca di Comuni di Andalo, Molveno, Vallelaghi, Cavedago e Terre d’Adige, i colori autunnali infiammano il panorama grazie alla presenza dei boschi di faggi, che si colorano di sfumature che vanno dal giallo al rosso fuoco. Da non perdere uno sguardo anche sulla Valle dell’Agide, in Val di Cembra, sul Latemar e sulla Vigolana, con i loro spettacolari colori autunnali. Un altro dei posti più belli in cui ammirare il foliage è la Val di Non, famosa per le sue mele. Lo spettacolo è assicurato da alberi di diverse specie, ma anche da meli e vigneti. Da non perdere una passeggiata nei dintorni dei laghi di Tovel e di Santa Giustina, per ammirare uno spettacolo unico al mondo.

2. Langhe (Piemonte)

Per gli amanti dell’autunno e dei suoi colori, le Langhe sono una meta imperdibile. Il territorio che si estende tra le province di Cuneo e di Asti, al confine con l’Astesana, il Monferrato e il Roero, regalano un’esplosione di colori tra le colline e i vigneti. In autunno, poi, inizia la vendemmia e un weekend nelle Langhe offre anche la possibilità di gustare le eccellenze gastronomiche del territorio, in primis il tartufo.

3. Foresta del Cansiglio (Friuli Venezia Giulia e Veneto)

 L’Altopiano del Cansiglio si trova sulle Prealpi Bellunesi, tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, e si estende nelle province di Treviso, Belluno e Pordenone. La foresta millenaria di faggi e abeti rossi si estende nella Marca Trevigiana per più di 7000 ettari. Dalla fine di settembre, coniferi e faggi creano un meraviglioso contrasto di colori che spaziano dal rosso al giallo all’ocra. Ma l’autunno è anche la stagione degli amori per i cervi e la foresta risuona dei caratteristici bramiti, lanciati dai maschi per il rituale di accoppiamento. Pian del Cansiglio e Pian Osteria sono i punti di partenza per una bella escursione nella Foresta dei Dogi. Obbligatoria una tappa gustosa per degustare le specialità autunnali, tra cui formaggi, funghi, polenta e selvaggina.

4. Altopiano di Asiago (Vicenza)

In autunno l’Altopiano di Asiago, o Altopiano dei Sette Comuni, in provincia di Vicenza, si ammanta di mille colori grazie alla massiccia presenza di faggi, larici e abeti. Vanta ben 700 km di sentieri che si snodano tra pascoli e prati, tutti da percorrere armati di macchina fotografica per immortalare paesaggi e colori mozzafiato. Ogni anno, poi, si tiene “Asiago Foliage”, (quest’anno il 21 e 22 ottobre), un lungo weekend per celebrare l’autunno, con passeggiate guidate, degustazioni ed eventi a tema. Inoltre, le tavole dei ristoranti propongono piatti a base di speck, funghi, castagne, selvaggina e il famoso formaggio Asiago. La zona è rinomata anche per il miele, prodotto da apicoltori locali, tra cui quello di tarassaco, dal sapore amarognolo, il millefiori e il miele di alta montagna, scuro e intenso.

5. Parco Regionale del Beigua (Varazze, Liguria)

Tra la fine di settembre e i primi giorni di novembre, i boschi del Parco Regionale del Beigua, inserito nella lista Global Geopark dall’UNESCO nel 2015, si trasformano in un caleidoscopio di colori che dal giallo virano all’arancione, dal rosso cupo alle tonalità del marrone. I sentieri ricoperti di foglie si inoltrano tra boschi di castagno, rovere e roverella, oppure nelle meravigliose faggete. Si può, per esempio, percorrere la strada che parte da Alpicella (Varazze) e si inoltra in uno splendido bosco, o salire verso Forte Geremia da Masona o al Bric del Dente da Campo Ligure o, ancora, passeggiare nella Foresta della Deiva a Sassello, ammirando i contrasti incredibili di colore che si stagliano contro il blu del cielo.

6. Parco delle Foreste Casentinesi (Emilia Romagna e Toscana)

Le foreste del Parco delle Foreste Casentinesi, Falterona e Campigna, nel periodo del foliage sono considerate le più colorate d’Italia, per la varietà di specie diverse che regalano intensi effetti cromatic-i per sette settimane, da fine settembre a novembre inoltrato. Le forgli este si dividono in due fasce, una montana, sopra gli 800-1500 metri, e una collinare, dai 500 agli 800. Nella prima dominano i faggi, ma si trovano anche abeti bianchi, frassini, tigli e olmi, nella seconda querce e carpini. Per ammirare il foliage si può percorrere il sentiero che porta alla cima del Monte Penna, che domina la Foresta della Lama. Il monte si raggiunge dal Passo dei Fangacci, camminando sulla strada che collega Badia Prataglia all’Eremo di Camaldoli. Dall’abitato di Passo Calla, invece, si può raggiungere la Foresta di Campigna. Nei weekend di ottobre, invece, si tiene il Festival del Fall Foliage: a Campigna (1 e 2 ottobre), Bagno di Romagna (21, 22 e 23 ottobre) e a Badia Prataglia (23 ottobre), in provincia di Forlì-Cesena.

7. Monte Amiata (Toscana)

Tra le province di Siena e Grosseto, in Toscana, si estende la faggeta più grande d’Europa, che si estende sulle pendici del Monte Amiata, che domina il paesaggio con i suoi 1738 metri. I sette paesi tra le due province: Abbadia San Salvatore, Arcidosso, Castell’Azzara, Castel del Piano, Piancastagnaio, Roccalbegna e Santa Fiora celebrano i colori dell’autunno con una grande festa tra zucche, castagne, funghi, vino rosso e olio nuovo. Già percorrendo le tortuose stradine di montagna che collegano i paesi alla valle si possono ammirare incredibili panorami dei colori dell’autunno. Altri splendidi percorsi sono i cinque nuovi sentieri del progetto Le vie dell’Acqua, che collegano le sorgenti del Monte Amiata e che si snodano nella fascia montana dei castagni, tra i 700 e i 950 metri.

8. Parco Nazionale della Majella (Abruzzo)

Tra le province di Pescara, Chieti e l’Aquila si estende il Parco Nazionale della Majella, in cui dominano le faggete che, estendendosi verso il cielo, sembrano creare un tetto colorato. Tra i punti più suggestivi del parco per ammirare il foliage e i suoi incredibili colori c’è la Foresta di Lama Bianca, a pochi km da Sant’Eufemia a Maiella (PE). Nei pressi di Pescocostanzo (AQ) si trova invece il Bosco di Sant’Antonio, con i suoi faggi monumentali dalla forma di candelabro. A Caramanico Terme (PE) si trova invece Pianagrande uno degli affacci più belli del parco. Ci si arriva percorrendo i sentieri panoramici che consentono di ammirare anche il Morrone, il Gran Sasso e le vallate che cambiano colore a seconda della vegetazione in quota.

9. Foresta Umbra (Puglia)

Anche se il nome può trarre in inganno, la Foresta Umbra si trova sul promontorio del Gargano, in Puglia, ed è compresa nella provincia di Foggia. Si trova a 800 metri di altezza e comprende una ricca varietà di specie arboree, tra cui faggi, tassi, cerri, aceri, agrifogli e carpini che all’arrivo dell’autunno regalano colori mozzafiato, a pochi passi dal mare. Diverse le escursioni che si possono fare per addentrarsi nel cuore della foresta, come il trekking che parte dal Museo Naturalistico del Centro Visitatori del Parco. E, durante il cammino, si possono facilmente incontrare caprioli, faine, picchi e gufi. Da non perdere, sulla strada tra Peschici e San Miniato, lo Zeppino dello Scorzone, un pino di Aleppo di 700 anni.

10. Parco Nazionale della Sila (Calabria)

Il Parco Nazionale della Sila si estende per 150 mila ettari tra le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone e custodisce un patrimonio arboricolo fatto di faggi, abeti, pioppi, e boschi secolari con alberi monumentali che in autunno regalano emozioni indimenticabili grazie a una straordinaria esplosione di colori su cui spiccano l’oro, il rosso e il mattone. L’ altopiano calabrese è anche ricco di funghi e castagne, di cui abbondano i menù dei ristoranti locali. Si può scegliere di visitare il parco in auto, percorrendo i tracciati panoramici, ma anche in mountain bike, a piedi o a cavallo, lungo splendidi sentieri tracciati.

E c’è anche “Il treno del foliage”

Anche nel 2023, dal 14 ottobre all’11 novembre, torna il Treno del Foliage, che percorre la storica linea ferroviaria Vigezzina – Centovalli, tra Piemonte, Canton Ticino e Svizzera, attiva fin dal 1923. Il trenino percorre 52 km, attraversa 83 ponti e 31 gallerie in meno di due ore, attraversando paesaggi mozzafiato ammantati dei colori dell’autunno. Il treno collega tutti i giorni i due capolinea, Domodossola e Locarno.




Weekend Premium Green Awards diventa biennale: i vincitori 2022-2023

I Weekend Premium Green Awards, il riconoscimento che premia le eccellenze “green” del turismo e della ricettività promosso da Weekend Premium, diventano biennali. I recenti eventi internazionali, sia politici che climatici, ma anche la pandemia, hanno indotto l’organizzazione del premio a prendere questa decisione. Nel frattempo, sono allo studio nuovi criteri per programmare l’edizione 2024 e raccogliere le nuove candidature, di cui vi informeremo sul sito e sulla pagina Facebook di Weekend Premium. Nel frattempo, i vincitori, delle varie categorie, a cui sono state assegnate le nuove targhe, rimarranno in carica per tutto il 2023.

I vincitori dei Weekend Premium Green Awards 2022-2023

Vi presentiamo allora i vincitori dell’edizione in corso, eletti dalla Giuria di Qualità e dalla Giuria Popolare, tramite votazioni sul web, suddivisi nelle diverse categorie del premio.

BORGO WEEKEND GREEN
1° Capracotta  (IS)

NATURAL PARK PREMIUM
1° Parco Foreste Casentinesi  (Ar, Fi, FC)

GREEN IN THE WORLD
1° Seychelles

BLACK IN THE WORLD
 La Russia di Putin

PREMI DELLA GIURIA POPOLARE

BORGO WEEKEND GREEN NORD
 PESARIIS (UD)

NATURAL PARK PREMIUM
1° Riserva  Naturale Montedimezzo (IS)

TOP CAMPING PREMIUM
1° Canonici  di San Marco (VE)

TOP CAMPING PREMIUM CENTRO-SUD
1° Camping  Baia Domizia (CE)

GREEN RESORT PREMIUM
Naturalis Bio Resort ( Martano, LE)

GREEN RESORT PREMIUM NORD
1° Adler Lodge Ritten (BZ)

AGRITURISMO PREMIUM
1° Essenzia (CB)

AGRITURISMO PREMIUM NORD
Al Rocol (BS)

SOSTE PREMIUM NORD
1° Agricampeggio da Bery – Covelo Valle Laghi (TN)

SOSTE PREMIUM CENTRO-SUD
Area sosta CoriCamper – Corinaldo (AN)




Speciale “IN VIAGGIO CON DANTE”, che nei suoi versi ha “unito” l’Italia

 

 

Tanti hanno celebrato Dante in occasione dei 700 anni dalla sua morte, ma noi lo abbiamo fatto a modo nostro, invitandovi a visitare i luoghi che testimoniano il suo passaggio e gli altri che lui ha descritto per raccontare l’Italia dei suoi tempi.

Abbiamo iniziato con un servizio molto importante partendo da Firenze e attraversando le foreste del Casentino, che di certo lo hanno ispirato e che ha descritto come “…la selva oscura”, per poi arrivare a Ravenna dove si trova la sua tomba e il suo monumento funebre, con la scritta DANTIS POETAE SEPOLCRUM. Altro servizio è stato realizzato a Treviso, dove pochi sanno che è passato e dove, nella chiesa di San Francesco, è sepolto suo figlio Pietro.

Poi abbiamo continuato portandovi a Firenze, a Verona, in Lunigiana, a Padova, ma anche a Ravenna e a Venezia, ricostruendo le tappe del doloroso esilio che caratterizzò la sua vicenda umana e poetica. Inoltre in questo speciale IN VIAGGIO CON DANTE vi invitiamo anche a trascorrere i vostri weekend nei luoghi come Gradara, Lerici, Sarzana, Fano…che lui ci ha descritto insieme ai protagonisti dell’Italia di allora, ma che lui ha reso eterni, nella sua opera più importante, caposaldo della storia della letteratura italiana, la Divina Commedia, che ha scritto proprio durante gli anni da esule, e portata a termine poco prima della morte.

“Tu proverai sì come sa di sale/lo pane altrui, e come è duro calle/lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale”, scrive Dante nel Canto XVII del Paradiso.

E, sebbene Dante avesse avuto la possibilità, facendo ammenda, di tornare a Firenze, non lo fece per non tradire se stesso, continuando il suo esilio diventando di fatto cittadino d’Italia.

Dante, per conoscere meglio la sua vicenda umana e poetica

L’esilio da Firenze iniziò nel 1302, mentre Dante era a Roma per un’ambasciata presso il Papa. Qui venne a sapere che, durante la sua assenza, era stato condannato in contumacia, e dichiarato colpevole, durante un processo-farsa, orchestrato per eliminarlo come avversario politico. Per evitare la condanna, Dante avrebbe dovuto pagare entro tre giorni cinquemila fiorini, corrispondenti a 50 mila euro di oggi. Dante, però, preferì non tornare a Firenze.

Ma che cosa portò Dante al processo che condizionò tutto il resto della sua vita?

Per capirlo, dobbiamo capire la situazione politica in cui si trovava Firenze al tempo del poeta. L’Italia era divisa tra Guelfi, sostenitori del Papa, e Ghibellini, sostenitori dell’Imperatore. Firenze, che non apparteneva allo Stato Pontificio, era Guelfa, ma al suo interno c’erano due fazioni: i Guelfi Neri, che di fatto erano la “longa manus” di Bonifacio XVIII, che influenzava la politica della città, e i Guelfi Bianchi, a cui apparteneva Dante, che non vedevano di buon occhio l’influenza papale nelle decisioni politiche fiorentine.

Dante, che era stato priore per i Guelfi Bianchi, ed era già famoso come letterato, venne “fatto fuori” da un complotto politico quando i Guelfi Neri divennero il partito dominante. Fu accusato di corruzione, appropriazione indebita di denaro pubblico, estorsione e di avere avvantaggiato la fazione dei Bianchi a danno dei Neri abusando della sua funzione istituzionale. Il giudice era tal Cante Gabrielli da Gubbio, Podestà di Firenze, Guelfo Nero.

Dante, quando ricevette l’invito a comparire davanti al tribunale, preferì rimanere a Roma, accettando, di fatto l’esilio. Un altro processo a suo carico, successivamente, ne decretò persino la condanna a morte. Durante l’esilio, gli venne anche offerta la possibilità di tornare a Firenze, a fronte del pagamento di un’ammenda e di trascorrere qualche mese in carcere, ma Dante non accettò per non subire l’umiliazione.

I luoghi dell’esilio di Dante

Da Roma, Dante si diresse quindi verso Verona, dove chiese ospitalità a Bartolomeo della Scala. Bene accolto per la sua fama di poeta e intellettuale, nella città scaligera rimase due anni, dal 1302 al 1304. Verona, con il suo fiume e le colline, gli ricordava un po’ la sua Firenze. La speranza di tornare nella sua amata città, tuttavia, non lo abbandonò mai. Tanto che, da Verona, scrisse un’accorata lettera ai fiorentini che esordiva con “Popolo mio, che cosa ti ho mai fatto?”, nella quale chiedeva il condono della pena. Ma la richiesta non venne presa in considerazione.

Nel 1305, muore Bartolomeo della Scala e Dante inizia le sue peregrinazioni fra Treviso, ospite di Gherardo da Camino, Bologna e Padova, dove si pensa che, tra il 1304 e il 1306, abbia incontrato Giotto, di cui forse divenne amico, mentre il grande pittore era impegnato a realizzare il suo capolavoro: la Cappella degli Scrovegni.

Dante si spostò poi in Lunigiana, fra Toscana e Liguria e, dopo aver girovagato tra Luni e la foce del fiume Magra, si stabilì presso i Malaspina, ospite del conte Marcello, che era stato condottiero guelfo nella Battaglia di Pistoia. Per lui portò a compimento un’ambasciata presso il Vescovo di Luni, nel 1306. In Lunigiana, Dante visse un periodo di relativa tranquillità, che gli consentì di cominciare a scrivere il suo capolavoro, la Divina Commedia.

Nel 1308, Dante visse per un breve periodo anche a Lucca, si dice ospite di una nobildonna di nome Gentucca, con cui ebbe una relazione sentimentale. Il nome di Gentucca, compare nel canto XXIV del Purgatorio, il che confermerebbe l’omaggio a una donna a cui il poeta era affezionato.

Veduta di Lucca

Nel 1310 si riaccende in Dante la speranza di ritornare a Firenze. Questa speranza ha il volto e il nome di Arrigo VII di Lussemburgo, imperatore del Sacro Romano Impero chiamato in Italia da papa Clemente V per porre fine alle lotte tra Guelfi e Ghibellini nel nord Italia. Mentre il poeta è ospite nel Castello di Poppi, nell’aretino, di Guido da Battifoglie, scrive a nome della contessa una lettera a Margherita di Brabante, moglie dell’imperatore, affinché appoggi la causa degli esiliati fiorentini.

Il Castello di Poppi

Anche nel 1311, mentre è ospite del Conte Brandino nel Castello di Porciano, scrive un’accorata lettera al popolo fiorentino, esortandolo ad avere fiducia nell’imperatore. Proprio Arrigo VII si può identificare nel veltro che nel I Canto dell’Inferno scaccia le tre fiere. Le speranze di Dante si spengono con la morte di Arrigo VII, avvenuta improvvisamente il 24 agosto 1313 a Buonconvento, nei pressi di Siena.

Il castello di Porciano

Dante riprende quindi le sue peregrinazioni nelle corti più importanti del nord Italia, barattando opere e favori in cambio di ospitalità. Nel 1317 torna a Verona, sotto Can Grande della Scala, favorevole al potere imperiale. Da qui l’erronea definizione di Ugo Foscolo nei Sepolcri, che definisce Dante “il ghibellin fuggiasco”, anche se, di fatto, Dante non fu mai ghibellino.

L’ultimo periodo e la conclusione della Commedia

Nel 1319 Dante viene ospitato a Ravenna da Guido da Polenta, gran mecenate e signore illuminato. Dante è affascinato dalla città, che definisce “la seconda Roma” per la bellezza dei suoi mosaici. Qui porta a termine il Paradiso. A Ravenna viene raggiunto dai suoi figli, Pietro, che aveva studiato giurisprudenza a Padova e a Bologna, Jacopo e Antonia, che gli fu vicina fino alla fine. Alla fine dell’estate del 1321, Guido da Polenta lo manda come ambasciatore a Venezia presso il Doge Giovanni Soranzo.

Monumento a Dante e Virgilio, a Venezia

Il doge, tuttavia, non accoglie affatto Dante con tutti gli onori, anzi, come sgarbo, anziché scortarlo in nave fino a Ravenna per il ritorno, di fatto lo costringe ad attraversare le Valli di Comacchio. A causa di quel viaggio, Dante si ammala di malaria e si spegne a Ravenna il 13 settembre del 1321, senza avere rivisto l’amata Firenze. Guido Da Polenta gli riserva funerali solenni nella basilica di San Francesco e gli fa erigere il sepolcro appena fuori dalla stessa basilica, dove Dante riposa ancora oggi.

Le Valli di Comacchio, l’ultimo viaggio di Dante

In questo speciale dedicato al Sommo Poeta, e sul sito www.weekendpremium.it nella rubrica “In viaggio con Dante”, vi porteremo alla scoperta di quei luoghi che hanno visto il suo passaggio, durante l’esilio, ma anche citati nella Commedia o prima che il destino lo allontanasse definitivamente dalla sua Firenze. Continuate a seguirci.

La tomba di Dante a Ravenna

 

Di seguito i link per leggere  gli itinerari già pubblicati sul sito

I LUOGHI DELL’ESILIO

Verona, alla corte scaligera

Il “treno di Dante” da Firenze a Ravenna

Sarzana, il cuore della Lunigiana

Noli, l’antica Repubblica marinara 

Treviso, sulle orme di Dante

Ravenna e i mosaici più belli del mondo

I LUOGHI DELLA DIVINA COMMEDIA

Fano, la “città della fortuna”

Lerici, atmosfere dantesche nel “Golfo dei Poeti”

Casentino, nel Parco di Dante

San Leo, il borgo sulla rupe

In bicicletta con Dante nel Parco delle Foreste Casentinesi

Bismantova, la montagna del Purgatorio

Gradara, il borgo di Paolo e Francesca

Da Fiesole a Bibbiena, sulle colline di Dante

 

 

 




Un weekend alla scoperta delle bellezze italiane.

Se ancora non siete andati in vacanza, o siete già tornati, sono tantissime le occasioni da cogliere per un weekend alla scoperta delle bellezze italiane meno note. Senza dimenticare i prodotti tipici. Ecco gli eventi che abbiamo selezionato per voi nel fine settimana del 24 e 25 luglio.

Padova, una domenica a Villa Molin

Domenica 25 luglio, dalle 15 alle 17, si può approfittare di una visita guidata per andare alla scoperta di Villa Molin, uno dei capolavori di Vincenzo Scamozzi del 1597, definito da Wittkover “il padre intellettuale del Neoclassicismo”. La villa, perfettamente conservata, consente di fare un viaggio nella storia dell’arte, tra Rinascimento, Barocco e Neoclassicismo. Situata in via Ponte della Cagna, tra Padova e i Colli Euganei, la villa accoglie i visitatori tra le sue meravigliose sale affrescate e il suo giardino, nel quale si potrà sostare tutto il pomeriggio. La visita viene effettuata con l’innovativo metodo Art Experience, che consente una visita personale in tutta sicurezza e libertà.

Parcheggio interno per gli ospiti. Quota di partecipazione € 11. Prenotazione consigliata sul sito https://villamolinpadova.com/visita-la-villa/

Poppi (AR), nel Parco delle Foreste Casentinesi la mostra “Arts for Nature”

Venerdì 23 luglio, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, in località Poppi, si tiene “Arts for nature” dell’artista casentinese Madhurya Kali Agostini , un evento itinerante esclusivo con ben 51 opere esposte nella natura e un omaggio a Dante, nei 700 anni dalla morte. Proprio alla Foreste Casentinesi, infatti, il Sommo Poeta si sarebbe ispirato per descrivere la sua Selva oscura. L’inaugurazione è prevista all’inizio del sentiero 00 dove i quadri verranno appoggiati direttamente agli alberi nei pressi di Prato della Penna e ci rimarranno per tutta la giornata.

È poi in programma un concerto per flauto, di Laura Manescalchi, direttrice dell’Accademia Musicale Fiorentina MusicArea. Roberta Maggi, invece, leggerà brani della Divina Commedia. Le esibizioni musicali sono previste in occasione della partenza dei tre trekking guidati da professionisti del settore: la mattina alle 10:00 (trekking con Altertrek: prenotazioni, costi e info: prenotazioni@altertrek.it ) il pomeriggio alle 16:00 (trekking con la Cooperativa Oros : prenotazioni, costi e info: 0575/503029) e in notturna alle 21 (trekking con I trekking delle Dee : prenotazioni, costi e info: 347 940 0903).

A Fermo c’è il Festival del Tartufo Nero Estivo e dei prodotti del Monti Sibillini

Sabato 24 e domenica 25 luglio, ad Amandola, in provincia di Fermo, nelle Marche, si tiene il Festival del Tartufo Nero Estivo e dei prodotti tipici dei Monti Sibillini, a cui si unisce la Festa del Gelato Artigianale. La manifestazione, che ha raggiunto, edizione dopo edizione, un prestigio nazionale, si tiene dalle 9 alle 23 in entrambi i giorni in Piazza Risorgimento e via Cesare Battisti. Il gelato artigianale, invece, si potrà gustare nelle gelaterie storiche di Amandola.

INFO: www.amandola.infoo tel 0736840731

Una passeggiata tra le fontane di Roma

Sabato 24 luglio, a Roma è in programma una visita guidata serale alla scoperta delle fontane più belle della capitale, tra fruscii e zampilli d’acqua. Si parte alle 21 da Piazza della Repubblica (ritrovo alle 20.30 per chi deve iscriversi all’associazione Esperide, organizzatrice dell’evento), davanti alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli.

Fontana delle Naiadi

Si visitano la vicina Fontana delle Naiadi, le splendide fontane cinquecentesche, tra cui quella del Mosé, quelle dell’incrocio alle Quattro Fontane e la fontana del Tritone di Bernini. Di ognuna si ascolteranno storie e leggende, aneddoti e curiosità, tra divinità marine, mecenati, papi, artisti. Il percorso termina in Piazza Barberini. Quota di partecipazione: intero € 10, ridotto € 5 (under 18 e disabili). Incluso noleggio auricolari. Quota associativa € 4 esclusa.

INFO: tel 331/1125444, info@esperide.it

A Bari, tra streghe e leggende

Se vi trovate a Bari, sabato 24 luglio, non perdetevi questa affascinante passeggiata urbana serale nella Bari Vecchia, alla scoperta di streghe e leggende. Si parte alle 19 da Piazza del Ferrarese e si passeggerà tra i vicoli, accompagnati dalla voce dell’attore Pasquale D’Attoma. Si toccherà Porta Nova, Colonna infame, Cape du Turchie, Arco Vanese e Arco della Fattucchiera. Quota di partecipazione € 15. Prenotazione obbligatoria.

INFO: 340/3394708, info@pugliarte.it

A Palermo, sulle tracce dei Florio

Domenica 25 luglio, a Palermo, dalle 18, è in programma una interessante visita guidate per conoscere e approfondire la storia della famiglia Florio, considerati “i re senza corona” di Palermo. In circa 2 ore di tour si passerà dalla Cala a Piazza Marina, dal piano di San Giacomo al taglio di via Roma, dal teatro Politeama, con i luoghi dell’esposizione del 1891, al teatro Massimo. Si potranno poi ascoltare le imprese, i successi, la vita e gli amori che portarono una famiglia di aromatari calabresi a diventare i signori di Palermo e i protagonisti del mondo della finanza e del jet set internazionale dell’epoca.

Villino Florio

I Florio, infatti, furono i protagonisti di un risveglio culturale, artistico e sociale che rese Palermo la meta prediletta di teste coronate, viaggiatori, artisti, e scrittori italiani e stranieri attratti dall’aurea di mondana spensieratezza della Belle Epoque. Si conoscerà l’affascinante figura di Donna Franca Florio, considerata la Regina di Palermo e corteggiata da D’Annunzio, e la sua vita da romanzo, tra ricchezza, amori, lutti e indebitamenti che ne causarono la caduta. Quota di partecipazione € 10, comprensiva di guida abilitata e radioguide.

Ritratto di Donna Franca Florio

INFO: esplorasitisicilia@gmail.com

 

 




I 15 Parchi Italiani più popolari, in testa il Parco di Dante

Gli esperti di SaveOnEnergy  hanno fatto una ricerca per scoprire quali sono i Parchi Nazionali più popolari in Europa, istituendo un indice di 100 punti e prendendo in considerazione il numero di hashtag su Instagram, le valutazioni degli utenti su TripAdvisor e il volume di ricerche su Google.

La ricerca di SaveOnEnergy consente di stilare anche  una classifica tutta Italiana.

Ecco la TOP 15 dei Parchi Italiani.

    1) Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi,         Monte Falterona e Campigna

  1. Parco Nazionale del Gran Paradiso
  2. Parco Nazionale dell’Arcipelago della Maddalena
  3. Parco Nazionale dello Stelvio
  4. Parco Nazionale del Gargano
  5. Parco Nazionale delle Cinque Terre
  6. Parco Nazionale dell’Asinara
  7. Parco Nazionale della Sila
  8. Parco Nazionale del Gennergentu
  9. Parco Nazionale dell’Aspromonte
  10. Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
  11. Parco Nazionale del Pollino
  12. Parco Nazionale del Vesuvio
  13. Parco Nazionale Val Grande

Parco Nazionale dell’Alta Murgia

 

Il Parco delle Foreste Casentinesi, tra i 10 più popolari d’Europa

  

Nel mezzo del cammin di nostra vita

mi ritrovai per una selva oscura,

ché la diritta via era smarrita

 Così inizia la Divina Commedia. Ma che cosa intendeva Dante per “selva oscura”? Molti studiosi ormai la identificano per un luogo ben preciso, quello delle foreste del Casentino, oggi incluso nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, le cui faggete secolari sono entrate a fare parte del Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Il territorio del Parco delle Foreste Casentinesi, tra Toscana e Romagna

 

Autunno nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi

Ebbene, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, con un rating di 92 punti, è tra i 10 parchi più popolari d’Europa. Un motivo in più non solo per visitarlo, scegliendo tra i tanti itinerari, ma anche per puntare sui Parchi Nazionali Italiani per fare ripartire il turismo, incentivando le attività all’aria aperta, le passeggiate e tutte le attività “covid safe”.

Escursionisti nel parco

Non solo. Si è visto infatti che i parchi sono anche un motore per l’economia dei piccoli Comuni che si trovano nel loro territorio, in particolare per i giovani, che sono incentivati ad aprire attività legate al turismo, come strutture ricettive, ristoranti, ma anche aziende agricole e Agriturismi.

Dante e il Casentino

Torniamo a Dante e al suo rapporto con il Casentino, un vero e proprio “luogo dell’anima”, fatto di una natura incontaminata, foreste secolari di faggi, abeti e castagni, fino ad arrivare alle sorgenti dell’Arno, che nasce alle pendici del Monte Falterona.

Le sorgenti dell’Arno sul Monte Falterona

In queste valli, Dante trascorre buona parte del suo esilio, ospite, di volta in volta, dei vari nobili della zona. Alcuni tra i più famosi Canti della Divina Commedia sono stati scritti nei castelli di Romena, Porciano e Poppi, e molti di questi luoghi sono citati nel capolavoro del Sommo Poeta. Non dimentichiamo, poi, le tante testimonianze storiche presenti sul territorio del Parco, tra cui l’Eremo di Camaldoli, il Santuario della Verna, le antiche pievi romaniche e i castelli.

L’Eremo di Camaldoli

È poi possibile percorrere il Cammino di Dante, a tappe o anche una tappa alla volta. Il tratto toscano parte da Montemignaio e tocca Castel San Niccolò, Pratovecchio Stia, Poppi, Chiusi della Verna, Bibbiena, Chitignano, Subbiano, Talla, Castel Focognano e Ortignano Raggiolo.

Evento organizzato lungo il Cammino di Dante

Il Cammino di Dante nel Casentino si ricongiunge poi al Cammino di Dante generale, che da Ravenna porta a Firenze e da Firenze torna a Ravenna. Da non perdere una visita al Castello di Montemignano, splendido borgo che sorge sotto al passo della Consuma, e alla splendida pieve romanica dedicata a Santa Maria Assunta.

I luoghi di Dante da non perdere

Tra i luoghi danteschi da non perdere nella parte toscana c’è il la tomba di Cristofaro Landino da Pratovecchio, che si trova nella chiesa dedicata a San Donato a Borgo della Collina, lungo il tratto del percorso che da Castel San Niccolò porta a Pratovecchio Stia. Landino, umanista e presenza fissa alla corte di Lorenzo il Magnifico, è stato il primo grande commentatore della Divina Commedia.

Il borgo medievale di Castel San Niccolò

Da Borgo alla Collina parte poi il sentiero n° 26 che porta al lago e alla Pieve di Romena e, da qui, sale fino al castello di Romena . Da qui, prendendo il sentiero n° 2 Romena e poi la Vecchia Strada della Consuma, si arriva al luogo dantesco dell’Omomorto, dove si trova una macia di pietre collocata nel punto in cui venne bruciato vivo Mastro Adamo, un falsificatore di fiorini che Dante cita nel XXX Canto dell’Inferno.

Il castello di Romena

Il luogo si trova al confine tra il feudo dei Conti Guidi e i territori di Firenze, proprio come monito per i falsari. Secondo la leggenda, chiunque passi da Omomorto deve gettare una pietra nel luogo dove lo sventurato venne bruciato vivo.

Nei dintorni di Pratovecchio Stia si trova invece il Castello di Porciano, che ospitò Dante. Qui l’esule fiorentino scrisse due delle sue Lettere più importanti, “Agli scelleratissimi fiorentini” e “All’imperatore Arrigo VII”. Mentre Dante si trovava al castello, poi, scampò all’arresto e probabilmente alla morte. Avvertito che i gendarmi di Firenze erano venuti per arrestarlo, fuggì rapidamente verso Stia e si imbatté proprio nelle milizie, che gli domandarono se al castello vi fosse un tal Dante Alighieri. Il poeta, allora, rispose loro con un astuto e diplomatico “Quando i’ v’ero, ei v’era”. I gendarmi lo salutarono e proseguirono verso il castello, lui, invece, si salvò la pelle!

Il castello di Porciano dove fu ospite Dante

Dal Castello di Porciano ha inizio la seconda tappa del Cammino di Dante che arriva fino alle Sorgenti dell’Arno, sul Monte Falterona. Dante immortalò la descrizione del luogo nel Canto XIV del Purgatorio (vv 16-34).

Targa con i versi del Purgatorio presso le sorgenti dell’Arno

Vicino alle sorgenti si trova anche il Lago degli Idoli, sacro agli Etruschi, così chiamato perché essi erano usi gettare nelle sue acque statuette raffiguranti diverse parti anatomiche in bronzo, ritenendo che le acque avessero proprietà magiche e curative.

Il Lago degli Idoli, sacro agli Etruschi

Lungo la terza tappa, che parte da Pratovecchio Stia a Camaldoli, da non perdere il Monastero di Camaldoli, menzionato da Dante nel V Canto del Purgatorio. L’intero complesso è formato dal Monastero e dall’Eremo, fatto costruire dai monaci Camaldolesi, fondati da San Romualdo, già seguace di San Benedetto.

Il complesso di Camaldoli, citato da Dante nel Paradiso

Ordine e fondatore sono ricordati da Dante nel XXII Canto del Paradiso (vv.46-51) quando, nel Settimo Cielo, quello di Saturno, dove si trovano i contemplanti, Dante e Beatrice incontrano proprio San Benedetto.

INFO: www.parcoforestecasentinesi.it

 




Premilcuore (FC), il borgo nel parco

C’è il bosco, il castello, corsi d’acqua argentina e antichi mulini. Premilcuore, in provincia di Forlì-Cesena ha tutti gli ingredienti di un paesaggio da fiaba. Il borgo medievale sorge nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, abbracciato dalle colline dell’Appennino Tosco Romagnolo, a 458 metri di altezza, e oltre al clima salubre, regala colori che mutano a seconda delle stagioni, scorci che si dipingono tra mura medievali, vicoli, piazzette con sfondi naturali tra il verde del parco e l’azzurro del cielo e delle sue acque.

Tra i borghi “Bandiera Arancione”, Premilcuore è il “borgo green” che abbiamo scelto questa settimana.

Premilcuore tra storia e leggenda

Secondo una leggenda, a fondare Premilcuore sarebbe stato un centurione romano in fuga perché accusato di aver ordito una sommossa contro l’imperatore Caracalla.

Se le origini del borgo sono nebulose, di certo si sa che dai primi anni del 1200 Premilcuore venne governato dalla famiglia Guidi, conti di Modigliana, e fino al 1300, quando divenne parte dei territori dello Stato della Chiesa che lo concesse in feudo ad Amerigo Manfredi da Marradi. Sconfitto da Firenze nel 1375, cedette il borgo ai toscani, che lo tennero fino al 1923, quando passò al territorio forlivese.

Torri e palazzi nobiliari del centro storico

Cominciate la visita al centro storico dalla centrale Piazza dei Caduti, un tempo sede di fiere e del mercato. La piazza in origine sorgeva all’esterno del castello medievale e solo dal tardo Cinquecento venne valorizzata con la costruzione di una loggia come riparo in caso di maltempo.

Sotto di essa venne posta un’immagine della Vergine. Venne ristrutturata anche la chiesa di San Rocco, che si affaccia sulla piazza, attuale sede del Municipio, e aggiunto l’orologio alla Torre, simbolo del paese. Di epoca medievale, fungeva da entrata al castello. Alta 21 metri, ha una pianta quadrangolare e appoggia direttamente sulla roccia.

Tantissimi i palazzi d’epoca di pregio. Come Palazzo Giannelli, in Piazza Caduti, composto tra quattro unità accorpate. Pregevoli i soffitti decorati al piano nobile e una delle salette al piano terra con cartigli raffiguranti le allegorie dei quattro Elementi.

Scorcio di Palazzo Giannelli

Sopra la Loggia all’angolo della Piazza si trova invece Casa Fabbri Maglioni Leotta del 1775, un tempo sede di un’osteria. In via Canova si trova invece Casa Guidi, un edificio a quattro piani con decorazioni in pietra arenaria.

Particolare delle finestre di Casa Guidi

Sulla piccola e pittoresca Piazza Ricci si affaccia invece Palazzo Bricolani Bandini, dall’aspetto monumentale grazie ai due portali identici e le finestre a inferriata. Su un arco della parte più antica del palazzo è presente un’iscrizione che ricorda la contessa Lucia Bernardini, sposa in seconde nozze di Giulio Cesare de’ Medici, appartenente a un ramo cadetto della nobile famiglia fiorentina.

Piazza Ricci in notturna

Da Piazza Ricci potete poi percorrere via Rabbi e attraversare il ponte di legno sul fiume per raggiungere il Parco della Rocchetta.

Passeggiando tra antichi mulini

Una bella escursione nella natura è quella che porta al Mulino Mengozzi, in località Fiumicello, ad alcuni chilometri da Premilcuore. Abbandonato nel 1963, è stato ristrutturato ed ha ripreso a funzionare nel 1993.

La splendida natura attorno all’antico Mulino Mengozzi

Disposto su tre piani, custodisce al piano interrato la turbina mossa dal flusso dell’acqua del torrente e, al piano superiore, due macine di pietra di notevoli dimensioni. Il mulino è celebre per la qualità della sua farina di castagne con cui si cucina il castagnaccio, tipico dolce della cucina romagnola, ma anche tagliatelle di castagne da gustare con i funghi porcini o tartufo.

Percorrendo la SP 3 rabbi in direzione di Firenze, dopo circa 6 km di arriva al Mulino di Castel dell’Alpe, il cui primo nucleo risale al 1583. Attivo fino al 1960 è stato ristrutturato dalla famiglia Biondi negli anni Novanta e riportato al suo antico splendore.

Premilcuore e il suo cuore verde, Patrimonio UNESCO

Premilcuore e il suo territorio fanno parte del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, che comprende la Foresta della Lama e la Riserva Naturale integrale di Sasso Fratino, un vero e proprio santuario naturale dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità nel 2017.

I colori autunnali nella Foresta della Lama

Il parco è stato istituito nel 1989 e si estende su 36 mila ettari a cavallo dell’Appennino romagnolo, tra le province di Forlì-Cesena, Arezzo e Firenze. Qui natura e mano dell’uomo si fondono in un paesaggio armonico.

Tra borghi e antiche pievi, infatti, si possono incontrare cinghiali, caprioli, daini, cervi, mufloni e, con un po’ di fortuna, anche lo schivo lupo dell’Appennino settentrionale. In tutte le stagioni potete camminare lungo i sentieri segnati e attraversare boschi rigogliosi, torrenti, fiumi, assaporando il silenzio.

Prima di organizzare un’escursione nel parco, però, potete fare una sosta insieme ai vostri bambini presso il Museo e Centro Visita del Parco Nazionale Foreste Casentinesi, in via Roma 38, a Premilcuore, dove ha sede anche il Museo della Fauna e dei Sensi.

Qui potete seguire diversi percorsi interattivi per conoscere la fauna del parco, le radure e i corsi d’acqua, tra esperienze didattiche e multisensoriali, diorami, plastici ed esperienze di educazione ambientale.

La Grotta Urlante e la Cascata della Sega

A 3 km da Premilcuore, in località Giumella, si trova una delle cascate più belle della zona la Grotta Urlante. Da Premilcuore seguite la strada che porta a Firenze fino a Giumella, lasciate l’auto poco prima del cartello e proseguite a piedi lungo il sentiero che porta al Ponte Nuovo, un manufatto in pietra sul fiume Rabbi.

Il Ponte Nuovo che attraversa il fiume Rabbi

Poco prima del ponte prendete a sinistra, seguite il corso del fiume fino al cospetto della Grotta Urlante, che si compone di un “salto” di 16 metri con il quale le acque del fiume precipitano in una gola e formano un gorgo, riversandosi poi in tre pozze di acqua cristallina, due nella gola e una appena fuori.

Il nome della cascata deriva dal fatto che il rumore dell’acqua prima riecheggia tra le pareti rocciose in un mormorio sommesso per poi diventare un vero e proprio rombo che si disperde lungo la gola.

Il doppio salto della Cascata della Sega

Discendendo il Rabbi verso Premilcuore, dopo circa un km si arriva alla bella Cascata della Sega e a una cascata più piccola, ma ugualmente pittoresca, chiamata La Seghina.

Gustare Premilcuore

Infine, prima di lasciare Premilcuore, non mancate di gustare le specialità romagnole. Tra queste il raviggiolo, un formaggio delicato inserito da Pellegrino Artusi nel ripieno dei cappelletti. Assaggiate anche i tipici Tortelli alla lastra, celebrati da una sagra il 14 e il 15 agosto.

Tortelli alla lastra

E poi, ancora, salumi, formaggi, selvaggina e carne alla griglia, funghi e tartufi, ma anche, in autunno, prodotti a base di castagne, tra cui il tipico dolce castagnaccio, tagliatelle e passatelli con sughi di funghi, tartufi, ragù o selvaggina.

COME ARRIVARE

In auto: da Nord, A14 Adriatica in direzione Ancona, uscite al casello di Faenza, poi proseguire per Faenza sulla SS9. In prossimità di Castrocaro Terme svoltare sulla SS67, attraversare Rocca San Casciano e continuare sulla SP 23 in direzione di Premilcuore. Da Sud: A14 Adriatica in direzione Bologna, uscire a Forlì, poi prendere la SS67 in direzione Firenze, proseguire per Castrocaro Terme, Rocca San Casciano, continuare sulla SP 23 verso Premilcuore.

DOVE DORMIRE

*La Rocchetta, via Pieve 1, Premilcuore (FC), tel 0543/956959, www.larocchettapremilcuore.it Albergo, ristorante e pizzeria a gestione familiare con menù di cucina tipica romagnola. Dispone di 13 stanze e vista sul parco e sulle cascate.

*Agriturismo Ridolla, via Fiorentina 1, Premilcuore (FC), tel 0543/956601, www.ridolla.com Splendida struttura immersa nel verde che offre diverse soluzioni di alloggio, tra case antiche in pietra, chalet in legno nel villaggio turistico, area camper con servizio bar e piscina e campeggio.

DOVE MANGIARE

*Il Granaio, Piazza Ricci 7, Premilcuore (FC), tel 331/5651407, www.facebook.com/pizzeriailgranaio/ Locale a gestione familiare che offre ottime colazioni, primi e secondi della tradizione romagnola e pizze cotte con forno a legna.

*Trattoria del Cervo, via Montalto 124, S. Agata in Montalto, tel 0543/956941, www.trattoriadelcervo.com Il menù propone primi piatti di pasta fatta a mano, tra cui tortelli di ricotta ed erbe, passatelli, tagliatelle al ragù o ai funghi. Tra i secondi selvaggina, arrosti, grigliate e zuppe per vegetariani. Non mancano salumi e formaggi locali, funghi e tartufi.

INFO

www.turismopremilcuore.it

www.parcoforestecasentinesi.it