Gli esperti di SaveOnEnergy hanno fatto una ricerca per scoprire quali sono i Parchi Nazionali più popolari in Europa, istituendo un indice di 100 punti e prendendo in considerazione il numero di hashtag su Instagram, le valutazioni degli utenti su TripAdvisor e il volume di ricerche su Google.
La ricerca di SaveOnEnergy consente di stilare anche una classifica tutta Italiana.
Ecco la TOP 15 dei Parchi Italiani.
1) Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna
- Parco Nazionale del Gran Paradiso
- Parco Nazionale dell’Arcipelago della Maddalena
- Parco Nazionale dello Stelvio
- Parco Nazionale del Gargano
- Parco Nazionale delle Cinque Terre
- Parco Nazionale dell’Asinara
- Parco Nazionale della Sila
- Parco Nazionale del Gennergentu
- Parco Nazionale dell’Aspromonte
- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
- Parco Nazionale del Pollino
- Parco Nazionale del Vesuvio
- Parco Nazionale Val Grande
Parco Nazionale dell’Alta Murgia
Il Parco delle Foreste Casentinesi, tra i 10 più popolari d’Europa
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita
Così inizia la Divina Commedia. Ma che cosa intendeva Dante per “selva oscura”? Molti studiosi ormai la identificano per un luogo ben preciso, quello delle foreste del Casentino, oggi incluso nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, le cui faggete secolari sono entrate a fare parte del Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Ebbene, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, con un rating di 92 punti, è tra i 10 parchi più popolari d’Europa. Un motivo in più non solo per visitarlo, scegliendo tra i tanti itinerari, ma anche per puntare sui Parchi Nazionali Italiani per fare ripartire il turismo, incentivando le attività all’aria aperta, le passeggiate e tutte le attività “covid safe”.
Non solo. Si è visto infatti che i parchi sono anche un motore per l’economia dei piccoli Comuni che si trovano nel loro territorio, in particolare per i giovani, che sono incentivati ad aprire attività legate al turismo, come strutture ricettive, ristoranti, ma anche aziende agricole e Agriturismi.
Dante e il Casentino
Torniamo a Dante e al suo rapporto con il Casentino, un vero e proprio “luogo dell’anima”, fatto di una natura incontaminata, foreste secolari di faggi, abeti e castagni, fino ad arrivare alle sorgenti dell’Arno, che nasce alle pendici del Monte Falterona.
In queste valli, Dante trascorre buona parte del suo esilio, ospite, di volta in volta, dei vari nobili della zona. Alcuni tra i più famosi Canti della Divina Commedia sono stati scritti nei castelli di Romena, Porciano e Poppi, e molti di questi luoghi sono citati nel capolavoro del Sommo Poeta. Non dimentichiamo, poi, le tante testimonianze storiche presenti sul territorio del Parco, tra cui l’Eremo di Camaldoli, il Santuario della Verna, le antiche pievi romaniche e i castelli.
È poi possibile percorrere il Cammino di Dante, a tappe o anche una tappa alla volta. Il tratto toscano parte da Montemignaio e tocca Castel San Niccolò, Pratovecchio Stia, Poppi, Chiusi della Verna, Bibbiena, Chitignano, Subbiano, Talla, Castel Focognano e Ortignano Raggiolo.
Il Cammino di Dante nel Casentino si ricongiunge poi al Cammino di Dante generale, che da Ravenna porta a Firenze e da Firenze torna a Ravenna. Da non perdere una visita al Castello di Montemignano, splendido borgo che sorge sotto al passo della Consuma, e alla splendida pieve romanica dedicata a Santa Maria Assunta.
I luoghi di Dante da non perdere
Tra i luoghi danteschi da non perdere nella parte toscana c’è il la tomba di Cristofaro Landino da Pratovecchio, che si trova nella chiesa dedicata a San Donato a Borgo della Collina, lungo il tratto del percorso che da Castel San Niccolò porta a Pratovecchio Stia. Landino, umanista e presenza fissa alla corte di Lorenzo il Magnifico, è stato il primo grande commentatore della Divina Commedia.
Da Borgo alla Collina parte poi il sentiero n° 26 che porta al lago e alla Pieve di Romena e, da qui, sale fino al castello di Romena . Da qui, prendendo il sentiero n° 2 Romena e poi la Vecchia Strada della Consuma, si arriva al luogo dantesco dell’Omomorto, dove si trova una macia di pietre collocata nel punto in cui venne bruciato vivo Mastro Adamo, un falsificatore di fiorini che Dante cita nel XXX Canto dell’Inferno.
Il luogo si trova al confine tra il feudo dei Conti Guidi e i territori di Firenze, proprio come monito per i falsari. Secondo la leggenda, chiunque passi da Omomorto deve gettare una pietra nel luogo dove lo sventurato venne bruciato vivo.
Nei dintorni di Pratovecchio Stia si trova invece il Castello di Porciano, che ospitò Dante. Qui l’esule fiorentino scrisse due delle sue Lettere più importanti, “Agli scelleratissimi fiorentini” e “All’imperatore Arrigo VII”. Mentre Dante si trovava al castello, poi, scampò all’arresto e probabilmente alla morte. Avvertito che i gendarmi di Firenze erano venuti per arrestarlo, fuggì rapidamente verso Stia e si imbatté proprio nelle milizie, che gli domandarono se al castello vi fosse un tal Dante Alighieri. Il poeta, allora, rispose loro con un astuto e diplomatico “Quando i’ v’ero, ei v’era”. I gendarmi lo salutarono e proseguirono verso il castello, lui, invece, si salvò la pelle!
Dal Castello di Porciano ha inizio la seconda tappa del Cammino di Dante che arriva fino alle Sorgenti dell’Arno, sul Monte Falterona. Dante immortalò la descrizione del luogo nel Canto XIV del Purgatorio (vv 16-34).
Vicino alle sorgenti si trova anche il Lago degli Idoli, sacro agli Etruschi, così chiamato perché essi erano usi gettare nelle sue acque statuette raffiguranti diverse parti anatomiche in bronzo, ritenendo che le acque avessero proprietà magiche e curative.
Lungo la terza tappa, che parte da Pratovecchio Stia a Camaldoli, da non perdere il Monastero di Camaldoli, menzionato da Dante nel V Canto del Purgatorio. L’intero complesso è formato dal Monastero e dall’Eremo, fatto costruire dai monaci Camaldolesi, fondati da San Romualdo, già seguace di San Benedetto.
Ordine e fondatore sono ricordati da Dante nel XXII Canto del Paradiso (vv.46-51) quando, nel Settimo Cielo, quello di Saturno, dove si trovano i contemplanti, Dante e Beatrice incontrano proprio San Benedetto.
INFO: www.parcoforestecasentinesi.it