Ritorniamo in Romagna! Weekend all’insegna del bello, del gusto, della piadina e delle Mariette
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di Cesare Zucca——-
for the “piadina” recipe in english click here
Pronti per un weekend all’insegna del bello, del gusto e dell’ impareggiabile ospitalità romagnola?Ecco un allegro itinerario che inizia sulle Alture di Cusercoli e termina con grande finale gourmet: la mitica ‘piadina fresca’ di Forlimpopoli.
Per il nostro tour abbiamo scelto come base le Fattorie Faggioli a Borgo Basino, provincia Forli-Cesena. Lì siamo stati accolti e coccolati dalla famiglia Faggioli con il proverbiale calore ed empatia della Romagna. Per un ‘turista non turista’ come me, questo posto è davvero un paradiso, lontano dai rumori, dalle macchine, immerso in una tranquilla vallata verdeggiante.
Sentivo la qualità della vita, nell’ambiente naturale che contribuiva alla salute del suo spirito e del suo corpo. Sono previste gite in montagna, raccolta di erbe, bagni di fieno e persino una sauna salutare con erbe e fango. Le camere sono accoglienti, c’è anche una bella piscina.
Fattorie FaggioliIl cibo è spettacolare, composto da prodotti freschi coltivati in loco e totalmente fatto in casa, sano e delizioso con prezzi decisamente abbordabili .A tavola con la famiglia FaggioliDa lì potrete visitare i suggestivi borghi dei dintorni e riconoscere l’identità e biodiversità di un territorio che oggi è attivamente impegnato nello sviluppo turistico di “Visit Romagna”. che considero la regione più genuina, profonda e sincera d’Italia, dove natura, storia e enogastronomia si relazionano a radici, memorie e tradizioni.Due interessanti tappe vicine: Forlì con la sua grandiosa Piazza Saffi e, a meno di un’ora di macchina, Ravenna. l’Olimpo del mosaico bizantino con la Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, Battistero Neoniano, Basilica di Sant’Apollinare Nuovo e la Basilica di Sant’Apollinare in Classe.
Volete scoprire dove è nato il Duce?Beh non aspettatevi un palazzo, anzi… Girato l’angolo c’è Predappio, paese natale di Mussolini e della sua piuttosto umile casa. Tiriamoci su il morale con uno dei meravigliosi tipi di Sangiovese (anche biologico) dei vigneti Poderi dal Nespoli dove è possibile visitare la cantina.Alcuni dei vini di Podere dal NespoliSarà un viaggio intenso, perchè non regalarsi un rilassante inizio di giornata alle Terme di Castrocaro? E’ un hotel di lusso con una spa attrezzata che unisce benessere, bellezza e salute. Le soprese non sono finite: facendo una suggestiva navigazione intorno al lago ai margini della grande foresta del Parco Nazionale, potrete approdare alla suggestiva Diga di Ridracoli, mentre nella frazione di Santa Sofia, lungo il Fiume Bidente, scoprirete il Parco delle Sculture con magiche sculture all’aperto.le sculture del Fiume Bidente… e le osterie?InutiIe ripeterlo. La cucina casalinga romagnola è davvero top!Vi segnalo due osterie in cui ho trovato eccellenze nostrane cucinate in piatti semplici, senza fronzoli, insomma proprio come li faceva nonna…Osteria La Campanara a Pianetto di Galeata, autentica testimonianza della gastronomia romagnola, dove vengono serviti ricchi primi di pasta e la tradizionale trippa al pomodoro, con calici di Sangiovese e Albana, i top della cantina locale.Osteria Cà de Bè, nel minuscolo borgo di Bertinoro, dove, oltre alla vista spettacolare, potrete gustare la tipica cucina locale, dalla fantastica pasta fresca fatta a mano, ai mitici passatelli in brodo o al ragu, oltre a carni saporite come il delizioso coniglio alle verdure e il maiale arrosto. Per finire con il famoso lateruolo un dolce d’autore creato dall’iconico chef del 19° secolo Pellegrino Artusi, riconosciuto padre della moderna cucina italiana.Le osterie: La Campanara e Cà de BèArtusi, imprenditore di successo, divenne un uomo facoltoso e, a 45 anni, poté dedicarsi a tempo pieno alla sua passione: la cucina casalinga.Amava studiare, e ponderare ricette.Dopo lunghe ricerche, ha ristretto le sue scoperte a 790 ricette che ha raccolto in un manuale intitolato “La Scienza in Cucina e l’Arte di Mangiar Bene” tradotto e diffuso in tutto il mondo.
Anche quest’anno, dal 24 giugno al 2 luglio, la città onora Pellegrino ospitando la Festa Artusiana, dove il centro storico si trasforma in un “paese da gustare”. Il grande castello che domina il borgo, le corti, i vicoli, le strade e le piazze pullulano di ristoranti che presentano nei loro menù alcune delle specialità artusiane.
Forlimpopoli: la Festa Artusiana che si terrà da sabato 24 giugno a domenica 2 luglio 2023Il tutto è coordinato da Casa Artusi è il primo centro gastronomico italiano interamente dedicato alla cucina tradizionale casalinga e alla promozione della cucina italiana nel mondo, un’iniziativa nata 15 anni fa, sostenuta da realtà del territorio. E’ un progetto che vuole coinvolgere tutti coloro che hanno nel cuore Casa Artusi e che desiderano arricchirlo con i loro racconti, le ricette dei loro ricordi e sostenerlo con le loro donazioni a questo link. La Casa vanta una ricca biblioteca, un museo e una scuola che tiene corsi pratici sia per gli amanti del cibo che per i professionisti che vogliono imparare a migliorare le proprie abilità culinarie.Nel Ristorante Casa ArtusI potrete gustare le ricette del grande Pellegrino, dalle tradizionali zuppe di verdure, alla famosa Ricetta n.7 , Cappelletti all’uso di Romangna, ai tortelli ripieni di ricotta e spezie fini, ai paccheri al ragù d’anatra e manzo con chiodi di garofano e fagioli bianchi, per continuare con squisiti secondi di carne e finire con il Latteruolo, un dolce al cioccolato alle mandorle con crema allo zabaione.I celebri cappelletti di ArtusiUna curiosità: Artusi non cucinava … chi era allora lo Chef?Ai fornelli non c’era Pellegrino, bensì Marietta Sabatini, la sua devota, insostituibile assistente (e forse di più) che lavorava fanaticamente al suo fianco. Nessuna fama, nessuna gloria per la povera Marietta fino a che nacque l’Associazione delle Mariette la cui missione era, ed è tuttora, quella di insegnare le ricette di Artusi e la cucina tradizionale romagnola compresa l’ iconica piadina fresca.Ieri e oggi : La prima Marietta e Viridiana, attuale Presidentessa delle Mariette e le sue discepole …in azioneAncora oggi le Mariette impartiscono regolari classi di piadina e cucina romagnola, sia dal vivo che online, mentre l’annuale “Premio Marietta”, che avrà il suo culmine nella XXVI edizione della Festa Artusiana, premierà la Migliore Marietta (o Marietto…visto che il concorso è aperto anche agli uomini).Tutti invitati quindi, cuoche e cuochi, rigorosamente dilettanti e non professionisti. Se vorrete sentirvi un po’ ‘chef’ e soprattutto benvenuti… inserite Forlimpopoli e la Romagna nell’ agenda dei vostri prossimi viaggi e troverete una regione dove le persone amano ospitare, mangiare, bere e stare allegri…A Viridiana, attuale Presidentessa delle Mariette abbiamo ‘rubato’ la ricetta originale della piadina…LA RICETTA DELLA ‘VERA’ PIADINA ROMAGNOLA Per 5 piadine– 500 g di farina 1- 70 g di strutto di Mora di Romagna ( un grasso molto economico ricavato dal maiale. Ma se non lo avete in casa, potete sostituirlo con olio extravergine)- 2 pizzichi (3 g circa) di bicarbonato di sodio oppure 10 g di lievito in polvere per torte salate- 8 g di sale dolce di Cervia a grani medi.ProcedimentoCreate un piccolo cratere di farina, mettete lo strutto all’interno. Impastate portando la farina sullo strutto e aggiungete gli altri ingredienti e un po’ di acqua tiepida. Lavorate l’impasto per una decina di minuti , Dividetelo in cinque palline e tiratele bene con il matterello fino a ottenere un disco di diametro fra 15 e 30 centimetri.Secondo i consigli delle Mariette, deve rigorosamente essere impastata a mano. Il movimento viene dalla spalla e meglio se le gambe sono un po’ flesse.Passiamo alla cottura: appoggiatela nela teglia (l’ideale è una teglia tonda di terracotta altrimenti una pentola antiaderente) e foratela con le punte della forchetta. Giratela e foratela di nuovo. Tre volte, cinque minuti. La piadina è pronta per essere farcita.Godetevela!
CESARE ZUCCATravel, food & lifestyle.Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’
Curious to know how to make a ‘piadina’ ?Just turn the page and discover the original recipe. Click Next>
WEEKEND PREMIUM: APRILE-MAGGIO 2025
Editoriale
Ma chi sono io??
21 aprile 2025, Papa Francesco ci ha lasciati
Ma chi sono io per parlarne? Per parlare di un Papa non me la sento, ma di Bergoglio come uomo posso tentare, e infatti quando mi hanno avvertito che ci aveva lasciati, il primo aggettivo che mi è nato dal cuore è stato umano, infatti l’ho sempre sentito vicino, come un padre o un fratello.
Ma chi sono io per ricordarlo?
In verità un ricordo mio ce l’ho. Il 12 marzo del 2013, nel baretto di via Ferrucci, a Milano, dove ogni mattina Giuseppe mi aspettava con un caffé lungo ed una brioche scaldata per 10 secondi. Come ogni mattina lì leggevo il Corriere e scambiavo pareri e notizie con l’arguta salumiera e il pretenzioso ingegnere, mentre Giuseppe ai caffé aggiungeva saggezza e cultura che non t’aspettavi. Quella mattina si parlava del futuro Papa che avrebbero eletto l’indomani. “Ci vorrebbe un Francesco, più vicino alla gente e più lontano dal Vaticano…” Non so se le mie parole furono esattamente queste, ma il senso fu preciso: alla Chiesa occorreva un Francesco.
Quando l’indomani Bergoglio annunciò di volversi chiamare Francesco, al baretto mi guardarono con sospetto, da chi potevo averlo saputo ben un giorno prima? Forse qualcuno se lo chiede ancora adesso, ma quella mattina Giuseppe mi preparò un caffé sublime.
Ma chi sono io per continuare a parlarne?
Una cosa, però, voglio ancora dirla, non dimenticheremo questo Papa che ha saputo scendere fra la gente, come ha saputo scendere nelle baraccopoli di Buenos Aires, e nel suo gregge ha saputo accogliere gay e divorziati. E che quando ha sentito che stava per lasciare questo mondo terreno ha voluto spogliarsi di tiara e ingombranti vestimenti papali, per dirigersi verso il mondo dell’anima sulla sua sedia a rotelle con un poncho e normali pantaloni: come un uomo, come Francesco. Indicandoci una strada.
Ma chi sono io?
WEEKEND PREMIUM: OTTOBRE-NOVEMBRE 2024
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QUELLA VOLTA CHE DE ANDRE’ MI DISSE
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