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Lucio Dalla e la sua Bologna

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Il 1° marzo decorrono i 12 anni dalla scomparsa di Lucio Dalla. Cantautore, musicista all’avanguardia, ma anche attore. Le sue celebri canzoni sono ormai assunte tra i classici della musica italiana, e tante sono state le collaborazioni con altri nomi del mondo delle sette note. Nato come musicista jazz, negli oltre 50 anni di carriera Lucio Dalla si è distinto anche come polistrumentista. Nelle sue musiche, infatti, ha suonato il clarinetto, strumento che imparò a suonare a sei anni, ma anche il pianoforte e il sassofono.

Nato a Bologna il 4 marzo del 1943, data immortalata in una sua celeberrima canzone, con la città felsinea Lucio Dalla ha sempre avuto un rapporto speciale, intimo. Molti lo ricordano mentre passeggiava sotto i portici, o si fermava a prendere un cappuccino o in un ristorante tipico per gustare il suo piatto preferito: la gramigna con la salsiccia. Vogliamo rendergli omaggio proponendovi un tour nei luoghi del capoluogo emiliano cari al grande cantautore.

Si parte da “Piazza Grande”, cioè Piazza San Domenico

Lo sapevate? La celebre “Piazza Grande” della canzone di Lucio Dalla non è Piazza Maggiore, ma Piazza Cavour. È stato lo stesso Dalla ad aver sciolto l’equivoco. E, in effetti, nella descrizione della piazza fatta nella canzone, si trovano parole come “gatti”, “panchine” ed “erba”, che non si trovano nella piazza principale di Bologna, bensì nella centralissima Piazza Cavour dove, al civico 2, il 4 marzo 1943 nacque Lucio Dalla. E dove si trova la panchina con la statua che lo raffigura, come se aspettasse i passanti per fare due chiacchiere.

Piazza Cavour

Da qui ci si sposta in Piazza San Domenico, che Dalla frequentò molto da bambino. Lo immaginiamo mentre magari tira calci a un pallone insieme ai suoi coetanei. Oggi, la piazza è un elegante salotto all’aperto dove molti bolognesi e turisti si fermano per fare due chiacchiere e gli studenti universitari si siedono su una panchina per studiare o mangiare qualcosa. È proprio frequentando in questa piazza che Lucio Dalla ha conosciuto Michele Casali, proprietario dell’Osteria del Vicolo delle Dame, a cui dedicherà la sua celebre canzone “L’Anno che verrà”.

Piazza San Domenico

Da Via delle Fragole a Via D’Azeglio

Il nostro tour nei luoghi di Lucio Dalla prosegue in Via delle Fragole, dove Dalla si trasferì insieme alla mamma Jole dalla casa che si affacciava su Piazza Cavour. Qui compose la sua “Anna e Marco”. Ma presto, Dalla cambiò casa per la terza volta e si trasferì in Vicolo Marescotti, in una piccola abitazione dai muri gialli, la terza dall’inizio della via. Qui nacquero alcuni dei suoi successi più famosi, come “Se io fossi un angelo”. Ma Dalla non aveva ancora trovato il suo posto ideale, oppure, chissà, forse gli piaceva vivere in diverse zone di Bologna, pur rimanendo sempre nel suo amato e natio centro storico.

Vicolo Marescotti in cui Lucio Dalla abitò per un periodo

L’ultimo suo trasloco fu in Via D’Azeglio dove, in realtà, si trova solo il portone d’ingresso. Sul suo campanello, per amor di privacy, Dalla aveva scritto lo pseudonimo “Comm. Domenico Sputo”. La casa di Dalla si affacciava sulla splendida Piazza dei Celestini, dove, ancora oggi, si può alzare lo sguardo verso un balconcino romantico oppure verso il disegno stilizzato che ritrae Lucio Dalla mentre suona il suo amato sax, circondato dalle rondini. Oggi, l’ultima abitazione di Dalla è sede della Fondazione che porta il suo nome e si può visitare la casa-museo per immergersi nel suo mondo.

La sagoma stilizzata di Lucio Dalla sulla facciata della Casa Museo

Sotto alla casa si trova il bar Duca d’Amalfi, dove il cantautore, e altri cantanti bolognesi, si fermavano per gustare una delle apprezzatissime paste napoletane. A una cinquantina di metri si trova invece l’Hotel Roma, dove Dalla era di casa, che gli ha dedicato una vetrina con alcuni memorabilia, tra strumenti musicali, album e oggetti di vario tipo. Nella via si trova anche il Gran Bar, dove Lucio era solito ordinari quello che aveva ribattezzato pucc-cappucc, cioè un cappuccino con poco latte.  A mezzo minuto a piedi da via D’Azeglio si trova poi Via dei Carbonesi, dove si trova l’Osteria De Cesari. Qui Dalla amava ordinare gramigna con la salsiccia, un piatto da lui molto amato.

L’Osteria Cesari dove Lucio Dalla si fermava spesso a mangiare

Il Quadrilatero e i luoghi della musica

Naturalmente, Lucio Dalla frequentava moltissimo il cuore di Bologna e, in particolare, le vie attorno a Piazza Maggiore, note come Il Quadrilatero. Lo si vedeva spesso sorseggiare un calice di Sangiovese all’Osteria del Sole, oppure nei pressi della Pizzeria Altiero. Davanti all’ingresso della libreria Ambasciatori, in via Degli Orefici, si trova una stella dedicata proprio a Lucio Dalla, realizzata sullo stile di quelle della Walk of Fame a Hollywood.

La stella dedicata a Lucio Dalla in via degli Orefici

Dirigendosi verso le Due Torri, invece, a ridosso di Piazza della Mercanzia, in un negozio di via Mengoli, si può vedere un murale che raffigura Lucio Dalla.

Il murale dedicato a Lucio Dalla in via Mengoli

Proprio a fianco delle Torri, in via Zamboni, si trovava lo storico locale Kinki Club, dove, alla fine degli anni Cinquanta, Dalla iniziò la sua carriera e dove conobbe Pupi Avati che, prima di diventare regista, si dilettava a suonare. La loro amicizia durò per tutta la vita. Lo storico Kinki, invece, ha recentemente chiuso i battenti.

L’ingresso del Kinki Club

Accanto si trova lo studio di registrazione Fonoprint Studios, dove, oltre a Dalla, hanno inciso i loro successi artisti del calibro di Mina, Zucchero, Eros Ramazzotti, gli Stadio, Luca Carboni e Samuele Bersani.

Ultima tappa: la Certosa

Il tour ideale nella Bologna di Lucio Dalla si conclude al cimitero monumentale della Certosa, dove riposa accanto ai genitori, Jole e Giuseppe. La sua ultima dimora si riconosce dalla sagoma del cantautore con cilindro e bastone. L’area è quella delle grandi personalità di Bologna: Giosuè Carducci, Carlo Maria Broschi, Ottorino Respighi e Giorgio Morandi.

La tomba di Lucio Dalla nel cimitero monumentale della Certosa

Tuttavia, ci sentiamo di dire, che come Lucio Dalla ha amato Bologna, Bologna ha amato Lucio Dalla e quando vi fermerete sotto i portici, Patrimonio dell’Umanità Unesco, oppure passeggerete lungo via Indipendenza, via Santo Stefano, via Guerrazzi, o assisterete a una partita allo Stadio dall’Ara, bé, ci sarà sempre un po’ di Lucio.

Luminarie con le parole della canzone “L’anno che verrà” in via d’Azeglio

INFO

www.bolognawelcome.com

www.luciodalla.it