Nuovo appuntamento con il fotoreporter Guido Alberto Rossi, che questa settimana dà ai nostri lettori i suoi preziosi consigli su come realizzare splendide foto alle città per portare a casa ricordi preziosi dei vostri viaggi. vediamo insieme a lui come fotografare Orvieto
Di Guido Alberto Rossi
Se avete letto i miei articoli precedenti su Napoli e sull’ Isola del Giglio e vi sono piaciuti, ve ne propongo un altro, su un’altra città italiana che merita una visita. Infatti da noi ogni 50 chilometri c’è qualcosa di meraviglioso da visitare ed in questo particolare momento con il virus che circola per il modo forse, anche se non lo dicono i virologi, penso sia meglio girare in Italia.

Adesso parliamo di Orvieto che è un piccolo comune umbro, di circa 20.000 abitanti e geograficamente si trova a 42° 43′ 0″ N, 12° 6′ 0″ E, ma questo a noi che giriamo a piedi per la città vecchia a caccia di foto, interessa poco. Per visitarla e riprenderla anche nei minimi particolari basta una giornata da dieci chilometri a piedi, compresa la visita nella città sotterranea, che secondo me è da non perdere, e merita anche qualche foto, è ben illuminata da faretti ben posizionati e impostando un alto numero di ISO si possono fare foto suggestive.

A Orvieto è bene di passare almeno una notte, un po’ per far riposare i piedi e poi per non perdere una gran cena innaffiata da ottimi vini locali, in una delle tante trattorie tipiche. La città è stata costruita sopra una rupe di tufo, i primi abitanti risalgono alla preistoria, poi sono passati etruschi, romani che l’avevano chiamata Urbs Vetus (città vecchia), i bizantini e poi via via nei secoli siamo arrivati noi turisti da tutto il mondo.

Per fotografare i suoi monumenti principali non serve alzarsi presto, in una giornata soleggiata, ovviamente a secondo del mese, le vie ed i vicoli incominciano ad avere una luce decente verso metà mattinata, perfetta per fotografare i dettagli architettonici dei palazzi e gli esterni dei negozi caratteristici.

Però vi consiglio di incominciare il giro iniziando dalla città sotterranea (obbligo prenotare, meglio con buon anticipo) perché qui sottoterra il sole è ovviamente ininfluente; l’entrata e l’uscita sono in Piazza del Duomo e una volta tornati in superficie potete attraversare la piazza ed approfittare per riprendere gli interni del Duomo o cattedrale di Santa Maria Assunta.

La sua costruzione è iniziata nel 1290 e terminata completamente nel 1591, la sua facciata è esposta a Sud Ovest e quindi è meglio fotografarla con la luce pomeridiana in modo da far risaltare meglio i colori, mentre nelle altre ore sono ben illuminati i lati della imponente costruzione ed i bassorilievi della facciata che con la luce di taglio si ottiene il contrasto ideale.

Il resto della piazza offre altri spunti interessanti, da qui prendete uno dei vicoli che portano in Corso Cavour, qui girate a desta e camminando verso est arriverete alla Fortezza Albornoz, qualche centinaio di metri a sinistra troverete il Pozzo di San Patrizio che, oltre ad essere visitato, va fotografato quando i sole è abbastanza alto in modo che la sua luce entri ed illumini questo capolavoro di ingegneria del Cinquecento.

A questo punto avete due scelte: o tornare a piedi lungo Corso Cavour fino alla Torre del Moro, qui girate a destra e sarete in Piazza Mercato dove troverete il Palazzo del Capitano del Popolo che con la luce pomeridiana è pronto per essere fotografato. O prendere il bus che va in Piazza Sant’Andrea, facendo riposare le gambe ed ammirando con quanta bravura l’autista sfiora i muri delle case, una volta arrivati in piazza potete tornare in Corso Cavour a arrivare alla Torre del Moro, che dista un paio di isolati o circa 200 metri scarsi. Se avete fatto tutto questo, è arrivata l’ora dell’aperitivo e di prenotare il ristorante.

Chi è Guido Alberto Rossi
Nato a nato a Milano nel 1949, si è avvicinato alla fotografia grazie ad una macchina fotografica Kodak a soffietto trovata in casa dei nonni. Ha pubblicato il suo primo servizio pagato sullo Sport Illustrato nel Settembre del 1966. Nei primi anni alterna la fotografia di sport, automobilismo e motociclismo, al reportage di guerra. Nel giugno del 1967 va in Israele per la Guerra dei Sei Giorni ma il conflitto finisce subito e si deve accontentare di fotografare i primi giorni dopo la vittoria israeliana. Nel febbraio del 1968, va nella Guinea Bissau dove le truppe portoghesi combattevano la loro ultima guerra coloniale. Nel novembre del 1968 va in Vietnam, vi rimane 3 mesi ed in seguito ci ritorna nel 1971 e nel 1973, insieme al collega Ennio Iacobucci, percorre in macchina da Saigon a Quang Tri, facendo un reportage sulla situazione del Paese ormai al collasso.
Nel 1969 si reca a Belfast per un reportage sulle truppe inglesi. Nel 1973 parte per la Cambogia e questo sarà il suo ultimo reportage bellico. Successivamente si dedica alla fotografia geografica e nel 1979 fonda l’agenzia fotografica Action Press. Tra un viaggio e l’altro, tra il 1975 ed il 1995, si dedica agli sport nautici, fotografando le regate veliche e le gare di motonautica, utilizzando per primo l’elicottero per seguire le gare della classe offshore. Appassionato di volo, nel 1985 compra un Cessna 210T e insieme al suo amico e pilota Enzo Bianchini fotografa a tappeto tutta l’Italia, e buona parte d’Europa e del Nord Africa. La fotografia aerea diventa una delle sue specialità e fotografa 65 paesi utilizzando sia aerei leggeri che elicotteri e ultraleggeri.

Negli anni le sue immagini sono state pubblicate praticamente su tutte le testate del mondo. Ha pubblicato 36 libri fotografici con vari editori internazionali. L’ultimo per la Mondadori Electa, “Basilicata vista dal cielo”. Da Gennaio 2015 è Capo Progetto del Rotary Club Milano Nord ed in collaborazione con la CRI ha realizzato dei corsi multimediali per l’integrazione dei migranti.