Post-it di un viaggio

Venezia, Firenze, Civita di Bagnoregio…aperte a tutti, ma non a tutti insieme

image_pdfimage_print

Di Raffaele d’Argenzio

Venezia, aprile 2024- Il comune decide di far pagare un ticket al turista giornaliero, quello che “invadi, dai uno sguardo, mangia un panino e fuggi”. Un provvedimento a cui sono seguiti contestazioni reclami. Numero chiuso: sì o no? Siamo un Paese che dipenderà sempre più dal turismo. Il dibattito arriva subito. Ma a me non serve. A decidere per me sono le mie esperienze personali.

Venezia, 8 anni fa

Una sera a Piazza San Marco, i miei occhi stanchi vedono nel cielo delle luci che volano e corrono come stelle cadenti. Sorrido, finalmente le vedo anche io, le stelle cadenti…ma poi mi accorgo che sono colorate e comincio ad avere qualche dubbio…Infatti vedo che, tra la numerosa folla presente, qualcuno le lancia e poi le raccoglie, cercando di vendere queste false stelle ai turisti.

Qui a piazza San Marco, in una delle piazze più belle del mondo, in quella che forse è la città più bella del mondo? Mi domando. Vedo un gruppo di vigili fermi e reclamo. La risposta è rassegnata e indolente: “Ma tanto, anche se li mandiamo via, questi venditori ritornano, confondendosi tra folla…non vede quanta gente?” Già, tanta, decisamente troppa.

Firenze, 15 anni fa

Lascio l’auto in albergo e vado verso il centro con la voglia di rivedere la Firenze che ricordavo. Piazza della Signoria, Palazzo Vecchio, gli Uffizi…quelle strade in cui avevano camminato e vissuto Dante, Leonardo, Michelangelo, Brunelleschi, Giotto… Respiro profondamente, illudendomi di poter sentire dentro di me qualcosa di loro, di poter catturare un loro respiro…Cammino quasi sollevato dal suolo, nel cielo vicino che ci regala l’Arte, in cui quei geni riescono a farci entrare attraverso le loro opere.

Ma, svoltato un maledetto angolo, vengo travolto da una fiumana che mi fa precipitare dal mio cielo, “come corpo morto cade”. Facce di ogni colore, zainetti di ogni forgia, un brusio fastidioso e incomprensibile, come il ronzio d’un immenso insetto brulicante. Piazza della Signoria e Palazzo Vecchio assaliti, erosi e corrosi, non mi accolgono, ma mi respingono. Così no, Firenze non merita di essere preda di quegli insetti brulicanti dalle migliaia di facce. Non riesco a restare. È un incubo da cui fuggire.

Civita di Bagnoregio, 15 giorni fa

 Forse erano vent’anni che volevo visitare Civita di Bagnoregio (VT) e, finalmente, l’ho fatto. Mi sono diretto verso questo splendido borgo d’origine etrusca, che il tempo ha eroso e reso sempre più fragile, tanto che è stato chiamato “il borgo che muore“. Anche qui ho trovato persone di ogni origine, faccia e colore. Tutti interessati, quindi ben accetti, ma troppi per trovarsi tutti insieme in questo borgo dove ormai vivono soltanto undici abitanti. Qui già si paga un biglietto d’ingresso, ma comunque urge un numero chiuso per poter assaporare l’atmosfera di questo luogo famoso nel mondo e allontanarne la morte il più possibile, rispettandone la storia e la precarietà.

Quindi, rispettiamo e facciamo rispettare la storia, la bellezza, l’anima di queste preziosissime tessere del mosaico di bellezza che è nostra Italia. Diamo loro la dignità e il rispetto che meritano, come quando si entra in un tempio o in una chiesa. Urge una programmazione e ciò porterebbe anche a destagionalizzare il turismo, ad avere un numero costante di turisti non invasivo e rispettoso. Per far rispettare la nostra Italia e quindi rispettare noi stessi che ne siamo figli e custodi.