Quarta puntata del nostro viaggio alla scoperta di 10 borghi italiani “del bello e del buono”, in cui storia, arte, monumenti e tradizione si abbinano alla cucina locale e ai prodotti tipici. Ogni giorno ve ne presentiamo due, per un totale di 5 puntate che vogliono anche essere un suggerimento per un weekend o una gita fuori porta. Oggi vi presentiamo Sant’Agata de’ Goti (BN) e Procida (NA).
di Beba Marsano
SANT’AGATA DE’ GOTI (Benevento)
Conosciuta come “perla del Sannio” per l’integrità del centro storico medievale abbarbicato sul ciglione di una rupe di tufo, la città-presepe di Sant’Agata de’ Goti vanta aristocratiche residenze a corte impreziosite da giardini pensili, monasteri e chiese ricche di tesori. Come quella dell’Annunziata, custode di un eccezionale ciclo di affreschi scoperti solo qualche decennio fa dietro una mano di intonaco e considerati tra gli esempi più importanti della pittura tardo-gotica in Campania.
Da gustare. Tipiche di Sant’Agata sono le ‘nfrennule, tarallucci al finocchietto selvatico, ma la cucina è quella sannita, declinata su piatti dai sapori robusti: lo scarpariello (spaghetti alla chitarra con mozzarella, pomodoro, basilico e peperoncino), i paccheri con carciofi di Pietrelcina, arrosti d’agnello di Laticauda, la padellaccia (salsiccette di maiale, peperoni rossi sottaceto, patate, alloro). Tutto annaffiato da vini del territorio, dalla Falanghina all’Aglianico.
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PROCIDA (Napoli)
Con le sue contrade variopinte, le terrazze panoramiche, i cantucci appartati, Procida ha ispirato Elsa Morante (L’isola di Arturo) e fatto da sfondo a più di quaranta film, da Detenuto in attesa di giudizio, con Alberto Sordi in un raro ruolo drammatico, a Il Postino con Massimo Troisi e Philippe Noiret. Da vedere il Museo Civico, l’abbazia di San Michele Arcangelo su un promontorio a picco sul mare e l’antica cittadella carceraria all’interno del formidabile complesso monumentale di Palazzo d’Avalos.
Da gustare. Fiore all’occhiello della cucina locale, l’insalata con i dolci, pregiati limoni di Procida, accompagnati da cipolla, olio, peperoncino, sale e menta. Molto particolare anche la pasta alla “pescatora povera”, condita con alici fresche e peperoncini verdi fritti, due ingredienti immancabili sulle tavole dei pescatori. Tra i dessert della tradizione il casatiello dolce, sorta di ciambella tipicamente pasquale ottenuta con l’utilizzo del lievito madre.
![](https://i0.wp.com/www.weekendpremium.it/wp/wp-content/uploads/2023/05/8-pescatrice-povera.jpg?resize=800%2C445&ssl=1)
La quinta e ultima puntata sarà online domani