Weekend con gusto

Alla scoperta del Bello e del Buono in 10 borghi: Città della Pieve e Roccascalegna

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Terza puntata del nostro viaggio alla scoperta di 10 borghi italiani “del bello e del buono”, in cui storia, arte, monumenti e tradizione si abbinano alla cucina locale e ai prodotti tipici. Ogni giorno ve ne presentiamo due, per un totale di 5 puntate che vogliono anche essere un suggerimento per un weekend o una gita fuori porta. Oggi vi presentiamo Città della Pieve (PG) e Roccascalegna (CH).

di Beba Marsano

CITTÀ DELLA PIEVE (Perugia)

Perugia celebra con una grande mostra i 500 anni della morte di Pietro Vannucci detto Perugino. Ma è a Città della Pieve, borgo in mattoni a vista su un cocuzzolo ventoso, che il “divin pittore” nacque e lasciò capolavori ancora prodigiosamente custoditi nel silenzio dei luoghi per i quali furono concepiti. Uno per tutti? Il minuscolo Oratorio dei Bianchi, affrescato sulla parete d’altare con una monumentale Adorazione dei Magi, opera tra le più ricche, affollate e preziose di tutto il Rinascimento.

Da gustare. Per rendere in tavole e affreschi il baluginìo dell’oro, pare che Perugino utilizzasse un’eccellenza della sua terra: lo zafferano, che a Città della Pieve si coltiva fin dal XIII secolo e ogni anno, in autunno, è protagonista di Zafferiamo. Una kermesse gastronomica di tre giorni nell’affascinante cornice del centro storico, con show cooking, degustazioni, una mostra mercato e menu a tema nei ristoranti del paese.

ROCCASCALEGNA (Chieti)

Sullo sfondo della Maiella, il villaggio medievale di Roccascalegna (un migliaio di anime) appare come accovacciato ai piedi della scenografica Rocca, costruita su uno sperone di roccia con fianchi a burrone a picco sulla valle del Riosecco, scelta da Matteo Garrone per ambientarvi alcune sequenze del film Il racconto dei racconti – Tale of Tales. Dalla rampa di accesso e dagli spalti del castello si spalanca un’emozionante sequenza di belvedere sullo straordinario paesaggio circostante.

Da gustare. Sulla tavola della zona di Roccascalegna spadroneggiano i cannarozzetti allo zafferano, una pasta corta fatta in casa insaporita con guanciale, ricotta di pecora, pepe e zafferano abruzzese, e la ndocca ndocca, un piatto che nobilita le parti meno pregiate del maiale attraverso una cottura lenta e prolungata e il profumo di spezie locali. I vini sono quelli per cui è nota la regione, dal Pecorino al Trebbiano e al Montepulciano d’Abruzzo.

la ndocca-ndocca si prepara con le parti meno nobili del maiale

La quarta puntata sarà online domani