Weekend con gusto

Alla scoperta del Bello e del Buono in 10 borghi: Rocca Imperiale e Castelsardo

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Quinta e ultima puntata del nostro viaggio alla scoperta di 10 borghi italiani “del bello e del buono”, in cui storia, arte, monumenti e tradizione si abbinano alla cucina locale e ai prodotti tipici. Ogni giorno ve ne presentiamo due, per un totale di 5 puntate che vogliono anche essere un suggerimento per un weekend o una gita fuori porta. Oggi vi presentiamo Rocca Imperiale (CS) e Castelsardo (SS)

di Beba Marsano

ROCCA IMPERIALE (Cosenza)

Lo chiamano “il paese dei limoni” questo borgo dell’alto Ionio Cosentino dalle intatte atmosfere medievali, sorvegliato dalla mole formidabile e intimidatoria del Castello Svevo, tutto torrioni, arcate, fornici, scaloni, e scelto da Pupi Avati per ambientarvi Le nozze di Laura, tv movie del 2015 ispirato alle nozze di Cana. A quattro chilometri dal centro storico, la frazione Marina vanta una tra le più belle spiagge di Calabria: una lunghissima lingua di sabbia dorata protesa verso il confine lucano.

Da gustare. Piatto simbolo di Rocca Imperiale (famosa per l’omonimo limone IGP) sono i frizzuli con la mollica al sugo di salsiccia; una pasta lunga di grano duro a sezione quadra insaporita dalla stessa polvere di peperone utilizzata nella preparazione della salsiccia. Popolarissimi anche i laganelli serviti con un condimento a base di ceci e pomodoro e quelle frittelle di pasta lievitata che qui chiamano crispi.

Frizzuli con la mollica

CASTELSARDO (Sassari)

In posizione superba al centro del golfo dell’Asinara, Castelsardo è splendida città d’arte (da vedere la smagliante pala del Maestro di Castelsardo nella concattedrale di Sant’Antonio Abate), famosa nel mondo per i riti della Settimana Santa. Una tradizione secolare, portata avanti dalla confraternita di Santa Croce fin dal XVI secolo. Giornata cruciale è quella del lunissanti, durante la quale si effettua un affollato pellegrinaggio alla vicina basilica di Tergu.

Da gustare. Borgo di pescatori, Castelsardo si distingue per una cucina spiccatamente di mare. Fiore all’occhiello l’aragosta, cucinata alla Castellanese (in un soffritto cui si aggiungono sugo di pomodoro, peperoncino, limone, le uova dell’aragosta stessa più la parte scura della testa) e all’Aragonese (in una salsa cremosa a base di aglio, olio, limone, prezzemolo, capperi e uova sode). Altro piatto tipico Sa Cassola, una zuppa di pesce del golfo. Tutto da accompagnare con un buon Vermentino di Sardegna.

Aragosta alla castellanese