Un viaggio alla scoperta di 10 borghi italiani ādel bello e del buonoā, in cui storia, arte, monumenti e tradizione si abbinano alla cucina locale e ai prodotti tipici. Ogni giorno ve ne presentiamo due, per un totale di 5 puntate che vogliono anche essere un suggerimento per un weekend o una gita fuori porta. Nella prima puntata: Lovere (BG) e Sabbioneta (MN)
di Beba Marsano
Torna la primavera. E il piacere di fughe fuori porta alla scoperta di tesori e sapori della nostra bella, inesauribile Italia. Mete privilegiate, questa volta, dieci borghi gioiello ai margini dellāattenzione mediatica, custodi di centri urbani che sembrano ritagliati da un libro di fiabe, di capolavori dellāarte di ogni tempo, di antiche tradizioni della tavola.

Un invito al viaggio dal lago dāIseo fino al golfo dellāAsinara in paesi che resistono allāusura del tempo anche attraverso una consapevolezza di unicitĆ e processi di buon governo. Un esempio? La nuova Fondazione Sabbioneta Heritage (nata sul modello di Venetian Heritage), con cui la cittĆ ideale di Vespasiano Gonzaga si pone lāobiettivo di conservare e valorizzare il proprio patrimonio storico-artistico per poterlo consegnare intatto al futuro.
LOVERE (Bergamo)
Nelle giornate limpide, la chiostra di monti della Valcamonica fa da sfondo al lago d’Iseo, sequenza di piccole spiagge, speroni di roccia e borghi in grado di serbare sorprese inattese. Come Lovere con la sua Accademia Tadini, severo edificio fronte lago, custode delle collezioni del conte Luigi Tadini. Ci sono porcellane di Meissen, SĆØvres, Capodimonte, dipinti di Jacopo Bellini, Giandomenico Tiepolo, Francesco Hayez e l’ultimo capolavoro di Antonio Canova, la Stele Tadini per la morte prematura del figlio di Luigi, Faustino.
Da gustare. In cucina trionfano i piatti a base di pesce di lago – trota, coregone, alborella, luccio, tinca – e la polenta con uccelletti, selvaggina o ragĆ¹ di animali da cortile. Imperdibili i cansonsei (siamo in territorio bergamasco!), le tipiche mezzelune dal sapore lievemente dolciastro, ripiene di carne, salame, formaggio, pere, amaretti e noce moscata. Ottimi i formaggi, come il taleggio e le robiole. I vini sono quelli della vicina Franciacorta.

SABBIONETA (Mantova)
C’ĆØ il sigillo di Vespasiano I Gonzaga su Sabbioneta, la piccola Atene padana edificata a metĆ Cinquecento, in poco piĆ¹ di trent’anni, come sogno umanistico di cittĆ ideale. Inalterata da allora, custodisce il Palazzo del Giardino, intarsiato da delicati trompe-lāoeil e collegato alla Galleria degli Antichi, giĆ sede della collezione d’arte greco-romana del duca, e il Teatro all’Antica di Vincenzo Scamozzi, capolavoro assoluto dell’architetto e scenografo vicentino, discepolo e insieme avversario del Palladio.
Da gustare. Piatto principe della cucina mantovana sono i tortelli di zucca arricchiti con amaretti e mostarda (amatissimi da Gualtiero Marchesi); altro grande classico lo stracotto dāasino, con cui condire – volendo – anche i famosi maccheroncini al torchio. Chi predilige i piatti unici scelga, invece, il riso alla pilota, piatto robusto insaporito con pesto di carne di maiale e coronato dal pontĆØl, braciola di maiale in umido. Dulcis in fundo la torta sbrisolona, a base di mandorle, uova e scorza di limone.

La seconda puntata sarĆ online domani