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Guida Michelin 2016: Novità e conferme

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Presentata il 10 dicembre a Milano la nuova edizione, la sessantunesima, dell’autorevole guida gastronomica. L’Italia, con i suoi 6300 indirizzi segnalati e 334 ristoranti stellati, si conferma al secondo posto tra i paesi più stellati e si rivela una prolifica fucina di talenti. La Lombardia risulta essere la Regione col maggior numero di locali stellati (58) e Napoli la città dove si mangia meglio.

Sono 24 le new entry del mondo stellato. La nota lieta è rappresentata dal fatto che quasi la metà dei nuovi chef stellati è under35. A conferma del fatto che l’interesse per questo mondo è in costante crescita, senza segni di cedimento o di imminente arresto. Da segnalare 3 talenti emergenti nostrani: Federico Belluco (Dopolavoro, Venezia), Martina Caruso (Hotel Signum, Salina) e Giovanni Santoro (Resort Shalai).

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I due poli opposti della nuova edizione sono rappresentati dal declassamento ai danni dello Chef Davide Scabin e del suo Combal, sceso da 2 ad 1 stella e dalla promozione da 0 a 2 per il peculiare appartamento-ristorante di Giancarlo Perbellini nel centro storico di Verona.

Confermati anche quest’anno i primi della classe, gli otto ristoranti 3 stelle. Qui descritti dagli ispettori della guida Michelin.

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Piazza Duomo, Alba (Cuneo) Chef Enrico Crippa: “Crippa ha portato la sua esperienza internazionale in un territorio dalle tradizioni radicate come quello delle Langhe proponendo sapori inusuali pur mantenendo un occhio di riguardo e di rispetto per gli ingredienti del territorio. Il filo conduttore è l’utilizzo di materie prime d’eccellenza, accuratamente selezionate nel rispetto delle stagioni e poi trasformate abilmente in opera d’arte.”

Da Vittorio, Brusaporto (Bergamo) Chef Enrico e Roberto Cerea: “Il concetto di Tradizione lombarda e genio creativo ben rappresenta il filo conduttore dei menù che i fratelli Cerea aggiornano e rivoluzionano insieme al divenire del mercato e delle stagioni.carni e pesci, selvaggina e fruits de mer, tartufi e funghi ma anche piatti di verdure, tutti declinati con uno stile originale e sensibile anche alle nuove frontiere della cucina del benessere.”

Dal Pescatore, Canneto Sull’Oglio (Mantova) Chef Nadia e Giovanni Santini“Rimane sempre un punto fermo della ristorazione italiana, questa ex trattoria sulle rive dell’Oglio, oggi uno dei templi della haute cuisine e orgoglio nazionale che ha saputo rinnovare con gusto, passione e tanta umiltà le ricette tradizionali dello Stivale: è la grandezza dei semplici.”

Reale, Castel di Sangro (L’Aquila) Chef Niko Romito: “La cucina “chirurgica” di Niko Romito celebra gli ingredienti estraendone l’essenza e bandendo tutto ciò che di superfluo può offuscare la purezza dei sapori: creazioni solo apparentemente minimaliste. Di fatto, ogni boccone suggella un ricordo che scalfisce con indelebile piacere la memoria.”

Enoteca Pinchiorri, Firenze, Chef Annie Féolde: “La cucina oscilla tra il classico ed il moderno attingendo da entrambi la parte più intrigante: piatti raffinati, ma al tempo stesso concreti in un ambiente lussuoso e cosmopolita. La cantina è assolutamente leggendaria!”

Osteria Francescana, Modena, Chef Massimo Bottura: “Una cucina certamente con una marcia in più: grande equilibrio, capacità di innovare piatti della tradizione grazie ad un approccio critico e non nostalgico, molta attenzione anche alla leggerezza. Insomma, l’Osteria Francescana si riconferma ai vertici della ristorazione del Bel Paese e Bottura, un talento ai fornelli osannato da tutto il mondo.”

La Pergola, Roma, Chef Heinz Beck: “La proverbiale precisione teutonica ha trovato un fedele compagno: il gusto mediterraneo, con il quale dar vita a piatti creativi riprodotti all’infinito senza sbavature. Il tutto, nella magnifica cornice di un panoramico roof garden tra tele pregiate, porcellane di Sèvres e candelabri settecenteschi.”

Le Calandre, Rubano (Padova) Chef Massimiliano Alajmo: “Piatti in continua evoluzione, perché alla sperimentazione Massimiliano ci crede veramente. Ma una cucina anche di grandi equilibri capace quindi di coniugare sapori antichi e gusto contemporaneo in un’armonia che la rende unica ed irripetibile.”