Futuria Motorhome, il super camper di lusso che sembra uno yacht su ruote
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Lungo quasi 15 metri e pesante ben 6,5 tonnellate, il Futuria Motorhome è un bestione dalla forte presenza scenica che sembra ricalcare le forme dei Motorhome utilizzati dalle scuderie di Formula 1. Dopo avervi svelato il Vario Perfect 1200 Platinum, ora tocca allo stupefacente Futuria Motorhome che si presenta appunto come un vero e proprio appartamento di lusso dotato di ogni confort. Inoltre, non manca un vero e proprio “garage” dove alloggiare e quindi trasportare il proprio veicolo, sia essa una citycar che una fuoriserie.Il Futuria Motorhome vanta un tetto abitabile arricchito da una vasca idromassaggioSviluppato come se fosse uno yacht su ruote, il Futuria vanta un tetto abitabile arricchito da una vasca idromassaggio che risulta inglobata nel pavimento di legno teak, il nobile materiale utilizzato sulle imbarcazioni di lusso. L’abbondante spazio che circonda la vasca permette di ospitare barbecue, tavoli e sedie per vivere Party all’aria aperta indimenticabili.All’interno del Motorhome troviamo un grande salone, camere da letto e bagno privatoAll’interno del Motorhome troviamo un grande salone e camere da letto con comodi letti a castello. Non manca un bagno privato e il già citato garage per auto sportive. Per ottenere un’atmosfera indimenticabile, il veicolo è anche dotato di un sistema di illuminazione interna modulabile. A questo si aggiungono un impianto audio da sala concerti, maxi schermi e tanti altri gadget.A causa del suo peso e delle sue abbondanti dimensioni, questo super camper può raggiungere una velocità massima di sole 55 miglia all’ora (meno di 90 km/h). PEr entrare in possesso di questa meraviglia bisogna però spendere 755.000 euro.Non manca un impianto audio da sala concerti, maxi schermi e tanti altri gadget.
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Editoriale
Ma chi sono io??
21 aprile 2025, Papa Francesco ci ha lasciati
Ma chi sono io per parlarne? Per parlare di un Papa non me la sento, ma di Bergoglio come uomo posso tentare, e infatti quando mi hanno avvertito che ci aveva lasciati, il primo aggettivo che mi è nato dal cuore è stato umano, infatti l’ho sempre sentito vicino, come un padre o un fratello.
Ma chi sono io per ricordarlo?
In verità un ricordo mio ce l’ho. Il 12 marzo del 2013, nel baretto di via Ferrucci, a Milano, dove ogni mattina Giuseppe mi aspettava con un caffé lungo ed una brioche scaldata per 10 secondi. Come ogni mattina lì leggevo il Corriere e scambiavo pareri e notizie con l’arguta salumiera e il pretenzioso ingegnere, mentre Giuseppe ai caffé aggiungeva saggezza e cultura che non t’aspettavi. Quella mattina si parlava del futuro Papa che avrebbero eletto l’indomani. “Ci vorrebbe un Francesco, più vicino alla gente e più lontano dal Vaticano…” Non so se le mie parole furono esattamente queste, ma il senso fu preciso: alla Chiesa occorreva un Francesco.
Quando l’indomani Bergoglio annunciò di volversi chiamare Francesco, al baretto mi guardarono con sospetto, da chi potevo averlo saputo ben un giorno prima? Forse qualcuno se lo chiede ancora adesso, ma quella mattina Giuseppe mi preparò un caffé sublime.
Ma chi sono io per continuare a parlarne?
Una cosa, però, voglio ancora dirla, non dimenticheremo questo Papa che ha saputo scendere fra la gente, come ha saputo scendere nelle baraccopoli di Buenos Aires, e nel suo gregge ha saputo accogliere gay e divorziati. E che quando ha sentito che stava per lasciare questo mondo terreno ha voluto spogliarsi di tiara e ingombranti vestimenti papali, per dirigersi verso il mondo dell’anima sulla sua sedia a rotelle con un poncho e normali pantaloni: come un uomo, come Francesco. Indicandoci una strada.
Ma chi sono io?
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