Comincia dal Piemonte il nostro viaggio tra i siti italiani che fanno parte del Patrimonio Unesco. Prima tappa Ivrea, la città utopia di Adriano Olivetti.
Riprendono gli appuntamenti con la nostra rubrica UNESCO con GUSTO. Un viaggio, per ora solo virtuale, ma che vale come suggerimento per organizzare i vostri prossimi weekend, quando si potrà continuare a viaggiare. Cominciamo con il Piemonte, che conta ben cinque siti Patrimonio dell’Umanità: Le Residenze Sabaude, I Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, i siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino, i paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, la città industriale di Ivrea.
Questa settimana andiamo insieme a Ivrea, entrato a fare parte dei siti “Patrimonio dell’Umanità” nel luglio del 2018, diventando il 54° sito UNESCO italiano.
Ricordiamo che l’Italia è, insieme alla Cina, il paese con più siti Patrimonio dell’Umanità, ben 55. Mentre altri 41 hanno presentato la propria candidatura. Celebre per il suo Carnevale con la Battaglia delle Arance, Ivrea è diventata però Patrimonio UNESCO come “Città industriale del XX secolo”, con questa motivazione:
“La città industriale di Ivrea, situata nella regione del Piemonte, si sviluppò come sede della Olivetti, azienda produttrice di macchine per scrivere, calcolatori meccanici e computer. Comprende una grande fabbrica ed edifici progettati per servire l’amministrazione e i servizi sociali, oltre a unità residenziali. Progettato dai maggiori urbanisti e architetti italiani in larga parte tra di anni Trenta e Sessanta, questo insieme architettonico riflette le idee del Movimento Comunità. Ivrea, modello di progetto sociale, esprime una visione moderna delle relazioni tra produzione industriale e architettura”.
Il sogno di Adriano Olivetti
L’unicità di Ivrea “città industriale” consiste nel fatto che la “città industriale”, un complesso armonico di produttività, architettura, urbanistica e funzioni sociali, a differenza di altre realtà “utopistiche” è stata realizzata in concreto. E tutto grazie al genio e al pensiero futuristico di Adriano Olivetti. Il complesso non nacque ex novo, ma per trent’anni, crebbe a pari passo con la modernità, integrandosi perfettamente con il tessuto urbano.
Il fondatore delle Officine Olivetti, Camillo, padre di Adriano, già nel 1908 aveva un’idea in testa: creare non solo un’azienda, ma un progetto sociale, che includeva fabbrica e città, imprenditore e operai. Progetto che fu realizzato a pieno da Adriano Olivetti, che diede vita a una vera e propria “città nella città”.
Il complesso, infatti, si estende per più di 71 ettari e conta 27 tra edifici e complessi architettonici, progettati dai più grandi architetti e urbanisti del Novecento. Gli edifici, tutti di proprietà privata erano destinati alla produzione, ai servizi sociali e residenziali per i dipendenti della Olivetti. Non solo. Adriano Olivetti fondò anche il Movimento Comunità, nel quale promuoveva un modus vivendi in cui lavoro e vita quotidiana, produzione e servizi sociali si fondevano in maniera armonica.
Ivrea, che cosa vedere nella Città Industriale del XX secolo
Nel 2008 la Fondazione Adriano Olivetti ha avviato un grande progetto di valorizzazione dell’area industriale che ha portato alla candidatura a Patrimonio dell’Umanità nel 2012 e al prestigioso riconoscimento nel 2018.
Il percorso di visita si sviluppa attorno all’asse di Corso Jervis, dove hanno sede gli edifici per la produzione e i servizi sociali destinati agli operai e le residenze per questi ultimi e le loro famiglie. Spicca la Centrale Termica, capolavoro razionalista di Edoardo Vittoria del 1959.
La Falegnameria, invece, è stata concepita da Ottavia Cascio nel 1956 recuperando un edificio precedente del 1927.
Tra gli edifici “tecnici” troviamo invece il cosiddetto “Ex Sertec”, sede dei “cervelli” dell’Olivetti da cui partivano i servizi all’edilizia civile e industriale sia in Italia che all’estero, progettato da Ezio Sgrelli nel 1968 secondo un concetto di innovazione e proiezione verso il futuro.
Passando poi agli edifici residenziali, troviamo la bella Casa Popolare di Borgo Olivetti, progettata dagli urbanisti Luigi Figini e Gino Pollini tra il 1939 e il 1941, l’Edificio 18 alloggi, di Marcello Nizzoli e Gian Mario Olivieri, del 1956, e l’Unità Residenziale Ovest, di Roberto Gabetti, Aimaro Oreglia d’Isola e Luciano Re, costruita tra il 1968 e il 1971.
C’è poi l’area destinata ai servizi sociali. Spicca il Centro dei Servizi Sociali, la cui progettazione ha impegnato Figini e Pollini dal 1954 al 1959, e l’Asilo Nido di Borgo Olivetti, per i figli degli operai, con gli interni progettati direttamente dall’Ufficio Tecnico Aziendale. L’edificio con la relativa area giochi viene ancora utilizzato dal Comune di Ivrea per i Servizi all’Infanzia, a dimostrazione della modernità della sua concezione, nel 1939.
Da non perdere una visita al Laboratorio Museo Tecnologic@mente , sempre in via Jervis, dove oltre alla storia della città legata alla famiglia Olivetti si trovano esposti modelli della famose macchine da scrivere, tra cui la celebre Lettera 22 e la Valentine, ma anche calcolatori e i primi PC.
Vale una visita anche il MaAM Museo a Cielo Aperto dell’Architettura Moderna, che si sviluppa lungo un percorso di circa 2 km attorno a via Jervis, sede del quartier generale della Olivetti, con pannelli informativi che illustrano l’evoluzione del design, dell’architettura e dell’urbanistica della città.
Che cosa vedere a Ivrea
Dopo aver visitato la “Città industriale del XX secolo”, anche il centro storico di Ivrea e i suoi dintorni meritano una visita.
Partiamo da Piazza Nazionale, che si trova tra via Palestro e Via Arduino. Da qui si sale lungo una scalinata che conduce al borgo antico, fra i suggestivi vicoli della città alta, dove si tiene il Carnevale Storico di Ivrea con la “battaglia delle arance”.
Qui si trovano anche la bella Cattedrale e, accanto, il Palazzo Vescovile. La prima, dedicata a Santa Maria, ha origini antichissime e il primo nucleo risalirebbe all’età romana. Da vedere al suo interno gli interessanti affreschi nella cripta e le vestigia del Chiostro dei Canonici.
Nella città alta si trova anche il Castello trecentesco, che Giosuè Carducci definì “dalle rosse torri” per le sue grandi torri circolari dal colore carminio.
Spostandosi a sud est dal centro si può fare una passeggiata rilassante dei Giardini Giusiana, un’area verde con ampi spazi attrezzati. Al suo interno si trova anche la Torre Santo Stefano, risalente al 1041.
…scopri nella 2° pagina che cosa mangiare a Ivrea…