Ricette nel mondo Weekend con gusto

“Soul” una parola che ha nutrito musica, cinema e cibo. Incontriamola per un weekend “soul”

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IL MONDO DELL'”ANIMA”
di Cesare Zucca  —

Italian version folled by the English version

SOUL MUSIC
Partiamo da quella musica che affonda le radici nel periodo della schiavitù e nei successivi 100 anni, adottando i ritmi del gospel, del rhythm and blues e del soul jazz.
Verso la fine degli anni ’50 diviene un termine generico per indicare la musica popolare afroamericana, tra cui figurano Aretha Franklin, Stevie Wonder, James Brown, Sam Cooke., Ray Charles, Otis Redding a Marvin  Gaye, soprannominato  “Prince of Soul” 

L’ “anima” è sbarcata anche sul grande schermo: Soul è un film d’animazione del 2020 prodotto da Pixar e dalla Disney. E’ costato oltre 150 milioni di dollari, ha vinto due premi Oscar e racconta la storia di un insegnante di musica che cerca di riunire la sua anima e il suo corpo dopo che sono stati accidentalmente separati, poco prima della sua grande svolta come pianista jazz.Soul to Soul è invece un documentario con la partecipazione di grandi interpreti tra cui Tina Turner, ai quei tempi in coppia con Ike, Wilson Pickett, Roberta Flack e molti altri paladini della soul music.

I gigante Netflix non ha saputo resistere al fascino di questa parole e ha prodotto il film The soul che racconta l’avventura di un procuratore e sua moglie alle prese con un’indagine sulla morte di un uomo d’affari,  che li porterà a scoprire segreti occulti. Grande successo anche per Soul Food, black movie con la bellissima Vanessa Williams, seguito dall’omonina serie televisiva di 5 stagioni ,purtroppo mai distribuita in Italia, speriamo arrivi presto… Il film, ambientato a Chicago rracconta, attraverso gli occhi dell’undicenne Ahmad, le vicende della famiglia Joseph,  che si riunisce per pranzare la domenica ogni settimana, cucinando e servendo in tavola tanto “soul food”

Cosa si intende per “soul food” ?
Il “soul food” ovvero “il cibo dell’anima” si rifà alla cucina tradizionale della comunità africana nel sud degli Stati Uniti. Il termine venne coniato nel 1962 da Amiri Baraka, attivista, poeta e figura di spicco nella lotta alla rivendicazione dei diritti dei cittadini americani di colore.

Rispondendo al diffuso pregiudizio secondo il quale la sua comunità non avesse una cucina caratteristica, Amiri raccolse in un saggio il meglio della cucina afro-americana, specificando che si trattava appunto di una “cucina popolare dell’anima” proveniente direttamente dalle comunità afro-americane del Sud, che utilizzavano ingredienti economici e locali dando vita a una cucina povera ma ricca di sapore.
Nei negozi di libri progressisti iniziarono ad apparire I primi libri di cucina soul  che presto dilagò nelle grandi città, con una clientela sempre più diversificata, riconosciuta e amata a livello nazionale.

Amy Ruth‘s, popolare ristorante sould food in Harlem

Quali sono i piatti più tipici di soul food ?
E’ una cucina piuttosto piccante,ricca di aromi e condimenti, spesso insaporita da maionese o una salsa a base di aceto e peperoncino, oppure  con una miscela di spezie chiamata Cajun.
Contempla l’utilizzo di frattaglie e parti “di scarto” del maiale, di cui viene utilizzata ogni parte, incluso il grasso per friggere o il lardo. Come companatico, vengono serviti panetti di mais, pancake fritti johnnycake o frittelle tonde hush puppies. I contorni variano da un’ampia varietà di fagioli e piselli, a verdure di origine africana, come l’okra e le patate dolci, o quelle americane, come i ” collard grenn”, una specie di cavoli e rape.
Spiccano il pollo fritto, la pancetta di maiale affumicata, i secondi a base di pesce gatto, le costolette di manzo, l’Hoppin’ John (una zuppa fatta con bacon e fagioli dall’occhio nero) e i macaroni & cheese e l’insalata di patate.

Tradizionale piatto soul food: pane di mais, collard greens, maccheroni e formaggio, pollo fritto, patate dolciHarlem, l’anima dell’ “anima”
Il tempio del soul food è Harlem, al bordo di Manhattan, dove, fin dagli anni 60, Sylvia Woods,  la “Regina del Soul Food” aprì il primo ristorante Sylvia’s che serviva  (e continua a  servire) il cibo dell’anima. Nel weekend propone un gospel brunch con musica dal vivo, forse un po’ turistico.Popolarissimi (e buoni) i self service con ricco buffet e atmosfera locale. Si paga a peso. Prezzi popolari. E’ lì che va la gente nera di Harlem.  Il miei preferiti sono Jacob’s e Manna’s 
Seguite la comunità locale e scoprirete Amy Ruth‘s dove si mormora che venga servito il miglior pollo fritto della zona,  Londel’s per un tradizionale brunch buffet: pollo fritto, panetti di grano e collard greens. Nei due Miss Mamie’s Spoonbread, creati dalla leggendaria (e ancora bellissima) Norma Jean Darden, una delle prime top model di colore,  il suo menu propone la cucina del Sud, famosa per il gumbo e i piatti “comfort food” basati sulle ricette di famiglia che ha raccolto nel libro Spoonbread and Strawberry Wine, scritto con sua sorella, Carole.

La strepitosa specialità di Norma è il “Grand Ma banana pudding” il budino della nonna  a base di banane, arricchito da panna montata o, proprio come lo fanno le nonne del Sud, con con strati di crema pasticcera alla vaniglia, biscotti e fette di banane fresche e un tetto di meringa.  Una delizia!
Harlem non è proprio dietro l’angolo… ma ho “rubato” la ricetta originale.
Volete sperimentarla a casa?
Nella prossima pagina troverete la sua magica ricetta

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