OPEN BOX l’arte contemporanea domina i giardini dell’Aventino
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OPEN BOX: l’arte contemporanea domina i giardini dell’Aventino

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Questa settimana il nostro appuntamento con l’arte si sposta nella nostra magnifica capitale. Si tratta questa volta di arte contemporanea in mostra nei giardini dell’Aventino fino al 28 febbraio 2021. La mostra si chiama OPEN BOX ed è a ingresso gratuito. Il progetto espositivo è incentrato sul dialogo tra la scultura contemporanea e gli spazi verdi, e persegue le finalità statutarie dellAssociazione Amici dell’Aventino di custodia e valorizzazione dei luoghi dell’Aventino. Open Box è per altro un progetto pilota che, in questi tempi di “chiusure e clausure”, dà il via alla trasformazione degli spazi verdi dell’Aventino in gallerie d’arte all’aperto. Esse prendono il nome di “open boxes”, e che vogliono dare la possibilità ad artisti di esporre le proprie opere per un periodo limitato in un contesto paesaggistico e storico unico.

OPEN BOX: l’arte contemporanea domina i giardini dell’Aventino
Veduta giardini dell’Aventino, Roma

Foto credits: Roma2pass

 

LA MOSTRA: OPEN BOX

Questa prima edizione propone otto artisti. Tra le mura protette del giardino di Sant’Alessio, Buggiani, Cascella, Monachesi e Santoro si esprimono con materiali duraturi come ferro, acciaio e ceramica. Mentre Cruciani, Fioramanti, Ripandelli e van Wees hanno scelto gli spazi aperti dei giardini Piero Piccioni e di piazza Albina, per le loro istallazioni site-specific e landart.

 

GLI ARTISTI

Dal testo critico di Francesca Perti, presentiamo gli artisti protagonisti della mostra:

Paolo Buggiani, riconosciuto protagonista della street-art internazionale, con l’installazione ESCALATION (2000-2020), un grande uomo che sale una scala vicino ad un serpente che sembrano usciti dal gioco fantasioso di un bambino. Allude ad un’umanità che cerca la propria realizzazione nella ricchezza e dove consumare è la nuova gioia di massa.

Tommaso Cascella. L’opera CIELO è una scultura che traccia con il ferro il suo volume e disegna lo spazio per suggerire l’idea del cosmo. Sono due gli elementi che hanno ispirato Cascella: le cupole di Roma, che sono come volte celesti (quindi cieli), e il campanile dell’Oratorio dei Filippini del Borromini, dove l’architettura si fa solo disegno con il ferro.

OPEN BOX: l’arte contemporanea domina i giardini dell’Aventino
Tommaso Cascella, CIELO

Riccardo Monachesi. BLUE FLUXUS fonde due suggestioni: gli ultimi 15 anni di vita di Sant’Alessio passati sotto una scala del palazzo avito, e il concetto di acqua, che Monachesi realizza attraverso formelle di ceramica smaltata. Crea la propria visione di giardino emendando l’arte ceramica dalla tradizione, elevandola al livello delle realizzazioni scultoree delle fontane rinascimentali.

Ninì Santoro, tra i padri della scultura astratta in Italia, con BOUCLIER, LO SCUDO E LA LANCIA DI ACHILLE (1971) in ferro e acciaio, materiali da sempre prediletti da Santoro, riafferma l’interesse che l’artista ha sempre avuto per gli spunti storici e letterari e sottolinea la sua forza originale, la sua immagine mentale proiettata sulla scultura che solo con il nome diventa realtà.

Mara Van Wees. L’istallazione L’ACQUA CHE NON C’È (2020) colma un vuoto al centro del giardino di Piazza Albina, immaginando una fontana ornata da un moderno mosaico cosmatesco, e come l’invenzione del mosaico riutilizza materiali edili contemporanei, la guaina e il ferro, «e’ minuti rottami rimasi», i materiali scartati dalla costruzione (L. B. Alberti).

Giulia Ripandelli. NASADIYA SUKTA (2017-2018) s‘ispira all’inno vedico, conosciuto come Inno della Creazione, che racconta come l’origine dell’universo sia incomprensibile e misteriosa. l’artista riporta le parole dell’inno, appese ai rami dell’albero, fluidi e leggeri, disposti a trascorrere e a trasformarsi, lanciano al vento il loro messaggio cosmico.

OPEN BOX l’arte contemporanea domina i giardini dell’Aventino
Giulia Ripandelli. NASADIYA SUKTA (2017-2018)

Publia Cruciani, con PRESENZE RIBELLI che potremmo definire una cosmogonia edenica, crea un mondo a parte, dove personaggi dell’antichità ritornano a popolare il colle dell’Aventino: Romolo, Messalina, Poppea, Bruto, Adriano sembrano riapprodare finalmente a casa, perfettamente a loro agio in una Roma post-postmoderna.

Marco Fioramanti. C.R. 42 “FALCO”: “il relitto aereo è un reperto della memoria che esiste nel cimitero dei ricordi”, nello stesso tempo è un atto d’amore e una storia d’amore. Un atto d’amore verso il padre che guidò l’aereo durante la campagna di Grecia e Albania, e una storia d’amore perché, nel subbuglio della guerra, occhi di donna della fazione nemica incontrarono quelli del giovane pilota.

OPEN BOX l’arte contemporanea domina i giardini dell’Aventino
Marco Fioramanti. C.R. 42 “FALCO”