Le Maldive sono una delle destinazioni “da sogno” preferite dai turisti italiani che ne apprezzano il mare cristallino, gli orizzonti infiniti in cui mare e cielo si fondono, i fondali popolati da coralli e pesci multicolori, l’assoluta pace e tranquillità. Nel 2019 sono stati 130 mila i nostri connazionali che hanno scelto l’arcipelago nell’Oceano Indiano per trascorrervi una vacanza, un + 38% rispetto all’anno precedente, grazie alle tariffe abbordabili e ai collegamenti diretti con l’Italia.
Il turismo, infatti, costituisce il 60% del Pil delle Maldive, un paradiso di 26 atolli nati da 1190 isole coralline, di cui 93 occupate da villaggi turistici e resort, disseminate nell’Oceano Indiano, tra lo Sri Lanka e le Seychelles.
La prestigiosa rivista National Geographic le ha poi inserite nelle 25 migliori destinazioni da non perdere nel 2020. Una menzione non di poco conto, poiché nella lista sono inclusi i luoghi del mondo i cui governi si stanno adoperando per promuovere un turismo più sostenibile tra rispetto della natura, impegno culturale, accessibilità economica e benefici sull’economia e sulla comunità locale.
E le Maldive sono state le prime, durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 1987, a sostenere la necessità di affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Le emergenze: l’innalzamento delle acque…
Il territorio delle Maldive è composto per il 99% da acqua, mentre l’altezza delle terre emerse non supera i 2 metri. L’innalzamento degli oceani dovuto all’aumento delle temperature e al conseguente scioglimento dei ghiacci ai poli mette quindi a serio rischio l’esistenza stessa di queste isole, al punto che potremmo vederle sparire, inghiottite dal mare, tra il 2030 e il 2050.
La conformazione delle Maldive potrebbe farle sparire nel giro di pochi decenni
Il rischio maggiore, che renderebbe le Maldive invivibili, sarebbe “l’invasione” delle acque salate dell’oceano nelle falde acquifere potabili degli atolli. Tuttavia, anche operazioni come la costruzione di barriere e terrapieni artificiali per arginare l’avanzata delle acque, oltre che molto costosi, si sono rivelate rischiose per il delicato equilibrio della flora, della fauna e delle barriere coralline.
…e lo smaltimento dei rifiuti
Un’ altra emergenza è rappresentata dai rifiuti e dal loro smaltimento. Per avere un’idea della portata del problema, basti pensare che i 10 mila turisti che arrivano alle Maldive ogni settimana producono 3,5 kg di rifiuti al giorno, che si sommano a quelli prodotti dai 142 mila abitanti, circa 330 tonnellate di spazzatura al giorno.
Rifiuti galleggiante sull’isola discarica di Thilafushi
Questo enorme quantitativo, che negli ultimi decenni comprende anche materiale molto inquinante, composto dai rifiuti tecnologici, confluisce sull’isola di Thilafushi, di fatto una grande discarica galleggiante istituita dal governo maldiviano nel 1991, a soli 8 km dalla capitale Malé.
L’isola di Thilafushi adibita a discarica
Lunga 7 km e larga 200 metri, Thilafushi si estende per circa 50 ettari, ma cresce di anno in anno proprio alimentata dai rifiuti. E il rischio è che l’innalzamento delle acque finisca per “portare via” i rifiuti più vicino alla costa, con conseguente contaminazione delle acque e di agenti inquinanti nella catena alimentare del delicato ecosistema della barriera corallina.
Un bambino maldiviano cerca materiale riciclabile tra i rifiuti galleggianti
Le soluzioni: barriere naturali, educazione ambientale e coinvolgimento della popolazione locale
Per arginare l’innalzamento delle acque è sceso in campo anche il MIT (Massachusetts Institute of Tecnhology) di Boston che, insieme a Invena, l’organizzazione maldiviana per la tutela delle isole, ha progettato un sistema di strutture subacquee naturali per creare una barriera in punti strategici.
Il progetto del MIT per creare barriere naturali
Le strutture, posizionate in punti strategici e adattabili ai cambiamenti stagionali e alla direzione delle tempeste, sfruttano il movimento delle onde per accumulare sabbia drenandola dal fondo marino e di fatto ricostruire le coste “mangiate” dalle acque. Nei mesi scorsi è stato posizionato il primo avamposto sperimentale e, se i risultati saranno quelli attesi, si potrà estendere il progetto alle altre isole del mondo minacciate dall’innalzamento del livello del mare.
Gli studiosi del MIT posizionano una barriera mobile
Sul fronte dei rifiuti, invece, si sta mettendo in atto una vera e propria campagna di educazione ambientale che coinvolge le scuole, la popolazione locale, gli operatori turistici e gli stessi ospiti. Tra le azioni del governo anche l’obiettivo “plastic free” entro il 2025, una sempre minore dipendenza dal carbon fossile per ridurre le emissioni inquinanti, il potenziamento della raccolta differenziata e accordi con l’India per il trasposto di una parte di rifiuti da smaltire in cambio di accordi commerciali.
Turisti e maldiviani impegnati nel recupero dei rifiuti sulle spiagge
IL TURISMO DELLE MALDIVE
Infine, un altro aspetto non meno importante, è quello che, negli ultimi dieci anni, ha visto coinvolgere nel sistema turistico la comunità locale, con l’apertura di circa 500 guest house gestite da maldiviani. Questo consente non solo una maggiore ricaduta economica sulla popolazione, ma anche la possibilità, per i visitatori, di conoscere e “vivere” le isole in maniera più autentica, nell’’ottica del rispetto e della conoscenza reciproca.
Campagna di educazione ambientale in una scuola
Alla luce di quanto scritto, quindi, se non ci siete ancora stati, o desiderate ritornare alle Maldive, vi invitiamo a visitarle in maniera consapevole, augurandoci che tutto quanto si sta mettendo in atto per proteggerle serva per preservarle dai cambiamenti climatici e dalla mano dell’uomo.
Malè, una metropoli nell’Oceano
Tutti i voli internazionali atterrano a Malè, la capitale delle Maldive. Vi consigliamo di fermarvi qualche giorno prima di raggiungere la vostra destinazione finale, per ammirare questa metropoli ricca di contrasti.
Veduta aerea di Malé, la capitale delle Maldive occupa un’intera isola
Malè, infatti, è l’unica capitale al mondo ad occupare un’intera isola. La visuale che offre a chi arriva qui, via mare o in aereo, è quella di una moderna metropoli, in cui vivono circa 80.000 persone. Il panorama eterogeneo si compone di decine di palazzi a più piani e dai vivaci colori pastello, che contrastano con le costruzioni bianche e grigie dei palazzi governativi che si affacciano sul lungomare.
Grattacieli e case galleggianti a Malé
La città è divisa in quattro quartieri: la zona dei palazzi amministrativi e governativi (Henveiru), la zona residenziale (Galolhu),la zona centrale in cui si concentrano i negozi (Machangolhi) e la zona del porto e dei cantieri navali (Maafannu). Tutte le strade, dalle più grandi, chiamate magu, alle secondarie, higun, fino ai vicoli, gohali sono pavimentate con mattonelle di pietra grigia.
Una strada della capitale maldiviana
La Boduthakurufannu Magu è la strada che costeggia l’isola sul lato di nord-est e separa il porto in cui approdano i dhoni dai palazzi governativi, dalle banche e dai ministeri. Costeggia la Jumhooree Maidan, la piazza più grande della città; poco distante, si possono vedere i dhoni da pesca allineati ed i banchetti del mercato del pesce. La strada è affollata di commercianti ed acquirenti, che fanno la spola tra i depositi ed il mercato.
Mercato del pesce a Malé
I MERCATI LOCALI DI MALÉ
Accanto al mercato del pesce si può passeggiare tra le bancarelle di un curioso mercato degli oggetti usati e del mercato ortofrutticolo, sulle quali si possono trovare succosi frutti esotici, polpose banane e saporite papaye. Insieme alla frutta sui banchi si trovano anche le spezie per insaporire i cibi, inclusi gli ingredienti per il caratteristico “chewingum” maldiviano: foglie verdi, fettine di noce moscata, tabacco, chiodi di garofano e calce di corallo.
Uno dei tanti mercati locali a Malé
Parallela a Boduthakurufannu Magu, Medhuziyaarai Magu è la strada che offre le più importanti testimonianze storiche. Tra queste, la Grande Moschea del Venerdì, in grado di ospitare, sotto alla sua cupola dorata, oltre 5000 fedeli in preghiera. Il minareto sovrasta il Centro Islamico, inaugurato nel 1984 e costruito per diffondere la cultura musulmana.
Il Centro Islamico di Malé con il minareto
Poco distante, Sultan Park è un piccolo giardino ben curato, residuo di un ben più grande e rigoglioso giardino del sultano, su cui si affaccia il Museo Nazionale. L’antica moschea di Hukuru Miskiiy, che si incontra proseguendo verso est, è costruita con blocchi di corallo e racchiude importanti testimonianze della conversione delle Maldive all’Islam.
L’antica moschea di Hukuru Miskiiy
Accanto alla moschea spicca un piccolo minareto dalle vivaci decorazioni blu e verdi e l’antico palazzo del sultano, il Muleeaage, sede, fino al 2001, degli uffici presidenziali.
Il Muleeaage, l’antico palazzo del sultano
Destinazione…Dhigufinolhu
Qualunque sia l’isola in cui trascorrerete le vostre vacanze, in un resort o in un a guest house, vi invitiamo a tenere sempre in mente la fragilità di questi meravigliosi paesaggi. Ogni piccolo gesto, infatti, può fare la differenza.
Noi abbiamo scelto Dhigufinolhu nell’atollo di Malè Sud, raggiungibile dalla capitale in 45 minuti di aliscafo. Dhigufinolhu è una lingua di sabbia al centro di una laguna. La sua conformazione naturale la rende un luogo ideale per una vacanza rilassante e sportiva al tempo stesso.
Qui basta una maschera ed un paio di pinne per immergersi nell’affascinante natura del reef che offre anche ai meno esperti la visione sublime di pareti di corallo alte decine di metri, in cui dimorano migliaia di esseri viventi, dalle tartarughe alle mante, dalle murene ai piccoli squali.
A pelo d’acqua, i coloratissimi pesci angelo, i pesci farfalla, i pesci chirurgo ed i peschi balestra sono incuriositi dalla presenza umana e si avvicinano senza timore. Il tutto in una caleidoscopica cornice di gorgonie, coralli e spugne.
Da Bodu Huraa a Veligandu
Una bella escursione è quella alla vicina isola di Bodu Huraa, collegata a Dhigufinolhu da pontili sospesi a pelo d’acqua. Passeggiare sospesi tra due tonalità di azzurro, quella cristallina e trasparente del mare e quella intensa del cielo privo di nuvole, trasmette la sensazione di essere sospesi in una dimensione senza spazio e senza tempo.
Compagni irresistibili del soggiorno a Budu Huraa i delfini sono soliti accompagnare le giornate dei villeggianti affiancando i dhoni, le caratteristiche imbarcazione locali, che trasportano i sub nei punti di immersione. I loro spruzzi giocosi allietano il paesaggio dell’orizzonte, mentre i loro inconfondibili fischi di richiamo si possono udire anche sott’acqua.
Da Bodu Huraa si può poi raggiungere Veligandu Huraa, un piccolo gioiello situata al centro delle altre due isole. Il suo nome, in lingua dhivehi, significa “striscia di sabbia”, un appellativo che ben caratterizza le sue dimensioni ridotte e le sue spiagge bianche e preziose, circondate da una vegetazione lussureggiante.
Oltre allo splendido mare e alle spiagge bianchissime, al centro dell’isola, a pochi passi dalla spiaggia, si può vedere una piccola moschea, fulcro religioso dei locali.
Viaggiatori indipendenti, istruzioni per l’uso
Di solito chi si reca alle Maldive prenota un soggiorno all inclusive. I viaggiatori indipendenti o chi desidera visitare autonomamente le isole può incontrare qualche difficoltà legata ai trasporti oppure ai permessi.
Le isole abitate dalla popolazione maldiviana infatti sono nettamente distinte dagli atolli a esclusivo uso turistico. Ai turisti è permesso sbarcare su un’isola abitata da maldiviani solo dopo aver richiesto un permesso al Ministero dell’amministrazione degli Atolli e dopo il nulla osta del Bodu Katibu, il capo villaggio nominato dal governo, o, in sua assenza, del suo vice, il Kuda Katibu.
In ogni caso, è necessario essere sempre accompagnati da una guida del posto e rispettare le tradizioni religiose, tra cui il divieto di consumare alcool o carne di maiale e di indossare bikini solo in barca o sulle spiagge isolate.
Da Holhudhoo a Fehendhoo
L’opportunità di visitare un villaggio maldiviano è data proprio dall’apertura delle guest house gestite da locali. Tra queste c’è l’Ocean Village, una delle prime, che si trova sull’isola di Holhudhoo, nell’atollo settentrionale di Noonu.
L’isola è abitata da circa 2000 maldiviani ed è possibile ammirare le case dei locali dai colori pastello, sulle quali spicca il minareto turchese della moschea e un piccolo supermercato che vende prodotti locali. Ai lati delle strade, al posto delle panchine, ci sono invece le joali fathi, poltrone-amache da cui godere della vista dell’oceano.
Un’altra bella meta, o escursione, è quella all’isola di Fehendhoo, sull’atollo di Baa, che si raggiunge in un paio di ore di traghetto da Malé. L’isola è inclusa nella Riserva della Biosfera UNESCO ed è un paradiso per gli amanti di snorkeling e immersioni per la sua ricca biodiversità.
Lungo la barriera corallina, infatti, c’è uno dei manta point più rinomati per l’osservazione delle mante, ma anche di squali balena.
Qui si trova la guest house White Lagoon le cui sistemazioni possono sembrare piuttosto spartane rispetto al lusso dei grandi resort, ma la possibilità di socializzare con i maldiviani e, magari, osservare i pescatori che tirano a riva le loro reti o giocano a dadi al tramonto è impagabile.
Ogni isola, poi, è dotata di un approdo per i dhoni, le caratteristiche imbarcazioni maldiviane, piccoli cantieri per la loro costruzione e tettoie dove lavorare il pesce appena pescato.
COME ARRIVARE ALLE MALDIVE
Non è difficile trovare un volo diretto tra l’Italia e le Maldive, anche attraverso portali come edreams e skyscanner che mettono a confronto le varie compagnie e tariffe. Per esempio, volano da Roma e Milano a Malé Alitalia (www.alitalia.com), Air Italy (www.airitaly.com), Neos (www.neosair.com).
DOVE DORMIRE ALLE MALDIVE
*Anantara Dhigu Maldives Resort*****, Dhigufinolhu (Dhigu Island), Maldive, tel + 960 664 4111, www.anantara.com/en/dhigu-maldives. Il resort è circondato da lingue di sabbia bianchissima ed è collegato da ponteggi ai villaggi di Bodu Huraa e Veligandhu Huraa. Ottima cucina internazionale con servizio a buffet.
*Ocean village Maldives Holhudhoo, Boduthakurufaanu Magu, Holhudhoo, Maldive, tel + 960 999 6892, www.oceanvillagemaldives.com Bella e moderna guest house su un’isola privata, circondata da acque cristalline e foresta rigogliosa. Ottimo punto di osservazione di mante e delfini.
*White Lagoon, Miskithdhoshuge Mai Magu Fehendhoo, Baa Atoll, tel +960 777 6893, www.whitelagoonmaldives.com. Bella guest house arredata in modo semplice, a pochi passi dalla spiaggia con possibilità di escursioni e attività sportive.
DOVE MANGIARE ALLE MALDIVE
*Sea House Café, Dhathuruvehi 3, Boduthakurufaanu Magu, Malé, tel + 960 333 2957, www.seahousemaldives.com. Nelle vicinanze dell’aeroporto, è aperto 24 h su 24 per colazioni, pranzi, cene e spuntini. Con formula a buffet, cibo di qualità a buon prezzo.
*Thai Wok Restaurant, Ameer Ahmed Magu, Malè, tel. +960 310 007, www.facebook.com/ThaiWokRestuarants/ . Ristorante thailandese tra i migliori della capitale. Da provare la zuppa Tom Yum, l’insalata di papaya, il mango con riso e il kangkung di manzo.