Ricette di viaggio Weekend con gusto

CARNEVALE IN BASILICATA: MASCHERE. FOLLIA, I SAPORI DELLA TRADIZIONE

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di Cesare Zucca —


Alberi viventi, diavoli danzanti e maschere cornute: benvenuti nel mondo horror dell’universo fantastico del Carnevale lucano

Smoderatezza, esagerazione, intemperanza, da secoli in quell’unica occasione annuale vi era permesso di lasciarsi andare senza freni inibitori… Il Carnevale, sfrenata kermesse annuale, le cui origini vanno ricercate nella religione pagana, nei Saturnali della Roma antica e nelle feste dionisiache della classicità greca.
Da secoli la kermesse si rinnova nella terra della Basilicata, tra le proviince di Potenza e Matera, dove i dove i nove comuni che.costiuiscono la “Rete dei Carnevali con valenza antropologica e culturale”. fanno rivivere lo stretto legame tra popolazione e risorse paesaggistiche e naturalistiche, attraverso coloratissimi travestimenti si rivivranno le più suggestive e antiche tradizioni lucane, arcaiche e contadine.
Un ottimo motivo per una tappa in quelle terre e incontrare figure allegoriche, dall’aspetto grottesco. Dall’all’Orso (Urs) e la Quaresima (Quaremma) ai Rumit, alberi che camminano, a diavoli che ballano in piazza, mentre paventose maschere bussano alla porta per chiedere cibo al suono cupo dei campanacci
San Mauro Forte
Le feste sono state aperte da un suono cupo e assordante che si propaga lungo le strade e i vicoli, fino alla torre normanna, in un’atmosfera misteriosa; sono i campanacci “maschi” e “femmine” che invocano la fecondità , incoraggiano la buona riuscita del raccolta e allontanano il male.
Teana
Istinto, curiosità, umorismo: Il Carnevale di Teana è rappresentato dall’”Orso”, una delle maschere più seguite , mentre in paizza viene ambientato il “processo”, parodia della “Passione di Gesù”.
Satriano
Un Carnevale green vi trascinera nella “Foresta che cammina” dove gli alberi diventano uomini e gli uomini: una foresta umana, celebrando non solo un rito antichissimo, ma infondendo anche un attualissimo messaggio green.
Cirigliano
Si festeggiano le 4 stagioni dove Pulcinella e maschere declamano versi della tradizione orale locale, che omaggiano i frutti della terra e la primavera. “I mesi dell’anno” e “le quattro stagioni” scortano in processione la bara del Signor “Carnevale”, fino al momento di massimo climax, dove verrà arso su un falò.
Lavello
Let’s party! Tutti coinvolti nei tipici “Festini” dove si balla fino al mattino con il Domino, la maschera caratterizzata dalla lunga tunica in raso rosso.
Tricarico
Comune capofila che ha proposto di condividere con gli altri comuni lucani un cammino condiviso che punta al coordinamento dei singoli percorsi. Non stupitevi di essere circondati da una mandria di “tori” e “mucche” dal look davvero suggestivo: cappellaccio nero coperto da un foulard e un velo bianco, decorato con nastri multicolori fino alle caviglie.
Aliano
Questo minuscolo villaggio nella provincia di Matera, insignito del riconoscimento di Parchi Letterari Italiani e’ senza dubbio uno degli scenarii più magici della Basilicata. Tra paesaggi argillosi, caratterizzato da specie di canyon, chiamati calanchi si aggirano maschere “cornute” e maligne, fatte di cartapesta e dotate di corna enormi e nasi pendenti. Sono indossate dagli uomini del villaggio, che sfoggiano fantasmagorici cappelli di stelle filanti, e pantaloni adornati da campanacci, mentre marciano lungo la strada principale, muovendosi al suono di fisarmoniche e cupa-cupa e lanciando generose manciate di farina. Non vestitevi di nero…
Stigliano
Alziamo i calici! Siete tutti invitati dal “Pagliaccio” con in mano un fiasco di vino e il cupa cupa, simbolo del contatto mai spezzato con il passato.
Montescaglioso
Ci regala due celebrazioni: il “Carnevale Montese”. con imponenti carri allegorici e il “Carnevale Tradizionale” del Martedi Grasso, capitanato da una famglia alquanto bizzarra: il Signor Carnevalone, personaggio dalla una doppia faccia e doppia anima al suo fianco , la tenebrosa moglie “Quaremma” che regge il pupazzo in fasce “Carnevalicchio” e “U’ Fus’”, una sorta di “Parca romana” che tesse i fili del Destino… altro che gli Addams….
A queste feste “storiche” ogni comune lucano ama celebrare il proprio “Signor Carnevale”.che nei comuni di 
Armento, Pietrapertosa, Picerno e Tursi viene condotto al rogo. .A Oppido la tradizione voleva che gli abitanti rappresentassero i braccianti agricoli e il loro lavoro dei campi.A Trecchina la “cupa – cupa” porta il ritmo delle rime del “Contacronze”, vestito con cappellaccio scuro e giubba dei pastori. Tra i vicoli si svolge il corteo di Pomarico, capitanato da Pulcinella e la moglie Zeza, che viene beffata con canzoni non proprio gentili mentre a Accettura campanacci, zampogne e ciaramelle accompagnano la festa di S. Antuono.

Vi è venuta una fame “diabolica”?
Il Carnevale della Basilicata porta a tavola piatti semplici che rispettano la tradizione culinaria lucana, dai gustosi salumi, alle abbondanti zuppe di verdure fresche, all’agnello, alla polenta chiamata anche “frascatala” con sugo di salsiccia e pezzi di pancetta, ai calzoni ripieni di zucchero e ricotta, conditi con sugo di maiale, alle strascinate ai ferricelli, e i cavatelli,.spolverati da mollica di pane sfritta e “conzata “ con polvere di peperone.
A Carnevale si preparano le polpette di pane, pauppett, cuculicchie, cocole, rummuledd’, con aggiunta di patate, pecorino, salsiccia e soppressata, in alcune case arricchite di uva passita.

i tradizionali “strascinati” con funghi e peperone crusco

Non chiamatelo peperoncino!
Lo chiamano “Appuntito”, Tronco” e “Uncino”, viene piantato tra febbraio e marzo e raccolton in agosto. Assomiglia proprio ad un peperoncino ma è dolce, sottile  adatto a essere essiccato. Ricco di vitamine A, E, C, K , insomma un gustoso toccasana !
E’ protagonista assoluto di un piatto tipico lucano: fritto in olio bollente e salato diventano “crusco”, cioè croccanti (Zafaran’ Crusk), e accompagna molto bene la pasta (Rasccatell cu Zifft), carni rosse e baccalà ma anche formaggi e verdure fresche come fave o insalate. Con l’olio di frittura poi ci si condisce lo stoccafisso locale ma anche le uova fritte, all’occhio di bue o strapazzate, a cui si può aggiungere la sausizz (salsiccia).
Il migliore peperone crusco ?
Beh, io sono un “crusco maniac”,  l’ho gustato in tante localitò e in mille ricette, ma devo dire che , secondo me, il vero “re crusco” è quello IGP di Senise, località vicina a Teana.
Di colore rosso intenso e dal sapore dolce, ha una polpa sottile, viene raccolto i primi di agosto e viene disposto per qualche giorno su teli di stoffa in un luogo buio e asciutto. Successivamente, i peperoni vengono legati con uno spago a formare delle collane note come serte (o nserte), dalle dimensioni che possono raggiungere anche 2 metri di lunghezza.
Come da tradizione, le serte vengono appese ai balconi e all’interno di serre o locali areati per la corretta essiccazione dei peperoni. Può essere ridotto in polvere come fosse una spezia con la quale arricchire di gusto, profumo e colore impasti di focacce, pizze, paste e salumi o in alternativa può essere fritto e diventare crusco ovvero croccante, La produzione di peperone crusco è il fiore all’occhiello  dell’ Agricola Libone nei pressi di Teana, anche in versione bio e ultimamente riscoperto dagli chef in combinazioni dolci, abbinato al cioccolato.

Curiosi di sperimentare un piatto al crusco?
Ecco una ricetta tradizionale: patate e peperoni cruschi
Ingredienti per 4 persone
800 g di patate
100 g di peperoni di Senise IGP essiccati
olio extra vergine di oliva
sale
Procedimento
Fate bollire le patate in acqua salata per 10 minuti. Scolatele, sbucciatele, tagliatele a fettine spesse 5 mm e tenetele da parte. Nel frattempo pulite i peperoni, eliminate i semi e il picciolo. Mettete in una padella due cucchiai di olio extra vergine di oliva e friggetevi i peperoni per pochi secondi o fino a che non assumeranno un colore rosso acceso. Scolateli su carta assorbente per fritti e tenete da parte. Nella stessa padella in cui avete cotto i peperoni cruschi versate anche la patate e fate cuocere fino a che non saranno ben dorate. Aggiustate di sale e aggiungete i peperoni cruschi ridotti a pezzi grossolani. Saltate il tutto per un paio di minuti e servite subito.
DOLCI MOMENTI IERI E OGGI
A conclusione della grande abbuffata di Carnevale, non può mancare una nota dolce. Immancabili a fine pasto gustatevi i taralli al naspro aromatizzati all’anice, ricoperti da una glassa di zucchero e le celebri chiacchiere, aromatizzate con liquore, fritte imbiancate di zucchero a velo. Tradizione e attualità. tipico delle festivita è lo storico sanguinaccio: una mousse originariamente composta da sangue di maiale cioccolato, mandorle tostate e tritate, cannella, latte e scorza di limone. Oggi l’utilizzo del sangue di maiale è vietato, ma è pur sempre una squisitezza…

INFO
Carnevale della Basilicata fino al Martedi Grasso del 13 febbraio
www.basilicataturistica.it
www.aptbasilicata.it

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’