Weekend Italy

A Rieti un’anima green al centro dell’Italia

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Di Raffaele d’Argenzio

Da tempo mi aveva incuriosito quella protuberanza anomala che dal Lazio sborda fino ad Amatrice, incuneandosi nell’Appennino abruzzese: la provincia di Rieti. Non capivo, ma dopo esserci venuto ho saputo che questa provincia è stata formata d’imperio nel 1927 dall’amministrazione fascista, quindi neppure cento anni fa, togliendo un pezzo all’Umbria, un pezzo all’Abruzzo e un pezzettino alle Marche.

Una provincia nata con la forza che ancora adesso è un cocktail in cui gli elementi non si sono amalgamati, in cui gli ex abruzzesi si sentono legati all’Aquila, gli ex umbri a Terni, continuando ad averle come punto di riferimento. E molti, per le loro esigenze, vanno ad Ascoli Piceno, nelle Marche. Quasi come se non ci sia un’anima comune. E forse proprio per questo mi ha interessato il progetto “Anima Reatina”, ideato da Diego Di Paolo, un progetto turistico territoriale che ha unito tante realtà della provincia reatina proprio per cercare quest’anima comune.

Escursionisti sul Cammino di Francesco

L’ho cercata anche io sul Cammino di Francesco, che attraversa la provincia reatina e arriva fino a Roma, passando per il Santuario di Fonte Colombo, luogo dove San Francesco scrisse la regola del suo ordine. È su questo cammino che ho incontrato un giovane gigante biondo americano. Abbiamo fatto qualche passo insieme e poi con un saluto mi ha lasciato: camminava con una marcia troppo veloce per me. Arrivava dalla lontanissima New York, oltre l’Oceano Atlantico. Perché? In America ce ne sono di sentieri su cui camminare. Perché arrivare fin qui? Forse anche lui cercava l’anima reatina? (O forse cercava semplicemente la sua di anima?)

Cappella di San Francesco e, a destra, le indicazioni per il Cammino di Francesco

Credo che in questa provincia, imposta con la prepotenza unendo genti e passati diversi, oggi ci sia davvero un’anima, formatasi fra queste verdi valli dominate dal massiccio del Terminillo, ed è un’anima green ed autentica, nata sul cammino della storia e della spiritualità.

 Alla ricerca dell’autenticità: Labro, il paese di pietra.

La ricerca è anche quella di trovare qualità e autenticità per i nostri weekend premium. Prima tappa è il borgo medievale di Labro, Bandiera Arancione del Touring, al confine con l’Umbria e vicino a Poggio Bustone, il paese natale di Lucio Battisti. Definito “il paese di pietra”, Labro custodisce la sua storia millenaria di rocca a guardia degli antichi confini fra le terre umbre e reatine. Fu costruito nel 956 dalla famiglia Nobili Vitelleschi, le cui origini pare siano longobarde.  La visita guidata al castello, del X-XVI, è condotta personalmente dalle sublimi sorelle Giacinta e Francesca Nobili Vitelleschi (tel. 333 4023312). Labro è anche uno dei comuni scelti da Astronomitaly che esplora i migliori cieli stellati e dove si può vivere l’esperienza di contemplare le stelle. Fabrizio Marra è Founder & Business Developer.

Leonessa, roccaforte angioina

Leonessa, città “abruzzese” fino al 1927, è Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Sorge a 974 metri d’altezza, alle pendici del Terminillo, su un vasto altopiano appenninico. Fu fondata da Carlo I D’Angiò nel 1278, intorno all’antico castello di Ripa di Corno. La Torre Angioina è il simbolo del paese. In una posizione leggermente sopraelevata, si trova la Chiesa parrocchiale di San Pietro (XIII-XIV secolo), la cui pietra esterna del portale a tutto sesto è chiamata “pietra mortadella” per via della sua colorazione rosa e bianca.

Panorama di Leonessa con la Torre Angioina

L’interno della Chiesa è barocco. Sulla piazza, verso l’Abruzzo, si apre Porta Aquilana, di epoca medievale e ben conservata. Da qui parte il nuovo cammino di San Giuseppe da Leonessa, di circa 164 km. È un periplo, parte e torna a Leonessa. La città è nota per il “Palio del velluto”, che si celebra nel mese di giugno, e per la Sagra della Patata in ottobre. Tra i prodotti tipici, il faricello, una zuppa a base di farro, insaporita con pezzetti di carne di maiale.

Loggia di Leonessa

Antrodoco, gioiello medievale

Antrodoco, sulla via Salaria, è un paese medievale, noto per i suoi prelibati Marroni Antrodocani. All’ingresso una lapide ricorda la città come scenario della prima battaglia risorgimentale italiana del 1821, in cui Guglielmo Pepe combattè per la Repubblica Napoletana. Da vedere la chiesa Santa Maria Extra Moenia, chiesa romanica dalla facciata semplice e lineare e il vicino Battistero, un unicum nella zona per la pianta esagonale.  Le strade sono impreziosite da opere di street art di validi artisti, e da negozi pieni di vita e di novità.

Contigliano e la sua Collegiata

Contigliano. Il borgo isolato e ben tenuto, a soli 7 km dal capoluogo, nella Valle Santa reatina, è solcato dal Cammino di Francesco. La Collegiata è la chiesa che nessuno si aspetta in un così piccolo borgo. L’altare maggiore è dominato dal quadro del pittore reatino Filippo Zucchetti del 1710: San Michele Arcangelo – patrono di Contigliano – è messo al centro tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre. Di fronte un bellissimo organo del 1748. L’assalto al Castello è la rievocazione storica dell’assalto subìto nel 1501 dalla soldataglia di Vitellozzo Vitelli, che ogni anno si rinnova, dal 3 al 7 agosto,  con spettacoli e musiche.

I Cammini

Questa zona racchiude la più alta concentrazione di cammini del Centro Italia, come il Cammino di Francesco, con i quattro Santuari di Poggio Bustone, La Foresta, Fonte Colombo e Greccio di cui nel 2023 si sono festeggiati gli 800 anni dal primo Presepe Vivente qui creato da San Francesco. In totale quattro santuari disposti in modo da formare un’enorme croce, da cui trae origine l’appellativo di Valle Santa.  Tra gli altri Cammini, quello di San Benedetto, quello dei Briganti, il sentiero europeo E1, passando per il Cammino di San Pietro Eremita e quello delle Terre Mutate.  Da fine maggio, anche il Cammino di San Giuseppe da Leonessa, il frate cappuccino Eufranio Desideri, diventato santo.

Fonte Colombo

Nel Cammino di Francesco, il Santuario di Fonte Colombo, adagiato su un costone del monte Rainiero, a circa 549 metri, è un luogo intriso di spiritualità, il cui nome sarebbe stato indicato dallo stesso San Francesco, per la presenza di una fonte di acqua limpida alla quale si abbeveravano piccole colombe. San Francesco vi trovò una piccola cappella detta della Maddalena, dove si ritirava per le sue meditazioni. All’interno della cappellina si può vedere l’incisione del Tau, segno biblico di redenzione che divenne il sigillo della sua presenza, attribuito alla mano del Santo, uno dei pochi ancora oggi perfettamente conservato.

San Francesco scelse questo luogo, nel settembre nel 1223, per dedicarsi al digiuno e alla preghiera, insieme a Frate Leone e Bonizio da Bologna. Dopo avervi dimorato per quaranta giorni dettò la Regola dei Frati Minori (detta “regola bollata”), che fu approvata da Papa Onorio III il 29 novembre 1223, e che è tuttora valida. Visibile e visitabile, è il “sacro speco”, l’antro aperto sul fianco di una voragine naturale, dove il santo dettò la regola e sulla quale è stato costruito l’oratorio di San Michele. E qui può capitare davvero di trovarla l’anima reatina, e anche la propria.

Eccellenze di gusto

Il gusto. La gastronomia occupa un posto di rilievo nel progetto di Anima Reatina, che va dai piatti tipici tradizionali alla cucina stellata. Tra le tipicità: la Castagna rossa del Cicolano (sapore delicato e dolce, dalla forma tondeggiante) e il Marrone antrodocano – utilizzati in ricette dolci, come il castagnaccio, e salate come i ravioli o gli gnocchi di castagne. Pregiata pure la Patata di Leonessa.

Ovunque piatti di tradizione contadina spesso rivisitati ma sempre con ingredienti naturali. E non può mancare l’olio extravergine d’oliva, a marchio Dop. Già i Romani erano dei grandi consumatori: circa 30 litri a persona. Veniva usato anche per l’illuminazione di Roma, per le liturgie e per alcuni medicinali (il medico Galeno lo descriveva come un medicamento dagli effetti miracolosi).

DOVE DORMIRE

Hotel Quattro Stagioni a Rieti

Agriturismo Tenuta Due Laghi in Località Campigliano (Rivodutri)

Il germano reale, l’airone cenerino, l’upupa – specie di volatili che popolano la riserva – sono alcuni nomi delle 7 stanze della Tenuta due Laghi, dalle cui finestre si gode il panorama sull’intera pianura reatina, offrendo una veduta a trecentosessanta gradi sui laghi della riserva, sul monte Terminillo, sui quattro Santuari Francescani e sulla città di Rieti.

B&B Lago Secco Country House a Illica (frazione del comune di Accumoli)

Ospitalità in strutture mobili e indipendenti. Durante il soggiorno, si organizzano show cooking.

La Corte Abbazia a Micigliano

Ricavata all’interno di un monastero, pare fondato nella prima metà del X secolo dai Benedettini, si affaccia tra la via Salaria e il fiume Velino. Le camere sono per la maggior parte ricavate dalle antiche celle dei monaci, o dalla foresteria del convento, e sono l’una diversa dall’altra: mensole e nicchiette, armadi a muro, vestiboli e feritoie. Anche location per matrimoni.

DOVE MANGIARE

Ristorante Bistrot Radici, a Labro

Tra i primi: risotto alle erbe spontanee mantecato con brie di pecora e limone; cappellacci ai carciofi con zabaione salato e guanciale croccante; tortelloni al capretto con salsa di zafferano e gocce di finocchietto. Lo chef e patron è Marco Mattetti che con il progetto Radici si occupa anche di insegnare la cucina alle persone con disabilità.

Lo chef Marco Mattetti e l’ingresso del ristorante Radici

Dudas Epicuroteca a Rieti

A pochi metri dalla targa che ricorda Rieti come L’ombelico d’Italia. Salumi ricercati e carni alla griglia. (Tel. 366 722 9017)

Due piatti del ricco menù del Dudas

Osteria Le tre Porte a Rieti

Cucina legata strettamente ai prodotti agricoli di piccoli produttori locali. Da assaggiare i Pizzicotti, gnocchetti di pasta lievitata conditi con un sugo semplice di pomodoro, aglio olio e peperoncino.

Ristorante stellato Michelin “La Trota” a Rivodutri

A pochi metri dalle Sorgenti di Santa Susanna. Nel menù spazio ai pesci d’acqua dolce perché le acque lacustri, fluviali e sorgive caratterizzano da secoli questo territorio.

Ristorante “Delicato” a Contigliano

In un antico palazzo, proprio nel cuore del borgo storico, vi è il regno di Carlotta Delicato, chef e volto noto del programma Rai “È sempre mezzogiorno”.

SHOPPING ED ESPERIENZE

Birrificio artigianale Alta Quota a Cittareale, nato da un’idea di Claudio Lorenzini. Organizzano anche visite guidate e degustazioni (info@birraaltaquota.it). Tra le proposte: Omid con farro, Tiberia con sedano bianco di Sperlonga e Chicano con peperoncino Rocoto.

INFO

www.animareatina.it