Weekend Green

La Verde Irpinia a 35 anni dal terremoto la rinascita

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A trentacinque anni dalla tragedia che sconvolse queste verdi terre l’Irpinia si rialza, puntando alla sostenibilità ambientale. Una svolta “green” promossa da sindaci di queste terre, che per il loro impegno hanno ricevuto il prestigioso Weekend Premium nel corso dell’evento “il DOPOEXPO è green”.

Quattro valli compongono l’Alta Irpinia. Due fiumi, l’Ofanto e il Calore, sono come due spine dorsali, due linee naturali che segnano il flussi non solo di acque create da rivoli e sorgenti ma anche di storia, gusti e tradizioni. Popolazione antica, austera e fiera, la fierezza ha consentito di preservare usi e costumi, tradizioni e dialetto unico e compatto, che legano i ritmi quotidiani alla tranquillità e serenità di un paesaggio mosso, ma unito. Altipiano oggi raggiungibile grazie all’autostrada A16 che unisce Napoli e Bari, ma delimitato verso sud da un’altra antica e moderna strada di viandanti e di visitatori, quella che da Salerno porta ad Avellino e poi prosegue attraversando tutti gli Appennini campani, Melfi e quindi Foggia, la così detta Ofantina.

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Territorio ricco di acqua, con un inverno simile alle Alpi e un’estate di valle fresco e gradevole dalla valle dell’Ansanto all’Osento, dall’Ofanto alla valle Calaggio. Nota al grande pubblico come la “Verde Irpinia” per tre grandi luoghi naturalistici e testimoni di un “paesaggio culturale” unico, il Parco dei Picentini, il Lago di Conza e la Valle della Caccia. I Monti Picentini (oltre 1800 mslm), sopra la città di Montella, sede del famoso castello Longobardo ristrutturato, sono meta degli appassionati di neve e di sci da tutta la Campania e Puglia. Per diversi mesi è possibile sciare in un contesto orografico di diverse vette che superano i 1500 metri, totalmente a bosco. I monti Piceni danno vita al fiume Ca, mentre fra le montagne di Nusco e Torella dei Lombardi ci sono i primi rivoli del fiume Ofanto che nel suo scorrere a valle crea il lago di Conza, grande bacino imbrifero, creato dalla pioggia, sotto l’Alta Irpinia che addirittura fornisce l’acquedotto pugliese. Il lago di Conza oggi è Oasi WWF. A proposito di oasi, nella vicina Senerchia lungo la valle del Sele è possibile visitare, in pieno Parco Naturalistico dei monti Picentini, l’Oasi della Caccia con le sue numerose cascate. Ai suoi piedi si erge l’antico borgo medievale di Quaglietta con il Castello che guarda il golfo di Battipaglia e il Santuario di San Gerardo a Maiella, nel comune di Caposele, meta di migliaia di fedeli ogni anno. Tracce dei possedimenti Aragonesi sono ancora visibili in Alta Irpinia. Degni di nota sono il palazzo baronale di Cassano Irpino e la Torre di Bagnoli, oltre al convento di San Francesco a Folloni, un antico monastero visitabile e ricco di opere pittoriche importanti, vicino alla città di Montella. Agli Aragonesi si deve l’attuale impostazione agraria, soprattutto per le ampie estensioni a castagne e nocciole che assicurarono l’assetto idrogeologico e per la costruzione di mulini. Una ulteriore testimonianza di cultura antica è il castello di Sant’Angelo dei Lombardi. Voluto dai Longobardi per il culto dell’Angelo e dell’Arcangelo, rifatto nell’ XI° secolo, con tracce atte alla difesa interna, ingrandito da Federico II°, si erge a dominio della valle da cui si vedono le vestigia antichissime e maestose della Abbazia del Goleto. Dopo una visita obbligata alla Cattedrale di Sant’Angelo e sosta a Goleto, un simbolo della storia, cultura, civiltà di tutta la Campania, si può partire per un interessante percorso “della spiritualità” fra luoghi di fede e ambienti di paesaggio toccando il famoso Episcopio di Sant’Andrea del XIII° secolo sede degli arcivescovi campani, la chiesa di Monte Castello nel comune di Morra de Sanctis, Santa Maria delle Grazie a Guardia Lombardi dove è possibile sostare. Quindi salita fino al culmine del borgo antico di Cairano per il santuario dell’Immacolata, fermata obbligata a Bisaccia per il convento di Sant’Antonio del 1600 e infine ad Andretta la chiesa della Stella mattutina su preesistente convento cistercense.

Castello Longobardo - Gesualdo

 

La natura Verde-Green dell’Alta Irpinia non finisce mai. Ecco un altro itinerario, in auto o in moto, partendo dal monte Airola, quindi la rocca di Cairano, il Parco Archeologico dell’antica Compsa con il foro romano, l’anfiteatro, numerosi reperti di vario genere (epigrafi, sarcofagi, mosaici, ecc..), oggi, sistemati in un museo allestito in un edificio ristrutturato all’interno dell’area, dove merita un pic-nic con Caciocavallo Podolico, il prosciutto Irpino, l’olio di Raceve e un calice di Fiano o Greco dell’Alta Irpinia. Si prosegue per il Belvedere di Mira vicino a Teora e arrivo a Lioni, borgo moderno e rinnovato, per un miraggio-scoperta della natura, Oppido Vetere. Senza parole. Monumenti naturali, borghi, castelli dimostrano che siamo in un entroterra antico, terra di passaggio fra le potenti città di Napoli, Caserta e Salerno sul Tirreno e i porti di Foggia, Bari, Brindisi in stretto collegamento con le terre greche, mediorientali e lo sconosciuto Oriente. Nevralgico, strategico, oggi si direbbe. Già nel 570 i Longobardi fondarono il ducato fino all’850 quando iniziarono le devastanti guerre civili. Solo con i Normanni il territorio riprese un ruolo importante: a Longobardi e Normanni si deve la totalità della nascita dei paesi. Oggi molto rimarginati causa anche calamità, ma riscontrabili ancora nei manufatti che caratterizzano i numerosi castelli di Bisaccia, Morra, Torella, l’antica Lacedonia, l’Aquilonia degli anni Trenta, il borgo di Calitri, di Cairano, di Guardia Lombardi e di Rocca San Felice e le terme di San Teodoro di Villamaina. Un percorso, definito “green street” che parte dalle diverse fontane e sorgenti che sgorgano vicino al borgo di Andretta e al Belvedere del Monte Airola e si inoltra nei boschi, oasi e parchi, tutelati e curati, di Cuccari, Consa, Mezzana dove si ammirano castagneti immensi fra pianori a prato, piccoli uliveti di famiglia. All’improvviso, sempre lungo la strada, ecco il lago di San Pietro, la Rocca di San Felice con la famosa e terrificante porta Mefite, porta dell’aldilà immortalata da Virgilio. Quindi andando verso Guardia Lombardi e Villamania, luogo incantevole dove le cure termali sono sinonimo di benessere e salute, si incontrano ancora foreste e boschi di castagni, nocciole, noci, frassini, querce, distese verdi fra fontane e sorgenti naturali, compresa a Torella dei Lombardi quella che dà vita al fiume Ofanto, un simbolo della natura dell’Alta Irpinia, a testimoniare e a ricordare che una volta, milioni di anni fa, l’altipiano irpino era un grande lago con qualche collina. Così, Sant’Angelo dei Lombardi, Teora, Lioni, Montella e tutta la dorsale del viaggio degli uomini con le mani callose, hanno riscoperto nelle tradizioni dei luoghi, delle memorie, come il cammino di San Gerardo a Caposele e Monteverde, l’identità mai perduta.