Ricette di viaggio Top Chef con Ricetta Weekend con gusto

Weekend a Anversa: storia, arte, birra, chef stellati e…diamanti!

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(in italian and english)

Benvenuti a Anversa! Welcome to Antwerp!

Belgio: vi aspetta un weekend ricco di storia, arte, cultura, birra, gastronomia e… diamanti, il tutto condito dalla simpatia dei Sinjoren, (signori) come vengono chiamati gli abitanti di questa città, noti per essere le persone più felici della terra. Proprio per questo motivo molti turisti sono attratti da Anversa, dove gli amanti della birra possono godere di momenti “inebrianti” provando tutti i tipici sapori belgi.

di Cesare Zucca —

Anversa, capoluogo della provincia delle Fiandre, è la seconda città più grande del Belgio e anche il secondo porto più grande d’Europa, nonché da secoli conosciuta come  la ‘capitale mondiale dei diamanti’ di cui cura Il taglio, la lucidatura e il commercio. Una città ricca di affascinanti architetture e istituzioni storiche, integrate da una vivace vita notturna.

Pronti? Si parte alla grande e si arriva alla grandissima…
Preparatevi a rimanere a bocca aperta , vi aspetta la spettacolare Stazione Ferroviaria, costruita all’inizio del 20° secolo e considerata tra le più belle stazioni ferroviarie del mondo.

Il nostro itinearario prosegue verso il centro storico, con una visita a Steenplein  fortezza secolare che ospita un centro visitatori e The Antwerp Story, perfetta introduzione per conoscere Anversa.

Het Steen

Proseguiamo verso il Plantin-Moretus, museo dell’industria della stampa  e patrimonio mondiale dell’UNESCO, un vero gioiello che riporta in vita la storia secolare della stampa libraria. Qui potrete vedere le più antiche stampanti del mondo, decine di migliaia di libri e una magnifica collezione d’arte, tra cui  uno splendido disegno di Peter Paul Rubens recentemente acquisito dal governo fiammingo.

Plantin-Moretus

Ho citato Rubens che sarà la nostra guida e ispirazione per la  nostra prossima tappa. Siamo infatti arrivati alla Rubenshuis, la casa dove Rubens visse gioie e dolori familiari, dipinse e intrattenne i grandi regnanti dell’epoca.

Ruben’s House

Costruita ispirandosi alle gloriose strutture italiane, che Rubens amava e conosceva bene. L’artista era talmente innamorato dell’Italia, che decise di farsi chiamare ‘Pietro Paolo’ e a firmare così alcuni dei suoi quadr , tra cui il celebre ritratto della seconda moglie, la sedicenne Helena Fourment, famosa per la sua bellezza. Da lei il Maestro ebbe 5 figli e la sua fertilità è rappresentata di fiori d’arancio tra i capelli.

Helena, la bellissima moglie di Rubens

Dal monumentale ingresso, ricco di statue di ispirazione romana,  si passa alla casa, completa di quadri, arredi, vettovaglie, numerosi camini e del suo letto, puttosto minuto, devo dire …

La Cattedrale di Nostra Signora è la più grande chiesa gotica dei Paesi Bassi. All’interno spiccano due opere di Rubens “L’elevazione della croce” e la “Discesa dalla croce” , La torre settentrionale, alta 123 metri., è un vero merletto di pietra.

Uno snack in pieno centro?
Impossibile non gustare l’orgoglio gastronomico nazionale: ‘les frites‘ ! Croccanti patatine fritte, rigorosamente fresche e pelate in giornata, non proprio regalate, ma di porzioni generose e qualità stellare… Vi verranno servite sommerse da una quantità industriale di salse a vostra scelta, dalla tradizionale mayonnaise alla tartare, al ketchup a mille altri gusti inaspettati. Dove? Da Frittura N°1, il più famoso ‘fries shop’ della città.

Le patatine di FRITTURA 1

Altra specialità belga  sono le crocchette di gamberi, rinomate quelle di Fish a’ GoGo, mentre se vi va di sedervi per lunch o cena comodamente swduti e serviti , date un’occhiata alla cucina ‘casual bistro’ di Nage

Langoustine e gnocchi lemothyme di Nage
Langoustine e gnocchi lemothyme di Nage

Una birra?
Certamente, siete nel regno delle birre…
Kulminator, scelto come “Miglior beerpub del mondo”, oppure De Plek con le proprie creazioni Aurora & Momento.
Cercate l’Olimpo? Puntate su De Koninck dov, in un modo autentico, educativo e interattivo, potrete sperimentare la ricca cultura della birra e la storia dell’ultimo birrificio attivo nella città i
La mia birra preferita? Non ho dubbi: la Tripel D’Anvers, fruttata, seducente, unica…

Quando sarete nella birreria vi raggiungerà l’intenso aroma dei formaggi che i Van Tricht maturano dal 2012. Oltre al loro laboratorio di stagionatura, c’è anche Only Cheese, dove è possibile degustare e acquistare il loro formaggio, premiato come uno dei migliori formaggi d’Europa.

Vi è venuta voglia di qualcosa di dolce? Ecco le mete ‘must’:


Philip’s Biscuits, una delle poche panetterie veramente artigianali che cuociono ancora i biscotti in modo tradizionale  mentre da The Chocolat Line, nel prestigioso Palace on the Meir, troverete imprevedibili cioccolatini e fantasiose praline. In questo tripudio cioccolatoso, non poteva mancare il Museo del cioccolato belga più grande del mondo: Chocolate Nation dove si possono degustare ben 10 diversi gusti di cioccolato.

The Chocolat Line

Dove mangiare bene

The Butcher’s son
Ristorante stellato di fronte al Velodome in Boomgaardstraat. Si entra da un  cancello nero per poi prendere le scale tra il popolare Cheese Chop e la celebre macelleria The Butcher’s Store.  Al timone troviamo lo chef Bert-Jan Michielsen e il sommelier Luc Dickens.

Lo chef Bert-Jan Michielsen e il sommelier Luc Dickens.

Locato nell’ex birrificio De Koninck, è la combinazione perfetta di design urbano e intelligente. La carne rossa esposta come un’opera d’arte nelle vetrine ricorda al visitatore che qui la carne è la protagonista, esposta in bella mostra in una immensa cella a temperatura controllata. Scegliete il pezzo che più vi attira e vi verrà cucinata come meglio credete nella cucina a vista, proprio sotto i vostri occhi.


 Il menu propone classici come pâté en croute, cervella e testa di vitello con salsa tartara, anguilla verde, maxi vol-au-vent deluxe per 2 persone e una raffinata selezione di entrecote di carne stagionata. Lo chef propone anche piatti di stagione come un mix di salmone marinato e ricotta e spezie o pollo ruspante delle Landes con spugnole e asparagi bianchi. La seconda parte del ristorante ospita una gigantesca cantina che offre una carta dei vini ben equilibrata e unìeccellente selezione di ottime birre artigianali.

Dalla terrazza del Butcher’s son

Ho raggiunto Bert e Luc Dickens per una simpatica intervista

Buongiorno Bert, buongiorno Luc, siete amici da molto tempo, vero?
Bert: Si, da anni. Ci siamo conosciuti nel 2005 nel ristorante stellato De Schone van Boskoop. Luc era il maître-sommelier e Bert Jan era il sous chef, poi è arrivato il nostro The Butcher’s Son, un’avventura di cui siamo entrambi incredibilmente entusiasti”

A proposito, com’è nato questo nome?
Luc
: Da un piccolo incidente. A Bert si era bloccata la macchina ed era ancato a chiedere aiuto alla bottega più vicina. Era proprio una macelleria e , visto che il carro attrezzi sarebbe arrivato 2 ore dopo, il macellaio gli propose di dargli una mano a fare delle polpettine di carne. Beh, da lì è nata una passione e Bert tornava regolarmente ad aiutare il lavoro in macelleria, insomma era un po’ diventato il ‘figlio del macellaio’!
Dieci anni di lavoro insieme ed è arrivata la Stella Michelin. Congratulazioni ! Aspettate la seconda?
Luc (ride) Beh, una ci basta !

Animella vitelllo, fois gras, funghi morel, barba di frate e spinaci. A destra Trtare di cervela di vitello.

Il piatto ‘must’ che un turista deve assaggiare?
Bert: ‘
Secreto 07′ il nostro fiore all’occhiello, dal gusto sottile, ottenuto dl ribeye, che selezioniamo con cura per ottenere una perfetta marmorizzazione del grasso. La carne viene quindi strofinata con una miscela segreta di sette erbe e spezie. Dopo inizia un processo di essiccazione che dura sette settimane. Ogni giorno il Secreto 07 viene capovolto in modo che il gusto possa penetrare ovunque. Durante queste sette settimane gli enzimi distruggono il tessuto muscolare e gran parte del liquido scompare dalla carne. Ciò si traduce in una carne eccezionalmente tenera con un sapore intenso e profondo.

Secreto 07 Ineguagliabile!

Un antagonista del prosciutto crudo di Parma?
Bert:
(sorride) No, nessuna competizione, ambedue grandi afftettati, anche se devo ammettere che Secreto 07 con il suo taglio sottilissimo e la sua croccantezza è un vero vincitore su un tagliere di salumi  e ottimo come ripieno di ravioli artiginali e come crocchetta tradizionale spesso servita con una maionese al lime e scorza di lime. Tra le nostre specialità di quinto quarto, serviamo animelle, cervella e lingua di vitello, ma anche pesce come la mostra anguilla laccata e tartare di tonno, piselli e il tradizionalissimo asparago bianco gratinato

L’anguilla di Chef Bert

Il tuo primo ricordo in cucina?
Bert: Mio fratello che assolutamente non voleva mangiare verdura. A mio papà e a mia mamma Maria, certe bizze erano gradite, quindi, con un imbuto lo convinsero a mandar giù delle verdure bollite, niente di violento, anzi in maniera piuttosto piacevole…  un metodo un po’ drastico ma che risultò efficace.

Bert-Jan Michielsen

Quando è scoppiata la tua voglia di fare il cuoco?
Bert: Da bambino, mia nonna cucinava in un castello, lavorarva per una clientela e piuttosto esigente. Io l’ammiravo tantissimo, continuavo a ripetere ” da grande anch’io voglio aprire un ristorante” MI ricordo che anche a scuola, dove non ero un granché, dicevo sempre ai maestri “non devo imparare il francese o l’inglese o la matematica, perché farò il cuoco..”.

Lingua di vitello grigliata e affumicata, salsa e croquettes di cervella e

Se non fossi diventato uno chef, oggi  cosa saresti?
Bert: Qualcosa che abbia che fare con le navi, il mare mi ha sempre attirato.
Uno chef di bordo?
Bert:(ride) No, quando cucino mi piace stare con i piedi per terra!

Dove dormire bene con… sorpresa

Ho scelto Hotel Franq, 4 stelle (meritatissime)della catena Relais & Chateau. Cetralissimo (la Cattedrale è letteralmente a due passi) questa struttura sa combinare il fascino storico di un edificio neoclassico con il design contemporaneo più avanzato

Team professionale, servizio ottimo, camere spaziose e luminose, arredate con gusto e un’ adorabile accoglienza a cominciare dal ‘ welcome’ trovato in camera:  fiori, champagne e macharons alla menta.

Welcome to Hotel Franq

Gustate un cocktail al bar o sull’intima terrazza prima di assaporare una cena gourmet nell’elegante ristorante, dove… con mia grande sorpresa e gioia, ho scoperto che al timone della cucina c’era uno chef stellato di cui ho sempre ammirato le mosse: Tim Meuleneire, nativo nel Belgio Orinetale, da vent’anni ad Anversa. Non mi sono lasciata scappare l’occasione di incontrarlo per una simpatica intervista.


Bonjour Tim,  domanda di rito: dove ami trascorree un weekend libero?
Quando ho tempo, mi piace portare la mia famiglia su e giù per la Francia, mia moglie Natalie e le mie due gemelline lo chiamamo  il ‘Tour de France’…
Immagino che assaggerai anche piatti dei ‘colleghi’. Qual è la tua reazione se il piatto ti piace ?
Ammirazione e curiosità: cerco di individuare le tecniche di come è stato realizzato,

les ‘ amouse-bouche’ dello Chef

Il tuo primo ricordo da bimbo in cucina?
Nonna Georgette e i profumi che provenivano dalla sua cucina… mi ricordo che quando la andavo a trovare mi divertivo ad annusare fuori dalla porta per cercare di capire cosa avesse cucinato. Penso che quello sia stato il mio primo incontro con l’arte di cucinare o perlomeno con i profumi della cucina.
E la prima scintilla ‘professionale’?
A sei anni quando andavo con i miei a un ristorante vicino a casa. Ero affascinato dai piatti e da come fossero stati preparati, da come fossero serviti , dall’atmosfera della sala da pranzo e dal brusio che proveniva dalla cucina…  Un giorno ho detto a mio papà  ” Papà. voglio diventare un cuoco”
La sua reazione?
” Il cuoco? sei pazzo?”   Beh, lui sperava in una professione più consolidata, tipo direttore di banca… ( ride)  tra l’altro in banca , ho davvero lavorato, ma non era per me…) Visto la mia insistenza, papà chiese al proprietario se avessi potuto potuto lavorare nel weekend e imparare e da lì è incominciato tutto…

Tim, top chef tra le dediche di top chef di tutto il mondo

Un tuo pregio o un tuo difetto?
Direi pregio-difetto insieme… Sono un tipo piuttosto riservato e di solito non vado al tavolo del cliente a chiedere il suo parere o se tutto va bene,  non perchè non sia sicuro della mia cucina o perchè una critica possa essere costruttiva, ma perché  mi sembra un po’ di invadere la privacy del cliente. Se vorrà complimentarsi o criticare sono certo che troverà lui il momento giusto.

Piccione affumicato e arrostito, piselli , fragole
C’è un piatto che preferisci mangiare se cucinato da un altro chef?
Les ormeaux! Gli abaloni,  frutti di mare, piuttosto costosi, ora  stanno diventando popolari nelle cucine stellate. Mi ci sono cimentato parecchie volte ma non mi sono riusciti come avrei voluto, per fortuna ho scoperto il ristorante Le Coquillage di Olivier Roellinger, chef davvero eccezionale che li cucina alla perfezione!
Gelato allo zenzero
Come definisci la tua cucina?
Franco-belga,  stagionale, piuttosto classica, reinventata. Non mancano influenze della cucina giapponese, del Sud Francia, dove ho studiato e lavorato e della tradizionalità di certi piatti del Belgio
Tipo i tipici (e favolosi) gamberetti grigi, ‘les crevettes grises’?
(sorride) Ma certamente, il mio  fornitore di pesce me le ha portati stamattina,.. Sono freschissimi e li ho messi nel menu che assaggerai stasera! Li ho cucinati in acqua marina, ma occhio a come vanno mangiati… assolutamente con le mani e devi aprirli da solo…è un po’ complicato ma vedrai che ci riuscirai.

Gli iconici ‘crevettes grises’ tradizionali protagonisti della cucina belga

E non mancano le curiosità come il gelato allo zenzero e il dessert Bora Bora, un tocco esotico come il dessert Bora Bora , al frutto della passione e poi…
sorpresa tra le sorprese…

Spring Dessert Bora Bo

ecco i petit four dello Chef serviti su un ‘tiroir’ di una ex cassetta di sicurezza National Bank of Belgium, il cui caveau è diventato la cantina vini, senza dubbio l’unica la mondo

Tim, ti va di ‘ regalare’ una ricetta ai nostri lettori?
Con piacere! Ho scelto un piatto con un’eccellenza belga: i tradizionali asparagi bianchi.
Halibut cotto con olive Kalamata, asparagi bianchi con Ramson e salsa cremosa al burro con cumino verde.

Halibut con olive kalamata, cumino verde e asparagi

ingredienti
4 filetti di halibut (ippoglosso)
350 gr di olive kalamata
100 gr di olio di semi d’uva
8 asparagi bianchi tipo AAA
Per la salsa all’aglio orsino
150 gr di foglie di aglio orsino senza gambo
10 gr di rafano
100 gr di succo di mela
150 gr di acqua ghiacciata
1 gr di gomma xantana
100 gr olio di canola
100 gr di olio al limone
6 gr di sale
Per la salsa cremosa al burro con cumino verde
1 scalogno
50 ml di aceto di burro cremoso
50 ml di brodo di asparagi (riduzione)
50 ml di glassa di pesce
50 ml di vino bianco
250 gr di burro
75 ml di crema
1 cucchiaio di cumino verde

Preparazione
Togliere il nocciolo dalle olive e asciugare la carne per 48 ore a 60 gradi.
Frullare le olive secche con l’olio di semi d’uva in modo da ottenere una pasta di olive dai sapori molto intenso.
Coprire i filetti di halibut con la pasta di olive aiutandosi con un pennello da cucina.
Aggiungere un po’ di farina, e pepareil pesce  e cuocere la prima volta per 3 minuti a 175 gradi in forno. Prima di servirli infornate per altri 2 minuti. Mondate e mondate gli asparagi e lessateli in una pentola “a blanc”. Prima di impiattare, scaldarli in un buon burro e condirli con farina de sel e pepe. Unire l’acetosa, il rafano, il succo di mela e l’acqua ghiacciata in un frullatore e frullare ad alta velocità fino a ottenere un composto liscio.
Aggiungere la gomma di xantana e mescolare fino a quando la salsa non si sarà ben addensata. Continuare a frullare e aggiungere lentamente l’olio di canola e l’olio di limone. Filtrare la salsa e aggiungere il sale. Aggiungere lo scalogno con l’aceto, il vino bianco, la riduzione di asparagi e la glassa di pesce in una pentola e far ridurre fino a quando non rimangono 50 ml.
Aggiungere la panna e il cumino verde e cuocere fino a ottenere una crema, aggiungere gradualmente piccoli pezzetti di burro sempre sbattendo (monter au beurre).
Filtrare la salsa e aggiungere il sale per condire.

 

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