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UNESCO con Gusto. Belvedere di San Leucio (CE), il borgo di seta

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Il Complesso Monumentale del Belvedere di San Leucio, a Caserta, è la realizzazione di un perfetto “villaggio industriale”, voluto dal Re Ferdinando di Borbone, e basato sui principi umanistici di uguaglianza, meritocrazia, diritto all’istruzione e parità di genere. Una modernità che ha precorso i tempi. Proprio per questo l’UNESCO l’ha inserito, insieme alla Reggia di Caserta, al suo parco e all’Acquedotto Vanvitelliano, nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità nel 1997.

Questa la motivazione: “…l’esperienza della colonia di San Leucio rappresenta una tappa fondamentale della cultura illuministica settecentesca e dello sviluppo industriale e tecnologico nel territorio campano, sul quale ancora oggi operano opifici e industrie che si richiamano all’antica attività manifatturiera

San Leucio, il sogno di Ferdinando

Tutto ha inizio nel 1750, quando la potente famiglia degli Acquaviva cede il loro feudo ai Borbone di Napoli, che iniziarono subito una serie di grandi opere, tra cui la costruzione della Reggia di Caserta, l’ampliamento del centro storico e, appunto, San Leucio. Il re Carlo di Borbone fece costruire nel borgo prima un casino di caccia, poi, consigliato dal ministro Bernardo Tanucci, pensò a un progetto di formazione per i giovani del luogo, che mirava a istruirli sull’arte della tessitura per poi impiegarli negli stabilimenti reali.

Quando Carlo di Borbone divenne re di Spagna con il nome di Carlo III, lasciò in eredità San Leucio al figlio Ferdinando IV, che amava trascorrervi molto tempo, colpito dalle bellezze naturali. Nel 1778, tuttavia, il primogenito di Ferdinando, il piccolo Carlo Tito, muore di vaiolo proprio a San Leucio. Il padre, per rendergli omaggio, decide di ampliare la colonia con un grande setificio che crebbe di anno in anno, fino a diventare una comunità autonoma. Da tutta Europa e da ogni parte d’Italia arrivarono qui grandi maestri con lo scopo di istruire i giovani sull’arte della seta.

Ferdinando cominciò ad accarezzare il sogno di fondare una città ideale, “Ferdinandopoli”, ampliando la colonia e adattandola alle nuove esigenze industriali dovute all’introduzione della trattura della seta e della manifattura dei veli.  La nuova città doveva avere una pianta circolare e un sistema di strade a raggiera con al centro una piazza.

San Leucio, un borgo…a statuto speciale

Non poté portare a compimento il suo progetto, ma nel 1789, emanò uno Statuto Speciale, in cinque capitoli e 22 paragrafi, con i principi della Real Colonia di San Leucio. Stampata in 150 copie dalla Stamperia Reale del Regno di Napoli, conteneva diritti, doveri e sanzioni ispirati agli ideali di uguaglianza sociale ed economica, oltre che a una particolare attenzione al ruolo delle donne e all’istruzione dei bambini.

Prima di tutto, ogni abitazione era dotata di acqua corrente e servizi igienici. Le donne ricevevano una dote dal re per sposare un membro della colonia. Ognuno versava poi un contributo alla cassa comune. Tra i membri della comunità vigeva il principio di uguaglianza e parità di genere. Era abolita la proprietà privata e era garantita assistenza ad anziani e infermi. Professionalmente, si applicava il principio della meritocrazia.

Il sogno di Ferdinando si interruppe, tuttavia, nel 1799, con la discesa in Italia di Napoleone e la costituzione della Repubblica Partenopea. San Leucio ebbe comunque un ulteriore sviluppo industriale sotto il governo francese di Gioacchino Murat, tra il 1808 e il 1815. Il progetto di città industriale venne accantonato con la Restaurazione e tramontò definitivamente con l’Unità d’Italia, quando San Leucio entrò a far parte del demanio statale. La tradizione della seta, tuttavia, rimane qui ancora oggi.

Che cosa vedere a San Leucio

Il borgo di San Leucio si trova lungo la strada che da Caserta porta a Caiazzo e alla Valle del Volturno. Incontrerete prima Piazza della Seta, un’area semicircolare su cui si affaccia il cancello di ingresso alla “Real Colonia” e al Belvedere.

Prima dell’arco di ingresso, a sinistra, si passa davanti al Quartiere Trattoria, costruito da Ferdinando IV per ospitare i visitatori. Oltrepassate poi l’arco sovrastato dallo stemma dei Borboni sostenuto da due leoni ed entrate nella Real Colonia. A destra e a sinistra si trovano rispettivamente i quartieri operai di San Carlo e San Ferdinando, collegati al Belvedere da una scalinata a doppia rampa che abbracciano le scuderie reali e terminano su un piazzale, su cui si affaccia la chiesa di San Ferdinando Re, ricavata nel 1776 dal salone delle feste del Belvedere.

All’interno dell’appartamento reale nel Casino del Belvedere sono degni di nota gli splendidi affreschi della sala da pranzo, opera di Fedele Fischetti, con scene degli amori di Bacco e Arianna, e il bagno di Maria Carolina, con decorazioni alle pareti di Philipp Hackert.

Costeggiando l’edificio si arriva all’ingresso del Complesso Monumentale. In alto, sulla destra, si trova l’edificio che ospitava la filanda e, sopra di esso, la cuculliera, l’allevamento di bachi da seta. Fiore all’occhiello del percorso di archeologia industriale sono i telai restaurati e ancora funzionanti, gli strumenti e gli attrezzi per la lavorazione della seta e una ruota idraulica per i torcitoi della stoffa.

A pochi passi si trova il Museo della Seta, che custodisce diversi tessuti prodotti a San Leucio e amati dai nobili di tutta Europa.

Da non perdere una passeggiata nei giardini all’italiana, posti su piani diversi collegati da scalette, che si trovano nella parte occidentale del Casino del Belvedere, tra fontane, un agrumeto e diversi alberi da frutta.

…scopri a pag 2 i piatti della tradizione casertana da non perdere…