Ieri con lo splendido spettacolo di lirica e balletti, Milano si è ripresa la scena. La scena era quella della Scala, il teatro famoso nel mondo, forse il più famoso e prestigioso. E lì è stato creato il meraviglioso spettacolo di lirica e balletto in cui si sono esibiti grandi artisti che ci hanno commosso e inorgogliti. E così siamo tornati ad essere il Paese del bel canto, per cui eravamo conosciuti e osannati.
Ricordi della lontana infanzia mi arrivano portati dalle onde delle romanze, quelle più facili e conosciute. Un contadino che cantava nei campi per trovar forza al suo lavoro, il ciabattino che picchiava sulle suole a ritmo di Domani vincerò.
Voci rudi, stonate ma ugualmente meravigliose, voci di un popolo a cui la musica sapeva arrivare.
Come non ricordare una ragazza coreana che veniva dall’altra parte del mondo e prendeva lezione di canto dalla signora Marilena, che l’accompagnava al pianoforte in viale Abruzzi a Milano, dove io giovane aspirante giornalista avevo una stanza in affitto.
Meravigliosa fu anche la visione che ebbe mia nonna, quando a fine Ottocento fu portata dal mio bisnonno a vedere l’opera al San Carlo di Napoli (il più antico Teatro lirico in Europa). Era ragazza, e dopo il viaggio da Caserta a Napoli – forse in treno o forse su un calesse – stanca si addormentò. E quando si svegliò all’interno del meraviglioso teatro, esclamò: “Ma sono in paradiso?!”.
Non era il paradiso. Ma io le invidio quella meravigliosa emozione che il teatro del bel canto seppe donarle. Ricordi, emozioni, che lo spettacolo della Scala trasmesso dalla tv ha saputo dare, non a pochi ma a tanti, all’intera Italia, al Paese del Bel canto. Ecco perché la Scala in tv è stata Meravigliosa Democrazia.