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NELLA PUGLIA DAUNIA ALLA RICERCA DI TROIA (1° giorno)

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Un weekend nella Puglia dei Monti Dauni, per i mille anni di Troia, in provincia di Foggia, detta “la città del rosone”, alla ricerca del rosone e del mistero del suo nome. E poi verso Biccari, delizioso borgo alle pendici del Monte Cornacchia, il più alto della Daunia e della Puglia, con i suoi 1152 metri.

Di Raffaele D’Argenzio

Per ora non vediamo monti ma dolci colline, onde di verde incorniciate da strisce di papaveri rossi. E noi che pensavamo che ne restassero solo nelle canzoni di De Andrè! Invece nella strada che ci porta verso Troia ce ne sono ancora fra i campi di grano, ora verdi ma d’oro a giugno.

Non riusciamo a fermarci per ammirare questo spettacolo della natura, perché nessuno si è preoccupato di fare delle piazzole per la sosta e le foto.

Con le nostre domande senza risposte, arriviamo all’entrata del borgo dove ci accolgono due mezzi archi messi in onore del millennio. Ma ci accoglie anche una vispa signora, che certamente non ha mille anni, ma certo ha voglia e grinta per raggiungerne 100, per poi superarli. La signora Antonietta ci racconta che è nata a Troia, ed ancora va nel suo orto a raccogliere cavoli e cime di rapa. Che sia questo il segreto di lunga vita? Lei non se lo chiede e si fa fotografare con la bionda blogger Shamira Gatta.

I MILLE ANNI, IL ROSONE E LE DOLCI PASSIONATE

L’anno della nascita di una città è difficile da precisare, ma stavolta pare che fu proprio nel 1019 che il catapano (carica del potere bizantino) Basilio Bojannes scelse questa collina per costruirvi una città fortificata, in cui unì i nuclei del circondario, per difendere il territorio. Ma poi ci saranno Normanni, Germanici, il Papato, Svevi, Angioini, Spagnoli…E noi siamo qui mille anni dopo alla ricerca del famoso rosone e lo troviamo nella facciata della cattedrale che fu eretta nel 1100, bellissimo esempio di architettura romanica pugliese.

È davvero bello, grande importante, con soli 11 raggi che simboleggiano i 12 apostoli, meno uno. Qualcuno dice che manca Giuda che non meritava di esserci, ma qualcun altro dice si tratta di San Pietro: era il capo e quindi non stava con gli altri.  Dopo quasi mille anni è difficile saperlo.

Ma nella piazza non dimenticate di fare visita alla piccola pasticceria che ha inventato e produce le “passionate”, dolci a base di ricotta, con tanti gusti diversi. Da assaggiare. Anche questa è una scoperta.

IL MUSEO CIVICO E L’ORIGINE DEL NOME

Trovato il rosone, ora ci preme scoprire l’origine del nome di questa città che certamente ricorda a tutti la TROIA più famosa cantata da Omero. Certo che ebbe un periodo greco, con il nome di Aika, ma certo non è che fu chiamata Troia dall’eroe greco Diomede nel ricordo del famoso assedio.

Il mistero rimane. Nel museo civico, sito nel palazzo D’Avalos, nobile famiglia napoletana d’origine spagnola, si possono vedere i vari periodi di Troia, dal popolo italico dei Dauni, ai Greci, ai Romani (con un pezzo della via Traiana), ai Bizantini, ai Normanni…

Tutto bello e interessante, ma ci cade l’occhio su una simpatica maialina con sette porcellini scolpita nel marmo ed allora si è accesa una lampadina: Troia prende il nome dalla femmina del maiale, che allora simboleggiava abbondanza e non era un’offesa. Infatti era questo lo stemma della cittadina prima che venisse cambiato da Carlo V in un’anfora d’oro con serpenti.

IL VINO “NERO DI TROIA” E L’ACCENTO CAMPANO, LINO BANFI NON È NATO QUI

Ci ha stupito l’accento di questa parte di Puglia, pensavamo di sentire quello simpatico di Lino Banfi, e invece no, è un accento campano, infatti queste terre si affiancano alle province di Avellino e Benevento. E durante il Regno delle due Sicilie, Napoli influenzò molto questo territorio. Invece per il vino “Nero di Troia”, l’origine è ancora incerta: chi dice che l’uva di Troia sia stata portata da Diomede dall’Asia Minore (cioè da Troia), chi che viene dall’Albania, chi che sia stata portata dagli spagnoli. Non crediamo sia importante l’origine ma il vino che berremo alla Cantina “LA MARCHESA”. 

Ci accoglie il proprietario Sergio Grasso, con codino e parlantina, che ci conduce fa i vigneti per farci capire che il suo motto è “Il vino si fa in vigna”, quindi tutto a mano, curando le viti con amore e professionalità.

Le viti sono basse, piccole come quelle dello champagne.  E si vede che davvero lui le viti le ama una ad una. La degustazione (si può chiederla per un gruppo) è coinvolgente: piatti del territorio e vini scelti. Sia bianchi che rossi, fra cui il “Cacc’ e mitte”, una doc, ed il famoso Nero di Troia. Ci è piaciuto.

BICCARI, IL BORGO AUTENTICO CON IL LAGO 

Riprendiamo il percorso fra i monti Dauni, verso il monte Cornacchia, che con i suoi 1152 metri è il più alto della Puglia. E qui incontriamo Biccari, un borgo piccolo ma tenuto veramente bene, con monumenti moderni, e una torre bizantina che domina il tutto.

Dentro una scala porta fino al piano con il museo della civiltà contadina, tenuto da un simpatico signore barbuto, ben felice di trasmettere il suo sapere. Come il parroco è felice di parlare della bella cattedrale. Ci stupisce che ci sia una chiesa cosi grande ed imponente per un paese così piccolo.

Ma ci siamo stupiti ancora di più quando siamo andati al convento di Sant’Antonio, e abbiamo visto che oggi è diventato monastero delle clarisse, con sei monache di clausura. Non ce lo aspettavamo, come non ci aspettavamo che la madre superiora parlasse con noi e lo facesse tanto da rischiare di farci perdere il treno. Biccari è davvero carino e in alto ha anche il lago Pescara incastonato in tanti boschi.

COME ARRIVARE

In auto: prendere l’autostrada Bologna-Bari, uscire al casello di Foggia. Imboccare poi la SS16 e poi, da qui, la SS 90 delle Puglie seguendo in direzione Napoli. Imboccare poi la SS 546 seguendo le indicazioni per Troia. In alternativa, autostrada Napoli – Bari, uscire al casello di Candela, imboccare la superstrada per Foggia e, al bivio di Palazzo d’Ascoli imboccare la SS 90 per Troia.

DOVE MANGIARE

*Ristorante “D’Avalos”, Piazza della Vittoria 9, Troia, tel 0881/970067, www.ristorantedavalos.it Nel centro storico, di fronte al palazzo cinquecentesco della famiglia spagnola dei D’Avalos, propone piatti della cucina tradizionale e contadina preparati dalle sapienti mani della chef Elena Mottola.

*diVINO Ristorante – Wine Bar, via Regina Margherita 91-93, Troia (FG), tel 0881/970171, www.divinosteria.it Locale con buona carta di vini dove gustare piatti della cucina tradizionale rielaborati con fantasia.

DOVE DORMIRE

 *B&B Ai Quattro Venti, Loc. Casina, tel 0881/977182, www.aiquattroventi.net Recentemente ristrutturato, dispone di una decina di posti letto tra camere singole, doppie e matrimoniali, climatizzate e con TV.

*Agriturismo “San Paolo”, C.da San Paolo SS 540, Troia, tel 0881/976843, www.agriturismo-sanpaolo.com Deliziosa struttura con servizio di B&B e ristorante con menù casalingo a base di piatti della tradizione.

INFO

www.comune.troia.fg.it/