Lo chef stellato LUCA MARCHINI ci ‘svela’ la sua ricetta di un dolce famoso in tutto il mondo…in stile ‘POMPOSA’
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Modena, il DuomoModena: città antica e moderna. E’ al centro di arte, storia e regalità e nel cuore della Motor Valley italiana, patria di famosi marchi automobilistici come Lamborghini . Maserati e la gloriosa Ferrari, doppiamente celebrata nel Museo Ferrari a Maranello e nel Museo Enzo Ferrari che ospita alcune delle auto più significative del marchio.Un gioiello della FerrariModena è anche famosa per le sue delizie culinarie, i suoi vini, i salumi, l’incomparabile aceto balsamico e come città natale di Luciano Pavarotti.Alla scoperta dei tesori culinari modenesi!Visitare un caseificio dI Parmigiano Reggiano, una fattoria dI aceto balsamico, una cantina di Lambrusco… potete organizzarvi da soli o affidarvi a GetYourGuide che combina visite e degustazioni. Specialità culinarie modenesiDA VEDEREPatrImonio UNESCO : Piazza Grande, Il Duomo e la GhirlandinaPalazzo Ducale, l’antica residenza dei Duchi Estensi di Modena,Mercato Albinelli, un fantastico mercato alimentareModena, Il DuomoCasa Museo Luciano Pavarottidedicato a uno dei figli più famosI della città. La Galleria Estense che ospita opere di Tintoretto, Paolo Veronese, Guido Reni, Correggio, Guercino oltre i due famosi ritratti del duca Francesco I d’Este: il busto in marmo del Bernini e il dipinto di Velasquez.Il Duca Francesco I d’Este:Dove va il “Turista Non Turista” ?Questi gli itinerari tradizionali, ma se la preferenza va a situazioni alternative…A due passi dalla Stazione Centrale si trova il Mata (ex Manifattura Tabacchi), una delle realtà architettoniche post industriali più significative per la storia del lavoro e dell’economia modenese, che rimanda alla lavorazione del tabacco attiva fin dal Seicento. E’ un museo fuori dal comune che ha ospitato e ospiterà (appena possibile) delle collezioni davvero insolite, come quella delle Cartoline o della Figurine.Il Museo della FigurinaUna delle location più suggestive è Piazza Santa Maria della Pomposa, con l’omonima Chiesa, la cui suggestiva facciata mantiene parti della costruzione originaria affidata all’illustre prevosto Ludovico Antonio Muratori, grande storico, giurista, letterato, erudito modenese del XVIII secolo che qui fu sepolto.Chiesa Santa Maria della PomposaProprio davanti alla Chiesa ci aspetta la Trattoria della Pomposa del Re gras, capeggiata dallo Chef Luca Marchini, che ho incontrato e che ci ha ‘svelato’ la sua ricetta di uno dei dolci più famosi al mondo: la zuppa inglese, ovviamente in stile “Pomposa”.Luca Marchini alla Tratttoria PomposaLUCA MARCHINIToscano di origine, vive a Modena da più di 20 anni, Dopo un’intensa formazione e collaborazione con diversi chef stellati tra cui Bottura e Barberi, nonchè esperienze in Italia e all’estero, realizza a Modena il suo progetto più importante, il ristorante L’Erba del Re che nel 2008 ottiene la stella Michelin. Della cultura gastronomica emiliana e della forte vocazione alla cucina sperimentale ne ha fatto uno stile di vita, un mestiere e un’espressione di crescita personale.“Qui ogni elemento del piatto, sottolinea Marchini ha un’identità riconoscibile, a servizio degli altri ingredienti. L’impegno di ogni “boccone” è di restituire al palato la varietà di sapori in un insieme armonico e calibrato”Marchini e itradizionali tortellini in brodo di gallina.Luca crea la Scuola di Cucina Amaltea,pensata per amatori e progetti di team building aziendali e apre, proprio di fianco al suo ristorante, un nuovo locale: la Trattoria Pomposa al Re Gras, con un menu che vuole rendere omaggio alle eccellenze della cucina modenese. Una semplice locanda, accessibile nei prezzi e essenziale nell’arredamento che ricorda i locali di un tempo. a cominciare dagli utensili di cucina appesi sui muri. Nel menu ritoviamo alcuni piatti poveri della cucina contadina come la paneda, densa zuppa di pane, cibi storici come il friggione, una sostanziosa salsa a base di peperoni la cui ricetta originale viene addirittura conservata presso la Camera di Commercio di Bologna. Non mancano i calzagatti di polenta e fagioli, un’antica, e quasi scomparsa, specialità deile nonne modenesi.lLa ‘paneda’ : la tradizione emiliana si rinnona nei piatti della Trattoria PomposaE poi i piatti della tradizione, come il bollito misto con la classica salsa verde e giardiniera, gli immancabili tortellini in brodo di gallina e i ravioli verdi con crescenza, burro, menta e un’abbondante pioggia di parmigiano reggiano.Non poteva mancare uno dei dolci più classici: la zuppa inglese. Ecco la sua ricettaZUPPA INGLESE DELLA TRATTORIA POMPOSA AL RE GRASLa Zuppa Inglese di Luca MarchiniIngredienti per la crema pasticcera: 400 gr di latte, 5 tuorli, 120 gr di zucchero, 40 gr di fecola; (per i savoiardi) 4 tuorli, 80 gr di zucchero, 4 albumi, 20 gr di zucchero a velo, 100 gr di farina; cioccolato fondente, alkermes.Per i savoiardi: montare i tuorli con lo zucchero, montare gli albumi con lo zucchero a velo. Unire i due composti aggiungendo la farina.Per la crema pasticcera: unire lo zucchero, la fecola e i tuorli, aggiungere il latte appena riscaldato e sul fuoco mescolare finchè non arriva ad ebollizione. Continuare per un paio di minuti. Per la crema pasticcera al cioccolato aggiungere poco latte e la cioccolata fondente a scaglie.Totale ingredienti: savoiardi, cioccolato fondente, alkermes, (per la crema pasticcera) 500 gr di latte tiepido, 6 tuorli, 120 gr di zucchero, 50 di farina.ProcedimentoFare la crema pasticcera lasciandola sobbollire a lungo, dividerla a metà ed inserire la cioccolata fondente e poco latte per riequilibrare la densità. Riscaldare l’alkermes diluito con acqua, immergere velocemente i savoiardi, doferare uno stampo, inserire alternata la crema al cioccolato e quella pasticcera. Chiudere con i savoiardi.INFOTrattoria Pomposa al Re grasV. Castel Maraldo 57 angolo V. del Voltone 1, ModenaTel. 059 21488Saluti da ModenaCESARE ZUCCATravel, food & lifestyle.Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta tutto nel suo blog, in stile ‘turista non turista’.
WEEKEND PREMIUM: APRILE-MAGGIO 2025
Editoriale
Ma chi sono io??
21 aprile 2025, Papa Francesco ci ha lasciati
Ma chi sono io per parlarne? Per parlare di un Papa non me la sento, ma di Bergoglio come uomo posso tentare, e infatti quando mi hanno avvertito che ci aveva lasciati, il primo aggettivo che mi è nato dal cuore è stato umano, infatti l’ho sempre sentito vicino, come un padre o un fratello.
Ma chi sono io per ricordarlo?
In verità un ricordo mio ce l’ho. Il 12 marzo del 2013, nel baretto di via Ferrucci, a Milano, dove ogni mattina Giuseppe mi aspettava con un caffé lungo ed una brioche scaldata per 10 secondi. Come ogni mattina lì leggevo il Corriere e scambiavo pareri e notizie con l’arguta salumiera e il pretenzioso ingegnere, mentre Giuseppe ai caffé aggiungeva saggezza e cultura che non t’aspettavi. Quella mattina si parlava del futuro Papa che avrebbero eletto l’indomani. “Ci vorrebbe un Francesco, più vicino alla gente e più lontano dal Vaticano…” Non so se le mie parole furono esattamente queste, ma il senso fu preciso: alla Chiesa occorreva un Francesco.
Quando l’indomani Bergoglio annunciò di volversi chiamare Francesco, al baretto mi guardarono con sospetto, da chi potevo averlo saputo ben un giorno prima? Forse qualcuno se lo chiede ancora adesso, ma quella mattina Giuseppe mi preparò un caffé sublime.
Ma chi sono io per continuare a parlarne?
Una cosa, però, voglio ancora dirla, non dimenticheremo questo Papa che ha saputo scendere fra la gente, come ha saputo scendere nelle baraccopoli di Buenos Aires, e nel suo gregge ha saputo accogliere gay e divorziati. E che quando ha sentito che stava per lasciare questo mondo terreno ha voluto spogliarsi di tiara e ingombranti vestimenti papali, per dirigersi verso il mondo dell’anima sulla sua sedia a rotelle con un poncho e normali pantaloni: come un uomo, come Francesco. Indicandoci una strada.
Ma chi sono io?
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