Weekend con gusto

La Valle dei Templi: il trionfo della bellezza e della cucina agrigentina

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di Cesare Zucca —-

La meta del nostro prossimo weekend è certamente uno dei più emblematici tra i luoghi storici di tutto il mondo : la celeberrima Valle dei Templi di Agrigento  una delle più importanti testimonianze archeologiche della civiltà greca classica e Patrimonio  Unesco dell’Umanità.

L’origine della valle risale al VI secolo a.C., quando i coloni greci, insediatisi inizialmente a Gela (a sud di Agrigento), decisero di tornare un po’ più nell’entroterra per contrastare i tentativi di espansione di Selinunte. Il terreno nella valle era molto fertile e favorevole alla coltivazione dei cereali, quindi il posto era perfetto.

Nel corso dei secoli la Valle dei Templi è stata fonte di ispirazione per numerosi poeti e filosofi e ha catturato l’immaginazione di pittori, scultori e fotografi, attratti dalla sua storia millenaria e dalle atmosfere uniche che si possono vivere passeggiando tra le sue antiche rovine.
Pronti? Partiamo alla scoperta di questa meraviglia di quasi 1.300 ettari.
Tra i numerosi templi e monumenti, ecco quelli di maggiore spicco e fama che dovrete assolutamente conoscere.
Tempio della Concordia
Le sue colonne, le scalinate e i frontoni lo definiscono come il più iconico della Valle dei Templi. E’ il tempio dorico meglio conservato al mondo.
Davanti al tempio spicca l’imponente statua dell’Icaro morente, realizzata dallo scultore polacco Igor Mitoraj. un’opera che aggiunge un tocco di mitologia ad un luogo già meravigliosamente mistico.Tempio di Ercole
Il più antico, costruito intorno al VI secolo a.C. La sua struttura, montata su 38 colonne era talmente imponente che si lo poteva osservare a grandi distanze. Oggi, rimangono solo 8 colonne  che vennero restaurate dopo le distruzioni belliche.Continuate la vostra indimenticabile passeggiata per incontrare il Tempio di Castore e Polluce, di Efesto, di Demetra e di Asclepio (Dio della Medicina) che accoglieva i malatI.
Gran finale al Tempio di Giunone, dedicato alla moglio di Giove.
Appartiene al periodo dorico classico, nel 406  fu Incendiato dai Cartaginesi e dovette essere ricostruito. Vi regalerà uno spettacolo meraviglioso al tramonto, quando il sole si interseca fra le colonne rendendo l’atmosfera ancora più magica.

La zona dell’agrigentino non solo è famosa per essere ricca di storia e cultura, ma possiede anche il fascino di tanti paesaggi naturali mozzafiato e suggestivi eventi annuali, come la “Sagra  del Mandorlo in Fiore”, celebrazione della Primavera Siciliana, che trasforma tutto in un paradiso di petali

Durante la Sagra (e tutto l’anno…) siete invitati a tavola per gustare la meravigliosa cucina agrigentina che presenta una ricca e gustosa varietà, dovuta sia alle influenze delle dominazioni che si sono succedute. sia alla diversità fra le varie zone della provincia. Tra le eccellenze, le arance di Ribera, la pesca di Bivona, l’uva di Canicattì, il melone cantalupo di Licata, le olive e l’olio di Caltabellotta, Burgio e Lucca Sicula e gli spettacolari formaggi di capra prodotti a Cammarata, S.Giovanni Gemini e S.Stefano di Quisquina.Tra i piatti tipici, si annoverano la minestra di seppie, da gustarsi a Siculiana Marina, la sogliola alla saccense a Sciacca, le polpette di sarde a Licata mentre l’isola di Lampedusa, vi offre gli spaghetti all’isolotto e il dentice al forno con brodo di carne. Ancora più ricca e varia la gastronomia dell’entroterra e della zone montane: la pasta di S.Giuseppe a Ribera, quella coi carciofi a Menfi, con fave e ricotta a Montevago, coi ceci a Favara; i cavatelli all’agrigentina, il coniglio all’agrodolce a S.Angelo Muxaro, la stigghiola a Racalmuto, “u pitaggiu” a Castrofilipppo”.Tra le specialità più originali della provincia di Agrigento, spiccano il“tagano” di Aragona e lo squisito “macco” una purea di fave secche da consumare da sola o come condimento per una pasta. Una squisitezza…ho fatto il bis!

Il ” macco” di fave
Benvenuti in un dolce paradiso…
Nella pasticceria agrigentina dominano ricotta e mandorle che troviamo nelle cassatelle a S.Margherita Belice e nei biscotti ricci di mandorla e pistacchio a Canicattì; mentre nel piccolo centro di Joppolo Giancaxio gusterete l’iconico gelato al melone Senza reggiseno…
Decisamente erotici, scoprite  i minni’i’virgini , deliziosi dolcetti chiamati anche  minne o minnuzze. Hanno una particolare forma semisferica, che ricordano il seno di una donna. La loro origine è da rintracciarsi nell’antichità, quando venivano preparati come segno propiziatorio. Il loro un guscio di pasta frolla nasconde un ripieno di crema o cioccolato o ricotta di pecora, il tutto spolverato da zucchero velo.
le minni’i’virgini

Cannolo o ciarduna?
Palermo vanta la creazione del fomoso cannolo siciliano, Agrigento controbatte con la ciarduna, una tra le ricette siciliane più antiche di pasticceria a base di frolla
, farcite con crema di ricotta di pecora e rivestite con granella di mandorle.

Pronti per scoprire La Valle dei Templi ? Attenzione…
Dato che il percorso dura circa 2 ore, vi consiglio di portare un cappellino e una bottiglia d’acqua. Il sole, infatti, batte molto forte in quella zona, soprattutto nei mesi estivi. Quindi, sarebbe consigliato visitarla al tramonto, sia per il clima più mite che per il fascino dei templi che, illuminati dalla luce che in quelle ore assume dei colori meravigliosi, rendono la Valle ancora più magica.

  • Orario d’apertura:
    • feriali: 08.30 – 19.00 (uscita entro le 20.00)
    • festivi e prefestivi: 08.30 – 19.00 (uscita entro le 20.00)
  • Biglietto d’ingresso:
    • Intero: dal 1 gennaio 2024 fino al 31 dicembre 2024 € 12,00 a persona
    • Ridotto: dal 1 gennaio 2024 fino al 31 dicembre 2024 € 6,00 a persona
    • Gratuito per tutti: la prima domenica di ogni mese