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In Friuli, sulle tracce di Pasolini

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Quest’anno si celebrano i 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini. Poeta, sceneggiatore, attore, regista, scrittore, drammaturgo, romanziere, ma anche pittore, linguista, saggista e traduttore Pier Paolo Pasolini era nato a Bologna il 5 marzo 1922, ma a causa del lavoro del padre, e anche della guerra, è vissuto in diverse parti d’Italia, fino al tragico epilogo, il 2 novembre 1975, quando il suo corpo martoriato fu ritrovato sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia (Roma), dando inizio a uno dei più controversi gialli italiani.

Mente brillante, aperta e cittadino del mondo, Pasolini ebbe sempre un legame profondo con il Friuli Venezia Giulia, terra di sua madre Susanna Colussi, originaria di Casarsa Della Delizia, in provincia di Pordenone. Proprio qui, nel cimitero locale, madre e figlio riposano l’uno accanto all’altra. Il centenario della nascita del grande uomo di lettere offre uno spunto per un itinerario nei luoghi friulani teatro della sua vita e di alcune delle sue opere.

Pier Paolo Pasolini con la mamma Susanna

Si può partire da Casarsa, dove si trova la casa della famiglia materna, e poi visitare Valvasone Arzene, San Vito al Tagliamento, Salice, Sesto al Reghena e Cordovado. Chi vuole può spingersi fino a Grado, dove Pasolini girò il suo film “Medea”.

Prima tappa: Casarsa Della Delizia

Al paese di origine dell’amata madre Susanna, Pasolini dedicò la sua prima opera “Poesie a Casarsa”, edita a Bologna nel 1942. Questa cittadina di antica vocazione contadine, situata sulla riva destra del Tagliamento, fu sempre il “luogo del cuore” di Pasolini che, dopo averci vissuto da bambino e da ragazzo, dopo averci fatto ritorno con la famiglia per rifugiarsi dagli orrori della guerra, ci tornava tutte le estati per trascorrere le vacanze. A Casarsa morì il fratello di Pier Paolo, Guido Alberto, nel febbraio 1945, che aveva aderito alla lotta partigiana. Pasolini vi rimase invece fino al 1950, quando si trasferì poi con la madre a Roma.

Un itinerario “pasoliniano” non può che cominciare da Casa Colussi, la casa della famiglia materna, costruita all’inizio del Novecento dal nonno Domenico Colussi. Oggi è sede del Centro Studi Pier Paolo Pasolini, che ospita materiale, testimonianze sulla figura del letterato, oltre che promuovere convegni e iniziative a tema. Nelle vicinanze si trova invece Piazza Italia, da cui partono le strade che conducono al cimitero dove riposa la famiglia Pasolini, a Valvasone, a Versuta e a San Vito al Tagliamento.

Le tombe di Pier Paolo Pasolini e della madre Susanna nel cimitero di Casarsa

Da non perdere una visita alla Chiesa di Santa Croce, in via XI febbraio, risalente al XV secolo e distrutta dai bombardamenti nel marzo del 1945. Al suo interno si trova la lapide che ricorda l’invasione turca del 1499, che ha ispirato il dramma di Pasolini “I Turcs tal Friùl” del 1944. Nella vicina Piazza Cavour si trova anche la chiesa dedicata alla Santa Croce e alla Beata Vergine del Rosario, consacrata nel 1899, che spicca per i suoi due campanili, ispirati alla Chiesa della SS Trinità dei Monti a Roma.

Le attuali via Menotti e via Valvasone corrispondono, invece, al Borc di Sc’iavez e al Borc di Zora dove, tra cortili, archi e balconi, Pasolini ambienta il primo atto della sua opera “I Turcs dal Friùl”. Infine, vale una visita anche il Duomo dedicato a San Giovanni Battista, della fine dell’Ottocento, con il suo campanile di 56 metri.

Lo splendido Duomo di Casarsa

Valvasone e l’insegnamento

L’antico borgo di Valvasone è ricordato in una celebre prosa di Pasolini del 1947, nella quale viene definita dal letterato “città del silenzio”. Il suo nome, nella variante friulana, ricorre anche nella poesia Mi contenti, pubblicata nella raccolta Dov’è la mia patria, del 1949. Il legame con il borgo è dovuto all’impegno pedagogico di Pasolini, che qui insegnò italiano e latino nella locale scuola media dal 1947 al 1949, dopo essersi laureato in Lettere all’Università di Bologna, nel 1945.

Il castello di Valvasone

La scuola dove ha insegnato Pasolini si trova ancora in via Sant’Elena. Da non perdere, nel borgo, anche il castello di Valvasone, le cui origini risalgono al Duecento e che ha ospitato, nei secoli, molti personaggi illustri tra cui Papa Gregorio XIII, nel 1409, Papa Pio VI, mentre si recava a Vienna del 1782 e Napoleone Bonaparte. Nel Duomo, invece, spicca uno splendido organo del Cinquecento.

Sesto al Reghena e lo scandalo

L’itinerario alla scoperta dei luoghi pasoliniani prosegue a Sesto al Reghena, il cui toponimo rivela l’origine romana dell’insediamento. Qui si trova la bella abbazia benedettina di Santa Maria in Sylvis, dell’VIII secolo, uno dei più importanti centri religiosi del Friuli. La zona di Sesto, poi, vanta un paesaggio di rara bellezza, tra acque sorgive, antichi mulini, segherie ad acqua. Sebbene non compaia nelle opere pasoliniane Sesto al Reghena è stata sicuramente visitata da Pasolini che, tuttavia, è legato a questo luogo per i fatti della vicina frazione di Ramuscello, che segnarono uno spartiacque nella sua vita.

La frazione di Ramuscello, dove avvenne lo scandalo che coinvolse Pasolini

Fu infatti durante la sagra di paese della fine dell’estate del 1949 che Pasolini fu accusato di “atti osceni in luogo pubblico” per essersi appartato con alcuni giovani. La denuncia e lo scandalo che ne seguì gli costarono l’espulsione dal Partito Comunista, il licenziamento dalla scuola dove insegnava e il trasferimento, insieme alla madre, a Roma, all’inizio del 1950.

San Vito al Tagliamento e la vocazione pittorica

Un’altra tappa imperdibile dell’itinerario pasoliniano è San Vito al Tagliamento, annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, che custodisce alcune tracce della formazione artistica e dell’impegno civile del giovane Pasolini. Tra i suoi amici, infatti, risiedeva qui il pittore Federico De Rocco, che nel 1941 iniziò Pasolini alla pittura e alle arti figurative e lo dipinse nel celebre Ritratto col fiore in bocca. In seguito, nel 1945, fu insieme a lui tra i fondatori dell’“Academia di lenga furlana”.

Scorcio di San Vito al Tagliamento

A San Vito, poi, Pasolini stampò, presso la stamperia Primon, i primi quattro numeri della rivista Stroligut. Infine, nel romanzo Il sogno di una cosa, Pasolini raccontò dei drammatici fatti della rivolta contadina del gennaio 1948, ambientandolo nel paese di fantasia di Gruaro ma, di fatto, San Vito.

La stamperia Primon

Una visita a San Vito prevede alcune soste per ammirarne le eccellenze. Tra queste c’è la bella piazza centrale porticata che si innerva all’asse del campanile seicentesco e ingentilita dalla loggia del Trecento, oggi sede del Teatro Arrigoni. Merita una visita anche la chiesa dei SS Vito, Modesto e Crescenzia, ricostruita a metà del 700 dal patriarca di Aquileia.

Appartiene all’epoca medievale anche il Complesso dei Battuti, con la cappella quattrocentesca e, al suo interno, il ciclo di affreschi di Pomponio Amalteo. Tra i palazzi nobiliari ricordiamo infine Palazzo Altan Rota, del XV secolo, sede del Municipio, e Palazzo Altan, che ospita il Museo Provinciale della Vita Contadina.

Cordovado e le sue acque

Il nostro itinerario alla scoperta dei luoghi friulani di Pier Paolo Pasolini si conclude nel territorio di Cordovado, comune confinante di Sesto al Reghena che colpì Pasolini per la bellezza dei suoi paesaggi, ricchi di acque sorgive e deliziosi laghi. Tra questi c’è la Fontana di Venchiaredo, che già compare nel romanzo di Ippolito Nievo Confessioni di un italiano e celebrata dallo stesso Pasolini, estimatore di Nievo, in alcuni dei suoi versi.

La Fontana di Venchiaredo

Proprio il territorio che da Cordovado si estende fino a Sesto ospita un Parco Letterario dedicato a Ippolito Nievo. Tra le eccellenze da visitare nel borgo, ci sono il suo nucleo antico, Borgo Castello, con le splendide strutture alto medievali che si fondono con le successive architetture del Settecento, tra cui spiccano villa Attimis-Freschi-Piccolomini e Palazzo Ridolfi-Bozza-Marrubini, che custodisce al suo interno alcuni preziosi affreschi di Giovanni Francesco Zamolo.

COME ARRIVARE

In auto: per Casarsa prendere la A28 e uscite a Cimpiello, poi proseguire lungo la SS13 Pontebbana in direzione di Udine fino a Casarsa. In treno: linea Venezia-Udine-Tarvisio con discesa a Casarsa.

DOVE DORMIRE

*Albergo Ristorante Sporting, via Aldo Moro 60, Casarsa della Delizia (PN), tel 0434/871125, www.hotel-sporting.net

*The Cottage B&B, via Salvo d’Acquisto 11, Casarsa della Delizia (PN), tel 0434/869651, www.thecottagebedandbreakfast.it

DOVE MANGIARE

*Novecento, via Menotti 62, Casarsa della Delizia (PN), tel 0434/869989, www.900casarsa.it

*Real Cerveceria, via Aldo Moro 19, Casarsa della Delizia (PN), tel 0434/870550

*Ristorante Al Posta, via Valvassone 12-14, Casarsa della Delizia (PN), tel 0434/870808, www.hotelalposta.it

INFO

www.pasolinifriuli.it

www.turismofvg.it/localita/casarsa-della-delizia