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Il Mondo in Italia. La Rocchetta Mattei e il castello di Neuschwanstein, diversi ma simili

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Il primo è un gioiello italiano tutto da scoprire, il secondo è il castello più famoso del mondo, visitato da 1,5 milioni di persone all’anno, e ha ispirato le favole Disney, dalla Bella Addormentata a Cenerentola, da Biancaneve e Rapunzel. Tuttavia, la Rocchetta Mattei, sull’Appennino bolognese, e il castello di Neuschwanstein, nella regione tedesca della Baviera, hanno molte caratteristiche in comune, benché esteticamente siano molto diversi.

Entrambi nascono dal sogno visionario del loro committenti, rispettivamente il Conte Cesare Mattei e re Ludwig II di Baviera, sono pressoché contemporanei, (risalgono alla fine del XIX secolo) inoltre, si rifanno per architettura e stili ai tempi passati. Infine, entrambi furono concepiti come “rifugio” personale più che palazzi di rappresentanza e attraversarono periodi avversi prima di essere restituiti al loro antico splendore e resi fruibili al grande pubblico.

Alla Rocchetta Mattei, atmosfere da sogno

Per arrivare alla fiabesca Rocchetta Mattei si deve percorrere la SS 64 Porrettana, nel territorio della provincia di Bologna, e arrivare fino a Savignano, frazione del Comune di Grizzana Morandi. Su un’altura di 407 metri sul livello del mare, si erge questa costruzione unica nel suo genere, che mescola diversi stili, da quello medievale al moresco, fino a quello più moderno.

La prima pietra, la “rocchetta”, venne posta il 5 novembre 1850 per volere del Conte Cesare Mattei, uomo di lettere, politico, e “medico” autodidatta. Mattei è considerato il padre dell’elettromeopatia, disciplina che si fonda sull’omeopatia. Una delle caratteristiche in comune con il famoso castello di Neuschwanstein è il fatto che la Rocchetta venne costruita su un complesso medievale preesistente, appartenuto prima a Federico Barbarossa, poi a Ottone IV e, infine, incluso nei possedimenti di Matilde di Canossa, fino alla sua distruzione, nel 1293.  Il conte Mattei scelse questo luogo, dopo averne valutati molti altri, per la sua splendida posizione panoramica, quasi un piedistallo naturale, con vista sulle vallate e alla confluenza dei fiumi Reno e Limentra.

I lavori terminarono nel 1859, anche se furono operati rimaneggiamenti successivi. Il conte vi si stabilì in pianta stabile e qui rimase per venticinque anni, fino alla sua morte. E qui fu anche sepolto. Cesare Mattei condusse all’interno del suo piccolo regno la vita di un vero castellano medievale, con una corte che annoverava persino un buffone. Il castello, negli anni, ospitò poi diverse personalità, che venivano qui per sottoporsi alle cure di elettromeopatia. Tra i nomi illustri figurano Ludwig III di Baviera e lo zar Alessandro II e Dostoevskji cita il Conte Mattei nel suo celeberrimo romanzo “I fratelli Karamazov”.

Ritratto del conte Cesare Mattei nella Sala dei Novanta

Dopo diverse vicissitudini, conseguenti al danneggiamento del complesso durante la Seconda Guerra Mondiale da parte delle truppe tedesche, la Rocchetta Mattei è stata di nuovo aperta al pubblico nel 2015, grazie all’acquisizione e all’impegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, che ne ha curato i restauri.

Visitare la Rocchetta Mattei

Alla Rocchetta Mattei si accede dall’ingresso che si trova sulla SS62 Riola – Camugnano-Castiglione de’ Pepoli. Si sale poi attraverso un’agile scala fino all’entrata, dove a dare il benvenuto agli ospiti è un Ippogrifo, animale mitico che già suggerisce i gusti del “padrone di casa”. Si passa poi attraverso un cortile scavato nella roccia e si notano subito due gnomi che, a guisa di Cariatidi, sorreggono lo stipite di una delle porte sulla facciata.

La statua di un ippogrifo dà il benvenuto ai visitatori

Si entra poi da una porta che attraverso una scaletta porta alla Loggia Carolina, che lascia a bocca aperta per il suo magnifico stile orientale. La scala della Torre, invece, porta prima a un ponte levatoio, poi alla camera da letto del Conte Mattei, con il soffitto a stalattiti che ricorda una piccola grotta. Nella stanza si trovano ancora gli arredi originali e la collezione di pipe del conte.

La magnifica Loggia Carolina

Proprio di fronte si trova la Sala delle visioni, affrescata con l’allegoria della nuova scienza omeopatica che vince la medicina tradizionale. La scala porta poi al torrione principale e alla cosiddetta Sala Inglese.

La Sala delle Visioni

Si ritorna poi alla Loggia Carolina, sulla quale si affacciano la Camera Bianca e la Camera Turca. Si attraversa poi una loggia scoperta con un balcone che ricorda una rupe a strapiombo sulla vallata. Si arriva infine al superbo Cortile dei Leoni, che riproduce quello dell’Alhambra di Granada.

Il Cortile dei Leoni che ricorda l’Alhambra di Granada

La visita prosegue poi prendendo l’ingresso a lato del cortile, che porta a una cantoria che sovrasta l’interno della chiesa interna alla Rocchetta, dove, custodite in un’arca rivestita da maioliche, riposano le spoglie mortali del conte Mattei.

L’arca con le maioliche che custodisce le spoglie del conte Mattei

Si esce e si attraversa di nuovo il Cortile dei Leoni per entrare nel Salone della Pace, e poi nella Sala della Musica, costruita a immagine della cattedrale di Cordova. Accanto alla chiesa si trova poi il Salone dei Novanta, che il conte Mattei aveva fatto costruire per festeggiare, attraverso un sontuoso banchetto, i suoi novant’anni. Età a cui non arrivò mai.  Si esce poi nel rigoglioso parco da cui, attraverso una scala di pietra, si torna sulla Porrettana.

Il Salone dei Novanta

INFO

www.rocchetta-mattei.it

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