Honda-e: weekend car elettrica, agile nei centri storici
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Honda-e – Un’auto simpatica e originale questa piccola di casa Honda. Proiettata verso il futuro, ma con una fortissima impronta “retrò”. I tributi alle Honda del passato sono infatti tantissimi. Quindi futuristica, ma nostalgica. Si respira il classico stile giapponese, essenziale, minimale, funzionale ed elegante. Uno spirito estetico comune solo a noi Italiani.DesignLe forme sono molto levigate: le superfici lisce e la forma solida comunicano solidità.L’anteriore ha forte personalità, con i fari tondi molto caratteristici incorniciati da una mascherina nera. Assenti le cromature, che unite alle maniglie a scomparsa e gli specchietti “digitali”, permettono il look futuristico di cui parlavamo.Tutti questi dettagli in piacevole contrasto con le linee retrò ispirate alla Civic del 1972.Le linee spezzate dell’anteriore e del posteriore, il montante C, lo sportello nero sul cofano, sono i più forti richiami agli anni ’70, periodo magico per il design automobilistico.E’ all’anteriore infatti che si ricarica le Honda-e, che però non dispone di un’autonomia eccellente.InterniL’abitacolo è minimalista, ma davvero ricco di tecnologia.Gli ingombri studiati lo rendono spazioso e molto accogliente. Di sicuro aiuta il bellissimo legno della plancia. Aggiunta che segue lo spirito pieno di contrasti di questa Honda-e, la natura del legno viene affiancata a schermi a tutta larghezza.Tutto il cruscotto è infatti dominato da schermi a tutta lunghezza, che si protraggono fino ad “inglobare” anche il passeggero.Anche gli specchietti sono sostituiti da telecamere, che tramite dei display ad alta risoluzione, mostrano cosa segue la piccola utilitaria elettrica.Il sistema della Honda-e è ricchissimo di funzionalità, forse anche troppo, per prendere confidenza serve tempo.Lo spazio a bordo è omologato per 4 passeggeri, che si godono le ottime rifiniture, i tessuti e la solidità dei comandi.I bellissimi interni super-tecnologici di questa piccola giapponeseGuida e MotoreHonda-e ha sia il motore che la trazione al posteriore, come una sportiva! I vantaggi sono il larghissimo raggio di svolta (la Honda-e può quasi girare su se stessa), utilissimo in città e di sicuro la dinamica di guida. Certo il bagagliaio è molto sacrificato.In ogni caso il suo principale territorio è la città, quindi non è un grandissimo problema.Inoltre la propulsione elettrica offre la giusta agilità.La piccola elettrica è scattante, stabile e silenziosa.Le potenze sono 2: 136 CV per la versione “Standard”, con 222 km di autonomia, e la versione “Advance”, con 154 CV, ma con un’autonomia di soli 205 km.I numeri in questo caso non sono eccellenti.Bellissimi i fari che riprendono l’anteriore e le forme un po’ “retro”Conclusioni e PrezzoLa versione “Standard” costa 35.500 euro (in arrivo nel 2021), ma ha già praticamente tutto: gran assistenti alla guida come il cruise control adattativo, e il sistema multimediale completo.La “Advance”, invece costa 38.500 euro: si aggiungono il il monitoraggio dell’angolo cieco, il parabrezza e il volante riscaldabili, i cerchi da 17” e per ultimo il sistema di parcheggio automatico.Noi vi consigliamo la base, già molto completa. Certo il monitoraggio dell’angolo cieco e il parcheggio automatico possono salvare in città, suo ambiente ideale.
WEEKEND PREMIUM: APRILE-MAGGIO 2025
Editoriale
Ma chi sono io??
21 aprile 2025, Papa Francesco ci ha lasciati
Ma chi sono io per parlarne? Per parlare di un Papa non me la sento, ma di Bergoglio come uomo posso tentare, e infatti quando mi hanno avvertito che ci aveva lasciati, il primo aggettivo che mi è nato dal cuore è stato umano, infatti l’ho sempre sentito vicino, come un padre o un fratello.
Ma chi sono io per ricordarlo?
In verità un ricordo mio ce l’ho. Il 12 marzo del 2013, nel baretto di via Ferrucci, a Milano, dove ogni mattina Giuseppe mi aspettava con un caffé lungo ed una brioche scaldata per 10 secondi. Come ogni mattina lì leggevo il Corriere e scambiavo pareri e notizie con l’arguta salumiera e il pretenzioso ingegnere, mentre Giuseppe ai caffé aggiungeva saggezza e cultura che non t’aspettavi. Quella mattina si parlava del futuro Papa che avrebbero eletto l’indomani. “Ci vorrebbe un Francesco, più vicino alla gente e più lontano dal Vaticano…” Non so se le mie parole furono esattamente queste, ma il senso fu preciso: alla Chiesa occorreva un Francesco.
Quando l’indomani Bergoglio annunciò di volversi chiamare Francesco, al baretto mi guardarono con sospetto, da chi potevo averlo saputo ben un giorno prima? Forse qualcuno se lo chiede ancora adesso, ma quella mattina Giuseppe mi preparò un caffé sublime.
Ma chi sono io per continuare a parlarne?
Una cosa, però, voglio ancora dirla, non dimenticheremo questo Papa che ha saputo scendere fra la gente, come ha saputo scendere nelle baraccopoli di Buenos Aires, e nel suo gregge ha saputo accogliere gay e divorziati. E che quando ha sentito che stava per lasciare questo mondo terreno ha voluto spogliarsi di tiara e ingombranti vestimenti papali, per dirigersi verso il mondo dell’anima sulla sua sedia a rotelle con un poncho e normali pantaloni: come un uomo, come Francesco. Indicandoci una strada.
Ma chi sono io?
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