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Garessio, la “perla delle Alpi marittime” (1° giorno)

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Una vallata che nei mesi estivi splende di un verde smeraldo, cime innevate che svettano da un lato, mentre dall’altro si intravede il turchese del Mar Ligure. Questa settimana vi portiamo a Garessio, che per la sua splendida posizione, a cavallo tra Piemonte e Liguria, si è meritato l’appellativo di “perla delle Alpi marittime”, mentre per la sua storia e le sue bellezze architettoniche e artistiche è annoverato tra i “borghi più belli d’Italia”.

Bello in tutte le stagioni, il borgo, che appartiene alla provincia di Cuneo, vanta due eccellenze: le sue terme, aperte da giugno fino a settembre, che sfruttano le benefiche acque San Bernardo, che sgorga anche dalle fontane. Scarsamente mineralizzata, l’acqua San Bernardo è utile nella cura delle infezioni biliari e renali, per i disturbi dell’apparato genito-urinario e per l’alimentazione dei neonati.

In inverno, invece, può contare sul comprensorio sciistico Garessio 2000, che comprende 30 km di piste per lo sci alpino e lo snowboard, servite da quattro sciovie e una seggiovia biposto dalla portata oraria di 1200 persone.

Il comprensorio dista appena 12 km dal centro del paese e si sviluppa sulla dorsale che separa le valli Casotto e Tanaro. Nelle giornate più limpide, dalla partenza delle piste del Mussiglione, sulla vetta del Monte Berlino, si può ammirare lo splendido panorama del Ponente ligure e lasciare spaziare la vista fino alla Corsica. Insomma, forse è l’unica pista da sci da cui…si vede il mare!

Nel cuore del borgo

Compostezza piemontese e “carattere” ligure si incrociano in questo borgo dal cuore antico, con case di mattoni e di cotto, dove prevale la tonalità del rosso e dove chiese e vestigia medievali ci riportano a un passato che risale all’epoca dei Celti. Si deve proprio a loro il toponimo Tanaro (da Tanaris, nome di una loro divinità) dato al fiume, mentre Garessio deriverebbe da garriguo, cioè “campo coperto di querce”, per la presenza di folti boschi di questi alberi sulla vicina collina di San Costanzo.

Iniziamo quindi la nostra visita al Borgo Maggiore, da dove sono passati Gozzano, Calvino e Guareschi, il cuore medievale. Percorriamo via Cavour in direzione sud, fino ad arrivare alla Porta Rose, una torre antica che oggi ospita una galleria d’arte. Qui, attorno al 1100 si trovavano le mura, le torri di cui rimane ancora qualche traccia. Porta Rose costituiva l’accesso principale a centro abitato ed era difesa da due torri e da un ponte levatoio.

Arriviamo quindi in Piazza Carrara, sulla quale si affacciano alcuni begli edifici medievali, come Casa Odda, che spicca per la facciata in pietra e per le sue finestre gotiche. Dalla parte opposta si trova invece il seicentesco Palazzo Comunale, sormontato da un’imponente torre quadrata con un bell’orologio. Nelle sale del palazzo è ospitata la Pinacoteca Civica, dedicata a Eugenio Colmo, vignettista e caricaturista, noto come Golia, le cui opere sono custodite nel museo insieme ad altre 150 di vari autori ed epoche.

Da qui la strada comincia a salire. Appena sulla destra, si nota la facciata di Casa Averame, mentre sulla sinistra spicca per bellezza la piazzetta di San Giovanni, sulla quale si affaccia la chiesa dedicata al Santo, caratterizzata da un’ampia scalinata e, al suo interno, da diciotto lunette istoriate che “raccontano la vita di San Giovanni”, risalenti alla seconda metà del Seicento.

La piazza, considerata una delle più belle del Piemonte, spicca per la singolare pavimentazione in ciottoli bianchi e neri e per la facciata in trompe.l’oeil di Casa Giugiaro. Riprendiamo ancora via Cavour, superiamo un piccolo slargo fino all’edificio noto come Isola di Caprera, poi svoltiamo a sinistra in via Montegrappa e ci troviamo nel cosiddetto Bricco, un agglomerato di abitazioni raccolte sotto la collina dominata dal castello.  

Questa parte della cittadina è, forse, quella più ricca di storia. Spicca la sede cinquecentesca delle terziarie domenicane, dalla quale parte la discesa di via Relecca, sulla quale si affacciano piccole case in pietra, dove si trasferirono gli abitanti delle frazioni in seguito alla minaccia dei Saraceni, nel X secolo. Arriviamo quindi alla Porta Jhape, unita sul lato sinistro alle mura medievali.

Gli edifici religiosi più antichi

Superata Porta Japhe parte l’antica strada commerciale che collegata il Piemonte alla Liguria. Alla destra del ponte si nota la chiesa di Santa Maria Extra Moenia, la più antica di Garessio, costruita intorno all’anno Mille e rimaneggiata nei secoli. Accanto spicca il campanile del 1448 il stile romanico gotico.

Seguiamo il percorso delle mura fino ad arrivare alla chiesa dedicata a Maria Vergine Assunta, in origine un convento domenicano poi riprogettata nel 1717 dall’architetto Francesco Gallo. Durante le guerre napoleoniche, la chiesa è stata distrutta, poi ricostruita secondo il progetto originario e riconsacrata nel 1878.

Proseguiamo oltre il ponte e arriviamo così in piazza dei Battuti Parvi e da qui costeggiamo il fiume lungo via Fasiani fino a Porta Liazoliorum, detta anche dei Viassolo. Da qui, ritorniamo nella piazza del Comune. Prendendo invece via Cavour dalla parte opposta, in salita, si arriva invece nella parte più antica del Borgo Maggiore, con le sue case medievali e dove, un tempo di concentravano botteghe e mercati. Da qui si accede alla Piazza del Mercato, dove spicca un antico vascone e una fontana. Prendendo sulla sinistra una stradina piuttosto ripida si arrivai invece a quel che resta del Castello dei XII secolo con la sinistra “torre dell’impiccato”.

Prendendo a destra si arriva invece sulla strada provinciale. L’attraversiamo per raggiungere un ponticello e poi la Cappella di San Giacomo, risalente al Seicento. Andando ancora oltre, dopo un gruppo di case a ridosso del Rio San Giacomo, sulla sinistra si innalza la Torre Clocharium, di origine medievale.

Si conclude qui il primo giorno del nostro itinerario nel cuore medievale di Garessio. Domani passeremo dalla Reggia di Valcasotto, dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, per poi visitare Monasterolo Casotto Prima, però, non ci facciamo mancare una cena a base dei sapori tipici.

Garessio in tavola

Le castagne “garessine, i funghi, i porri e le patate sono gli ingredienti dei piatti autunnali che abbondano sulle tavole di trattorie e ristoranti. I dolci, invece, sono soprattutto a base di cacao e delle celebri nocciole del Piemonte. Ottime anche le frittelle di mele, che qui si chiamano friscioi.

Ma a fare la parte del leone è la polenta, quella di ceci si chiama panissa, mentre il piatto principe di Garesso è sicuramente la polenta saracena, fatta con farina di grano saraceno e servita con un gustoso sugo a base di porri. Provate a farla anche voi con la nostra ricetta.

Polenta Saracena con salsa di porri e funghi

Ingredienti per la salsa

  • 500 gr di porri
  • 200 gr di porcini freschi o 20 gr di funghi secchi
  • 500 ml di latte
  • 500 ml di panna
  • 30 gr di farina
  • 40 gr di burro
  • 40 ml di olio extravergine di oliva

Per la polenta saracena

  • 1 kg di patate
  • 175 gr di grano saraceno
  • 175 gr di farina gialla
  • 40 gr di burro
  • 3 l di acqua
  • Sale q.b
  • Parmigiano grattugiato q.b.

Lavate e sbucciate le patate, poi tagliatele a pezzi e mettetele a bollire in un paiolo con l’acqua e portate a cottura. Unite poi le farine e il burro e fate cuocere a fuoco lento, mescolando spesso, per circa 45 minuti. Aggiustate di sale. Quando la polenta saracena sarà pronta sarà liscia e omogenea e si staccherà facilmente dal paiolo. Passate poi alla preparazione della salsa. Lavate e affettate il porro e i funghi. Mettete a soffriggere in un filo di olio il porro, poi unite i funghi e continuate la cottura per qualche minuto. Aggiungete poi la farina, poi il latte e la panna. Aggiustate di sale e continuate la cottura fino a ottenere una salsa cremosa. Servite la polenta a fette con la salsa colata e una spolverata di Parmigiano Reggiano grattugiato.

COME ARRIVARE

In auto: A5 Torino-Savona con uscita Ceva. Prendere poi la SS28 in direzione Bagnasco-Garassio, poi la SP178 in direzione Garessio -Colle Casotto.

DOVE MANGIARE

*Ristorante Pizzeria “Il Farinello”, via Marro 15, Garessio, tel 0174/81365, locale tradizionale che offre piatti della cucina piemontese e pizza cotta nel forno a legna. Si possono gustare anche piatti a base di pesce, carne alla brace, oltre a polenta saracena e bagnacauda.

*Ristorante “La selva oscura”, Fraz. Trappa, via Naizonale 11, tel 0174/89254, a poca distanza dal centro abitato, offre piatti della cucina piemontese, dolci fatti in casa tra cui zabaione al Moscato, primi e secondi a base di funghi.

DOVE DORMIRE

*B&B Route 28, viale Marro 2, Garessio (CN), tel 331/789375, www.route28.it . In posizione centralissimo, la struttura è ampia e luminosa, con camere su due pieni e circondata da un grande giardino.

*B&B Vecchio Convento, Fraz. Mindino 4. Garessio (CN), tel 333/5352911, www.antico-convento.it Splendida struttura a 1000 metri di quota, a pochi chilometri dal centro abitato. Ricavato da un antico edificio in pietra, mette a disposizione degli ospiti un chiostro, una veranda panoramica con vista sulle Alpi e due camere con bagno indipendente. Doppia con colazione da € 60.

info: www.comune.garessio.cn.it