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Elezioni presidenziali Brasile 2014

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Di Laura Orlandi – www.ourlifeinbh.com

Ciao amiche di Auto&Donna,

oggi parliamo di un tema molto attuale in Brasile: domani infatti, domenica 5 ottobre, gli elettori verranno chiamati alle urne, come ogni 4 anni, per votare alle elezioni presidenziali Brasile 2014. Vediamo, dunque, come funziona il sistema elettorale Brasiliano e quali saranno i principali attori di queste elezioni.

Camara dos deputados

Il Brasile è una repubblica federale presidenziale composta da 26 Stati più il Distretto Federale di Brasilia. La guida della Repubblica è affidata ad un Presidente, eletto a maggioranza assoluta (se necessario con un secondo turno di ballottaggio). Domenica, oltre che per il Presidente Federale, i brasiliani saranno anche chiamati a rinnovare la Câmara dos Deputados e un terzo del Senato Federale (nel 2010 ne vennero rinnovati i due terzi, così come accadrà nel 2018).

Il potere esecutivo è esercitato dal Presidente, che possiede anche le funzioni di Capo di Stato e Capo del Governo, mentre il potere legislativo è detenuto dal Congresso nazionale, che è diviso in due camere parlamentari: la Camera dei Deputati, quadriennale, di 513 membri, e il Senato Federale che comprende 81 membri. Il sistema di voto è di tipo statale per l’elezione dei senatori: ogni stato elegge tre o due candidati in base al numero degli abitanti; per l’elezione del presidente e della Camera dei Deputati, invece, si adopera un sistema proporzionale che tiene conto della popolazione complessiva di tutto il Paese.

Sistema elettronico

Dal 1996 il Brasile usa, primo al mondo, un sistema di votazione elettronica, universale e obbligatoria (l’elettore che non vota e non giustifica la sua assenza alle urne per 3 volte, avrà la tessera elettorale cancellata). Votano tutti i cittadini alfabetizzati fra i 18 e 70 anni.

Vediamo quali sono gli ultimi pronostici e i principali attori di queste elezioni:

Dilma-rousseff

  • Dilma Roussef, presidente federale in uscita, che dovrà convincere 140 milioni di elettori brasiliani a tornare a dare fiducia al PT (Partito dei Lavoratori), che in Brasile governa da 12 anni. Nata a Belo Horizonte in una famiglia di buona borghesia. Studia nei migliori collegi. Entra nel movimento studentesco che si batte contro la dittatura militare. Diventa marxista. Si dà alla lotta armata e la chiamano Giovanna d’Arco. Nel ’70 viene arrestata a San Paolo e rimane in carcere tre anni. La torturano per 22 giorni. Quando esce si rifà una vita a Porto Alegre. Si sposa e divorzia due volte, ha una figlia e una nipote. Approfondisce gli studi di economia e entra nel Pt dell’ex presidente Lula. Nel primo governo, Lula la nomina ministro dell’Energia. Poi la mette al suo fianco come Capo di Gabinetto. E nel 2010 la sostiene nella corsa alla presidenza.

MARINA-SILVA

  • Marina Silva, candidata del Partito socialista brasiliano (Psb): terza di undici figli in una poverissima famiglia di raccoglitori di caucciù, sposata due volte e con quattro figli, nasce nelle palafitte di Acre, lo Stato più disperato dell’Amazzonia. Rimane analfabeta fino a 16 anni, quando, dopo la morte della madre, entra in convento dove impara a leggere e scrivere. Si appassiona alla storia del Brasile e recuperando il tempo, si laurea in breve tempo. Per guadagnarsi da vivere fa la domestica. Milita per qualche tempo nel Partito comunista rivoluzionario. Scocca poi, anche per lei, la scintilla con Lula. A 36 anni diventa nelle liste del Pt la più giovane senatrice del Brasile. Nel 2002, dopo il primo trionfo presidenziale di Lula, è ministro dell’Ambiente e si batte contro la deforestazione. Carica che lascia nel 2008 per protesta contro la costruzione di due centrali idroelettriche in Amazzonia e la corruzione che dilaga nel partito. Disillusa, lascia il Pt e aderisce ai Verdi, fino al 2013 quando passa al Partito Socialista. Forte dell’appoggio degli evangelici (è membro attivo dell’Assembleia de Deus, una delle chiese più aggressive), delle masse rurali della sua terra, della borghesia delle metropoli ideologicamente avversa al Pt, dichiara: «Sarò la prima presidente di colore del Brasile», (la Obama del Sudamerica).

Aecio-neves

  • Aecio Neves del partito socialdemocratico (Psdb): Nato anche lui a Belo Horizonte, è il più giovane dei tre candidati principali. Ex governatore di Minas Gerais, è nipote di Tancredo Neves, figura di spicco della transizione tra dittatura militare e democrazia. Neves era considerato, fino a metà agosto il catalizzatore del voto anti-PT e l’unico candidato in grado di impensierire la Presidente uscente. Nelle ultime settimane, invece, è progressivamente scomparso dal centro del dibattito, polarizzato dallo scontro Silva-Rousseff.

Vediamo cosa è successo nelle ultime settimane! Fino al metà agosto il partito Socialista era rappresentato da Eduardo Campos, l’ex governatore di Pernambuco. Ma il 13 agosto, il Cesna su cui Campos viaggiava e su cui avrebbe dovuto viaggiare anche la sua vicepresidente Marina, precipitò a Santos e il candidato perse la vita.

Da quel momento la stessa provvidenza, che all’ultimo non fece salire Marina su quel Cesna, l’ha catapultata in testa ai sondaggi. Campos aveva un indice di gradimento che oscillava intorno al 10 per cento. Marina in un mese di campagna raggiunge e quasi supera Dilma, attestandosi intorno al 35 per cento, e togliendo moltissimi voti a Aecio. Dopo un boom iniziale Marina subisce, però, una certa frenata nei sondaggi delle ultime settimane. La candidata ambientalista, infatti, presenta piani di riforme molto fumosi e poco concreti, non specificando dove intende prendere le risorse per attuarle.

Dilma, dall’altro lato, è più concreta ma, sopratutto dopo i Mondiali e in prospettiva delle prossime Olimpiadi di Rio 2016, è accusata dalla nuova borghesia di incapacità per non aver investito i capitali destinati a questi eventi, in sanità e istruzione, spesso ancora al livello del terzo mondo.

Dibattiti tv

L’esito del risultato finale rimane ancora molto incerto, anche se, secondo gli ultimi sondaggi, Dilma Rousseff è in ripresa e vincente al secondo turno. Le intenzioni di voto la vedrebbero posizionarsi prima, nel primo turno, con un 40% contro il 27% della Silva e solo il 18% del  conservatore Aecio Neves. E, per la prima volta dopo settimane, Rousseff risulterebbe in vantaggio nel ballottaggio del 26 ottobre:  vincerebbe le elezioni con il 47% contro il 43% di Silva. Ovviamente un esiguo tre per cento di distacco non tranquillizza più di tanto il Pt, ma è senz’altro un fatto positivo dopo una serie di segnali allarmanti!

Vedremo come andrà: vincerà l’ambientalista, religiosa e sognatrice Marina o verrà riconfermata la dura e pragmatica manager Dilma?  O alla fine la spunterà il conservatore Aecio?

Buon we,

Laura