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Dall’Italia alla Mongolia in Van: Oltre la taiga verso il confine mongolo

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Mappa del tragitto da Tyumen, Russia, a Dalanzadgdad, Mongolia.

Con il Master Renault (seconda parte)

Superata Ekaterinburg, dove venne uccisolo zar Nicola II e la famiglia Romanof, abbiamo proseguito costeggiando la Transiberiana con alcuni tratti di strada interessati da cantieri di ammodernamento che ci costringevano a frequenti cambi di corsia, e passaggi a livello che comportavano soste inaspettate e allungamento dei tempi di percorrenza. Le tappe notturne sono state nelle onnipresenti aree di servizio con parcheggio custodito. Tratti di taiga, l’immensa foresta siberiana di betulle, si alternavano a tundra e campi coltivati.

Lungo il percorso dal finestrino abbiamo potuto ammirare piccoli villaggi composti di case di legno dalle finestre scolpite, alternati a importanti città. Abbiamo fatto tappa a Tyumen, Tobolsk e Tomsk per vedere le chiese ortodosse di Tyumen, il Cremlino di Tobolsk, che dall’alto della collina domina il centro storico, e il museo della repressione politica di Tomsk, un luogo dove approfondire la storia dei gulag.
Ci siamo quindi diretti a Novosibirsk, la terza più grande città russa dopo Mosca e San Pietroburgo famosa per il teatro dell’opera e del balletto, il più grande del mondo per le sue dimensioni. Abbiamo proseguito verso Irkutsk e costeggiando il Lago Baikal siamo arrivati ad Ulan Ude.

In questa città, nota per la più grande testa di Lenin esistente al mondo nei giardini del centro cittadino, si respira già aria di Mongolia: la popolazione ha i tratti mongoli e non mancano i monasteri buddisti che visitiamo, in particolare quello sopra la collina che sovrastra la città. Con una sorpresa inaspettata: nel grande piazzale del monastero erano parcheggiati una ventina di camper cinesi! Chiacchierando con loro abbiamo scoperto che il turismo in camper in Cina si sta sviluppando e sono sorte parecchie associazioni che organizzano viaggi in camper per i soci. Loro avevano in progetto di arrivare fino a Mosca.
Ma ormai la frontiera è vicina.

Mongolia arriviamo!

La mattina dopo ci siamo diretti verso la frontiera. Sulla strada abbiamo incontrato un grande cantiere di lavori in corso che al nostro ritorno un mese dopo era terminato e ci ha permesso di viaggiare su un asfalto nuovo di zecca. Una vera pacchia per il nostro Renault Master! Siamo così arrivati in frontiera e dopo aver espletato tutte le formalità e salutato i poliziotti siamo usciti dalla Russia e fatti pochi metri ci siamo presentati ai poliziotti mongoli con in mano il visto già richiesto all’ambasciata mongola in Italia.


Le procedure sono state rapidissime e in breve ci hanno dato il benvenuto nel paese. Appena varcato il confine abbiamo provveduto a stipulare, in uno dei numerosi botteghini presenti in frontiera, una polizza assicurativa per il mezzo, dato che la Mongolia non era coperta dalla nostra assicurazione.

La situazione viaria in Mongolia, strade e sterrati, cavalli, cammelli e aquile

E dopo le ottime strade russe attraversato il confine ed entrati in Mongolia siamo tornati a percorrere strade a corsia singola, a volte un po’ dissestate e a volte abbastanza sconnesse. Nel paese il sistema viario è in via di ammodernamento ma a parte le direttrici principali come quella nord-sud che dalla Siberia conduce fino al confine cinese, sono ancora molte le piste sterrate da percorrere con cautela e in diversi casi solo in fuoristrada. Con un po’ di attenzione abbiamo proseguito il nostro percorso verso la capitale e abbiamo potuto apprezzare e ammirare la bellezza selvaggia degli spazi sconfinati dove l’aquila è la padrona indiscussa. La Mongolia, che nell’immaginario collettivo è il paese dei grandi spazi, tra la Siberia e la Cina, è chiamata anche Alta Asia, perché si sviluppa sopra i 1500 metri con altipiani stepposi, grandi praterie e montagne.

Regno delle aquile e di una natura incontaminata, è un territorio dove vivono allo stato brado cavalli, yak, cammelli e altri piccoli animali. E’ proprio dai cavalli Takhi Prewalsky, il cavallo selvatico mongolo, che sono discese tutte le razze equine. In Mongolia la vita nomade è ancora una caratteristica praticata dalla maggior parte della popolazione e l’unica vera città, con circa un milione di abitanti, è la capitale, Ulan Baatar.

La capitale Ulaan Baatar

Le tradizioni di un popolo fiero

Il nostro itinerario prevedeva di arrivare nella capitale, che avremmo visitato al ritorno, e continuare verso sud, per raggiungere il deserto del Gobi a Dalanzadgdad. Abbiamo percorso così un paesaggio che, abbandonate le distese di praterie a perdita d’occhio e le colline dalle varie sfumature di verde che si univano a cieli limpidissimi, si faceva sempre più arido. Lungo il tragitto mandrie di cammelli e di cavalli allo stato brado e ai bordi delle strade numerosi “ovoo”, il tumulo sacro sciamanico. Lo sciamanesimo è un elemento fondamentale della spiritualità locale e chi passa accanto ad un ovoo si ferma, aggiunge una pietra sopra quelle già ammucchiate che sostengono dei rami da cui pendono gli scialli colorati, fa tre giri attorno all’ovoo in segno di buon augurio e lascia un’offerta ai piedi del tumulo prima di ripartire.

Ovolo, il tumulo sacro sciamanino

Dalanzadgdad, una distesa di gher (il termine con cui i mongoli indicano la “yurta”, la tenda mobile che è la loro casa e che smontano e rimontano durante i trasferimenti al seguito dei loro greggi e mandrie) e 25mila abitanti, l’ultima cittadina mongola raggiungibile con strada asfaltata e in aereo.

Il deserto del Gobi la divide dalla Cina. Siamo stati molto fortunati perché nei giorni del nostro arrivo a Dalanzadgdad si svolgeva il Naadam, la più importante festa tradizionale mongola, espressione della cultura nomade. Si tratta di danze tradizionali, gare di lotta e di arco e corse di cavalli. Le donne possono partecipare sia alle corse che alle gare di tiro con l’arco e noi abbiamo assistito ad una gara dove a vincere è stata proprio una donna!

Nel cuore del Gobi

Da Dalanzadgdad al mattino a bordo di un fuoristrada a noleggio, il mitico UAZ (Ulyanovsky Avtomobilny Zavod) russo, siamo partiti per il deserto del Gobi, depressione di circa 2mila km da est a ovest e di circa mille km da nord a sud. E’ riserva della biosfera Unesco perché ospita le ultime rarissime specie endemiche della Mongolia ed è ricchissimo di giacimenti fossili. Con il fuoristrada abbiamo percorso circa 450 km di sterrato in un paesaggio unico al mondo.

La prima tappa è stato il Parco Nazionale di Gurvan Saikhan e Yolin Am, una valle ad un’altezza di 200 mt sul livello del mare chiamata “Valle delle aquile”. La sua peculiarità è il fiume che scorre al suo interno e che rimane in parte ghiacciato anche durante la prima parte dell’estate in contrasto con l’arido deserto. Aguzzando gli occhi si riescono a vedere le aquile che volteggiano, gli stambecchi e gli enormi gipeti.


Il compagno di viaggio

Camper in vetroresina su meccanica Renault master 150 cavalli, con cellula allestita da Aiesistem, una ditta semi-artigianale veronese. Non abbiamo avuto nessun inconveniente tecnico e la meccanica ha risposto bene ai diversi tipi di terreno, ad esclusione degli sterrati estremi per i quali il nostro mezzo non è adatto ed è necessario l’uso di un 4×4. Sul lungo rettilineo il motore ha risposto ottimamente, su tratti misti e con buche causa cantieri di ammodernamento il mezzo ha resistito alle sollecitazioni. Nelle curve tutto bene e il 150 cavalli tira che è un piacere.

Dati nuovo RENAULT MASTER

Cilindrata                                          2464 cm3
Numero e disposizione cilindri       4 in linea
Numero valvole per cilindro            4
Dispositivo di sovralimentazione    turbocompressore
Potenza                                             150 CV
Coppia Massima                               300,0 Nm
Normativa Euro                                 Euro 4
Serbatoio                                           100 litri
Trazione                                             anteriore
Cambio                                               meccanico
Numero di marce                               6
Passo                                                  357 cm
Velocità max (Km/h)                          144 Km/h
Consumo Misto (litri/100 km)           8,8


Domani la terza parte del nostro viaggio: La scoperta dei dinosauri e la mitica capitale di Gengis Khan. 

Continua la lettura con la terza puntata.