Per una volta

Da Montréal alle cascate del Niagara (1° parte).

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di Manuela Fiorini

È stato uno dei miei viaggi più lunghi, complessi e intensi, che mi ha portata alla scoperta delle province più orientali del Canada, il Québec e l’Ontario, fino a sconfinare negli Stati Uniti. Un mondo fatto di natura sconfinata, laghi e fiumi di cui non si riesce a vedere l’altra sponda, metropoli multiculturali e multietniche, fari e cittadine che sembrano usciti da una fiaba, animali visti solo sui libri che qui fanno parte della quotidianità…E poi festival meravigliosi, culture antiche, come quella dei nativi Irochesi, colori che sembrano usciti dalla tavolozza di un pittore.

Notre Dame de l’Île-Perrot, un luogo del cuore

Come tutti i miei viaggi, anche quello che mi ha portata in Canada non è stato scelto a caso, ma per un profondo legame familiare. Tralascio l’onda emotiva che mi ha travolta all’arrivo all’aeroporto di Montreal, ma condivido l’emozione di quel mio primo lungo viaggio in auto lungo una strada dritta e infinita, fatta di poche curve e molti saliscendi, che taglia in due una fitta foresta, interrotta di tanto in tanto dal passaggio di enormi scoiattoli rossi e da procioni lavatori, come avvertono i cartelli corrispondenti al nostro “animali vaganti” e che recano come animale simbolo un gigantesco alce!

La mia base di partenza per questo viaggio è Notre Dame de l’Île-Perrot, la municipalità più grande dell’ l’Île-Perrot, situata a due ore da Montreal, uno splendido grande villaggio che sembra uscito da un romanzo di inizio Novecento, con case singole di varie dimensioni e colore, alcune in muratura, altre in legno o miste, con tetti aguzzi e spioventi per smaltire la neve del gelido inverno canadese.

Ognuna è circondata da un cortile o da un giardino, in ognuno dei quali, ci sono parcheggiati, insieme all’auto, a seconda delle stagioni, si trovano anche una motoslitta, un gatto delle nevi o un acquascooter.

Notre Dame si affaccia sul fiume San Lorenzo, arteria vitale e via di comunicazione fondamentale per i commerci e i trasporti. Sono molti infatti i Québécois che in estate si spostano su piccole barche a vela o a motore, mentre in inverno, quando il fiume gela fino a diventare una vera e propria autostrada di ghiaccio, utilizzano slitte o addirittura camion (lo spessore del ghiaccio è di diversi metri, mantenuto da una temperatura che si aggira su – 30°C).

Montreal, i mille volti di una metropoli

Il fatto di avere parecchio tempo a disposizione e di non dover sottostare a “tabelle di marcia” imposte dai viaggi organizzati, mi ha consentito di vivere il Quebec con “lentezza”. Così, senza fretta, complice il jet lag che mi rendeva scattante come un grillo fin dalle quattro del mattino, sono salita più volte sull’autobus che da Notre Dame de l’Île-Perrot, in circa un’ora e mezzo, mi portava nel centro di Montreal, attraversando deliziose e pittoresche cittadine e seguendo il corso del San Lorenzo. Scoprendo ogni volta una parte diversa della città.

Quello che non sapevo è che la stessa Montreal è un’isola, di circa 50 km di lunghezza e 17 di larghezza, che sorge sul San Lorenzo. Inoltre, il parco di Mont Royal, il “polmone verde” che ossigena la metropoli, è stato progettato dallo stesso architetto del Central Park di New York.

Montreal, la terza città francofona per estensione ed abitanti dopo Parigi e Kinshasa, e unica metropoli bilingue in tutto il Nord America, mi si presenta come un enorme puzzle multiculturale e multietnico, dove ogni pezzo ha il suo posto preciso e contribuisce all’armonia dell’immagine finale. Zone come il Quartier Latin, il Village, Little Italy, Chinatown, la Vieux Montreal, Golden Square Mile o il Ghetto McGill testimoniano nei nomi e negli scorci, la complessa storia della città.

Dal Ghetto McGill a Little Italy

Boulevard Saint Laurent, detto “The Main”, è il lungo viale che separa la comunità francofona, concentrata nella parte est della città, da quella anglofona, a est. Nelle vicinanze si trova il Ghetto McGill, una delle zone un tempo considerate “poco raccomandabili”, ma oggi elevato a zona “trendy” per la concentrazione di locali alla moda, ristoranti, concentrati soprattutto lungo Rue Milton e Rue Prince Albert.

Da qui prendo una deviazione per place Saint Louis passando per Avenue Laval, sulla quale si affacciano dimore dal fascino vittoriano e frequentate in passato dagli artisti canadesi. Arrivo quindi al Quartier Latin, attraversato da Rue Saint Denis, strada simbolo del divertimento e dello spirito latino. Qui, infatti, in primavera e in estate si concentrano spettacoli, musica, festival, tra ritmi sudamericani e africani, grazie alla presenza delle comunità Giamaicana e Congolese.

Qui si trova anche l’Université de Montreal, che ha dato vita a centro urbanistico di Plateau Mont Royal, dove si concentrano le abitazioni “borghesi” dei professori e del ceto medio alto.

Il quartiere adiacente è il Village, che negli anni Ottanta è stato scelto dalla comunità gay come luogo di incontro e frequentazione e oggi, spicca per i locali, i pub, i negozi di abbigliamento. Adiacente il Village si trova anche Chinatown, caratterizzata dalle tipiche lanterne, dai mercatini, dai negozietti dove poter trovare davvero di tutto. Nella vicina Little Italy vive ancora, invece, una numerosa comunità italiana.

La Vieux Montreal, fascino vintage

Il cuore antico della città, tuttavia, è la Vieux Montreal, idealmente racchiusa tra le mura di cinta, poi demolite all’inizio dell’800. Mi ha colpito per le sua atmosfera un po’ “old fashion” un po’ bohemienne, con quel velo di sacralità rappresentato dalla Basilica di Notre Dame, costruita nel 1829, ma in stile neogotico. All’interno, spiccano le decorazioni di legno, che contrastano con le vetrate istoriate.

Qui sono custoditi il prezioso organo Casavant e, soprattutto, la Gros Bourdon, la campana più grande di tutto il Nord America. La basilica si affaccia sull’elegante Place d’Armes, dove, in passato, si sono svolte le battaglie più cruente tra i primi coloni e i nativi irochesi.

Sull’animata Place Cartier, invece, si affacciano numerosi caffè e ristoranti, mentre il lato nord orientale è dominato dalla maestosa facciata dell’Hotel de Ville, al civico 275 di Rue Notre Dame. La facciata del Municipio è stata costruita nel 1878, prendendo a esempio quello di Tours, in Francia, a dimostrazione della forte impronta francofona che già si respirava all’epoca.

La parte forse più bella della città vecchia è il Vieux Port che si estende lungo 2,5 km lungo le sponde del San Lorenzo ed è stato trasformato in un parco dove poter passeggiare, pedalare o pattinare. Qui si trova anche una delle sedi del Festival del Cinema di Montreal, uno dei più prestigiosi del mondo, che si tiene ogni anno.

Se volete approfondire la conoscenza della storia della città, dalla fondazione ai successivi sviluppi, potete invece fare una tappa al Musée d’Archéologie er d’Histoire Pointe-à-Calliere (www.pacmusee.qc.ca,)

Downtown, il “miglio d’oro” e la Città Sotterranea

È davvero incredibile come gli scenari cambino spostandosi da un quartiere all’altro. Il volto moderno della città, con i suoi grattacieli, i palazzi dalle grandi vetrate e le strade costellate di negozi alla moda e boutique è rappresentato da Downtown, nota anche come “Golden Square Mile”, una zona delimitata da Rue Sherbrooke Ouest, Rue Simpson, Avenue des Pins Ouest e rue McTavish, alle pendici del Mont Royal.

Qui, tra il 1850 e il 1930 si è sviluppata la zona residenziale della upper class, di cui oggi sopravvive solo qualche edificio vittoriano, oggi sede delle facoltà della McGill University, la più antica delle quattro presenti a Montreal.

Le architetture e i palazzi più moderni partono invece da Westmount Place, dove spiccano le torri gemelle del Banque Laurentienne, al cui ingresso si trova il monumento dell’Illuminated Crowd. Lungo la René Levesque, una delle arterie principali della città, costruita negli anni Sessanta, si sviluppano invece complessi urbanistici, shopping center.

Qui si trovano anche gli accessi principali alla rete della metro e, soprattutto, alla Città Sotterranea, un mondo fatto di passaggi, giardini, centri commerciali e aree tematiche che si estende sotto alla città per 32 km. Un modo escogitato dai canadesi per “vivere la metropoli” anche quando in inverno, le temperature scendono fino a sfiorare i -30°C.

L’accesso alla Réso, come la chiamano qui, è regolato da 120 punti di accesso, che collegano più di 60 complessi commerciali e residenziali, la quasi totalità degli uffici di Downtown, i principali alberghi, più di tremila tra negozi e boutique, senza contare le gallerie d’arte, le piscine, le palestre. E tutto senza esporsi al gelido inverno canadese.

Il Parc du Mont Royal e l’ex villaggio Olimpico

Un’altra delle cento “facce” di Montreal è rappresentata dai parchi e dal verde cittadino dove, in autunno, si assiste al fenomeno del foliage. Uno dei posti magici, in tutte le stagioni, è il Parc du Mont Royal (www.lemontroyal.qc.ca) che ho raggiunto con l’autobus numero 11, in una domenica di fine luglio, partendo dalla stazione della metro di “Mont Royal”.

Uno dei punti più panoramici del parco, a mio avviso, è l’area di Kondiaronk, da dove parte un sentiero romantico che porta all’ Observatoire de l’Est. Dal meraviglioso Lago dei Castori partono invece altri due sentieri, che conducono ai cimiteri cittadini, di Notre Dame de Neiges e di Mount Royal, luoghi del silenzio, ma ricchi di fascino, immersi in uno splendido scenario naturale.

Durante un altro dei miei “trekking urbani”, da Rue Sherbrooke ho invece raggiunto il Parc Olympique, l’ex villaggio olimpico, costruito nel 1976 in occasione appunto delle Olimpiadi e successivamente ampliato e arricchito con strutture e attrazioni, tra cui spicca il Jardin Botanique (www.espacepourlavie.ca), al terzo posto nel mondo, dopo quello di Berlino e di Londra, per estensione. Inaugurato nel 1931, è suddiviso il 30 diversi giardini e 10 serre, che ospitano più di 22.000 specie di piante.

Il mio preferito rimane però il Jardin Japonais, dove sembra davvero di avere fatto un salto dall’altra parte del mondo. Passeggiare tra pagode, laghetti abitati da trote giapponesi e decorati con ninfee, perdersi tra rocce, bonsai e alberi variopinti è stata un’esperienza davvero unica.

È poi bastato varcare un cancello per trovarsi nel Jardin de Chine, un altro per perdersi tra i mille profumi de La Roseraie, oppure imparare a conoscere la flora e le specie arboree autoctone nel Jardin del Premiéres Nations.

E, siccome amo stupirmi scoprendo in ogni angolo della città le sue mille sfaccettature, non mi faccio mancare una visita al Biodôme, che sorge nell’ex velodromo olimpico, in Avenue Pierre de Goubertin.

In poche ore si può passare da una foresta tropicale, abitata da caimani, linci e bradipi, ai boschi dei Laurentides, l’area del Golfo del San Lorenzo, per incontrare dal vivo la fauna autoctona, dagli scoiattoli ai procioni, per terminare poi il tour…al Polo Nord, facendo la conoscenza di foche e pinguini. Davvero un “giro del mondo” in meno di 80 minuti!

Siccome non soffro di vertigini e adoro i luoghi “alti”, al termine della mia giornata nell’ex villaggio olimpico, non mi lascio sfuggire l’occasione per salire sulla funicolare che sale sulla Tour de Montreal (www.parcolympique.qc.ca,), che fa parte del complesso dello Stadio Olimpico, il primo della storia con il tetto retrattile.

Si tratta della torre inclinata più alta del mondo: ben 90 metri di altezza e un’inclinazione di 45°! Impossibile non aggiungerla alla mia “collezione” di viste da brivido. Sono stata accontentata, perché il panorama, mentre si sale e da lassù, è davvero mozzafiato!

Il Parc Jean Drapeau e Île Sainte-Hélène

Voglio terminare questa prima parte del mio racconti di viaggio portandovi virtualmente al Parc Jean-Drapeau  (www.parcjeandrapeau.com) che si estende in parte sull’Île Sainte-Hélène e in parte sull’ Île Notre Dame. Il parco è uno dei tanti esempi di come la città abbia saputo mutare, trasformare, modificare il suo volto, pur lasciando traccia dei passaggi e delle destinazioni d’uso precedenti, in un’armonia difficile da trovare altrove.

Il parco nasce da quella che è stata l’area dell’Expo del 1967, organizzata a Montreal in occasione del centenario della nascita del Canada come nazione. Qui si sono concentrate diverse sperimentazioni architettoniche. Tra quelle ancora visibili c’è il famoso Habitat67 (www.habitat67.com) un singolare e futuristico complesso abitativo a moduli progettato da Moshe Safdie che mi ha ricordato un gigantesco gioco dei cubi.

Nell’ex padiglione degli Stati Uniti, a forma di cupola sferica realizzata in vetro e acciaio, è stata ricavata invece la Biosphére, che illustra il delicato ecosistema dei grandi laghi e del fiume San Lorenzo.

Potete raggiungere il parco sia in auto, attraversando attraversare il Ponte Jacques Cartier o il Ponte de la Concorde, mentre se preferite raggiungerlo a piedi o in bicicletta, si può usufruire del servizio pubblico di traghetti (www.navettesmaritimes.com) che parte dal molo Jacques Cartier  del Vieux Port.

Se volete tornare un po’ bambini (io non me lo sono lasciato scappare!) sull’ Île Sainte-Hélène si trova anche il parco dei divertimenti de La Ronde (www.laronde.com) con attrazioni e giostre dal sapore un po’ vintage, ma proprio per questo dotate di un certo fascino. Irresistibili le montagne russe in legno, che fanno un fracasso infernale.

L’ Île Sainte-Hélène è collegata alla vicina Île Notre Dame, una “piccola Venezia” caratterizzata da un sistema di canali e sentieri che conducono all’interno dei suoi suggestivi ambienti naturali. Qui si trova il Circuit Gilles Villeneuve, dove si corre il Gran Premio del Canada, il Casino de Montreal, il Jardins des Floralies e la Plages des Îles, una spiaggia artificiale che ricorda le distese sabbiose dell’Oceano, dove i cittadini vengono a trascorrere i weekend estivi.

Con l’immagine di un tiepido tramonto canadese, con il riverbero del sole che si riflette sulle acque verde scuro del San Lorenzo, si conclude questa prima parte del mio viaggio. Nella seconda parte vi parlerò di Quebéc City, Patrimonio dell’Umanità Unesco, e del suo meraviglioso castello. Andremo poi insieme in Ontario, e dopo una “toccata e fuga” a Toronto, condividerò con voi le emozioni di essermi trovata sotto le spettacolari Cascate del Niagara.

L’autrice

Manuela Fiorini è sono nata a Modena, solo per caso. Con una mamma nata ad Alessandria D’Egitto, sangue italiano, greco-cipriota e britannico, zii in Australia e Canada, si considera cittadina del mondo. È giornalista freelance e scrittrice. Scrive di turismo, enogastronomia, salute e benessere. Come narratrice ha pubblicato alcuni romanzi e racconti in diverse antologie e riviste. La sua pagina Facebook è https://www.facebook.com/manuelafioriniauthor/

COME ARRIVARE

Montreal è facilmente raggiungibile dall’Europa grazie alla presenza di uno dei principali aeroporti del Canada. L’Aeroporto Internazionale di Mirabel, che dista circa 50 km dal centro città. Volano su Montreal Alitalia (www.alitalia.com), Air France (www.airfrance.it), Air Canada (www.aircanada.com), Air Transat (www.airtransat.com), Lufthansa (www.lufthansa.com), KLM (www.klm.com). Si possono poi confrontare le tariffe migliori sui siti come www.skiscanner.it, www.volagratis.com

DOVE DORMIRE

*Bonaparte****,447 Rue Saint Francois Xavier, Montreal, tel 001 514 844 1448, www.bonaparte.com. Albergo elegante immerso nelle atmosfere della Vieux Montreal arredato in stile europeo con mobili antichi e pavimenti di legno. Alcune camere si affacciano sulla Basilique de Notre Dame. La colazione di tre portate viene servita nel patio sul tetto con una meravigliosa vista sulla città.

*Chateau Versailles Hotel****, 1659 Rue Sherbrook Ouest, tel 001 514 9338111, www.chateauversaillesmontreal.com, Splendido hotel d’atmosfera con 65 camere e 14 suite ricavate in alcuni due edifici aristocratici in stile vittoriano. A disposizione un ristorante con raffinato menù francese.

DOVE MANGIARE

*Aix Cuisine du Terroir, 711 Côte de la Place d’Armes, Montréal, tel 514 904 1201. Nel centro città, offre una cucina fusion con piatti della cucina canadese e internazionale. Prezzo medio a persona, bevande escluse, € 35.

*La Colombe, 554 Avenue Duluth E, Montréal, tel 514 849 8844, www.lacolombe.ca Locale tipico situato nelle vicinanze del Plateau de Mont Royal. Il menù offre piatti della cucina francese ed europea, a base di carne e di pesce. Buona carta dei vini. Prezzo medio a persona € 35/40.

INFO

www.quebecoriginal.com 

www.mtl.org

www.quebecoriginal.com

www.ville.montreal.qc.ca