Weekend Italy

I Borghi di mare: da Scilla al Circeo passando per Capri, intervista impossibile con Ulisse

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“Prego, mi segua. Adesso prenderemo l’ascensore per l’inferno e poi saremo arrivati”.

Saliamo su una piattaforma che sembra spuntare dalla montagna. Lo vedo armeggiare con una leva. “Ottava bolgia, ottavo cerchio….

Sono qui, all’Inferno di dantesca memoria, per incontrare Ulisse, le cui avventure sono diventate proverbiali e, proprio per questo, è annoverato tra le “Migliori Guide Turistiche Impossibili” del mondo, con tanto di attestato di riconoscimento rilasciato dalla Fondazione Omero.

Mi accoglie nella sua spelonca, dove vive da quando il Sommo Poeta gli ha concesso in comodato d’uso gratuito un alloggio nel Girone dei Consiglieri Fraudolenti.

Non altissimo, mascella volitiva, naso greco, Ulisse è proprio come me lo immaginavo.

Ulisse, come mai ha deciso di visitare l’Italia?

“Era da tanto che non mi prendevo una vacanza e volevo visitare l’Italia prima di tornare a casa dopo dieci anni sotto le mura di Troia. Io e i miei compagni abbiamo fatto una prima tappa ai piedi dell’Etna, in Sicilia, in un bel luogo pieno di pecore. Avevamo fame, ne abbiamo macellate un paio e le abbiamo arrostite. Ci siamo accorti troppo tardi che appartenevano al ciclope Polifemo. Oggi, però, i Ciclopi hanno traslocato, quindi posso consigliare ai nostri lettori una visita al bel Parco dell’Etna, magari per un bel trekking per vedere il vulcano da vicino. Per esempio, la Grande Traversata Etnea è un bel trekking di cinque giorni con tappe da 12/15 km di sentieri immersi nella natura. I più pigri possono salire, circumnavigare l’Etna usando la Ferrovia Circumetnea (info 095/541246) da Catania a Riposto. Io consiglio di non perdere una visita a Nicolosi, da cui si snoda il sentiero che porta al Rifugio Sapienza, dove si trova anche la sede delle Guide Alpine Etna Sud. Mentre si sale verso la cima, consiglio una sosta ai Crateri Silvestri per ammirare un paesaggio lunare”.

Un’altra meta che consiglierebbe ai nostri lettori?

“Sicuramente le Isole Eolie, che devono il loro nome a un illustre inquilino, Eolo, il dio dei venti. Aveva una villa favolosa sull’isola di Stromboli, un luogo straordinario e selvaggio, con la sua spiaggia di sabbie nere e la magica “Sciara del fuoco” che dalla bocca del vulcano scende lenta verso il mare. E poi, lo sperone di Strombolicchio e lo splendido borgo di Ginostra, che si trova sul lato occidentale dell’isola e si raggiunge solo via mare. Già che c’ero, ne ho approfittato per visitare anche le altre isole dell’arcipelago, tra cui la selvaggia Filicudi, con la sua vegetazione incontaminata, le sue spiagge bianche lambite da un mare cristallino e un’unica strada asfaltata che collega i piccoli borghi di Filicudi Porto, Valdichiesa e Pecorini Mare. Per farsi un’idea di come potevano essere le isole “ai miei tempi”, invece, vi consiglio Alicudi, mentre i più mondani possono scegliere Lipari, con il suo castello, le sue sorgenti termali e la bella spiaggia di Acquacalda, sovrastata dalla montagna di pomice”.

Insomma, pur di non tornare a casa, ha vissuto un’Odissea. Che cos’altro le è piaciuto dell’Italia?

“Le donne, naturalmente. A un certo punto, mi sono preso una sbandata per una bella mora, Circe, che ho incontrato presso il Promontorio del Circeo. Mentre ero suo ospite, ho potuto visitare quello che oggi è il Parco Nazionale del Circeo. Quindi vi posso caldamente consigliare una visita a Palmarola e Ponza  perle delle Isole Pontine. E poi all’antica città romana di Norba, circondata da mura massicce e costruita su una terrazza naturale che si affaccia sulla Pianura Pontina, mentre sullo sfondo si staglia la sagoma del Monte Circeo. A proposito, gli appassionati di trekking non possono perdersi la salita al Picco di Circe, dove si trovano i resti di un tempietto dedicato a Venere. Lungo il Promontorio del Circeo, poi, merita una visita la bella Spiaggetta del Prigioniero, dove si trova una singolare grotta a due piani con un balconcino naturale con vista mare. E poi  vicine ci sono Gaeta e Sperlonga, non per nulla tutta questa costa la chiamano la  Riviera d’Ulisse ”.

Lei non sembra avere molta fortuna con le donne. Dopo Circe… le Sirene.

“Avevo sentito parlare delle “bellezze” dei Faraglioni di Capri e del loro canto fatale. Così, dopo aver messo dei tappi di cera nelle orecchie dei miei uomini, mi sono fatto legare ben stretto all’albero maestro della nave per assistere all’esibizione canora delle fanciulle dalla coda di pesce senza lasciarci la pelle. E, già che ero in zona, ho potuto ammirare anche i Giardini di Augusto e fare una tappa per immergermi nella bellezza quasi soprannaturale della Grotta Azzurra”.

Il suo viaggio in Italia si è concluso in Sicilia. Ci racconta come andò?

“Prima di tornare a casa da mia moglie Penelope e da mio figlio Telemaco, avevo pensato di  prendere una scorciatoia e ho deciso di attraversare lo Stretto di Messina. Tuttavia, il fondale era popolato da mostri marini, tra cui due fratelli molto permalosi e collerici, Scilla e Cariddi. Mi salvai per miracolo, così decisi di appendere il timone al chiodo. Me ne stetti buono per un po’, ma la mia voglia di viaggiare era tale che decisi di imbarcarmi di nuovo per scoprire che cosa c’era oltre le Colonne d’Ercole, il confine del mondo allora conosciuto, che oggi si chiama Stretto di Gibilterra”.

Fu proprio a causa di quel viaggio che il nostro Ulisse si trova qui, ora, inquilino dell’Inferno dantesco, dove trascorre la sua vita da pensionato reinventandosi come guida turistica. Lo saluto e lo ringrazio per i suoi suggerimenti.

 “C’è poi riuscito qualcuno a scoprire che cosa c’è oltre le Colonne d’Ercole?”, mi chiede con uno sguardo avido di sapere. Vorrei raccontargli di Cristoforo Colombo, dell’America…Invece, gli dico che oltre Gibilterra c’è soltanto acqua. Non si sa mai che gli torni la voglia di ripartire…