Di Raffaele d’Argenzio
E’ senza dubbio affascinante guardarsi intorno in questo scenario delle Piccole Dolomiti Lucane, inaspettate e da scoprire. Non è vero che io ed i miei amici siamo i primi, ma ci pare di esserlo. Il gusto della scoperta ha un sapore intenso, virile, che dà energia e coraggio. Ora guardo quel borgo lassù, e so che devo raggiungerlo, che voglio raggiungerlo.
E’ Pietrapertosa ( pietra bucata), anche esso uno dei Borghi più belli d’Italia. Ma per raggiungerlo prendo la strada più breve, quella del volo. Ma ne avrò il coraggio?
Per arrivare al punto da cui si spicca il volo, la strada è certamente in salita, ma ci si abitua subito, passo dopo passo, si fa del trekking, la polvere cittadina viene spazzata via. Eccoci qui, arrivati. Ci si guarda nell’indecisione, si va non si va? Si vola o non si vola? I più giovani sono entusiasti, gli adulti indecisi guardano il panorama stupendo prendendo tempo, ma il gusto della scoperta ha il sapore del coraggio. Non si torna indietro: IO VOLO!
E’ un attimo, mi imbracano con le misure di sicurezza, il casco per forare l’aria come un proiettile e poi parto. Sai che sei appeso ad un cavo d’acciao, sicuro, ma non sono abituato a non sentire sulla sotto di me. Ti sembra di volare davvero, il panorama è stupendo e la velocità di oltre 100 km orari ti inietta adrenalina pura nelle vene, adrenalina lucana. Arrrivi e vorresti non fosse già finito. Ma poi pensi che puoi fare il volo del ritorno.

PIETRAPERTOSA, SULLE TRACCE DEGLI ARABI
Ora sono a Pietrapertosa, anche qui guglie e forme modellate dall’acqua e dal vento. Anche qui una bella chiesa, quella del Convento San Francesco, un grande convento che non ti aspetti in un piccolo borgo. Affreschi interessanti tardo 1400.
Anche interessante il quartiere dell’Arabata, infatti questo borgo fu creato proprio dagli arabi intorno all’anno mille, guidati dal principe Bomar. Viuzze, scale, case scavate nella roccia, e poi piccoli orti verdi, protetti dalle case abbarbicate alla montagna, che ricordano le case arabe. Che Piertrapertosa fosse un borgo unico e interessante lo testimoniano anche le foto scattate qui dal grande fotografo Henri Cartier-Bresson. Ed ora le riproduzioni di quelle foto sono sparse nelle stradine a dimostrazione che qui il tempo ha assunto un’altra dimensione.
Ed anche qui una salita (ma siamo nelle Dolomiti, no? Anche se Piccole) un castello Normanno, un ampliamento di quello arabo precedente. E qui si trova la famosa pietra pertosa (pietra bucata) che ha dato il nome al paese. Una grande caverna intorno alla quale era stata fatta la fortezza.
Da qui un panorama stupendo sulla valle del Basento, anche qui a volte si può arrivare a vedere il golfo di Taranto.
Dove mangiare? Alla “ Locanda di Pietra”, ho mangiato bene, piatti della tradizione lucana, curati con materie prima di qualità.

Si sta bene a Pietrapertosa, l’occasione per tornarci è a metà agosto per l’evento “Sulle tracce degli Arabi”. Ci sarà anche la danza del ventre. Io vorrei ma non posso.
Il Volo dell’Angelo mi aspetta. E pare che questa tratta da Pietrapertosa a Castelmezzano sia ancora più bella.
www.comune.pietrsapertosa.pz.it
