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A San Vito lo Capo, tra riserve naturali e antiche tonnare (2 parte)

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I dintorni di San Vito lo Capo sono una meraviglia della natura. Non solo un mare cristallino, ma montagne, sentieri, calette e grotte e due Riserve Naturali tutte da scoprire. Ecco, allora, che, dopo avervi accompagnati, nella prima parte dell’itinerario, al Cous Cous Fest, in questa seconda puntata vi suggeriamo alcune escursioni e mete da non perdere.

La Riserva Naturale dello Zingaro

Istituita nel 1981, è la prima Riserva Naturale della Sicilia. Del perché si chiami “dello Zingaro” non è dato a sapere. Non si hanno infatti notizie di insediamenti di nomadi, ma solo una colonia di Lombardi nel XIII secolo.

La Riserva si estende per 7 chilometri nel tratto di costa che va da San Vito lo Capo a Castellamare del Golfo e ha un’estensione di 1700 ettari che occupano gran parte della penisola di San Vito lo Capo. Dista appena 15 minuti dal paese e per accedervi è richiesto un biglietto di ingresso (intero € 5, ridotto € 3 per ragazzi fino a 14 anni, scuole € 1, over 65 gratuito). La zona costiera si compone di calette pittoresche che si affacciano su un mare cristallino dalle mille sfumature dell’azzurro e del verde. In pochi minuti a piedi dalla biglietteria si arriva alla Tonnarella dell’Uzzo, una delle spiagge più frequentate nella stagione estiva, ma che offre il meglio in autunno e in primavera.

Chi ama andare alla scoperta delle spiagge più “segrete”, può prendere il sentiero della costa che tocca Cala Torre dell’Uzzo, Cala Marinella, Cala Beretta, Cala della Disa, Cala del Varo, fino a Cala della Capreia, che tocca il territorio di Scopello. Il paesaggio montuoso raggiunge vette notevoli, come Monte Scardina, Monte Speziale, Monte Acci e Monte Passo del Lupo, habitat di uccelli e, in particolare, di rapaci come il Falco Pellegrino, il Gheppio, la Poiana, il Barbagianni, l’Aquila di Bonelli e il nibbio.

La vegetazione endemica comprende invece alcune specie rare, come il Limonio di Todaro,il Fiordaliso di Sicilia, l’Orchidea di Branciforti e la Palma Nana, simbolo della riserva naturale. Con le sue fogli, i contadini in passato creavano oggetti di uso quotidiano, che oggi si possono ammirare nel Museo della Civiltà Contadina all’interno della Riserva. Oltre a questo, sono presenti altri piccoli musei che valgono una visita. Tra questi il Museo Naturalistico, il Museo delle Attività Marinare e il Museo della Manna.

Altri interessanti siti sono Borgo Cusenza, un gruppo di case abbandonate nei primi anni Cinquanta e oggi al centro di un progetto di recupero, e la Grotta dell’Uzzo, a ridosso della costa, che conserva le testimonianze dei primi insediamenti preistorici della zona.

Le escursioni nella Riserva di Monte Cofano

Da San Vito lo Capo, in meno di venti minuti si raggiunge la Riserva di Monte Cofano, che rientra nel Comune di Costunaci, tra San Vito e Trapani. Lasciando l’auto alla biglietteria si arriva a piedi alla Tonnara di Cofano, dove svetta la splendida Torre di Tuono, eretta nel 1500 per difendere l’antico borgo marinaro e la tonnara. Per la sua forma quadrata e le pareti concave è l’unica di questo genere in tutta la Sicilia. Se le temperature lo consentono, si può anche fare il bagno nelle acque limpide che circondano la tonnara.

Gli appassionati di trekking, o di MTB, possono invece prendere il sentiero della Forestale che parte dal lato di Castelluzzo e circonda il monte, fino ad arrivare all’ingresso ovest, sul lato di Custonaci. Lungo il percorso si incontra la Grotta del Crocifisso con una piccola cappella e, poco più avanti, la Torre di San Giovanni, di epoca borbonica.

Sempre sul versante ovest, in località Scurati, sul costone del monte si trovano alcune interessanti grotte risalenti al Paleolitico Superiore che conservano tracce di insediamenti preistorici tra cui fossili, graffiti, armi, utensili. Le grotte, nell’Ottocento, vennero utilizzate dagli eremiti. Successivamente, durante la Seconda Guerra Mondiale, qui trovarono rifugio gli sfollati. Oggi, molte di esse sono adibite a ricovero per gli attrezzi da lavoro contadino.

La più famosa è la grotta Mangiapane, che prende il nome dalla famiglia che l’ha abitata fino agli anni Ottanta del Novecento. Si presenta come un piccolo agglomerato che conta alcune casette rurali, una cappella e stradine di ciottoli. Durante il periodo natalizio viene trasformata in un suggestivo presepe vivente e animata dai cittadini di Custonaci.

Visita alla Tonnara del Secco

Uno dei luoghi simbolo di San Vito lo Capo è la Tonnara del Secco, che sorge ad appena tre km dal centro abitato. Qui la pesca e la lavorazione del pesce sono attestate fin dal IV secolo a.C, come testimoniano i resti delle vasche proviste di una canaletta di scolo per lo scarico delle acque.

Oltre agli edifici più moderni della tonnara, rimasta in funzione fino al 1969, si possono ancora vedere alcuni edifici patrizi, dove i nobili si accomodavano sui terrazzi per assistere alla “mattanza”, la pesca dei grossi tonni che in primavera percorrevano le acque del golfo di Castellamare per andarsi a riprodurre. Una curiosità: qui sono state girate alcune scene di film celebri, come Cefalonia e Viola di mare.

L’ascesa di Monte Monaco

Un’altra bella escursione che ci sentiamo di consigliarvi è il percorso a piedi che da San Vito conduce alla vetta di Monte Monaco, la cima che sembra abbracciare tutto il paese.

Ci si arriva grazie a un sentiero storico, recentemente ripristinato, che parte da via Mondello, alle spalle del paese, e in circa 1 ora e mezzo conduce sulla vetta, tra profumi e macchia mediterranea. Il percorso è ben segnalato e accessibile a tutti. In prossimità della vetta si trovano i resti di una cava di marmo e una maestosa croce di legno. Ma la vera sorpresa è la vista mozzafiato, che spazia a 360° dalla costa che va da Erice a Monte Cofano a ovest, a quella che da San Vito lo Capo si collega al Golfo di Castellamare a est. Spingendo ancora oltre la vista si possono ammirare anche i monti che circondano Palermo, mentre a sud si arriva a vedere la dorsale del Monte Speziale e fino al Monte Sparagio.

I sapori del trapanese

Il piatto principe di San Vito lo Capo è il cous cous alla trapanese, che abbina la semola al pesce fresco. Impossibile resistere alle arancine di riso, alla carne, al burro o in fantasiose varianti. Tra lo street food locale ci sono le panelle, frittelle di farina di ceci racchiuse in un panino. Con le melanzane si preparano la caponata e le cotolette.

Tra i primi piatti abbondano i condimenti a base di pesce, come la pasta con le sarde, gli spaghetti alle vongole o al nero di seppia. Tra le paste al forno troviamo la ‘ncaciata, citata anche nel celebre serial “Il Commissario Montalbano, e il timballo di anellette, Da non perdere la celebra pasta alla Norma e le busiate al pesto alla trapanese, di cui trovate qui sotto la ricetta.

Tra i secondi, troviamo gli sgombri lardiati, il tonno in agrodolce, i calamari fritti o la caponata di pesce spada. Imperdibili i dolci, tra cui la cassata, i cannoli, le graffe, le cassatelle di ricotta, le pesche, ma anche i bigné, i pasticcini, gli ericini alla pasta di mandorle, il caldo freddo, un delizioso mix di gelato e cioccolato caldo.

Busiate al pesto alla Trapanese

Ingredienti

  • 600 gr di busiate (pasta tipica trapanese)
  • 500 gr di pomodori da salsa
  • 40 gr di mandorle pelate
  • 4 spicchi di aglio
  • 1 mazzetto di basilico
  • 100 gr di pecorino grattugiato
  • Olio EVO
  • Sale e pepe q.b.

Tritate poi pestate insieme le mandorle, l’aglio e il basilico, aggiungendo un filo di olio di oliva. Quando sarà il tutto ben amalgamato, unite anche il pecorino grattugiato e mescolare. Mettete poi i pomodori a sbollentare nell’acqua calda per qualche minuto, poi pelateli, puliteli dai semi, tagliateli grossolanamente a pezzettoni e passateli nel mortaio. Unite anche gli altri ingredienti, il sale e il pepe. Aggiustate di olio. Cuocete la pasta in acqua salata, scolatela quando è al dente e versatela nel tegame con il sugo. Mescolate e servite.

COME ARRIVARE

San Vito lo Capo si trova tra Trapani e Palermo. Si può prendere il traghetto per Palermo e da qui un collegamento marittimo per San Vito lo Capo. In alternativa, si vola per Palermo o Trapani Birgi e si noleggia poi un’auto. Da Palermo: autostrada A29 con uscita Castellamare del Golfo, poi SS187 per San Vito lo Capo. Da Trapani: SS187, all’altezza di Baglio Messina si prosegue per Custonaci e dopo 10 km si arriva a San Vito lo Capo.

DOVE MANGIARE

*Gna’Sara, via Duca degli Abruzzi 6, San Vito lo Capo, tel 0923/972100, www.gnasara.it Locale sobrio con un bel dehors dove riscoprire i piatti della tradizione, tra cui il cous cous di pesce e le busiate fatte a mano. Prezzo alla carta da € 30 a € 67.

 *Da Alfredo, Contrada Valanga 3, San Vito lo Capo, tel 0923/972366, www.ristorantealfredosanvito.it locale a gestione familiare che offre una cucina siciliana autentica e saporita. Ottima la pasta fatta in casa. Menù € 30-45; alla carta € 27-57.

DOVE DORMIRE

*Hotel Villa Sauci****, Contrada Sauci, San Vito lo Capo, tel 0923/972370, www.villasauci.com Affacciato sul mare, a pochi km da San Vito e dalla Riserva dello Zingaro, dispone di camere e suite, alcune con jacuzzi, balcone o terrazzo arredato. A disposizione, piscina scoperta, terrazza comune con barbecue e noleggio bici. Doppia con colazione da € 119.

*Al Ritrovo***, via Colombo 314, Castelluzzo, San Vito lo Capo, tel 0923/975656, www.alritrovo.it Comodo alle principali attrazioni, dalla spiaggia di Bue Marino, alla Tonnara di Scopello a San Vito, dispone di camere ampie e luminose, dotate di balconcino con vista panoramica sulle montagne. Inoltre, ristorante bar con vista sulle montagne, piscina e terrazza panoramica con idromassaggio. Doppia da € 54.

INFO

www.sanvitoweb.com

www.visitsicily.info