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Zanzibar, l’isola del popolo felice

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Arrivando a Zanzibar balza all’occhio il contrasto tra il sorriso dei suoi abitanti, la loro spensieratezza e la povertà assoluta che regna sull’isola. E le risposte a questa constatazione arrivano solo trascorrendo un po’ di tempo con loro.

Zanzibar – Giovani donne

L’isola di Zanzibar (il nome deriva da Zandj barr, terra dei neri, come i mercanti arabi chiamavano la costa orientale utilizzata per i traffici commerciali compreso quello degli schiavi) appartiene alla Tanzania e sfoggia un interno verdeggiante, spiagge da sogno, mare cristallino e fondali mozzafiato.

Zanzibar – spiaggia

In questo diario di viaggio illustriamo i tanti motivi per una vacanza nella conosciuta isola della spezie…

1° giorno – Viaggio in aereo da Milano Malpensa fino a Zanzibar aeroporto Kisauni (7 km dalla capitale Stone Town) . Il volo dura circa 9 ore ma si svolge di notte per cui non si perde neppure un giorno di vacanza. Per il soggiorno abbiamo scelto il Palumbo Reef Beach Resort ( Uroa, fax 0974 986471), un resort gestito da italiani e posizionato direttamente su una bellissima spiaggia di sabbia candida a Uroa. Quest’ultimo è un piccolo villaggio di pescatori che affaccia sulla Uroa Bay, a poca distanza da Kiwengwa. Qui si vive di pesca e della raccolta di alghe e negli ultimi anni anche di turismo. La lunga spiaggia è esposta al fenomeno delle maree che ne condizionano un po’ l’utilizzo ma nello stesso tempo regala, durante la bassa marea, lingue di sabbia fine e piscine naturali dove si possono vedere grandi stelle marine.

Stelle marine

Arrivati al nostro resort e sbrigate le formalità burocratiche, decidiamo di visitare a pochi chilometri un villaggio tipico zanzibarino per scoprire gli aspetti più veri della cultura africana e conoscere la vita di tutti i giorni degli abitanti di Zanzibar.

Ci presentiamo con zaini colmi di oggetti portati dall’Italia, matite, quaderni, giochi e anche qualche caramella chiamata dai bambini pipi (lo facciamo sapendo però che non si dovrebbero mai dare caramelle e dolci vista la scarsità di dentisti sull’isola). Compriamo anche un sacco di riso da 25 kg. che distribuiamo alle donne radunatesi attorno a noi e munite di ciotole.

Zanzibar – distribuzione riso al villaggio

L’impatto emotivo è notevole: i bambini ti accerchiano e tu hai ancora un piede sul pulmino, ti salutano, ti sorridono, ti danno la mano e ti guardano con occhioni colmi di curiosità e aspettativa.


Visitiamo la scuola che è all’interno del villaggio, giochiamo con i bimbi, ci presentano un’abitazione tipica che è fatta di legno, terra e sterco di animale.

Zanzibar – tipica abitazione

Rimarrà indelebile la risata dei bambini rivedendosi nelle foto a loro scattate. La loro meraviglia è grande nel rivedere la loro immagine in quella macchina infernale che riproduce i loro movimenti.

Zanzibar - primi contatti con i bambini della scuola
Zanzibar – primi contatti con i bambini della scuola

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2° giorno – Esploriamo la spiaggia di Uroa che con la bassa marea ci permette di inoltrarci e approdare su una lingua di sabbia immensa. Ammiriamo le stelle marine che ci colpiscono per le dimensioni e i colori, scattiamo fotografie che non riescono a riprodurre integralmente i colori, la tranquillità e la serenità che ci circondano. Ci troviamo a camminare in mezzo all’Oceano Indiano e sembra la cosa più naturale del mondo. Rientriamo al resort prima che l’alta marea ci sorprenda.

Zanzibar – Spiaggia adi Uroa

Nel pomeriggio partiamo per l’escursione conosciuta come Spice Tour, cioè il tour delle spezie. Arrivati alla piantagione ci inebriamo con i profumi intensi delle piante: vaniglia (lavani) , cannella (yogomba), cardamomo (hiliki) utilizzata anche per profumare l’alito e contro il mal di mare, chiodi di garofano (karafuu), forse la spezia che caratterizza maggiormente il luogo, citronella (chaichai), curcuma (manjano), noce moscata (kunga manga), pepe (pilipili), curry, cumino (jira), coriandolo (giligilani) zafferano (zafarani), zenzero (tangawizi), e il peperoncino (chili). Ci vengono raccontati aneddoti vari sull’uso di queste piante da quello medicinale a quello più goliardico.


Assistiamo poi alla raccolta delle noci di cocco che ci vengono servite con il sottofondo del canto tipico Jambo. La gentilezza non ha limiti qui: all’istante ci vengono confezionati con rami e foglie una corona, una borsetta e una collana. Il risultato è sorprendente e tutti molto soddisfatti indossiamo questi manufatti locali come se fossero gioielli di Cartier.

Zanzibar – coroncina intrecciata con foglie

La giornata termina con la visita della capitale di Zanzibar, Stone Town, in swahili Mji Mkongwe (“città vecchia), un tempo capitale del sultano di Zanzibar.

Zanzibar- mercato chiuso a Stone Town

Iniziamo con la visita al mercato chiuso caratterizzato da prodotti tipici, colori, rumori e una grande frenesia. Qui si vendono principalmente alimenti (carne, pesce, frutta e verdura, riso, semenze, spezie) ma si trovano anche prodotti di artigianato locale come il kanga (il tipico capo di abbigliamento swahili).

Zanzibar - prodotti esposti al mercato chiuso di Stone Town
Zanzibar – prodotti esposti al mercato chiuso di Stone Town

Camminiamo tranquillamente per le strette vie ammirando l’architettura che rimanda alle innumerevoli influenze arabe, persiane, indiane ed europee, un mix che, insieme alla sua storia, ha fatto di questa città un Patrimonio dell’Umanità.

Bellissimi i portoni intarsiati: quelli arabi riproducono scene tratte dal Corano e quelli indiani hanno borchie appuntite. Secondo la tradizione dell’isola la porta di casa è un elemento molto importante tanto che la ricchezza di una famiglia si riconosce dalla porta d’ingresso: più questa è grande e lavorata più la famiglia è ricca. Sono elementi così importanti che gli zanzibarini le chiamano miango dume (porta maschio) e miango jiike (porta femmina) a significare che un solo battente non sarebbe nulla se non avesse un suo compagno.

Zanibar – portone intarsiato

Sul lungomare ammiriamo, anche se solo esternamente, Il Palazzo delle Meraviglie considerato uno degli edifici storici più importanti di Stone Town. È una struttura molto grande, primo edificio dell’isola a essere dotato di energia elettrica e il primo di tutta l’Africa orientale a essere provvisto di ascensore.

Zanzibar – Casa delle meraviglie a Stone Town

È d’obbligo una visita a quella che è stata per diversi anni la casa di Freddy Mercury per poi terminare la giornata con una passeggiata al porto ad ammirare il tramonto da una terrazza.

Zanzibar - Casa di Freddy Mercuy a Stone Town
Zanzibar – Casa di Freddy Mercuy a Stone Town

3° giorno – Giornata dedicata al relax su una spiaggia molto bella e ricca di fascino chiamata Kendwa. È una delle perle di Zanzibar che permette di ammirare, a fine giornata un tramonto spettacolare.

Zanzibar – Tramonto sulla spiaggia

4° giorno – Passeggiamo per la spiaggia a Uroa e risaliamo per visitare un villaggio di pescatori. Iniziamo a interagire con i piccoli del posto che ti sorprendono sempre per la loro disponibilità e i loro sorrisi.

Zanzibar – Bambini al villaggio di pescatori di Uroa

Ci sediamo davanti alla casa di una famiglia di pescatori e iniziamo a giocare con alcuni bambini.

Zanzibar - Bambine al villaggio di pescatori di Uroa
Zanzibar – Bambine al villaggio di pescatori di Uroa

Solo una non si avvicina e ci guarda terrorizzata. Al mio tentativo di avvicinarmi a lei urla e piange disperata. La mamma ci tranquillizza e ci spiega con difficoltà e nei modi più semplici che la piccola, avendo solo due anni, vede un “muzungo” (muso bianco) per la prima volta e questo la spaventa. I nostri capelli biondi, la carnagione bianca e sopratutto i nostri occhi azzurri non aiutano. Ci allontaniamo con la consapevolezza che anche per noi sarebbe stato traumatico vedere, nell’infanzia, una persona dall’aspetto così diverso dal nostro. Il pomeriggio è dedicato alla spiaggia chiamata “Paradise” nome appropriato perché sembra di vivere in un paradiso perduto: sabbia bianchissima, bagnata da un mare turchese e circondata da palme altissime ed eleganti. Unico suono il rumore delle onde.


5° giorno – La giornata è dedicata a un’escursione chiamata laguna blu o Sardegna 2. Una giornata di mare e relax che resterà impressa nella nostra memoria per molto tempo. Partiti da un porticciolo a sud dell’isola a bordo di un dhow, tipica imbarcazione locale, ci spingiamo in mare aperto alla ricerca dei delfini che poco dopo si presentano salutandoci con balzi enormi.

Ci tuffiamo immediatamente per vivere la meravigliosa esperienza di nuotare accanto a loro. Non ci facciamo mancare l’esperienza di fare snorkeling per ammirare il fondo marino e i suoi abitanti.
Circumnavighiamo l’isola che si può ammirare solo dalle barche: appartiene a Bill Gates che l’ha avuta in concessione dal Governo, per cui, essendo un’isola privata, è vietato l’attracco. Ci accontentiamo di tutto il contorno che è un vero Eden. Approdiamo all’atollo di Mnemba, una lingua di sabbia bianca emersa dal mare per via della bassa marea. Come descrivere questo angolo? Sabbia finissima che ricorda il borotalco, colori dal turchese al verde smeraldo per poi finire con il blu cobalto.

Zanzibar – atollo di Mnemba

Ci servono frutta fresca direttamente sull’atollo e questo regala un’ atmosfera celestiale. Risaliti in barca ci dirigiamo sulla spiaggia di Muyuni per gustare una grigliata di pesce accompagnata dal consueto riso bianco. Relax per qualche ora per poi terminare la giornata in un’altra spiaggia famosa per lo spettacolo affascinante del rientro delle barche dei pescatori sullo sfondo del cielo color porpora al tramonto. Una esperienza magica.

6° giorno – La giornata è dedicata alla visita di Prison Island, a circa 6 km dalla capitale Stone Town per comprendere la storia e ammirare la colonia di tartarughe giganti presenti sull’isola.

Zanzibar - Tartarughe giganti a Prison Island
Zanzibar – Tartarughe giganti a Prison Island

Nota anche come Changuu, in swahili o Quarantine Island (“isola della quarantena), fu utilizzata dai mercanti di schiavi arabi come luogo di detenzione per tutti gli schiavi che non rispettavano le dure regole imposte dagli schiavisti. Successivamente fu trasformata in prigione (cui l’isola deve il nome) e alla fine, con l’avvento sull’isola della febbre gialla, in stazione di quarantena per Zanzibar, Kenya, Uganda e Tanganica. Sull’isola vive una colonia di tartarughe giganti che si fanno avvicinare: un’esperienza da non perdere è quella di dar loro del cibo. Queste tartarughe raggiungono anche 250 kg di peso e sono piuttosto longeve visto che alcune di esse sembra abbiano anche 193 anni. Senza ombra di dubbio un patrimonio biologico di notevole importanza che il governo di Zanzibar conserva gelosamente.

Zanzibar - Prison Island
Zanzibar – Prison Island

La mattinata si conclude sulla bellissima spiaggia chiamata Nakupenda, uno degli angoli più suggestivi dell’isola.

7° giorno – Forse la giornata più attesa di tutta la vacanza per gli amanti degli animali. La visita a Cheetah’s Rock un luogo diverso, unico nel suo genere, dove le persone e gli animali possono interagire. Qui si trovano tutti quegli animali selvatici che vengono risparmiati o sono stati donati da centri di conservazione e nessuno di essi è stato catturato in natura. Dietro ogni animale c’è una storia che viene raccontata da Jenny (solo in lingua inglese).

Zanzibar - Due giovani lemuri a Cheetah's Rock
Zanzibar – Due giovani lemuri a Cheetah’s Rock
Zanzibar - Lemure a Cheetah's Rock
Zanzibar – Lemure a Cheetah’s Rock

Il benessere degli animali e la conservazione della fauna selvatica sono l’obiettivo di questo luogo. Per avvicinarsi a loro è stato utilizzato il solo trattamento del rinforzo positivo senza violenza, senza costrizioni ma solo con amore, fiducia, rispetto e ricompensa. Ci viene presentata una zebra cresciuta a stretto contatto con dei cavalli di cui ha subito l’influenza. Cibiamo lemuri e scimmiette. Assistiamo al pasto di un leone bianco di una bellezza sconvolgente.

Zanzibar - Leone bianco a Cheetah's Rock
Zanzibar – Leone bianco a Cheetah’s Rock

Osserviamo una iena che ci sorprende perché nell’immaginario collettivo è considerata inquietante e brutta; nella realtà è molto bella e il suo musetto è di una dolcezza incredibile.

Zanzibar - Iena a Cheetah's Rock
Zanzibar – Iena a Cheetah’s Rock
Zanzibar – Iena a Cheetah’s Rock

Riusciamo ad accarezzare una tigre che, inutile dirlo, ha un portamento e una bellezza unici e per finire un aperitivo in compagnia di un ghepardo che per ringraziarci della visita ci bacia.
Questa escursione è prenotabile solo on line al costo di dollari 140.

Zanzibar – Il bacio del ghepardo a Cheetah’s Rock

8° e ultimo giorno – Ebbene eccoci arrivati al giorno della partenza, carichi di bagagli e di mille ricordi, con qualche problemino legato all’alimentazione del posto ma ricchi di una esperienza che resterà con noi per anni a venire.
Il volo che ci riporterà in Italia farà scalo tecnico di un’ora a Mombasa per atterrare a Milano Malpensa in perfetto orario.

Zanzibar – Scimmietta dispettosa

Da sapere
Quando andare: due stagioni secche e due piovose ogni anno. Da dicembre a febbraio e da giugno a ottobre è la stagione secca. Da marzo a maggio e a novembre la stagione umida. Il clima è equatoriale con una temperatura di 30°C in qualsiasi periodo voi scegliate.
Arrivare: se non si comprano pacchetti preconfezionati non ci sono voli diretti ma è necessario fare uno o più scali e molto spesso il risultato è un volo aereo piuttosto caro.
Visti: visto di ingresso dollari 50, tassa di soggiorno dollari 50, visto di uscita dollari 49.
Fuso orario: un’ora in più rispetto all’Italia durante il periodo dell’ora legale diversamente due ore in più.
Sanità: non è obbligatoria nessuna vaccinazione anche se è consigliata la profilassi antimalarica
Valuta: dollari americani ed euro sono accettati ovunque. I pagamenti con carta di credito sono soggetti a commissioni piuttosto alte.
Abbigliamento: Zanzibar è un paese musulmano per cui è sconsigliabile un abbigliamento succinto. Pantaloni lunghi e magliette a mezze maniche sarebbero i capi più appropriati e rispettosi.
Fotografie: è obbligo chiedere prima di fotografare donne e bambini e al loro rifiuto non insistere.

Costi: E’ un viaggio che se organizzato attraverso un tour può avere un costo di circa 1.500,00 euro tutto incluso. Noi suggeriamo AMISANO TOUR / EASY AFRICA – Via Aurelia 2, Imperia (IM)
Tel 0183.650039 – www.easyafrica.it; un tour operator specializzato in viaggi in questa località e in altri paesi dell’Africa.

Kwaheri Zanzibar