Viaggi In Europa

Daria Bignardi “Io scelgo lo Sri Lanka”

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“Galle è il posto che mi è piaciuto di più, c’era una bellissima atmosfera, un vento leggero e profumato e una luce speciale”.

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È appena uscito in libreria il suo libro, Santa degli impossibili, edito da Mondadori. Stiamo parlando della scrittrice conduttrice Tv Daria Bignardi, un volto che, forse per il modo che ha di porsi e di condurre i suoi programmi, diventa trasversale nelle generazioni. Un successo che arriva da uno stile personale, dalla frizzante capacità di condurre gli intervistati dove desidera e anche dall’abitudine alla sintesi, la stessa con la quale gentilmente ci risponde seppure oberata di impegni per via del libro.

Con quale auto si sposta per i suoi weekend in famiglia?

“Con la nostra vecchia Volvo Station Wagon, non so che modello sia, l’abbiamo comprata usata 12 anni fa e va ancora benissimo”.

Ci ha accennato poc’anzi che tra i paesi visitati rammenta volentieri lo Sri Lanka, o Serendip l’antico nome di quella che un tempo fu l’isola di Ceylon. Quando ci è stata e la prima immagine che le viene in mente.

“Ci sono stata credo cinque anni fa, con i miei familiari, e la prima immagine è quella delle piantagioni di tè, bellissime”.

Quale tra le antiche capitali, Anuradhapura, Polonnaruwa e Sigirya le è piaciuta di più?

“Sigirya certamente”.

Cosa ha portato a casa dallo Sri Lanka tra i tanti oggetti di artigianato?

“Una borsettina di seta blu con ricamato un elefante in argento e diverse statuette di cocco a forma di elefante comprate dai figli”.

Ha respirato l’atmosfera coloniale di Galle, una cittadina fortificata dal fascino coloniale? Ha passeggiato per caso anche sulle mura dei bastioni, o comprato i classici merletti fatti a mano dalle donne indigene?

“Sì, Galle è il posto che mi è piaciuto di più, c’era una bellissima atmosfera, un vento leggero e profumato e una luce speciale. Ricordo molti corvi, e io che ascoltavo a ripetizione Il corvo Joe dei Baustelle”.

Il Parco dello Yala è tra i pochi posti al mondo dove si può avvistare uno dei 35 rari leopardi. È stata fortunata? O quale altra fauna ha avuto modo di vedere in Sri Lanka?

“Non ci sono stata e in quel viaggio non ho visto molti animali, a parte le tartarughe e gli elefanti. Forse qualche scimmia? Non ricordo più”.

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Kandy, a sud, capitale dell’ultimo regno singalese, ha uno splendido giardino botanico di 2500 mq con tante piante esotiche. Ci è stata?

“Sì sono stata a Kandy e anche al giardino botanico. Ancora in famiglia ricordiamo il gentilissimo signore cingalese che ci ha mostrato le piante, di ognuna diceva “muscolare, muscolare”. Dopo un po’ abbiamo capito che intendeva dire “mescolare”. Per fare certi decotti bisognava mettere le piante in infusione e poi mescolare”.

La struttura di Pinnawela è un Centro di recupero a gestione statale per piccoli orfani di elefante trovati abbandonati nella giungla. Ha visto il bagno che fanno fare agli elefanti che arrivano al fiume in corteo?

“Sì abbiamo visto il bagno, fatto fotografie, cavalcato gli elefanti, insomma, tutto il repertorio”.

Il famoso tè di Ceylon pare non abbia eguali e arriva per lo più dalle alte colline di Nuwara Eliya. Le piace il tè e spezzare il pomeriggio con questa bevanda?

“Sì mi piace molto e continuo a berlo anche se poi non mi fa dormire”.

Dambulla, il tempio dorato ricavato interamente nella roccia custodisce 150 effigi dedicate al Buddha. Anche per chi non è buddista, o religioso, è uno straordinario spettacolo. Lei ci è andata?

“Sì, ed è stato molto interessante”.

Il Ponte sul Fiume Kwai- del 1957, vincitore di 7 Oscar, uno dei film di guerra più celebrati, o anche -Indiana Jones e il Tempio maledetto- del 1984, in parte sono stati ambientati qui. Se li ha visti, aveva riconosciuto questa terra? E le piace andare al cinema?

“Li ho visti e mi sono molto piaciuti. Non sapevo fossero ambientati lì. Certo che mi piace andare al cinema, a chi non piace?”

Gli zaffiri blu dello Sri Lanka hanno 32 diverse tonalità. Le piacciono e ha avuto modo di ammirarli?

“Non mi sembra. Ricordo, però, molte gemme e, a Galle, ho comprato una bella collana di pietre colorate ad un’amica ”.

Cosa ricorda della capitale Colombo?

“Il traffico terribile e l’inquinamento”.

Tra il cibo, rammenterà magari il profumo inconfondibile del wattalapam, un budino tradizionale al cocco, uva passa e noci di acagiù grezze. Se non l’ha assaggiato, cosa ricorda della cucina locale?

“Non l’ho assaggiato, in compenso mangiavo riso e verdure molto piccanti ogni giorno”.

Chiudiamo con un’ultima memoria personale sul popolo singalese.

“Gentili e sorridenti. Ricordo una signora che mi ha parlato con dolcezza  della sua bimba scomparsa nel recente tsunami”.

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