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UNESCO con gusto. Alberobello e i suoi trulli, un borgo da fiaba

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I trulli di Alberobello (BA), borgo Bandiera Arancione e annoverato tra “I più belli d’Italia”, rappresentano un unicum nel loro genere e sono famosi in tutto il mondo. Per questo, il 6 dicembre 1996, sono entrati a far parte della prestigiosa lista dei siti “Patrimonio dell’Umanità” dell’UNESCO. Con questa motivazione:

“I trulli di Alberobello illustrano l’uso a lungo termine della costruzione a secco, una tecnica che ha una storia di molte migliaia di anni nella regione mediterranea. Sono un esempio eccezionale di un insieme architettonico vernacolare che sopravvive all’interno di un contesto di paesaggio urbano e sono un eccezionale esempio di insediamento umano che conserva la sua forma originale in misura notevole”.

I Trulli di Alberobello tra storia e leggende

Il termine “trullo” deriva dal greco trûllos, cioè “cupola”, per la caratteristica forma rettangolare sormontata da un tetto conico fatto da pietre incastonate. La loro caratteristica è di essere costruiti senza fondamenta, direttamente sulla roccia e con blocchi di pietra calcarea, di cui la zona è ricca, appoggiati gli uni sugli altri senza calce a fissarli tra loro.

Il tetto a cono è invece composto da piccole lastre di pietra calcarea grigia, chiamate chianchiarelle, che riportano motivi e simboli che hanno la funzione di tenere lontano gli spiriti maligni e la sfortuna. Realizzati in latte di calce, ne sono stati catalogati più di duecento diversi, tra simboli pagani, magici, ornamentali, grotteschi e firme dei “maestri trullari”.

Anche se i trulli sono diffusi in tutta la Valle d’Itria, Alberobello può esserne considerata la capitale. Conta infatti quasi 1500 trulli. Qui, infatti, ci sono tracce di insediamenti rurali fin dal 1000 a.C. che si svilupparono fino a formare gli attuali rioni di Aia Piccola e Monti.

Qui, nel XVI secolo si contavano una quarantina di trulli, ma l’espansione vera e propria si ebbe nel XVII secolo quando, secondo un aneddoto, Giangirolamo Acquaviva d’Aragona, conte di Conversano, per aggirare un decreto regio che imponeva una tassa su ogni nuova abitazione, fece costruire dai suoi coloni case “a secco”, in modo che potessero essere “smontate” in fretta e furia nel caso arrivassero gli ispettori del re.

I trulli, primo esempio di…bioedilizia

Anche se a prima vista sembrano tutti uguali, una delle caratteristiche dei trulli di Alberobello è quella di essere tutti differenti e di essere nati come abitazioni “civili” e non come ricovero per attrezzi o bestiame.

Inoltre, possono essere annoverati come esempio di architettura ecosostenibile, perché costruiti con materiale pressoché a chilometro zero, il calcare, sia perché la sua struttura, fatta di mura spesse e sbocchi ridotti verso l’esterno, consente di mantenere il calore durante l’inverno e disperderlo in estate.

Inoltre, le chiancarelle che compongono il tetto a cupola impediscono all’acqua e all’umidità di entrare all’interno, mentre il cornicione sporgente raccoglie l’acqua piovana in apposite cisterne. Ogni anno, poi, le pareti dei trulli vengono imbiancati con il latte di calce. Questa operazione, nell’antichità, aveva anche un intento “purificatore”.

Alberobello, che cosa vedere

Alberobello è un delizioso borgo che sembra uscito da una fiaba, tra stradine strette e i celebri trulli. Si può tranquillamente visitare tutto in un giorno. Cominciate dal Rione Monti, dove si trovano ben 1030 trulli, disposti ordinatamente lungo otto viuzze dall’andamento irregolare, che sembrano arrampicarsi sul colle, sulla cima del quale si trova la singolare chiesa di Sant’Antonio da Padova, anch’essa ricavata in un trullo.

Tuttavia, come vi abbiamo spiegato, i trulli non sono tutti uguali, ve ne renderete conto osservandoli uno a uno e notando i particolari che ne rendono ciascuno unico. Molti di essi, poi, ospitano negozi, ristoranti e botteghe. Spiccano i trulli siamesi, così chiamati perché sono uniti in cima, ma provvisti di due ingressi che si affacciano su strade opposte. Si dice che all’origine di questa “divisione” ci fu un dissidio tra due fratelli, innamorati della stessa fanciulla del paese.

Per una vista mozzafiato, invece, recatevi in piazza Giangirolamo D’Acquaviva D’Aragona, nel centro del borgo, e affacciatevi alla Terrazza di Santa Lucia. Per immergervi invece in atmosfere medievali, raggiungete il rione Aia Piccola, dove ci sono 400 trulli, tutti adibiti ad abitazioni private. Qui si trova il Trullo Sovrano, a due piani e con una grande facciata. Al suo interno è stato ricavato un museo (ingresso a pagamento) che conserva antiche sale arredate e un rigoglioso giardino con piante mediterranee.

Spostatevi poi verso Piazza del Popolo per visitare Casa Pezzolla, un complesso di 15 trulli comunicanti tra loro e sede del Museo del Territorio, che conserva testimonianze della storia e dell’economia locale, oltre ad arredamenti tipici di un trullo di epoca contadina.

…scopri nella 2 pagina dove mangiare nei trulli e le specialità pugliesi…