Toyota Yaris GR – Non capita spesso di vedere una weekend-car di questo tipo.Piccola, potente, leggera, aggressiva. La Toyota Yaris GR ( dal reparto corse di Toyota: Gazoo Racing) è una pepata dal sapore di rally, animale raro di questi tempi.Non è un caso: il marchio super giapponese è in testa alla classifica piloti e secondo in quella costruttori nel WRC (Campionato Mondiale di Rally) 2020.DesignDella Toyota Yaris “di serie” rimangono praticamente solo i fari e il nome.Il resto è completamente stravolto, progettato appositamente per questa versione GR. E non è cosa comune. Per prima cosa cambia il numero delle porte: è l’unica versione che ne ha tre e non cinque. E’ più larga di 6 cm grazie ai parafanghi allargati ed è davvero bassa.Il frontale è totalmente stravolto, per “dare aria” al 3 cilindri “pompatissimo”. Appositi i paraurti, per ottimizzare il raffreddamento e l’aerodinamica. Il tetto è in fibra di carbonio (quindi più leggero) e ha un disegno specifico, più spiovente.Ecco i due colori disponibiliInterniI sedili sono regolabili e avvolgenti. Il volante, i pedali sono specifici per questa versione: sportivi e corsaioli. Nuova la strumentazione, rigorosamente analogica è molto ergonomica, semplice ma non essenziale. Indica perfino la ripartizione della potenza fra i due assi, gestita dalla trazione integrale prima citata.Il resto delle finiture non cambiano, ricordano una piccola economica come la Yaris, ma sempre con spirito molto sportivo. Rimangono lo schermo da 8”, la radio, il sistema multimediale con Android Auto e Apple Car Play. Non mancano retro-camera e la dotazione completa di aiuti alla guida: dal cruise control adattativo al mantenimento della corsia.Negli interni non manca proprio nienteGuida e MotoreLa tecnologia per andare forte non manca, questa piccola Toyota Yaris GR è raffinata.La trazione varia in base alla modalità di guida scelta tramite una manopola sul tunnel centrale: Normal, Sport e Track (pista). In Normale la Yaris ha trazione principalmente davanti (quindi una guida più tranquilla), in Sport la trazione è sopratutto posteriore (quindi più divertente), in Track la trazione è 50/50, per una guida chirurgica in pista.Il motore è il 3 cilindri 1.6 Turbo sopracitato, con la bellezza di 261 CV. Una potenza davvero esaltante per un tre cilindri di serie.Il tutto è tarato perchè il turbo-lag sia limitato al massimo, la spinta è sempre decisa cala solo alla zona dei 7000 giri, zona rossa del limitatore. Il cambio è rigorosamente manuale, a sei rapporti e sono ben due i differenziali Torsen (a controllo elettronico). Il differenziale posteriore può addirittura essere scollegato quando si tira la leva del freno a mano, per esibirsi in decise derapate (come in copertina).Vista Laterale della piccola “pocket rocket” pistaiolaIl retrotreno è stato stravolto, al posto di quello della Yaris “normale”, questa Toyota Yaris GR adotta quello della Toyota Corolla. La scelta è obbligata data la trazione integrale, più ingombrante. E non solo, queste sospensioni permettono un controllo più preciso delle ruote.I freni della Toyota Yaris GR sono potenti. Degni di prestazioni esuberanti. Baffati e autoventilati (fidatevi, frenano.Bellissimi i due scarichi e i parafanghi allargati, che rendono la Yaris GR molto aggressivaConclusioni e PrezzoLa Toyota Yaris GR è una piccola super-car, sia per quanto riguarda le prestazioni che per il carattere aggressivo.Questa piccola bomba è già in vendita, con un unico allestimento a 39.900 euro. Un bel prezzo, ma di serie offre praticamente tutto.
WEEKEND PREMIUM: APRILE-MAGGIO 2025
Editoriale
Ma chi sono io??
21 aprile 2025, Papa Francesco ci ha lasciati
Ma chi sono io per parlarne? Per parlare di un Papa non me la sento, ma di Bergoglio come uomo posso tentare, e infatti quando mi hanno avvertito che ci aveva lasciati, il primo aggettivo che mi è nato dal cuore è stato umano, infatti l’ho sempre sentito vicino, come un padre o un fratello.
Ma chi sono io per ricordarlo?
In verità un ricordo mio ce l’ho. Il 12 marzo del 2013, nel baretto di via Ferrucci, a Milano, dove ogni mattina Giuseppe mi aspettava con un caffé lungo ed una brioche scaldata per 10 secondi. Come ogni mattina lì leggevo il Corriere e scambiavo pareri e notizie con l’arguta salumiera e il pretenzioso ingegnere, mentre Giuseppe ai caffé aggiungeva saggezza e cultura che non t’aspettavi. Quella mattina si parlava del futuro Papa che avrebbero eletto l’indomani. “Ci vorrebbe un Francesco, più vicino alla gente e più lontano dal Vaticano…” Non so se le mie parole furono esattamente queste, ma il senso fu preciso: alla Chiesa occorreva un Francesco.
Quando l’indomani Bergoglio annunciò di volversi chiamare Francesco, al baretto mi guardarono con sospetto, da chi potevo averlo saputo ben un giorno prima? Forse qualcuno se lo chiede ancora adesso, ma quella mattina Giuseppe mi preparò un caffé sublime.
Ma chi sono io per continuare a parlarne?
Una cosa, però, voglio ancora dirla, non dimenticheremo questo Papa che ha saputo scendere fra la gente, come ha saputo scendere nelle baraccopoli di Buenos Aires, e nel suo gregge ha saputo accogliere gay e divorziati. E che quando ha sentito che stava per lasciare questo mondo terreno ha voluto spogliarsi di tiara e ingombranti vestimenti papali, per dirigersi verso il mondo dell’anima sulla sua sedia a rotelle con un poncho e normali pantaloni: come un uomo, come Francesco. Indicandoci una strada.
Ma chi sono io?
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