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Oman, paradiso di sabbia – seconda parte

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Il nostro viaggio alla scoperta dell’Oman prosegue partendo da Sur la capitale della provincia di A’Sharquiyah dove vivono circa 60 mila persone. I paesaggi brulli spesso incontrati in Oman in questa cittadina si addolciscono.

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Sur è conosciuta per essere stata un importante punto di destinazione per i marinai. Anche oggi il mare ha un ruolo importante per la vita di Sur  ed è una delle città più famose del Golfo Persico per la costruzione di imbarcazioni in legno, conosciute con il nome di dhow la cui produzione è incentivata dal governo omanita. Vicino al ponte sospeso c’è il cantiere navale dove è possibile ammirarne la costruzione che rispetta gli antichi metodi che non prevedono progetti ma sono custoditi nella memoria degli artigiani. A queste imbarcazioni tradizionali e ai metodi per la loro costruzione è dedicato il Dhow Museum. Noi ci limitiamo a passeggiare sulla splendida “corniche” con una vista sul faro di Ayjah e sulla moschea di grande impatto emotivo.

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Dopo una rilassante passeggiata ci aspetta un po’ di fatica perché la destinazione è Wadi Tiwi, spettacolare gola stretta e profonda che corre tra alte scogliere fino al mare contornata da  bellissimi palmeti, oasi e abitazioni. Il percorso è in salita, impegnativo, il caldo è elevato ma ciò che si ammira lungo il percorso e una volta a destinazione ripaga della scarpinata: rigogliose piantagioni di datteri e banane attraversate da una rete di Aflaj. In sottofondo l’adhan del muezzin (la chiamata islamica alla preghiera) ci ricorda di essere in Oman e non nell’Eden.

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Proseguiamo alla volta della  Sinkhole di Bimmah, una dolina carsica larga 40 metri che raccoglie un’acqua limpidissima dal colore verde smeraldo. Ancora oggi gli studiosi non sanno dare una spiegazione a cosa ha generato questo grande buco. La teoria più probabile è quella della caduta di un meteorite, un’altra ipotesi invece è quella di un cedimento del terreno. Per gli abitanti del posto? È la casa del diavolo.

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In ogni modo poco importa come è nata questa buca leggendaria, ciò che importa è che oggi è possibile ammirarla. La natura sa regalare scenari incredibili ma l’uomo alcune volte non la rispetta e deturpa questo splendido paesaggio: qui, per esempio, ha costruito una lunga e ripida scalinata in cemento che porta alla spiaggia sottostante.

Quinto giorno:

La mattinata inizia con la visita al vitale mercato del pesce a Barka, una città nella regione di al-Bāṭina nel nord dell’Oman. Ogni mattina, fino alle 9.30, qui si inizia l’asta del pesce e sotto la tettoia  fervono le contrattazioni.

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Alcuni venditori di verdura circondano i banchi dei pescatori. Osservare il via vai di gente in piena  attività è affascinante e perdiamo almeno un’ora.

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Ci spostiamo al Castello di Al Hazm alla periferia di Al Rustaq. È sicuramente uno dei monumenti storici meglio conservati che abbiamo visitato e dove è possibile ammirare l’architettura islamica in Oman ripercorrendo, attraverso le diverse stanze, il passato. In questo castello si riesce a comprendere come queste fortezze erano usate e come le persone vivevano e trascorrevano il tempo al loro interno.  È una costruzione rettangolare a due piani con due torri rotonde. All’interno le tante stanze e corridoi suddivisi per aree militari e residenziali.

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Procediamo alla volta del villaggio Al’Thowarah  che significa “piantagione delle palme”, noto per le sue sorgenti termali. Costeggiamo palmeti e giardini con bellissime bougainvillea prima di raggiungere le caldi sorgenti.

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Il villaggio è una meta molto frequentata dagli omaniti nei giorni di festa. Nella realtà i pic nic arabi sono esclusivamente composti da soli uomini e infatti le donne presenti appartengono alle comunità indiane e pakistane presenti sul territorio.

Il wadi è pieno  di vita: le famiglie vi si riuniscono per fare  grigliate, i bambini giocano e nuotano nelle acque del wadi, i venditori di succo di tamarindo offrono il loro prodotto a un riad.

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Un venditore di succo di tamarindo

Sesto giorno

Siamo a Muscat, capitale dell’Oman  e la nostra prima visita è la Grande Moschea del Sultano Qaboos considerata la più grande e importante moschea di tutto il Sultanato. Una cupola principale, un minareto alto 90 metri e altri 4 minareti di 45,5 metri, rendono l’idea della grandezza dell’edificio che può accogliere 20 mila fedeli. Dopo anni di costruzione, la moschea è stata inaugurata nel 2001. Imponente, maestosa, sfarzosa con uno stile architettonico tradizionale omanita, persiano, egiziano ha caratteristiche costruttive stupefacenti.

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Nella stanza principale di preghiera, riservata agli uomini, cattura lo sguardo lo scintillante lampadario in cristallo Swarovski alto 14 metri, posto a 50 metri di altezza e dall’impressionante peso di 8 tonnellate! A terra un tappeto persiano che, con le sue misure 60×70 metri, è considerato il secondo più grande al mondo. Ci sono volute 600 donne iraniane e ben 4 anni per realizzarlo annodando 1,7 miliardi di nodi.  Un’altra ampia stanza è riservata alle donne che possono seguire la predica dell’imam attraverso due schermi posizionati alla parete.

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Non mancano stanze dove ci si dedica alle abluzioni lavandosi per tre volte il viso, le mani e i piedi.

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Per entrare nello spirito della città è necessario visitare il souk di Mutrah. In questi vicoli si svolge la quotidianità degli omaniti e oggi anche quella dei turisti. Vi si trova di tutto: oggetti di valore e chincaglieria, tappeti, abiti, artigianato, spezie, incensi, lanterne e gioielli oltre ai bellissimi pugnali omaniti.  Avventurarsi nei meandri senza paura di perdersi, acquistare la merce contrattando sino allo sfinimento, fare amicizia con donne omanite sempre restie a farsi fotografare è bellissimo.

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Ci dirigiamo alla Royal Opera House nel quartiere Shati Al Qurm. Inaugurato nel 2011 con la rappresentazione della Turandot diretta da Placido Domingo, è un bellissimo e imponente teatro di architettura contemporanea che ospita oltre 1.000 persone.

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Proseguiamo la giornata nella città vecchia di Muscat con  la visita al  Museo Bait Al Zubair, nato come fondazione privata e poi trasformato nel 1998 in un museo aperto al pubblico. Le opere di matrice omanita al suo interno sono tante e vanno dai costumi tradizionali maschili e femminili delle varie regioni dell’Oman, ai gioielli antichi e pugnali decorati.

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Terminiamo la giornata con  la visita al Palazzo Reale Qasr Al Alam conosciuto anche come palazzo della Bandiera. È una delle sei residenze ufficiali del sultano dell’Oman. Questo palazzo, riservato alle funzioni ufficiali, ha una facciata impreziosita da colonne blu e oro. Ai lati, sulle torrette, militari sorvegliano gli ingressi. I giardini che circondano la residenza sono spettacolari. Di fronte al Palazzo Reale sorge il National Museum.

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Settimo e ultimo  giorno

Il nostro viaggio è giunto a conclusione e ci regaliamo una visita alla fabbrica di profumi diventata famosa in tutto il mondo con la fragranza Amouage la cui versione originale racchiude tutti i profumi del Sultanato.Oman

Prima di recarci in aeroporto ci regaliamo ancora qualche ora al souq e stanchi ma soddisfatti della scoperta di un Paese con antiche tradizioni e atmosfere da mille e una notte, rientriamo in Italia per scontrarci con un mondo completamente diverso fatto di traffico caotico, ritmi intensi e un cielo plumbeo e piovigginoso.

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INFORMAZIONI UTILI:

Come arrivare: Volo di linea Oman Air collega tutti i giorni Milano Malpensa all’aeroporto di Muscat

Documenti necessari: Passaporto con validità di almeno 6 mesi e visto turistico

Fuso orario: Tre ore in più rispetto all’Italia, due quando è in vigore da noi l’ora legale

Viaggio organizzato: Molti gli operatori italiani ad avere a catalogo l’Oman fra questi I viaggi dell’Elefante

Dove dormire:

Nizwa: Al Diyar Hotel Tel. +968 25 41 24 02

Muscat: Shangri-la Tel. +968 24 77 66 66

Wahiba Sands: Arabian Oryx Camp Tel.+968 94 42 15 00

Ras al Hadd: Turtle Beach Resort Tel. +968 25 54 49 00

Se avete perso la prima parte del racconto cliccate qui: Oman, paradiso di sabbia – prima parte

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Khanjar – il pugnale cerimoniale, simbolo dell’Oman