NAMIBIA PER UNA VOLTA
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Namibia, Africa al……bacio!

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Della Namibia abbiamo parlato più volte e il motivo per cui lo abbiamo fatto e lo riprendiamo in questo articolo è la meravigliosa e ineguagliabile bellezza del territorio. I suoi vicini sono Sudafrica, Zambia, Angola e Botswana, tutti Paesi di grande bellezza. Ma la Namibia ha qualcosa in più: è unica  forse per il silenzio assoluto che regna, forse per i colori dai toni dell’arancione, forse per i paesaggi che regala il grande parco Etosha… Insomma, una volta atterrati nulla sarà più la stessa cosa per voi. Le domande che vi farete? Perché non vivere qui?

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Ci vogliono circa 14 ore di volo con almeno 1 scalo per arrivare in Namibia nella terra dove le dune del deserto si incontrano con il gelido oceano. Arriverete in un mondo completamente diverso da quello cui siete abituati, dove il tempo non conta, il caos del traffico non esiste, i ritmi frenetici cui siete abituati sono da dimenticare così come l’iphone, l’ipad e altri marchingegni elettronici. Qui, in questo luogo non contano le apparenze, qui tutto è vero, nulla è scontato e conta che ogni giorno al vostro risveglio ammirerete solo l’infinito con sottofondi musicali intonati da leoni, ghepardi, scimmie, elefanti, impala e centinaia di altri animali che probabilmente abbiamo solo visto in qualche giardino zoologico.

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La Namibia e i suoi colori

Il programma che viene generalmente proposto dai tour operator specializzati è quello che prevede l’arrivo dall’Italia a Windhoek, la capitale, da dove si prosegue alla volta del parco Ethosa, del deserto Namib e quello del Kalahari, della costa Skeleton, la duna più alta al mondo: la Big Daddy. Tutte località che devono essere assolutamente viste una volta sbarcati qui. Ma la cosa che da sola vale il viaggio è il grandissimo numero di animali che vivono qui allo stato libero e che, in alcuni casi si possono avvicinare e vedere da vicino.

Potete immaginare l’emozione che provereste con l’incontro ravvicinato di un gruppo di elefanti con i loro piccoli? È un’emozione fortissima, magica. Visti in televisione questi animali sono grandi; ebbene visti da vicino lo sono molto di più, sono davvero enormi, al punto che vi sentirete minuscoli protetti dall’abitacolo della vostra auto. Gli elefanti si muovono nella savana generalmente in gruppi, tranquillamente, senza alcuna meta, con al seguito molto spesso i piccoli che, traballanti sulle loro enormi zampotte, non perdono di vista la loro mamma.

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Il movimento continuo delle grandi orecchie nella realtà serve loro per disperdere il calore torrido, la proboscide serve invece per respirare, barrire, bere, strappare erba da portare alla bocca, spruzzare acqua per rinfrescarsi mentre le lunghe zanne sono utilizzate dai maschi per i combattimenti. Purtroppo l’avorio di cui sono composte le zanne è stato a lungo al centro dell’attenzione dei bracconieri che hanno dato vita a un commercio redditizio durato moltissimi anni. Per fortuna sono state emesse leggi severe e restrittive per combattere questo scempio e tutelare gli elefanti. Questi mammiferi sono grandi camminatori e possono percorrere molti chilometri per andare alla ricerca di cibo (necessitano di circa 140 kg al giorno di frutta, erba, corteccia, radici).

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Un altro animale bellissimo ed elegante che potete vedere qui è la zebra con il suo caratteristico manto a righe. Vederla galoppare in libera nella savana con la criniera al vento è un emozione fortissima. Una curiosità: ogni zebra ha strisce di tipo e forma diversi e secondo alcuni sono sostanzialmente come le nostre impronte digitali, una carta di identità insomma.

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Sono animali guardinghi, si fermano, osservano aguzzano la vista o meglio tendono le orecchie per ascoltare il pericolo, il ruggito, trasportato dal vento, di qualche leone. Pascolano lentamente per cercare cibo e acqua ma ogni giorno debbono prestare attenzione a tanti pericoli. Sono facili prede di leoni, iene, leopardi e anche qualche coccodrillo che sbuca improvvisamente dalle acque fangose quando si stanno abbeverando. Pur correndo a circa 50 chilometri orari, le zebre sono spesso colte di sorpresa e attaccate nonostante il fatto che siano sempre in gruppo rappresenta una parziale protezione. Di notte quando il branco dorme ci sono sempre zebre guardiane che sorvegliano e se percepiscono il pericolo svegliano il branco per scappare. Sono anche molto coraggiose: pensate che se all’interno del branco ci sono zebre malate o anziane queste non vengono abbandonate al loro destino ma il branco rallenta l’andatura per aspettarle. Che spettacolo ammirarle al tramonto quando questi bellissimi puledri vestiti di un pigiama a righe si stagliano contro la palla infuocata del sole.

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Un piccolo di zebra ancora incerto sulle zampe

Il naturalista Hugo van Lawick racconta che fu testimone di un episodio molto significativo sul comportamento di coesione delle zebre quando un branco fu attaccato da un gruppo di licaoni e questi ultimi riuscirono a isolare una femmina, il suo piccolo e un puledro di un anno. Mentre le altre zebre si allontanavano al galoppo, la madre e il puledro lottarono impavidamente contro i licaoni. Ben presto i licaoni si fecero più aggressivi e la femmina e il puledro cominciarono a stancarsi. La loro fine sembrava certa. Van Lawick ricorda quella scena drammatica: “All’improvviso sentii il suolo tremare e guardandomi intorno vidi, sbigottito, dieci zebre avvicinarsi rapidamente. Un momento dopo il branco di zebre aveva serrato le file intorno alla madre e ai suoi due piccoli e tutto il gruppo molto compatto, girandosi di scatto, si lanciò al galoppo nella direzione da cui erano sopraggiunte le dieci zebre. I licaoni le inseguirono per una cinquantina di metri, ma non riuscirono a penetrare nel gruppo e ben presto desistettero”.

Pensate che la iena sia meno bella? Niente di più sbagliato. Considerata nell’immaginario collettivo brutta, ha in realtà un musetto grazioso. Anche se l’ampiezza dell’apertura delle fauci le disegna un perenne sorriso grandguignolesco sul muso. A parte ciò, anche questo bistrattato animale vanta le sue qualità. Nonostante infatti si nutrano degli avanzi degli altri predatori, sono abili cacciatori in grado di studiare tattiche di caccia intelligenti. Come quella di creare confusione e terrore all’interno di un branco mentre le altre iene del clan individuano la preda da attaccare (solitamente la più debole: cucciolo, vecchio animale o ammalato). Vivono e si spostano in gruppi capeggiati da iene femmine, hanno un udito fine e una vista acutissima anche di notte.

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E poi c’è lui, il re della savana. Animale di bellezza indiscutibile, portentoso, fiero, elegante e coraggioso con la criniera che gli incorona la testa, è il leone il vero protagonista della savana. Vive in branchi e l’attività principale è quella di difendere il territorio (anche 250 km quadrati) e lo fa marcando con la propria urina. Chi procura il cibo è la femmina, molto più agile e scattante che si scaglia contro antilopi e gnu a velocità supersonica. I piccoli vengono addestrati alla caccia intorno a un anno di vita. Purtroppo sono pochi gli esemplari rimasti ma con un po’ di fortuna non è escluso l’avvistamento.

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L’impavido leone in compagnia di una leonessa

E le bellissime e altissime giraffe? Che spettacolo della natura! Il loro portamento è regale con il lungo collo che le contraddistingue.

All’apparenza possono sembrare tutte uguali ma nella realtà hanno un diverso modello genetico di macchie. Sono erbivori strani, tranquilli, con un’andatura buffa perché muovono simultaneamente le due zampe dello stesso lato e quando devono correre galoppano raggiungendo anche una buona velocità. Bevono pochissimo, riescono a stare anche 1 mese senza toccare acqua, perché l’assorbono indirettamente dalle piante e dalle foglie di acacia. Quando però raggiungono una pozza d’acqua ha inizio uno spettacolo straordinario. Per la loro conformazione fisica non possono abbassare così tanto il collo da raggiungere l’acqua ma devono piegare le zampe e purtroppo questo è il momento più pericoloso per loro. Si trovano in una situazione dove i predatori potrebbero sorprenderle. Dormono pochissimo circa 4 ore e il resto della loro vita la passano sulle loro altissime zampe.

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Un gruppo di curiose giraffe

E siamo giunti al magico mondo del ghepardo, il velocista del regno animale: in pochissimi attimi è in grado di raggiungere i 110 km/h. È molto snello, la testa e le orecchie piccole, e le gambe e la coda lunghe. La bellezza è comunque il suo adorabile muso con una maschera nera posta fra gli occhi e la bocca che ricorda una lacrima.

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Lo scattante ghepardo

In genere è un animale solitario ma si può vedere anche in piccoli gruppi. Ha una vita breve, mediamente vive 8 anni ed è un animale diurno che caccia piccole prede come uccelli, lepri, cuccioli di gazzella, e lo fa in maniera fulminea giocando sulla sorpresa. Il ghepardo infatti studia da lontano la vittima, poi si avvicina e a 10 metri balza rapidamente sul collo della preda soffocandola, si perché il ghepardo ha una mascella e denti di piccole dimensioni che non gli consentono di rompere le vertebre alla vittima come fanno generalmente i leoni.

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I primi approcci della nostra inviata

È facilmente addomesticabile e infatti potrete vedere molte immagini di nomadi della tribù dei Boscimani che camminano nel deserto in compagnia di un ghepardo. Ecco perché abbiamo voluto vivere per voi l’esperienza di toccarlo, baciarlo, coccolarlo. Ci siamo recati a 70 km da Sesriem al Lodge Hammerstein dove vivono due esemplari bellissimi di ghepardi, Oscar e Wilde. Privati da cuccioli della loro mamma dai  bracconieri si sono ambientati e sono cresciuti come due grandi gattoni all’interno di questa splendida struttura.

Abbiamo vissuto momenti di straordinaria empatia e simbiosi. Ci siamo sdraiati accanto a loro, abbiamo annusato il loro odore selvatico, accarezzato il loro manto e giocato con loro. Pur essendo passata più di un’ora, il tempo non ci sembrava abbastanza per toccarli. A malincuore li abbiamo lasciati li nel loro mondo, nella loro casa.

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Elena Rezzonico prende coraggio

Tragicamente i ghepardi sono in via di estinzione: se ne contano circa 15.000 esemplari lasciati allo stato brado. Dunque è il momento di vivere questa magica e unica esperienza. Il bacio al ghepardo. Vi lasciamo sognando un futuro in cui l’uomo non commetta più crimini contro nessun animale e che possa imparare a vivere a stretto contatto con loro rispettandone caratteristiche e habitat.

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Un leggero bacio da parte di Oscar

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