PREFAZIONE
“Quando ho iniziato questo lavoro conoscevo l’Adamello solo dalle cronache storiche e da qualche escursione effettuata molti anni prima sul versante trentino. Poi sono entrato nelle sue valli, ho scoperto le sue altezze e, poco alla volta, questo massiccio è diventato per me un posto familiare e ospitale. Ho scoperto una montagna che forse, ancor più di altre, merita di essere vissuta con calma e oserei dire in contemplazione, senza l’ansia di arrivare per forza da qualche parte. Questo grande massiccio dona emozioni ad ogni angolo, a patto però di “fermarsi” a osservare. Il viavai delle nuvole attraversate dai raggi del sole, i profili seghettati delle creste, le ombre delle foreste di larici e abeti, lo scorrere incessante di torrenti e cascate sono condizioni certo ricorrenti in montagna, ma che sull’Adamello assumono un significato “superiore”, complice la memoria della grande guerra bianca, che su queste montagne ha vissuto una delle sue pagine più cruente. Forse la mia storia di fotografo naturalista mi ha favorito nel coglierne i valori, nel leggerne e interpretarne, a mio modo, alcuni dei suoi contenuti
fondamentali. Ho quindi cercato di trasformare la mia percezione in immagini che potessero far vivere in altri, almeno in parte, le sensazioni vissute personalmente. Infine la scelta del titolo, “Di roccia e di acqua”…In questi due elementi, nel loro perpetuo interagire, è racchiusa l’essenza dell’Adamello. Neve, ghiaccio e pioggia lavorano queste montagne da milioni di anni, ingentilendone i tratti più aspri, ma rispettandone il rigore. Di questo equilibrio di forze primordiali, che suscita sgomento e rispetto, ho voluto raccontare l’incomparabile, talvolta minimale, bellezza.
Armando Pezzarossa”