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Le 10 isole più pericolose del mondo

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Quante volte, sentendoci stanchi e stressati, abbiamo detto: “Voglio vivere su un’isola deserta”? E quante volte abbiamo scelto un’isola per le nostre vacanze, realizzando magari il sogno di una vita? Innegabilmente, le isole hanno un fascino particolare. Ma quali sono le 10 isole più pericolose del mondo? Siamo andate a cercarle per l’appuntamento settimanale della rubrica TOP 10. E, a sorpresa, ne abbiamo trovata anche una italiana.

1. North Sentinel (Andamane, India)

Questa piccola isola lunga appena 7,8 km si trova nel Golfo del Bengala, in India, e fa parte dell’arcipelago della Andamane. La pericolosità di North Sentinel è data dalla proverbiale “inospitalità” dei suoi abitanti, i Sentinelesi, una tribù aborigena pre-paleolitica ostile con chiunque tenti di entrare in contatto con loro. Ne sanno qualcosa i due pescatori che, nel 2006, si sono avvicinati troppo alle sue coste, dopo essersi addormentati in barca, uccisi a colpi di frecce.

Stessa tragica fine del giovane missionario americano John Allen Chau, 27 anni, che nel 2018 ha tentato di evangelizzare questo popolo. I Sentinelesi hanno anche rifiutato gli aiuti del Governo Indiano dopo lo tsunami del 2004. Tuttavia, anche loro hanno un punto debole. Il loro isolamento ha reso estremamente impreparato il loro sistema immunitario ad affrontare malattie comuni. Anche un semplice raffreddore potrebbe sterminarli. Per questo motivo il governo indiano tutela sia loro che i visitatori impedendo i contatti. Si stima che a North Sentinel vivano circa 400 persone.

2. Atollo di Bikini (Isole Marshall)

Ha dato il nome al celebre costume “due pezzi” ma l’Atollo di Bikini, che si trova nell’Oceano Pacifico e appartiene alle Isole Marshall, è uno dei luoghi più pericolosi del mondo. Qui, infatti, tra il 1946 e il 1958 sono stati condotti ben 67 esperimenti nucleari, tra cui l’esplosione della prima bomba a idrogeno. A causa degli esperimenti, gli abitanti furono fatti evacuare nella vicina isola Rongrik. Alcuni tentarono di tornare su Bikini nel 1970, ma gli fu impedito a causa dell’elevato tasso di radiazioni. Successivamente, nel 1997, Bikini è stato dichiarato di nuovo abitabile. Tuttavia, le radiazioni continuano a rimanere esageratamente alte e nessuno vi ha più fatto ritorno. Inoltre, le acque che circondano le 36 isole dell’atollo sono infestate dagli squali.

3. Queimada Grande (Brasile)

Spiagge dorate e acque cristalline, sommate a un clima fantastico. L’isola di Queimada Grande, che si trova nello Stato di San Paolo, in Brasile, sarebbe il luogo ideale per una vacanza da sogno. Invece, è uno dei luoghi del mondo vietato agli esseri umani per la sua pericolosità. È nota, infatti, anche come  “l’isola dei serpenti” per il gran numero di vipere dorate (Bothrops insularis), uno dei rettili più velenosi del mondo, il cui morso può uccidere un essere umano in pochi secondi. Per anni ha avuto un solo abitante, il guardiano del faro, prima che le autorità brasiliane impedirono anche a lui di vivere a Queimada Grande.

4. Gruinard (Ebridi, Regno Unito)

Questa isola dell’arcipelago delle Ebridi, nell’Oceano Atlantico di fronte alla Scozia, è conosciuta anche come “Anthrax Island” o “Island of Death” (Isola della morte). Dal 1942 al 1990, infatti, qui l’esercito britannico ha condotto degli esperimenti sulle armi batteriologiche e, in particolare, con il batterio dell’antrace. Gli esperimenti vennero condotti sulle pecore, che iniziarono a morire dopo pochi giorni. Tuttavia, i livelli di contaminazione rimasero così altri che Gruinard venne messa in quarantena per quasi cinquant’anni. Nel 1986 si tentò una decontaminazione con la formaldeide, immettendone nel terreno più di 280 tonnellate diluite in 2000 tonnellate di acqua di mare. Tuttavia, nel 2001, Brian Moffat rilevò che le spore di antrace possono sopravvivere per centinaia di anni. L’isola continua a essere disabitata, nonostante non sia più considerata “pericolosa”.

5. Miyakejima (Giappone)

Miyakejima è una piccola isola con al centro il vulcano Oyama che si trova a 180 chilometri da Tokyo. Nel 2000 il vulcano cominciò a emettere una grande quantità di biossido di zolfo, rendendo l’aria irrespirabile. Le autorità evacuarono le 3600 persone che vivevano sull’isola, che rimase disabitata fino al 2005. Gli abitanti cominciarono progressivamente a farvi ritorno, tanto che, nel 2015 la popolazione era tornata a 2775 persone. Tuttavia, il vulcano continua a immettere nell’aria il biossido di zolfo, così residenti e visitatori hanno l’obbligo di portare sempre con sé una maschera antigas e indossarla ogni qual volta sentano le sirene di allarme, che annunciano che i livelli del gas nell’aria sono tali da essere pericolosi per la salute. I giapponesi, si sa, sono pratici e hanno imparato a convivere con il vulcano.

6. Ramree (Myanmar)

L’isola di Ramree, al largo della costa birmana, è entrata nel Guinness dei Primati per essere stata teatro del mio grande massacro della storia operato…dai coccodrilli. I fatti risalgono al 1945 quando, durante la Seconda Guerra Mondiale, a Ramree avvenne una battaglia tra le truppe britanniche e quelle nipponiche. Gli inglesi costrinsero i giapponesi alla ritirata e questi ultimi ripararono fuggendo nelle paludi dell’isola, infestate dai coccodrilli di acqua salata. Dei circa mille soldati, più di 400 non fecero ritorno, perché divorati dai grandi rettili, che ancora oggi popolano numerosi l’isola birmana.

7. Reunion (Francia, Oceano Indiano)

L’isola de La Reunion si trova a est del Madagascar, nell’Oceano Indiano e politicamente è un Dipartimento Francese d’Oltremare. Spicca per il suo splendido entroterra vulcanico, ammantato da una rigogliosa foresta pluviale, per le sue spiagge dorate e le spettacolari barriere coralline. Tuttavia, meglio non avventurarsi tra le sue acque, che sono teatro dei più frequenti attacchi di squali all’uomo, spesso mortali. Per avere un’idea, negli ultimi cinque anni ci sono state sette vittime. Questo perché, nonostante numerosi cartelli vietino la balneazione, molti surfisti non resistono alla bellezza del mare e delle onde. Gli squali sono aumentati dopo che, nel 2007, è stata istituita la Riserva Marina Naturale.

8. Saba (Caraibi Olandesi)

Saba Island è un piccolo paradiso tropicale dei Caraibi olandesi ed è una municipalità speciale dei Paesi Bassi. Famosa per i suoi splendidi fondali e per i paesaggi mozzafiato, deve però la sua pericolosità alla sua posizione particolarmente sfavorevole. Si trova infatti sulla rotta degli uragani, che la colpiscono più violentemente e frequentemente di qualsiasi altra isola caraibica. Basta osservare la sua geografia per rendersene conto. La parte est è un paradiso tropicale, mentre la parte ovest si presenta quasi desertico, con un paesaggio fatto di cactus e arbusti secchi, a causa dei venti che la flagellano e distruggono tutto quello che incontrano sul loro cammino. Una curiosità: a Saba si trova anche la pista di atterraggio più corta del mondo. È quella dell’aeroporto Juancho E. Yrausquin, lunga appena 400 metri, di cui solo 274 utilizzabili, che si trova tra due strapiombi sul mare.

9. Isole Farallon (Stati Uniti)

Questo gruppo di piccole isole si trova nel Golfo delle Farallones, al largo delle coste di San Francisco, in California, a soli 43 km dal famoso Golden Gate. Qui, dal 1946 al 1970 la Atomic Energy Commission degli Stati Uniti le ha praticamente usate come discarica per gettare le scorie nucleari. L’esatta ubicazione dei fanghi radioattivi non è mai stata resa nota, ma si pensa che spostarli causerebbe danni peggiori, quindi vengono lasciati dove sono. Per prudenza, pertanto, meglio evitare di fare immersioni attorno a queste isole.

10. Poveglia (Italia)

Chiude la nostra TOP 10 l’isola di Poveglia, che si trova nella laguna di Venezia. L’isola non è pericolosa in sé, ma ha una fama piuttosto sinistra a causa delle vicende che qui si sono susseguite nei secoli. Nel Settecento, infatti, Poveglia è stata eletta a luogo di quarantena per uomini e merci, poi divenne un lazzaretto in cui venivano confinati i malati di peste. Alla loro morte, le vittime dell’epidemia venivano cremati e si dice che, oggi, più del 50% del suolo dell’isola sia costituito dalle loro ceneri. La vocazione macabra dell’isola prosegue negli anni Venti del Novecento, quando viene aperto un ospedale psichiatrico a cui è legata una leggenda “nera”. Si dice infatti che un medico conducesse esperimenti sui pazienti e, impazzito a sua volta, mise fine alla sua vita lanciandosi da un campanile. Aleggiano anche molte altre storie legate alla presenza di fantasmi, tanto che Poveglia viene considerata l’isola più infestata del mondo ed è nota anche come “isola del male”.