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Govone, tra le antiche mura del Castello Reale (2° giorno)

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Nel parco del castello non si può entrare in auto, quindi lasciamo la nostra DS7 Crossback e ci incamminiamo fino al cospetto della meravigliosa facciata, ricca di decorazioni e sculture, affiancata da due avancorpi in mattoni rossi.

La residenza reale si articola su due piani principali e su un terzo di grandezza minore, collegati tra loro da imponenti scaloni e scale che potremo definire “di servizio”. Lascia senza fiato il maestoso scalone d’onore, composto da quattro rampe di marmo fiancheggiate da parapetti e balaustre decorate con telamoni e bassorilievi che provengono dal Castello di Venaria Reale.

Dalla ricostruzione a Patrimonio dell’Umanità

Ogni castello ha la sua storia, e noi ci siamo fatti raccontare quella del Castello Reale di Govone. Veniamo a sapere che la sua struttura attuale è opera del Conte Roberto Solaro prima e successivamente del nipote Ottavio Francesco, che affidarono la ristrutturazione all’architetto Guarino Guarini nel Seicento. I lavori proseguono anche sotto gli eredi, fra cui il Conte Giuseppe Roberto Solaro, che affida l’intervento sulla facciata nord all’architetto di corte Benedetto Alfieri, discepolo di Juvarra.

Nel 1792, con la morte dell’ultimo Solaro, Amedeo Lodovico, senza eredi, il castello passa allo Stato e, successivamente, viene acquistato da Vittorio Amedeo III di Savoia, Re di Sardegna. Tuttavia, dopo la sconfitta subita dai Sabaudi per mano del Francesi, la proprietà diventa francese. Nel 1810 viene messo all’asta per decreto napoleonico e viene acquistato dal conte Teobaldo Alfieri di Sostegno, che lo cede poi, nel 1816, al principe Carlo Felice di Savoia. Nel 1819 cominciano i lavori di restauro, diretti dagli architetti Giuseppe Cardone e Michele Borda.

Nel 1897 il Castello viene acquistato dall’Amministrazione Comunale, che ne fa ka sede del municipio, delle scuole, della biblioteca comunale e della pretura. Nel 1997 l’Unesco ha dichiarato il Castello Reale di Govone Patrimonio dell’Umanità.

Entriamo nelle sale

Ci addentriamo non senza stupore nel salone centrale e ammiriamo gli splendidi dipinti che adornano le parti architettoniche, e gli ornati sulle pareti e sulla volta. Gli affreschi del pittore Luigi Vacca, che si è avvalso della collaborazione di Fabrizio Sevesi, “raccontano” il mito di Niobe, la figlia di Tantalo, che peccò di superbia vantandosi di essere più feconda di Leto, madre di Apollo e Artemide, avendo avuto sette figli maschi e sette femmine. La dea si adirò e ordinò ai due figli divini di uccidere tutta la discendenza di Niobe, che dal dolore si tramutò in pietra.

Sono sempre del Vacca anche gli affreschi che decorano le Sale dell’Udienza degli appartamenti reali. Lo splendido arredamento in legno, invece, è stato realizzato da una famosa equipe di intagliatori e scultori che operava alla corte sabauda, con a capo Giuseppe Maria Bonzanigo.

La camera da letto della Regina e il Salottino sono invece collegati da un’elegante porta decorata con ornamenti scolpiti e dorati, opera di Francesco Novaro. Colpiscono per bellezza le quattro sale con le pareti rivestite da raffinate tappezzerie cinesi che illustrano gli antichi mestieri.

Uscendo dal castello, diamo un’ultima occhiata all’affascinante giardino all’italiana, con il parco settecentesco opera del paesaggista Xavier Kurten, dove spicca lo splendido roseto. Ed è qui che fino al 23 dicembre, Babbo Natale ha “trasferito” la sua Casa, tra spettacoli, canti natalizi, esibizioni di artisti di strada, laboratori culinari e degustazioni.

E, a proposito di buoni sapori, vi lasciamo con la ricetta dei ravioli del plin, come vi avevamo promesso ieri.

Ravioli del plin al tartufo bianco di Alba

Ingredienti per 4 persone

  • 400 gr di noce di manzo
  • 100 gr di cipolla bianca
  • 20 gr di farina 00
  • 200 ml di vino rosso
  • 70 gr di cervella di vitello
  • 50 gr di Parmigiano Reggiano
  • 20 ml di olio extra vergine di oliva
  • Brodo q.b.
  • Sale e pepe

Per la pasta

  • 150 gr di farina 00
  • 100 gr di tuorlo d’uovo (circa 5 uova grandi)

Per il condimento

  • Burro fuso di Langa
  • Tartufo bianco di Alba q.b.

Cominciate dalla sfoglia disponendo la farina a fontana su un tagliere. Mettete al centro i tuorli d’uovo che avrete precedentemente separato dagli albumi e impastate. Ricavate una palla e mettetela a riposare in frigo per circa 30 minuti. Nel frattempo tagliate la carne a pezzetti e affettate la cipolla a julienne. Passate poi la carne nella farina. In una casseruola mettete a rosolare la carne con un filo d’olio. Aggiungete la cipolla e sfumate con il vino rosso. Fate evaporare l’alcool e continuate la cottura aggiungendo il brodo. Unite poi anche le cervella di vitello e spegnete il fuoco quando il liquido sarà ristretto.

A questo punto macinate finemente la carne, insaporite con il Parmigiano Reggiano grattugiato, il sale e il pepe. Togliete la pasta dal frigo e stendetela con il mattarello fino a ottenere una sfoglia sottile. Tagliatela a strisce larghe circa 5 cm. Disponete poi delle piccole porzioni di ripieno distanziandole di circa 1,5 cm. Ripiegate la pasta su se stessa e tagliate dei quadrati con una rondella rigata. Date agli agnolotti la forma del plin. Lessateli poi in acqua bollente e servite con burro fuso e una grattata di tartufo bianco d’Alba.

Il vino: Barbaresco Riserva DOCG Ricossa, un rosso dalle sfumature granato, profumo inteso e sapore asciutto, pieno e armonico.

DS7 Crossback, la nostra compagna di viaggio

Per questo Weekend abbiamo provato DS7 Crossback eletta Auto Europa 2019 dall’Unione Italiana Giornalisti Automotive. A prima vista questo crossover ha un aspetto muscoloso ma allo stesso tempo raffinato. Tra i particolari che catturano l’occhio a un primissimo sguardo, ci sono l’enorme calandra esagonale e il gruppo ottico anteriore. Accendendo DS 7 Crossback, infatti, i fari LED girano su stessi attirando tutte le attenzioni sulla vettura.

Lateralmente le linee della carrozzeria e la silouette dei finestrini accentuano il dinamismo dell’auto. Mentre il posteriore è caratterizzato dai fari 3D a LED diurni e da due enormi scarichi. A impreziosire ulteriormente il look si aggiungono gli eleganti cerchi Tokyo da 20”. Il colore della nostra vettura è grigio metallizzato: tutt’altro appariscente, risulta elegante e nel complesso si addice decisamente a questo modello.

Salendo a bordo si percepisce subito una sensazione di lusso e spaziosità, grazie anche all’apio tettuccio panoramico. Seduti davanti, non si può non notare l’enorme schermo da 12 pollici perfettamente ubicato al centro della plancia. Lo stesso display da 12 pollici compare dietro al volante in funione di quadro strumenti personalizzabile.  Molto curato è l’allestimento della plancia color bronzo, ripreso nei sedili e nei pannelli della porta

Il costo di DS7 Crossback, nella nostra versione di prova con allestimento Gran Chic e motore Diesel BlueHDI 2.0 e 180 Cv con cambio automatico EAT8 ad 8 rapporti parte da 41.350 euro.

INFO

www.castellorealedigovone.it

Continua la lettura con il secondo giorno.