Le Mongolfiere Le mongolfiere - Weekend Dreamers Post-it di un viaggio

Gli atleti paralimpici volano alto. Ma anche le nostre Mongolfiere sono “ribelli”

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Con una toccante e significativa cerimonia si sono aperte un paio di giorni fa i Giochi Paralimpici di Tokyo, che si terranno fino al prossimo 5 settembre. A portare con orgoglio la bandiera italiana, c’erano la campionessa di scherma Bebe Vio e il campione di nuoto Federico Morlacchi.

“È il momento di per dimostrare di poter cambiare il mondo. Di poter cambiare la percezione di che cosa è diverso e di cosa è normale. Di ispirare le nuove generazioni”, ha dichiarato orgogliosa Bebe Vio.

E, con lei, ognuno dei 4328 atleti, di cui 113 italiani, provenienti da tutto il mondo che, nonostante la propria disabilità, con la sua presenza ha dimostrato di essere un “ribelle”. Sì, un ribelle nei confronti di un destino avverso, che proprio volendo tarpare le ali a questi ragazzi, li ha spinti a volare ancora più in alto. Con la forza di volontà, con la determinazione, con un moto di orgoglio. Più forte di ogni difficoltà o dolore fisico la loro ribellione li ha portati sul tetto del mondo, li ha trasformati in campioni.

La cerimonia di apertura dei Giochi Paralimpici

E, se i campioni paralimpici saranno al centro dell’attenzione nei prossimi giorni, noi vogliamo ricordare i campioni di tutti giorni, i ragazzi e le ragazze che hanno fatto della loro disabilità un punto di forza. Non rassegnandosi, ma mordendo la vita giorno dopo giorno, andando a mille per volare alto, anche con un’ala spezzata, o spesso tutte e due, ma trovando comunque il modo.

I ragazzi del progetto di Weekend Premium “Le Mongolfiere”

Per chi ci segue, i nostri “ribelli” sono i Weekend Dreamers, i ragazzi protagonisti del progetto di Weekend PremiumLe Mongolfiere”, un nome e un logo scelto come simbolo del volo lento, ma che può portare lontano, di un volo dolce, dove tutti arrivano primi, perché tutti hanno vinto la sfida nei confronti della vita, comunque sia andata.

Vogliamo ricordare i nostri primi “ribelli”, che hanno ispirato il progetto: Davide Ciceri, scomparso a 20 anni, appassionato di motocross, la cui malattia non ha cancellato né il sorriso né la passione per le due ruote e che ha condiviso la sua storia nel libro “Dal settimo cielo al settimo piano”.

Davide Ciceri

E poi Jacopo Marotta, appassionato di calcio e di Messi, primo vincitore del premio “Young Reporter”, volato via a 15 anni.

Jacopo Marotta con la maglia di Messi

E Veronica Franco, portata via dalla leucemia a 19 anni, che è riuscita a realizzare il suo sogno di fare ascoltare la sua splendida voce nella trasmissione “Tu sì que vales”, incantando pubblico e giuria.

Veronica Franco a Tu sì que vales

E, con loro, gli altri ragazzi delle “Mongolfiere” che quotidianamente continuano a dimostrare quanto la disabilità o la malattia non siano un limite. C’è Francesco Forti, che ama i motori e con la sua carrozzina tecnologica sale su bolidi potenti, dalle Ferrari alle macchine da rally alle moto, e arriva a volare davvero, lanciandosi con il paracadute.

Francesco Forti a bordo di una potente Ferrari

C’è Ilaria Naef, che “vola” con la sua carrozzina da gara, cimentandosi in salti mortali e piroette mozzafiato. Ilaria è campionessa di WCMX, una sorta di freestyle in carrozzina che la porta a partecipare a competizioni in tutto il mondo.

Ilaria Naef, campionessa di WCMX

C’è Chiara Bruzzese, che sulla carrozzina vola leggera, anzi, danza, cimentandosi in coreografie sempre più difficili e appassionanti. E poi Eleonora Ghiazza, che ama i viaggi, colleziona le statuine Thun e ama la musica. Per conoscere le loro storie, potete andare nella sezione del sito dedicata a “Le Mongolfiere Solidal”.

Chiara Bruzzese impegnata in una coreografia

Ma noi con le nostre Mongolfiere continueremo a fare volare altri “ribelli”. Il prossimo mese di settembre partiranno verso la meta dei loro sogni i vincitori del concorso letterario “Racconta il tuo sogno”: Martina Zanon, Luna Wambui e i “Magnifici 11”, come abbiamo chiamato i ragazzi dell’associazione “Costruire il futuro” di Pavia, e ci racconteranno il loro “volo”. Forse, non saranno campioni Paralimpici, ma sono i nostri campioni. Della vita.