di Raffaele d’Argenzio – FOTO DI COPERTINA: il borgo di SESSA AURUNCA (CE)
Sì, proprio Cinquanta. Ora che le nostre sedie sdraio sono un ricordo e i nostri ombrelloni sono fiori appassiti, possiamo alzarci per riprendere il viaggio. Il vero viaggio, quello che porta anche conoscenza. Cinquanta (forse 49 forse 51, ma che importa?), sono tanti per poter soddisfare tutti i gusti. Dai ChiccaWeekend, con 12 posti in cui trovare appunto chicche d’arte e cibo, ai 12 Green Weekend cominciando dal Molise, dai Weekend con gusto, per le delizie d’autunno, agli Altri weekend, per cercare destinazioni poco conosciute ma con autenticità.
2024, L’ANNO DELLE RADICI
L’Autenticità, quella con la A maiuscola, si trova proprio nelle nostre radici, che come quelle delle piante sono lì dove sono nate, dove abbiamo vissuto i nostri primi anni. E lì restano, forse ad aspettarci. Forse ci chiamano, anche se non possiamo sentirle. L’Europa ha deciso di dedicare il 2024 proprio al Turismo delle Radici, per ridare vita a quelle città, a quei borghi da cui tanti sono partiti e di cui aspettano il ritorno.
Ne sono lieto perché, almeno 15 anni fa (o 20?) avevo già proposto al sindaco di un borgo di raccogliere i nomi dei molti emigrati per fare sapere loro che li aspettavano.
A chi è partito bisogna far sapere che chi è rimasto ha cercato di mantenere al meglio il luogo da cui erano partiti, e che anche i sapori e i loro prodotti tipici sono sempre quelli di una volta. Quel formaggio, quel pane che sa ancora di pane, e il piatto della domenica ha sempre quel sapore speciale e quel profumo che sembra benedire la piazza con la Chiesa insieme ai ritocchi delle campane. Anche la chiesa è sempre quella, anche se il vecchio parroco è volato in cielo proprio cullato dai rintocchi delle campane.
Sessa Aurunca, le mie radici
Ma questa volta, e mi scuso per questo, mi tocca parlare delle mie radici, perché in un borgo dell’alta Campania, Sessa Aurunca, il sindaco ha avuto la benevolenza e il coraggio di donarmi delle magnifiche parole incise su una targa, parole per il mio amore per il viaggiare e per il mio ritorno a Sessa Aurunca, a ritrovare le mie radici. E seppure non vi sono nato, è qui che sento vibrare un sentimento che mi lega a questo borgo, a questi tramonti, a questa terra di collina di sassi e tufo che sembra aspra, ma poi ti dona frutti e sapori che non dimentichi.
Mi scuso ancora con voi lettori per questo conflitto d’interessi, ma non posso non ricambiare con mie parole. Però, soltanto quelle che iniziano e finiscono la mia poesia in ricordo delle mie radici.
SESSA, SIGNORA DEGLI AURUNCI
Scontrosa Signora austera,
mi piace incontrarti nella sera.
Nel silenzio, non hai parole ma pietre
che parlano per te,
pietre su cui son scritte
le sacre storie della Storia.
Oggi dell’Arte il respiro sento
nella cripta di un’antica chiesa,
nell’ombra d’un tuo convento
e sui gradini di quel teatro
in cui si recitava Lucilio
che fu padre della satira
ma dopo che di te fu figlio.
Sessa, madre che accogli il mio ritorno,
quando oltre l’antico teatro mi appare
Baia Domizia, che della tua terra è il mare,
e sento il vento della sera planare
dal vulcano di Roccamonfina nell’anima mia,
è allora che di te nel cuore mi esplode Poesia.