Per una volta

Gallura da scoprire. Da Arzachena a Santa Teresa di Gallura (2° parte)

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Di Manuela Fiorini

Il nostro viaggio alla scoperta della Gallura continua da Baia Sardinia, dove c’eravamo fermati ieri, in direzione di Arzachena, il comune capoluogo della Costa Smeralda. La città si trova a circa 10 km dalla costa, quindi qui non troverete spiagge e mare, ma la Sardegna più autentica. Circondata da montagne granitiche e da rocce cesellate dal vento, Arzachena possiede un pittoresco centro storico, fatto di stradine e chiese di pietra, tra cui la bella Chiesa di Santa Maria della Neve.

Fioriture nel centro storico di Arzachena

Poco prima di raggiungere la parte più antica, vi consiglio di fare una deviazione seguendo le indicazioni per “Il Fungo”. Un breve sentiero di pietra conduce alla roccia dalla forma inconfondibile, dalla quale si ammira uno splendido panorama sulla città e sulle montagne.
Arzachena, la roccia del Fungo

Ogni mercoledì, poi, nel centro di Arzachena si tiene un coloratissimo mercato, dove potete trovare i prodotti tipici della Sardegna, come il pane carasau, il pecorino sardo Dop, i salumi, il miele prodotto con i fiori spontanei di mirto, corbezzolo, cisto e lavanda, le marmellate e i salumi, senza dimenticare gli squisiti dolci. Tra l’artigianato locale, troviamo le fedi sarde intrecciate, i gioielli realizzati in corallo, le ceste e gli arazzi e i tappeti dai colori e dall’intreccio inconfondibile.

Lungo la strada che da Arzachena conduce a Porto Cervo, vale la pena fare una tappa alle Cantine Surrau (www.vignesurrau.it) dove nascono i celebri vini sardi, come il Vermentino, il Cannonau, il Carignano, il Muristellu. Le vigne si estendono per 50 ettari, mentre le cantine si possono visitare attraverso tour guidati con degustazioni e possibilità di acquisto diretto.

I nuraghe da non perdere

Nel territorio di Arzachena si trovano alcuni dei nuraghe più belli e interessanti della Sardegna. Poco prima dell’ingresso nel centro abitato si trova l’ingresso al nuraghe Albucciu del XV secolo a.C. A fianco della biglietteria, inizia un sentiero che si addentra in un bosco di macchia mediterranea e olivi. Il nuraghe si presenta come un insieme di grossi blocchi di granito che sembrano arrampicarsi su una roccia.

Il nuraghe Arbucciu

Fanno parte del complesso archeologico alcune capanne dalla pianta circolare. Proseguendo sul sentiero per circa 100 metri si incontrano anche la tomba Moro e il Tempietto Malchittu, che conserva al suo interno gli arredi rituali. Si dice che qui venissero compiuti anche sacrifici umani!

Un’altra importante testimonianza nuragica nel territorio di Arzachena è la Necropoli Li Muri, che si raggiunge percorrendo Strada Li Lolghi in direzione di Luogosanto. Si tratta del più antico sito archeologico della Gallura, le cui origini risalirebbero a 5000 anni fa. La peculiarità che lo rende unico è la disposizione delle pietre tombali, veri e propri “circoli di pietre” delimitate da lastre piantate nel terreno e disposti in maniera concentrica con al centro un sepolcro “collettivo”. Le diverse tombe sono segnalate da collinette delimitate da steli di granito.

Riprendendo Strada Li Lolghi e immettendosi poi sulla SP 14 si arriva poi al nuraghe La Prisgiona, che si trova nella valle del Capichera. Include un nuraghe con una torre centrale e due laterali, circondato da un villaggio composto da un centinaio di capanne, attraversate da stradine lastricate. Assai interessante la cosiddetta capanna delle riunioni, con all’interno una panchina circolare su cui potevano sedere circa dieci persone.

A circa 600 metri dal complesso de La Prisgiona si trova la Tomba dei Giganti di Coddu Vecchiu, così chiamata per le forme imponenti delle lastre di pietra infisse nel terreno con al centro una stele di 4,40 metri, la più alta di tutta la Sardegna. Nella parte più bassa della stele principale si trova una piccola apertura che serviva per introdurre le offerte oppure, secondo un’altra teoria, fungeva da “passaggio tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti.

San Pantaleo, il borgo di granito

Diversi per natura e paesaggio, ma entrambi da valere una deviazione, sono i borghi di San Pantaleo e Cannigione, entrambi facilmente raggiungibili da Arzachena. Il primo si raggiunge percorrendo prima la SP 59 in direzione di Olbia, e poi deviando sulla SP 73 seguendo le indicazioni per San Pantaleo. Incastonato tra le montagne del massiccio di Cugnana, il paese è nato agli inizi dell’Ottocento attorno a uno “stazzo”, la tipica casa rurale sarda, e a una piccola chiesa campestre.

Oggi, conserva ancora quel fascino antico, che si respira passeggiando tra le stradine che si inoltrano tra botteghe artigiane e localini, fino alla deliziosa piazzetta centrale, su cui si affaccia la chiesa e il monumento a papa Giovanni Paolo II, e circondata da oleandri multicolori. Da non perdere il caratteristico mercatino del giovedì, che si svolge da maggio a ottobre e che richiama artisti, produttori locali, artigiani provenienti da tutta la Gallura.

Cannigione, il borgo sul mare

Prendendo da Arzachena prima la SS125 e poi deviando sulla SP13, dopo circa 10 km si arriva a Cannigione, antico borgo marinaro oggi trasformato in una moderna e tranquilla località turistica. Anche questa è Costa Smeralda, ma ben lontana dai lussi, spesso eccessivi, della vicina Porto Cervo. Il piccolo porto di pescatori nel tempo si è ingrandito. Costeggiando il lungomare si incontra la spiaggia attrezzata con passerelle di legno, campi da beach volley, attrezzi ginnici e un parco per bambini. Per tutta l’estate, poi, nella zona vicino al porto si tiene un colorato mercatino di artigianato artistico e prodotti tipici.

Da non perdere le cosiddette “notti bianche”, dove dal tramonto fino a tarda notte si alternano spettacoli, artisti di strada, mercatino di prodotti enogastronomici, sfilate di gruppi folkloristici provenienti da tutta la Sardegna che consentono di ammirare la varietà e la bellezza dei costumi tradizionali sardi, nonché di assistere ai balli la cui origine si perde nella notte dei tempi.

A essi si accompagnano spesso anche le tradizionali figure legate ai riti agresti, dai mamuthones, con le loro maschere di legno nero, campanacci e abiti di pesanti pelli ovine, agli Issohadores, e poi Boes e Merdules, dalle maschere che ricordano il muso dei buoi, campanacci e vestiti di pelli, oppure i cotzulados, i cui abiti sono ricoperti da conchiglie.

A Cannigione si può fare una sosta per lo shopping. Sono tantissimi i negozi che costellano via Nazionale, la strada principale che attraversa la cittadina. Qui si possono trovare negozi di artigianato sardo, come Pipiones o Berenice Vien dal Mare, oppure di abbigliamento. Entrate nel negozio di Bacco, dove potrete trovare delle magliette “uniche”, nel vero senso della parola. Realizzate in fibre naturali, ogni pezzo riporta un’opera di un artista e non se ne trova una uguale all’altra.

Un borgo da gustare

Cannigione è un borgo tutto da gustare. C’è solo l’imbarazzo della scelta tra cucina locale, di terra e di mare, ristoranti gourmet, street food, pizzerie e spaghetterie, senza contare le enoteche che offrono anche stuzzichini per un abbondante aperitivo. Per una cena romantica, vi suggeriamo il Ristorante Acquamarina, ricavato su una barca ormeggiata al porto. Gli interni sono finemente arredati, con luci soffuse e un servizio impeccabile. Il menù propone piatti a base di pesce freschissimo, grigliate, crudité, con una vista impagabile sulle luci del porto.

Se amate lo street food, sempre nella zona del lungomare, fermatevi da Gennarino Store. Potete sbizzarrirvi tra pizze al taglio sempre diverse, fritture di pesce “da passeggio”, arancini, crocchette, hamburger e panini con porchetta di Ariccia, da consumare nei tavolini sulla terrazza con vista sul porto e sulla strada illuminata. Da non perdere le crépes, le ciambelle e i “bomboloni” preparati sul momento.

Poco più avanti si incontra anche il Café Coco Loco, un locale giovane, con tanta musica, per una colazione, un aperitivo o una pausa gustosa. Ottimi aperitivi accompagnati da vini di Sardegna anche presso il Wine Bar Sapori e Cantine, su via Nazionale.

Incamminandosi nel cuore di Cannigione, dopo una visita alla Chiesa di San Giovanni Battista, che spicca per il contrasto tra le sue forti mura in granito e le vetrate istoriate, proseguendo verso il mare lungo una piccola strada costeggiata da muri dipinti, si incontra la Tavola Blu.

Prenotate per tempo, perché si rischia di fare la fila per sedersi in uno dei tavolini apparecchiati in modo semplice. Non lasciatevi ingannare, la cucina è davvero fantastica, tra carpacci di pesce, fritture, risotti, spaghetti allo scoglio, grigliate, piatti della cucina gallurese. E le porzioni sono davvero abbondanti.

Verso Palau

Il nostro viaggio prosegue da Cannigione in direzione di Palau. Costeggiando il Golfo di Arzachena, incontriamo i piccoli centri di La Conia e Tanca Manna e le belle spiagge di Mannena, Barca Bruciata e Li Piscini.

La spiaggia Li Piscini

A proposito, per una sosta gourmet, fermatevi al ristorante La Vecchia Lampara (www.lavecchialampara.com) di La Conia, che si trova direttamente sulla spiaggia. Durante il giorno offre servizio bar, mentre di sera si trasforma in una location romantica, con vista sul mare, dove gustare dalla pizza ai piatti di pesce.

Proseguiamo ancora lungo la SP 13 costeggiando lo splendido mare dai colori incredibili. La strada è tortuosa e piena di curve e saliscendi, dai quali, di tanto in tanto, si intravedono scorci mozzafiato. Ci stiamo avvicinando a Palau, da dove partono i collegamenti per l’Arcipelago della Maddalena.

Poco prima di arrivare al centro abitato, fate una deviazione seguendo le indicazioni per “Capo d’Orso”, per ammirare la famosa roccia la cui sagoma ricorda, appunto, quella di un grande orso che sembra vegliare dall’alto la baia.

Palau è una città vivace e dinamica, con uno splendido porto, spiagge “cittadine” e calette un po’ nascoste. Per esempio, dalla spiaggia di Palau Vecchia, ci si può incamminare lungo un sentiero che conduce a un piccolo faro bianco e verde che sembra uscito da una cartolina. Il venerdì, poi, la città si anima grazie al suo coloratissimo mercato.

La Maddalena, un’isola e la sua storia

Con una traversata di circa mezz’ora, assai piacevole, da Palau si arriva all’isola della Maddalena. Il consiglio è di portare con voi l’auto per muovervi in libertà. Visitate il suo centro abitato, davvero suggestivo e ricco di testimonianze del suo movimentato passato.

Arrivo sull’isola de La Maddalena

Tra i personaggi che hanno “lasciato il segno” sull’isola c’è sicuramente Napoleone Bonaparte, che era nato ad Ajaccio, nella vicina Corsica, e che, giovane ufficiale della Marina Francese, nel 1793 arrivò sull’isola con l’intenzione di far partire da qui la conquista della Sardegna. Il futuro imperatore, però, fu sconfitto grazie alla resistenza dei maddalenini, capitanati dall’altrettanto giovane Domenico Millelire.

Si incrocia con il destino di Napoleone anche l’arrivo nelle acque dell’isola del suo acerrimo rivale, l’Ammiraglio Inglese Horatio Nelson, che con la sua flotta di tredici navi, tra cui l’ammiraglia Victory che, si diceva, poteva contare su cento cannoni, sostò tra l’isola e Palau, in quella che venne poi chiamata Baia di Nelson, per tredici mesi, dal novembre 1803 al gennaio 1805 per assediare la flotta francese, di stanza a Tolone. Quando Nelson lasciò le acque dell’isola, andò incontro al suo destino, nell’ottobre di quello stesso anno, infatti, morì a Trafalgar scontrandosi proprio con il suo grande avversario.

La Maddalena è stato anche il rifugio dell’anima del grande attore Gian Maria Volonté, che vi trascorreva lunghi periodi e aveva preso anche il brevetto di istruttore di vela. Scomparso nel 1994, come da suo volere, riposa nel cimitero dell’isola, sotto una lapide a forma di vela sulla quale è incisa una frase di Paul Valery: “S’alza il vento. Bisogna tentare di vivere”.

Infine, uno dei luoghi della Sardegna segreta, e destinato probabilmente a rimanere tale, poiché chiusa al pubblico, è l’eccentrica e misteriosa Villa Webber, che si trova in località Padule. Fatta costruire alla fine dell’Ottocento da James Phillipps Webber un ricco inglese piuttosto eccentrico e misterioso. Ufficialmente un commerciante e appassionato di arte, si diceva che in realtà fosse una spia al servizio della Corona Britannica. Visse alla Maddalena per venticinque anni, in questa villa in un improbabile stile moresco-italico che fece abbellire ed arredare senza badare a spese, collezionando libri e antichità.

Morto senza eredi, Webber lasciò la villa all’abbandono. Nel 1943, è stata requisita dallo Stato Regio Italiano per adibirla a “prigione di lusso” per Benito Mussolini, che rimase sull’isola per soli venti giorni, dal 7 al 27 agosto, prima di essere trasferito sul Gran Sasso. Dopo la partenza del Dittatore, comincia il suo declino, tra furti di arredi e incuria. Oggi, gli unici ad avere il privilegio di vederla da vicino sono gatti e cinghiali che popolano i suoi giardini abbandonati.

Le spiagge della Maddalena e Caprera

Da non perdere le splendide spiagge de La Maddalena. Dal centro abitato potete, per esempio, dirigervi alla volta della bella spiaggia dell’Abbatoggia, che si trova nella parte settentrionale. Per arrivarci dovete percorrere la strada panoramica che conduce alla località omonima e imboccare l’incrocio per Bassa Trinità, seguendo le indicazioni.

La zona è ricca di decine di suggestive calette, tra cui la spiaggia dell’Uomo Morto e quella de Lo Strangolato. Nella parte meridionale dell’isola si trova la rocciosa e suggestiva Cala d’Inferno, che si affaccia proprio di fronte alle isole minori di Spargi e Budelli.

Per raggiungerla si percorre il lungomare di Padule fino ad una salita, dalla quale si gode uno splendido paesaggio di tutto l’arcipelago. In località Isuleddu non mancate una sosta alla spiaggia chiamata Testa di Polpo per la caratteristica formazione rocciosa che ricorda il capo dell’animale. La spiaggia è fine e bianca ed il mare talmente trasparente da ricordare una piscina naturale.

La Maddalena è collegata alla vicina Isola di Caprera, ultima dimora dell’Eroe dei due Mondi Giuseppe Garibaldi da un ponte. A Caprera ci sono splendide spiagge incontaminate, che non hanno nulla da invidiare a quelle caraibiche. Come la spiaggia del Relitto, situata nella parte meridionale dell’isola. La sabbia è bianca e sottile e, sull’arenile, si trovano i resti di una nave antica che trasportava carbone e fatta arenare dopo un incendio scoppiato a bordo. Non perdetevi un bagno nelle acque trasparenti dal fondale sabbioso, circondati dai profumi della macchia mediterranea.

La più famosa spiaggia di Caprera è Cala Coticcio, nota anche come Tahiti per le sue caratteristiche che la rendono simile ad una spiaggia polinesiana. SI trova a nord est dell’isola e si raggiunge superando il ponte da La Maddalena e procedendo sul rettilineo fino alla pineta, per svoltare a sinistra in direzione monte Telajone. Si prosegue poi lungo la strada asfaltata fino ad uno spiazzo sterrato, dove si lascia l’auto e si prosegue a piedi per circa 1,5 km.

Sempre a Caprera, per abbinare mare e cultura, non mancate una visita alla Casa Museo di Giuseppe Garibaldi (www.compendiogaribaldino.it) dove l’eroe dei due Mondi trascorse i suoi ultimi 26 anni di vita, dopo la morte dell’adorata moglie Anita.

Nella casa dai muri bianchi, che si staglia sull’orizzonte azzurro si possono visitare le sue stanze, il letto dove il generale morì guardando il mare, alcuni cimeli, i suoi vestiti, e poi le stalle, la tomba del suo amato cavallo, una barca in legno che lui stesso aveva cominciato a costruire e mai portata a termine e la tomba dove riposa accanto ad alcuni dei suoi numerosi figli.

Da Palau a Santa Teresa di Gallura

Tornati a Palau, proseguiamo il nostro itinerario in direzione di Santa Teresa di Gallura, porta di accesso alla Corsica. Prima, però, vale la pena fermarsi per alcune soste suggestive. Per esempio, appena usciti da Palau, fate una deviazione per l’Isola dei Gabbiani. Proseguite fino al parcheggio, lasciate l’auto e incamminatevi lungo la strada sterrata che conduce alle due spiagge, separate da una lingua di terra. Entrambe pullulano di localini e chioschi frequentati da surfisti e amanti degli sport che coniugano vento e mare, dal kite surf, alla canoa.

Continuiamo ancora e facciamo una deviazione per Porto Rafael, una splendida cittadina dove il tempo sembra essersi fermato agli anni Settanta. Fondata negli anni Sessanta dal nobile spagnolo Raphael Neville, Conte del Berlanga del Duero, è un piccolo gioiello “vintage” composto da ville candide che sembrano spuntare dalle rocce di granito, al centro delle quali si apre la piazzetta con la piccola chiesa dedicata a Santa Rita e la casa del Conte, sul cui muro è incisa la sua massima di vita “Sognare è vivere”.

Prima di uscire da Porto Rafael, salite fino all’avamposto militare inglese da cui i soldati dell’Ammiraglio Nelson monitoravano i movimenti dei francesi per ammirare un superbo panorama su tutto l’arcipelago della Maddalena.

Riprendiamo la strada e arriviamo finalmente a Santa Teresa di Gallura, meta finale del nostro itinerario da fare “per una volta”. Rilassatevi nella bella spiaggia di Rena Bianca, lunga 700 metri e formata da una fine sabbia bianca dai riflessi rosa, per la presenza dei resti dei coralli. L’acqua assume tonalità dal blu al turchese al verde, i fondali sono molto bassi e sabbiosi. Nelle giornate più limpide, da qui si possono vedere le bianche falesie delle Bocche di Bonifacio.

Uscendo dal centro abitato, dopo circa 3 km si incontrano anche la Spiaggia dei Due Mari e la Spiaggia di Capo Testa, famosa per la sabbia candida, dalle acque trasparenti e turchesi, ma soprattutto dagli affioramenti di granito presenti ovunque.

Un sentiero che si inoltra tra formazioni rocciose, muretti a secco e fioriture conduce al Faro di Capo Testa, uno dei più belli della Sardegna. Attivo dal 1845, è un edificio massiccio a due piani e a pianta quadrata, alto 23 metri. La luce del faro ha una portata di 17 miglia nautiche ed è visibile sia dalla Corsica che dalle isole dell’Arcipelago della Maddalena. Appartiene oggi alla Marina Militare Italiana.

Tornando a Santa Teresa di Gallura, fatevi tentare da quel traghetto in partenza per la Corsica. Durante una breve crociera di circa 50 minuti entrerete nelle grandiose Bocche di Bonifacio, che sembrano uscite dall’Odissea. Ma questa è un’altra storia, un’altra avventura da vivere “per una volta”.

Prima di salutarvi, però, voglio lasciarvi la ricetta delle Formaggelle, un tipico dolce della Gallura il cui gusto delicato vi accompagnerà per tutto il viaggio e che desidererete preparare anche una volta tornati a casa

Formaggelle (pardulas)

Ingredienti per il ripieno

  • 1 kg di ricotta
  • 200 gr di zucchero
  • 4 uova (di cui 3 tuorli e 1 intero)
  • farina q.b
  • 1 bustina di vanillina
  • Buccia di limone grattugiata
  • Uva sultanina o gocce di cioccolato
  • 1 bicchierino di sambuca

 Ingredienti per la pasta

  • 1 kg di farina
  • 250 gr di strutto
  • 100 gr di zucchero
  • 1 uovo e acqua per impastare

Cominciate mescolando tutti gli ingredienti per il ripieno fino a ottenere un impasto omogeneo e senza grumi. Lasciate riposare. Nel frattempo disponete la farina a fontana, unite lo strutto, lo zucchero, l’uovo e un po’ di acqua con un cucchiaino di sale. Lavorate la pasta fino a renderla elastica, poi stendetela con un mattarello. Dopo aver ottenuto una sfoglia lunga e sottile ricavate dei cerchi di circa 10-15 cm di diametro. Ponete al centro di ogni dischetto un po’ del ripieno e ripiegate la pasta pizzicandola ai lati ottenendo la classica forma delle formaggelle. Ponetele su una leccarda foderata di carta da forno e cuocete a 180°C per circa 15-20 minuti, finché non saranno dorate.

COME ARRIVARE

In nave: A Olbia, arrivano i traghetti da Genova, Livorno, Piombino e Civitavecchia con le compagnie Moby Lines (www.moby.it), Tirrenia, (www.tirrenia.it), Grimaldi Lines (www.grimaldi-lines.com). A Golfo Aranci è presente un altro porto turistico con collegamenti da Livorno e Civitavecchia con Corsica – Sardinia Ferries (www.corsica-ferries.it).  In aereo: Olbia è servita dall’aeroporto Costa Smeralda. Tra le compagnie che volano da Milano, Bologna e Roma ci sono Air Italy (www.airitaly.com) e Alitalia (www.alitalia.com).

 INFO

www.sardegnaturismo.it

www.palauturismo.com

www.lamaddalenapark.it

www.santateresagalluraturismo.com