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FIORI IN-NATURALI

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Siamo ancora sicuri di poter distinguere con certezza tra ciò che la natura crea e le modificazioni corporee e genetiche, che sempre più spesso industria e scienza introducono nell’ambiente e negli essere viventi?

Questo è stato il punto di partenza per la riflessione “artistica” di Claudia Botta*, da cui è scaturito il Progetto “In-naturale”. Come racconta l’artista: “In-naturale si basa sulla manipolazione e modificazione di fiori veri, ai quali sono state aggiunte o sostituite alcune parti, anche mediante l’inserimento di oggetti completamente estranei alla natura. Il risultato è stato poi fotografato per documentare e fissare nel tempo queste microsculture.

Gli interventi attuati, spesso sono quasi impercettibili a prima vista, ma una didascalia indica e svela tutti gli “ingredienti” utilizzati  e ciò impone allo spettatore uno sguardo più attento. A questo punto, appare chiaro che esiste una contraffazione del fiore, realizzata attraverso l’uso di materiali artificiali, che sono tranquillamente colti come naturali nonostante l’immagine fotografica sia notevolmente ingrandita. Ne nasce uno stupore, ma anche il disagio di fronte ad una perdita, constatando quanto ci si sia allontanati dalla natura, tanto da viverla superficialmente e in modo scontato, non distinguendo oramai più ciò che è vero da ciò che è finto, ciò che è mutevole da ciò che è inerte.”

Sterlizia reginae(bird of paradise),osso di pollo, aglio verniciato copia

Sterlizia reginae (bird-of-paradise), ossa di pollo, aglio verniciato

 

Il reame del nato (tutto ciò che è natura) e il reame del prodotto (tutto ciò che è costruito dall’uomo), si stanno trasformando in una cosa sola. Le macchine assumono connotati biologici, e ciò che è biologico diventa meccanizzato. L’ingegneria genetica, le nanotecnologie, la biochimica, sono alcuni esempi di questa realtà. Le nostre vite sono oggi totalmente pervase da un insieme di elementi, la cui presenza ci sfugge completamente: composti chimici, nuovi materiali, molecole di sintesi, organismi trasformati geneticamente, nuovi sensori, protesi, microprocessori, campi elettromagnetici e tutto questo all’insegna dell’immaterialità e impercettibilità, perché questa miniaturizzazione e microscopizzazione, il più delle volte si generalizza a nostra insaputa. Su questa idea di una nuova relazione creativa tra artificiale e naturale, lavorano già molti artisti tra i quali Orlan, Stelarc, Kac, ecc… ed è su questi concetti che si basa il lavoro di “ibridazione dei fiori” di Claudia Botta. “…Con grande ammirazione verso i tutti i pittori di nature e morte e fiori, che con suprema maestria riproducevano sulla tela attraverso una tecnica straordinaria, la naturalezza di ciò che ritraevano, ho iniziato a ricercare quali colori e quali materiali potessi usare per  riprodurre alcune parti esistenti in natura; agendo come un apprendista di bottega che copia il Maestro, prima di fotografare. Nonostante prediliga l’aspetto simbolico della pittura, ho scelto la fotografia, perché restituisce più fedelmente la realtà, dando ad una natura morta, un’ulteriore valenza di morte, tema questo, che ho sempre trattato in tutto il mio percorso artistico.”

“La natura è bella quando ha l’apparenza dell’arte, e a sua volta l’arte non può essere chiamata bella se non quando noi, pur essendo consci che è arte, la consideriamo come natura” (Kant).

Irishollandica,coriandoli da bagno copia

Iris, coriandoli da bagno

Brassica oleracea, tessuto di cotone, colori,scotch, vinavil copia

Beassica Oleracea, tessuto di cotone, colori, scotch, vinavil

 

(*) Claudia Botta, Bioartista e Docente presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna e l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano